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Milan, nominati due nuovi membri del Cda I Ecco chi sono

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Milan, in ottemperanza alle norme Uefa, i rossoneri hanno modificato la composizione del loro Consiglio di Amministrazione. Vediamo nel dettagli.

Il Milan cambia il proprio Consiglio di Amministrazione. In seguito al pericolo di conflitti con la normativa sulle proprietà multiple, sono due le variazioni da registrare.

Stando a quanto appreso da Calcio & Finanza, il giorno 12 giugno tre membri del Cda del Milan hanno salutato e lasciato il proprio incarico. Si tratta dei signori Alec John Scheiner, Isaac John Halyard e Niraj Narendra, che hanno abbandonato anche il medesimo ruolo nel Cda del Tolosa.

Milan

Come da riunione del Cda avvenuta in data 23 giugno, inoltre, si sono insediati due nuovi membri. Si tratta dei signori Robert Klein e Kevin LaForce, entrambi manager di RedBird.

Robert Klein è, a tutti gli effetti, il presidente di RedBird, ed è parte del fondo di Gerry Cardinale dal 2017. LaForce, invece, è l’attuale managing director. Quest’ultimo, infine, ha lavorato anche per NFL, dove ha ricoperto anche il ruolo di Senior Vice President of Media Strategy and Business Development.

 

 

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Milan Futuro, Bonera: “Tanti ragazzi in prima squadra, è motivo di orgoglio”

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L’allenatore del Milan Futuro Bonera ha parlato alla vigilia di un’importante partita contro la Torres: “grande serietà, attenzione e senso di responsabilità”.

L’ex difensore del Milan Bonera e attuale allenatore della primavera militante in Serie C, ha parlato alla vigilia della sfida contro la Torres. I rossoneri stanno avendo qualche difficoltà in campionato e si trovano al terzultimo posto in classifica. Questo perché i migliori giocatori della rosa spesso e volentieri vengono convocati con la prima squadra e questo di certo è motivo di grande orgoglio, ma priva il Milan Futuro di alcune importanti risorse. Su tutti ovviamente spiccano i nomi di Francesco Camarda e Jimenez, ma spesso come nella sfida contro il Cagliari, vengono convocati anche Zeroli, Bartesaghi o Torriani.

Le parole dell’allenatore del Milan Futuro Bonera

Nella sua intervista Bonera ha parlato della difficile sfida da affrontare contro la Torres, quarta in classifica, e della gestione dei ragazzi che vengono mandati a giocare con la prima squadra: “Domani (oggi ndr) affronteremo la Torres per la terza volta e credo sia una delle squadre più in forma del nostro girone. Scenderemo in campo come sempre con grande serietà, attenzione e senso di responsabilità. Tanti ragazzi saranno ancora impegnati con la Prima Squadra e per noi è motivo di grande orgoglio.

Questo deve essere vissuto come uno sprone per tutti coloro che giocheranno domani con Milan Futuro. Sono sicuro, vedendo il lavoro in settimana, che avremo il giusto atteggiamento di rispetto verso l’avversario e allo stesso tempo di cattiveria agonistica che ho visto anche a Carpi“.

Milan futuro

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Milan, allenatore nuovo problemi vecchi: il mercato dovrà riparare | L’editoriale di Mauro Vigna

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Milan

Milan, la gara di ieri, sebbene con qualche oggettivo miglioramento, ha lasciato i tifosi con l’amaro in bocca. Serve un cambiamento repentino, il mercato è l’occasione.

Lo abbiamo sentito tutti Zlatan Ibrahimovic sostenere di avere una rosa già forte a inizio gara contro il Cagliari. Gli dó parzialmente ragione, tuttavia completo la disamina dicendo che comunque la coperta è corta e le riserve non sono all’altezza. Ergo, serve intervenire sul mercato facendo quello che non si è fatto in estate, ovvero creare delle seconde linee adeguate.

Spremere il povero Fofana fin0 allo stremo facendolo giocare per 90 minuti anche le amichevoli è una mossa che porta a nulla, se non a creargli un debito di ossigeno, fosforo e muscoli come quello che si è visto ieri sera in campo. Serve un mediano forte, già domani.

Impossibile pensare che Sergio Conceicao fosse la panacea di tutti i mali. I miglioramenti, a mio dire, si sono visti anche ieri, tuttavia deve avere una squadra più attrezzata anche per quanto riguarda il reparto offensivo. Morata Abraham, indifendibile quest’ultimo, faranno fatica ad arrivare in due a doppia cifra e della coppia Okafor/Chukwueze stendo un velo pietoso.

Serve come il pane un attaccante, penso che siano anni che tutti noi ci sgoliamo, ma non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire.

Questione fascia destra: imbarazzo totale con Calabria ed Emerson Royal che si fanno saltare come birilli. Anche qui serve un intervento immediato senza far cadere sulle spalle di Jimenez un intero reparto. Walker potrebbe essere un innesto di esperienza, sebbene lontano dai canoni della proprietà.

I problemi ci sono, inutile nascondersi dietro un dito. La grinta di Conceicao ritengo sarà in parte risolutiva per quanto riguarda la leggerezza in campo che si vedeva con Fonseca, ma alla lunga non potrà bastare. Conceicao ieri a fine gara ha detto che si sta adattando e che non ha gli uomini adatti al suo gioco. Ecco, se gli si vuole andare incontro, questo è il momento.

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Calcio europeo e paesi arabi: geopolitica, mediazione culturale e soldi

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Calcio europeo e paesi arabi: geopolitica, mediazione culturale e soldi

Calcio UE, ultima frontiera. Le mani (e gli occhi) di Emirati Arabi, Arabia Saudita e Qatar su club e campionati del vecchio continente. Opportunità o rischio?

Da tempo i soldi di altre nazioni hanno finanziato i club europei: cinesi, magnati russi, greci.

Ma poi anche le nazioni arabe hanno fiutato l’affare. E ci sono entrate a gamba tesa, senza tante cerimonie.

Tutto ha inizio con i Mondiali

Il calcio non ha una grande tradizione nella cultura araba, ma una volta che ci è entrato le cose si sono fatte alla grande.

Il sensazionalismo e le opere in grande stile sono un marchio di fabbrica di queste nazioni: basti pensare al Burj Khalifa, alle isole artificiali con l’Atlantis The Palm o allo Ski Dubai una vera stazione sciistica al coperto.

Che ci vuole quindi a organizzare un campionato mondiale da zero?

È il 2 dicembre 2010 e la FIFA designa il Qatar come nazione ospitante del Campionato mondiale di calcio 2022. È una grande occasione: infatti la Nazionale di calcio del Qatar non ha mai partecipato a un mondiale, in questo modo è qualificata d’ufficio. Anche se poi uscirà già al primo turno.

Però è l’inizio di una storia in ascesa, perché nel 2019 il Qatar vince per la prima volta la Coppa d’Asia, sconfiggendo in finale il Giappone per 3-1 e nel 2021 ospita la Coppa Araba di calcio, riconosciuta ufficialmente dalla FIFA.

Continua con la Supercoppa Italiana

Un’altra svolta arriva nel 2014: la famiglia reale del Qatar si aggiudica l’organizzazione della Supercoppa italiana 2014 di calcio per circa quattro milioni di euro.

Si replica due anni dopo, per l’edizione 2016.

L’edizione 2015 fu soffiata dalla Cina, che sull’evento ci aveva già messo le mani per ben tre edizioni: nel 2009, 2011 e 2012, edizioni queste giocate tutte a Pechino. Meglio degli Stati Uniti, che ospitarono il match nel 1993 e nel 2003, probabilmente nel tentativo di spingere lo sport in vista di USA 1994.

Comunque da lì iniziò un ping pong tra medio ed estremo oriente per aggiudicarsi l’esclusiva del trofeo italiano.

Doha, Shanghai, Gedda, Riyadh. Tranne qualche timida apparizione di Roma, Milano e Reggio Emilia (queste ultime due dovute alla pandemia) la Supercoppa è ormai affare estero.

Dunque anche questa 37ª edizione del torneo italiano si è svolta all’estero per la 14ª volta nella storia.

Teatro della sfida Riyadh, in Arabia Saudita, dal 2 al 6 gennaio 2025.

Coinvolte quattro squadre: Inter, Juventus, Milan e Atalanta.

Ad alzare la coppa quest’anno è stato il Milan, battendo l’Inter in doppia rimonta per 3-2.

Qatar vs Cina

Quando il paese arabo ebbe l’ok per organizzare i Mondiali 2022, vinti poi dall’Argentina, le polemiche furono tante.

Qatar 2022 calcio

Ci pensò allora la rete araba Al Jazeera con il documentario “The Men Who Sell Football”.

L’emittente voleva dimostrare come i club calcistici inglesi possano essere acquistati da criminali condannati e diventare veicoli per riciclare denaro sporco. Mettendo così a tacere critiche e polemiche: i soldi del Qatar, d’altronde, erano puliti, a differenza di quelli cinesi. 

In effetti i giornalisti sotto copertura arrivano sul punto di concludere un accordo per acquistare il Derby County FC. Poco importa se nel frattempo i diritti dei lavoratori e i diritti umani in generali vengono calpestati.

Ma questo, a quanto pare, è solo un dettaglio. Sembra vana infatti la mobilitazione del calcio femminile contro la sponsorizzazione di Aramco per i campionati di calcio mondiali maschili del 2026 e femminili 2027.

Calciatrici di 24 nazioni hanno chiesto l’intervento di Gianni Infantino sulla questione. Tra loro molte calciatrici della Serie A eBay e della Nazionale Femminile: Elena Linari della Roma, Katja Schroffenegger del Como, Norma Cinotti della Sampdoria, Rachele Baldi e Francesca Durante dell’Inter, Tecla Pettenuzzo del Napoli, Marina Georgieva della Fiorentina, Matilde Skovsen del Napoli, Paulina Krumbiegel della Juventus, Junge Pedersen dell’Inter.

Ma sembra tutto già caduto nel dimenticatoio.

L’altro calcio europeo

Quello italiano non è un caso isolato: anche Spagna e Francia sono cadute nella rete dei petrodollari.

Infatti anche la Supercoppa spagnola da qualche anno viene disputata nei paesi arabi.

Anche l’edizione di quest’anno, che vede scendere in campo Real Madrid e Barcellona si gioca domani, 12 gennaio 2025, allo stadio King Abdullah di Gedda, in Arabia Saudita.

Prima edizione qatariota invece per la Supercoppa francese: trionfa il Paris Saint-Germain allo Stadium 974 di Doha contro il Monaco.

Terza Supercoppa di fila ai parigini, 13a della storia del club.

Competizione mediorientale

La corsa al calcio tra le nazioni arabe è specchio di equilibri delicati, diplomatici e geopolitici nella penisola arabica.

Dal dominio ottomano alla guerra del Golfo passando per ill conflitto tra Iran e Iraq, le risoluzioni e i processi di riconciliazioni sono ancora in corso.

Dopo l’assegnazione dei Mondiali 2022 al Qatar, l’Arabia Saudita si è affannata per ottenere quelli del 2030 prima e quelli del 2034 poi. In quest’ottica ha lavorato duramente per rendere più accattivante la Saudi Pro League, ingaggiando nomi stellari del calcio europeo e non solo. Ronaldo, Neymar e Benzema per citarne alcuni.

Ha infine acquisito il Newcastle e, per l’appunto, i diritti televisivi sulla Supercoppa italiana e spagnola.

Il Qatar non la prese bene: di tutta risposta decise infatti di interrompere la trasmissione delle partite della nostra Serie A.

Nel frattempo anche gli Emirati Arabi si fanno strada, ospitando la Coppa d’Asia e acquistando club in Spagna, Francia, Belgio, Italia e Inghilterra.

Un nome fra tutti il Manchester City campione d’Europa e che si afferma come potenza assoluta del calcio europeo. Pochi giorni fa ha infatti investito ben 150 milioni di euro per superare la crisi degli ultimi tempi. Infischiandosene delle accuse e del processo che vede coinvolto il club per non aver rispettato diverse regole della Premier League.

Manchester City calcio

Non solo calcio

Anche il mondo del basket è stato catturato dal denaro arabo.

Infatti con 11 voti a favore e 2 contrari si è chiuso l’affare milionario tra l’Eurolega e Dubai.

Dal 23 al 25 maggio di quest’anno e per le prossime tre edizioni la Final Four si svolgerà ad Abu Dhabi.

Lo scenario sarà lo stesso che ha ospitato gli NBA Global Games in cui si sono affrontate Dallas Mavericks e Minnesota Timberwolves: lEtihad Arena.

Sul piatto 75 milioni di euro complessivi. Offerta che ha scavalcato, e non di poco, il main partner delle ultime 10 edizioni del torneo: la Turkish Airlines.

Il calcio: la cultura del e nel pallone

Il calcio può farsi così veicolo di alterità: può aprire e allargare orizzonti, portando contaminazioni della cultura europea nel mondo arabo e viceversa.

Ma normalizza un mercato malato: soldi, montagne di soldi, che comprano tutto e tutti.

Anche il silenzio davanti a diritti umani violati, che sovrastano senza tanti giri di parole il fair play finanziario.

Non è una novità che a muovere il calcio e i suoi interessi sia il denaro. Ma forse sarebbe il caso che Fifa e Uefa intervenissero, ponendo dei limiti a una certa speculazione selvaggia.

Ma dove sono i confini quando servono?

 

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