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Milan, Nasti Colombo Camarda: perché in Italia non c’è fretta? L’editoriale di Mauro Vigna
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Milan, una fucina di giovani davvero molto interessanti quelli che stanno venendo su dalla cantera rossonera. Ma perché alla fine sono pochi quelli che troviamo in prima squadra?
Puntare sui giovani, sostenibilità, coltivare i vivai. Tutte bellissime parole, tutti buoni intenti. Ma al lato pratico, chi delle big italiane può veramente perseguire questi obiettivi? O meglio, chi si vuole realmente prendere il rischio?
Entrando più nello specifico, voglio fare un esempio pratico. Il Milan sta cercando un attaccante, l’esigenza di sostituire Giroud diverrà impellente probabilmente già dalla prossima estate. E sappiamo i nomi nel taccuino di Furlani, in primis Jonathan David.
Ma sappiamo anche che tra le fila rossonere vi sono giovani attaccanti di tutto rispetto, Marco Nasti in prestito al Bari, Lorenzo Colombo al Monza ed il rampollo Francesco Camarda. Giovani su cui puntare…ma quando?
La cultura tipicamente italiana del far crescere il giovane con calma, a mio parere appare controproducente, ma soprattutto incoerente con una situazione economica che preclude grandi colpi, quantomeno nel nostro campionato. Ed allora perché, in mancanza di soldi, non si punta davvero sui giovani? Perché gente come i giocatori suddetti, prima di approdare in prima squadra, devono fare un anno, due anni, tre anni in prestito in giro per l’Italia?
La risposta ahimè é semplice, perché non si ha la pazienza di aspettarli. Non si lanciano per paura di bruciarli, ma i pochi che invece ce la fanno, a distanza di una gara magari scialba, subito vengono etichettati come bidoni. Il problema è la nostra mentalità. Li vogliamo giovani, ma esperti. Ed abbiamo fretta, non di lanciarli, ma che si comportino da grandi, anche se non lo sono.
E il paragone con gli altri campionati è impietoso, quantomeno ci dovrebbe far pensare. Perché il Barcellona si permette di far esordire Lamine Yamal all’età di 15 anni davanti ad un palcoscenico di 88.000 spettatori?
Perché il Bayern Monaco ha acquistato Tel a 17 anni alla cifra di 28 milioni? Oppure perché non si è fatto nessun problema a portare in prima squadra Jamal Musiala?
Perché quindi il Milan, qualora facesse bene in Primavera, non potrebbe lanciare Camarda? Che la prossima stagione avrebbe 16 anni? Se un ragazzo merita deve essere messo nelle condizioni di giocare, soprattutto deve avere la fiducia e non essere sostituito o criticato al primo inevitabile errore.
Ma purtroppo, spiace dirlo, in Italia non esiste una simile mentalità e ci si riduce, con Colombo e Nasti in giro, a provare a prendere – ad esempio – Taremi di 31 anni. Il caso rossonero l’ho preso come esempio, ma ne potrei fare altri mille, di altre squadre. La storia non cambierebbe. Serve quindi un’ inversione di tendenza e maggior fiducia di quello che sarà il nostro futuro. È peraltro anche la nostra bistrattata Nazionale che ce lo chiede.
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Atalanta, il Gewiss Stadium non fa più paura: i numeri
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Atalanta, i nerazzurri non riescono più a vincere al Gewiss Stadium nel 2025. Ecco i numeri della Dea in questi primi due mesi dell’anno solare.
Ennesimo risultato deludente per l’Atalanta di Gian Piero Gasperini in questa prima parte del 2025: i nerazzurri sono stati fermati dal Venezia con un altro 0-0, il secondo consecutivo in casa dopo quello contro il Cagliari del 15 febbraio. Un dato significativo, considerando che – come riportato da Opta – l’Atalanta non pareggiava due gare interne di fila a reti bianche in Serie A dal novembre 2004. Anche per il Venezia si tratta del secondo 0-0 consecutivo, dopo quello ottenuto contro la Lazio.
Dal primo gennaio 2025, la squadra di Gasperini ha vinto solo una partita casalinga. In quell’occasione, la vittoria fu di 5-0, il 21 gennaio, contro lo Sturm Graz in Champions League, un successo poi rivelatosi inutile visto l’eliminazione arrivata con la sconfitta interna per 3-1 contro il Club Brugge. In tutte le altre gare al Gewiss Stadium, l’Atalanta non ha mai trovato la vittoria: quattro pareggi e una sconfitta in campionato, l’eliminazione dalla Coppa Italia per mano del Bologna e quella dalla Champions League. Se si esclude il successo contro gli austriaci, l’ultimo trionfo casalingo della Dea risale al 22 dicembre 2024, quando sconfisse l’Empoli 3-2 con doppietta di De Ketelaere e rete di Lookman.
Il percorso della Dea al Gewiss Stadium nel 2025:
Atalanta-Juventus 1-1
Atalanta-Napoli 2-3
Atalanta-Sturm Graz 5-0 (UCL)
Atalanta-Torino 1-1
Atalanta-Bologna 0-1 (Coppa Italia)
Atalanta-Cagliari 0-0
Atalanta-Club Brugge 1-3 (UCL)
Atalanta-Venezia 0-0
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LA GRINTA DI GIAN PIERO GASPERINI CHE PUNTA IL DITO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
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Bologna, italiano su Dominguez “lui sull’esterno però è a suo agio, ma in futuro potrebbe essere un’idea anche a partita in corso”.
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Bologna: Dopo le grandi prestazioni offerte nelle ultime partite, Dominguez sembrerebbe pronto ad un ruolo diverso all’interno dello scacchiere dei felsinei
C’è poco da svezzare. Benjamin Dominguez, ala sinistra classe 2003 che alla prima stagione in rossoblù vanta già tre gol e un assist in sole 14 presenze. Le sue prestazioni decisive contro i grandi club italiani potrebbero farlo diventare un obiettivo per top club già a partire dal prossimo agosto. Se c’è una squadra che sa quanto sia fondamentale, è sicuramente il Milan. Di cui a proposito ha parlato in conferenza il suo allenatore: “Lo dico sempre a loro, sono attaccanti a tutti gli effetti, devono saper lavorare e sentire la porta, aver voglia di far gol. Benji ha avuto 3-4 palloni nel puntare l’avversario dentro l’area di rigore, poteva fare gol ma l’ho visto più presente. I palloni arrivano, su quello dobbiamo battere, poi a livello individuale crescere. Quello che sta facendo Ndoye, già a 6 gol, Orso è a 7. Dobbiamo migliorare sotto questa caratteristica della casella gol”.
Alla domanda se ci fosse o meno l’eventualità di vedere nel prossimo futuro Dominguez più accentrato, Vincenzo Italiano ha risposto così: “A Parma nell’assalto finale lo abbiamo provato lì. Possiamo lavorarci, lui sull’esterno però è a suo agio, ma in futuro potrebbe essere un’idea anche a partita in corso”.
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Fonte: https://www.bolognafc.it/benjamin-dominguez-al-bologna/, sito ufficiale Bologna FC
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Lutto nel calcio: l’ex Juventus Hidalgo ci lascia a 32 anni
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Il calciatore spagnolo, che aveva militato anche nella Juventus, si è spento dopo una lunga lotta contro la malattia con il quale combatteva da tempo.
Una notizia tragica: a soli 32 anni è morto Nico Hidalgo, calciatore spagnolo che, nella sua carriera, ha militato per un breve periodo anche nelle file della Juventus.
La notizia è stata diffusa dai canali del Granada, squadra in cui Hidalgo aveva militato dal 2012 al 2014 e dal 2014 al 2016. Nel mezzo la breve esperienza con il club bianconero con il quale, però, l’attaccante iberico non era mai riuscito ad esordire in Serie A.
L’omaggio del Granada a Hidalgo
Hidalgo lottava da tempo contro un tumore ai polmoni con metastasi alle ossa che, purtroppo, non gli ha lasciato scampo. Il Granada ha voluto comunicare la tragica scomparsa con un comunicato sui propri canali.
“Nico Hidalgo ci ha lasciato il 1° marzo 2025 all’età di 32 anni. Dietro di lui c’è un innegabile esempio di lotta e sacrificio, come ha già dimostrato nel Granada Club de Fútbol, realtà che ha difeso tra il 2012 e il 2016, debuttando con la prima squadra.
Nato a Motril, ha potuto sentire il calore dei tifosi granadini al Granada City Trophy 2022. Quel pomeriggio c’è stato un momento emozionante quando, insieme a Pepe Macanás, è sceso sul terreno di gioco del Nuevo Los Cármenes e ha ricevuto un’ovazione più che meritata dai suoi tifosi, che hanno voluto sostenerlo fin dal primo momento in una lunga e sfortunata lotta contro la malattia Con la partenza di Nico, non se ne va solo un calciatore eccellente, ma anche una brava persona.
Ma l’affetto dei compagni di squadra, degli allenatori, dei lavoratori, dei dirigenti e dei tifosi sarà sempre presente. Riposa in pace, Nico Hidalgo García”.
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