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Milan, nessuna traccia di Chukwueze: cosa sta accadendo?
Milan, difficile trovare un giocatore che possa avvicinarsi alla sufficienza dopo la gara di ieri sera contro l’Inter. Andiamo ad analizzare l’ingresso in campo del giovane nigeriano
Se una rondine non fa primavera, probabilmente una manciata di partite storte non devono preoccupare. E di fatto non ci sono allarmi. Tuttavia giusto vedere cosa funziona e cosa no e Samuel Chukwueze non sta funzionando.
Il nigeriano classe ‘99 è infatti subentrato a partita in corso ed è stato uno dei giocatori contro il quale Stefano Pioli ha urlato di più. Poco senso della posizione, un approccio probabilmente troppo molle per uno come lui che, in teoria, dovrebbe rompere le partite cambiando passo grazie alla sua velocità e frizzantezza.
Ebbene, Chukwueze è riuscito a fare quello che hanno fatto gli altri suoi compagni, troppo poco e con scarso impegno. I fondamentali ci sono tutti, ma il fatto di non riuscire a compiere un dribbling, per lui, sempre in teoria, che dovrebbe esserne il maestro, un po’ preoccupa.
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Roma, Marchetti: “Stagione compromessa, la proprietà non comunica. Su Allegri…”
Luca Marchetti ha criticato la gestione societaria della Roma, una proprietà che non comunica le sue intenzioni. Ha poi detto la sua su Allegri in giallorosso.
Dopo l’esonero di Ivan Juric al termine di Roma–Bologna, i giallorossi non hanno ancora reso noto il nome del prossimo allenatore. Di questo e della situazione generale del club ne ha parlato Luca Marchetti, giornalista di Sky esperto di calciomercato.
Le parole di Luca Marchetti sulla situazione della Roma
Luca Marchetti è intervenuto a TMW Radio: “Che succede alla Roma? I Friedkin ci hanno abituato alle sorprese, vedi l’arrivo di Mourinho o l’esonero di De Rossi. Oggi a Trigoria dicono che non c’è fretta, ma in realtà siamo a novembre e la stagione è già saltata per aria. Per gestire una società i dirigenti devono conoscere il tessuto dove operano. Sono dinamiche, in Italia altre proprietà americane hanno dei dirigenti come punti di riferimento“.
Prosegue Marchetti: “Se alla Roma arrivasse Guardiola non risolverebbe i problemi. Se domani prendono un allenatore normale come Juric senza alcun appoggio cosa potrà mai fare? Troverà milioni di difficoltà come Juric. I dirigenti spesso creano problemi più che risolverli. Questa cosa non la capisco, si può sbagliare ma è inaccettabile restare in questo limbo di incertezze. Il problema principale della Roma non è l’allenatore“.
Prospettive future: “In estate avevano seguito la linea, condivisibile o meno, di continuare con De Rossi, un DS emergente aveva la fiducia della società. Però una volta naufragato il progetto, al posto di De Rossi non c’è nessuno, i tifosi della Roma pretendono spiegazioni. I Friedkin non parlano come altre proprietà estere, il problema è comunicare. Non si conosce il proprietario di Oaktree, però nessuno critica le parole di Marotta.
Sul nome più adatto per sostituire Juric: “Non so con quale criterio scelgano l’allenatore. Perché si preferisce un Mancini rispetto a un Terzic? Serve uno di esperienza, che sappia gestire bene questa situazione. Per me Allegri sarebbe una garanzia, se valuti di cosa ha bisogno la Roma lui è il nome migliore. L’alternativa sarebbe Ranieri, ma Allegri conosce anche alcuni elementi della rosa e può fare bene“.
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Milan, perché i rinnovi di Maignan e Theo Hernandez tardano ad arrivare? Le promesse di Cardinale | L’editoriale di Mauro Vigna
Milan, la domanda nel titolo va sviscerata con particolare attenzione. Leggiamo qui di seguito l’approccio che stanno avendo i giocatori nei confronti del club.
Ce lo stiamo chiedendo tutti da mesi ormai. Perché ogni rinnovo da parte di un giocatore del Milan assume tempi che potremmo definire biblici?
Eppure sono mesi che parliamo di Mike Maignan il cui contratto è già pronto e basta la firma. Da mesi parliamo del rinnovo di Theo Hernandez. Ora stiamo parlando di alcuni incontri per blindare Reijnders. Ma quali sono i problemi?
In parte economici in quanto il Milan ha i suoi paletti e spesso e volentieri non è disposto a concedere deroghe. Ma questo è un aspetto che potremmo definire di secondo piano. In primis c’è il desiderio da parte dei giocatori di capire che progetto abbia in mente la proprietà.
A parole sembra ambizioso, il patron Gerry Cardinale in tempi non sospetti aveva dichiarato che nessuno vuole vincere più di lui. Anche ieri ha dichiarato che vuole raggiunere la grandezza.
Ma finora queste sono dichiarazioni acchiappa consensi, oseremmo dire. Perché il Milan sta facendo peggio dello scorso anno con una rosa – sulla carta migliorata – e fior di quattrini spesi in estate.
Posso onestamente capire i top player che sono giustamente restii a firmare un contratto con il dubbio di rimanere all’interno di questa mediocrità. Con un allenatore che non era voluto in estate e che si sta dimostrando mediocre, al pari di una dirigenza che non è in grado di prendere le giuste decisioni.
L’idea è che all’AC Milan basti qualificarsi per la Champions e chissenefrega se non vincerà lo scudetto o non arriverà in fondo alle competizioni europee. Ai giocatori invece frega eccome. Non li giustifico nei comporamenti, ma nelle idee. Il Theo Hernandez svogliato è un qualcosa che non si può vedere in campo, ma capisco il fatto che già dalla primavera stia pensando di cambiare aria. Magari preferendo un club come il Real Madrid i cui obiettivi sono chiarissimi.
Chiamarsi Milan e ricordarsi di avere vinto 7 Champions League conta fino a un certo punto. I giocatori non vogliono vivere di ricordi, ma scrivere la storia e per farlo devono essere messi nelle migliori condizioni, con una squadra adeguata (ed ora non lo è), con un allenatore top (e Fonseca non lo è), con una dirigenza capace (e questa non lo è) e con un presidente che voglia buttare il cuore oltre l’ostacolo (e Cardinale lo sta dimostrado solo a parole).
Oltre alle parole devono seguire i fatti, altrimenti scriveremo di continui incontri tra gli agenti e il club per rinnovare uno piuttosto che l’altro, ma alla fine avranno ragione i giocatori.
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Milan, Gabbia analizza il momento no:” Il problema è della squadra e non del singolo giocatore”
Milan, è pronto a tornare in campo Matteo Gabbia dopo il problema al polpaccio. Qui di seguito andremo a vedere la sua lettura in merito al momento no dei rossoneri in campionato.
Matteo Gabbia è pronto a tornare da titolare e lo farà alla prima occasione utile, quella contro la Juventus.
Il difensore, presente ieri al Flasgship Store in occasione della presentazione del photobook dei 125 anni di storia del Milan, ha rilasciato un’intervista dinnanzi ai microfoni di SportMediaset.
Le sue parole:” Ho avuto questo infortunio che sfortunatamente mi ha tenuto fuori dal campo per un po’ di tempo. Ho cercato di lavorare per crescere, migliorare e recuperare. Sono quasi pronto per tornare con la squadra, quindi da questo punto di vista sono contento. L’obiettivo mio e dello staff è di essere pronto per la Juventus. Poi sarà il mister a decidere. Problema dei gol subiti? Penso che la responsabilità sia sempre della squadra in generale, non del singolo giocatore, ma del lavoro totale della squadra in fase difensiva”.
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