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Milan, perché i rinnovi di Maignan e Theo Hernandez tardano ad arrivare? Le promesse di Cardinale | L’editoriale di Mauro Vigna
Milan, la domanda nel titolo va sviscerata con particolare attenzione. Leggiamo qui di seguito l’approccio che stanno avendo i giocatori nei confronti del club.
Ce lo stiamo chiedendo tutti da mesi ormai. Perché ogni rinnovo da parte di un giocatore del Milan assume tempi che potremmo definire biblici?
Eppure sono mesi che parliamo di Mike Maignan il cui contratto è già pronto e basta la firma. Da mesi parliamo del rinnovo di Theo Hernandez. Ora stiamo parlando di alcuni incontri per blindare Reijnders. Ma quali sono i problemi?
In parte economici in quanto il Milan ha i suoi paletti e spesso e volentieri non è disposto a concedere deroghe. Ma questo è un aspetto che potremmo definire di secondo piano. In primis c’è il desiderio da parte dei giocatori di capire che progetto abbia in mente la proprietà.
A parole sembra ambizioso, il patron Gerry Cardinale in tempi non sospetti aveva dichiarato che nessuno vuole vincere più di lui. Anche ieri ha dichiarato che vuole raggiunere la grandezza.
Ma finora queste sono dichiarazioni acchiappa consensi, oseremmo dire. Perché il Milan sta facendo peggio dello scorso anno con una rosa – sulla carta migliorata – e fior di quattrini spesi in estate.
Posso onestamente capire i top player che sono giustamente restii a firmare un contratto con il dubbio di rimanere all’interno di questa mediocrità. Con un allenatore che non era voluto in estate e che si sta dimostrando mediocre, al pari di una dirigenza che non è in grado di prendere le giuste decisioni.
L’idea è che all’AC Milan basti qualificarsi per la Champions e chissenefrega se non vincerà lo scudetto o non arriverà in fondo alle competizioni europee. Ai giocatori invece frega eccome. Non li giustifico nei comporamenti, ma nelle idee. Il Theo Hernandez svogliato è un qualcosa che non si può vedere in campo, ma capisco il fatto che già dalla primavera stia pensando di cambiare aria. Magari preferendo un club come il Real Madrid i cui obiettivi sono chiarissimi.
Chiamarsi Milan e ricordarsi di avere vinto 7 Champions League conta fino a un certo punto. I giocatori non vogliono vivere di ricordi, ma scrivere la storia e per farlo devono essere messi nelle migliori condizioni, con una squadra adeguata (ed ora non lo è), con un allenatore top (e Fonseca non lo è), con una dirigenza capace (e questa non lo è) e con un presidente che voglia buttare il cuore oltre l’ostacolo (e Cardinale lo sta dimostrado solo a parole).
Oltre alle parole devono seguire i fatti, altrimenti scriveremo di continui incontri tra gli agenti e il club per rinnovare uno piuttosto che l’altro, ma alla fine avranno ragione i giocatori.
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Turchia, Montella a rischio esonero
Pessime notizie per il CT della Turchia, Vincenzo Montella. L’ex attaccante italiano sembra essere a rischio esonero dopo le ultime uscite in Nations League.
La Turchia, guidata da Vincenzo Montella ha buttato la qualificazione nella lega A di UEFA Nations League nelle ultime uscite. Sarebbe bastato non perdere l’ultima partita contro il Montenegro.
I motivi del possibile esonero
Non sembra essere però il “fallimento” in Nations League il principale motivo del possibile esonero. A far discutere sono state soprattutto le convocazioni, nessuno è riuscito a spiegarsi la mancata convocazione di Atakan Karazor. Il centrocampista di proprietà dello Stoccarda è tra i più in forma al momento. Il ventottenne turco si è messo in mostra soprattutto in Champions League, sia nella vittoria con la Juventus che contro il Real Madrid al Santiago Bernabeu.
Turchia, le parole di Montella
Nella conferenza post partita, Montenegro-Turchia, il CT se l’è presa molto con il terreno di gioco e ha sottolineato l’importanza dell’assenza del capitano Hakan Calhanoglu, ribadendo la fiducia nel vincere i playoff per accedere alla lega A. Successivamente, ha dichiarato che il reale obiettivo è la qualificazione ai Mondiali 2026. Questa la sua risposta a chi domandava del possibile esonero: “non considero questa domanda una vera domanda, sono felice e orgoglioso di quanto fatto nell’ultimo anno”.
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Ronaldo: “Sono qui per vincere, voglio lasciare un’eredità”
Il fuoriclasse portoghese, sul suo canale youtube, ha parlato del suo momento in Arabia e non solo. Leggi con noi le parole di Ronaldo.
Ronaldo ha pubblicato un video sul proprio canale Youtube in compagnia del youtuber più famoso al mondo, Mr Beast. Il portoghese ha risposto ad alcune domande riguardanti suo figlio, il documentario di Netflix e l’obiettivo dei 1000 gol.
Le parole di Ronaldo
Giocare con suo figlio.
“Ha 14 anni, vedremo come staranno le mie gambe. Ha già la pressione di essere mio figlio. Lasciamo che commetta i suoi errori, ma si spera per il futuro. Spero che possa diventare un professionista, ma se non lo diventerà e farà un altro lavoro, lo supporterò sempre. Non possiamo fare pressione sui nostri figli perché siamo famosi“.
Il suo arrivo in Arabia.
“Sono venuto per migliorare il campionato, per vincere. Voglio lasciare un’eredità. Dicono che sono finito, che sono qui solo per soldi. Ancora non ci credono, ma sono qui per vincere”.
L’obiettivo dei 1000 gol.
“Giorno dopo giorno. Mi godo un gol dopo l’altro. Mi godo il momento. I mille gol non mi dispiacciono affatto, sinceramente. Obiettivi che ho ancora nel calcio? Si tratta di divertirsi. Pianificare il tuo ritiro dal calcio. Accadrà tra un anno, due anni, qualunque cosa. Onestamente dico che non è uno scherzo, si tratta di godersi il momento, sentirsi come se mi stessi godendo il calcio.
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Torino, parola d’ordine: sostenibilità. Ambientale
Il Torino, con importanti partnership, ha lanciato oggi un’iniziativa all’insegna della valorizzazione dell’ambiente: Bosco del Toro. Ecco di cosa si tratta.
Il Torino, Suzuki e il Settore Verde della Città di Torino, uniti da un impegno comune verso la comunità e l’ambiente, collaborano per realizzare un progetto di valorizzazione del territorio: nasce il Bosco del Toro. Un progetto che prevede la piantumazione di 30 alberi autoctoni ad alto fusto nelle vicinanze del nuovo centro sportivo Robaldo, sede degli allenamenti delle squadre giovanili del club granata. Il Bosco si integrerà nel Parco Colonnetti, nel quartiere Mirafiori Sud, e sarà accessibile a tutti i cittadini.
Torino, un contributo verde
L’iniziativa arricchisce il patrimonio verde della città e della Regione Piemonte, promuovendo un impegno concreto per la sostenibilità. La piantumazione di questi 30 alberi rientra in un programma più ampio, che ha visto il Torino e Suzuki collaborare per mettere a dimora un totale di 198 alberi in diverse aree:
- Parco Piredda, Torino: 30 alberi
- Parco naturale della Mandria, Venaria: 72 alberi
- Parco Cavalieri di Vittorio Veneto, Piazza d’Armi: 11 alberi
- Sede di Suzuki Italia: 50 alberi
- Scuole comunali limitrofe alla sede Suzuki: 3 alberi
A livello nazionale, Suzuki coinvolge la sua rete di concessionarie nella Giornata Nazionale degli Alberi, piantando almeno un albero per ogni territorio di riferimento. Questo impegno ha portato alla messa a dimora di ulteriori 226 alberi, portando il totale complessivo a oltre 1.120 alberi piantati, con una riduzione stimata di 22.500 kg di CO2 all’anno.
Un impegno a favore del pianeta
Suzuki, da sempre attenta all’ambiente, integra questo progetto con altre iniziative ecologiche che promuovono il benessere delle persone e la salvaguardia del pianeta. Tra queste troviamo:
- #SuzukiSavetheGreen: Da oltre 10 anni, Suzuki organizza la bonifica di aree verdi per la Giornata Mondiale della Terra, rimuovendo oltre 57 tonnellate di rifiuti.
- #SuzukiRisparmioEnergetico: Durante la Giornata del Risparmio Energetico, Suzuki aderisce a iniziative come M’Illumino di Meno spegnendo le luci negli uffici e riducendo l’emissione di 423 kg di CO2.
- #SuzukiGreenFriday: In occasione del Black Friday, Suzuki devolve lo 0,5% del fatturato giornaliero a progetti sostenibili.
- #SuzukiBikeDay: L’iniziativa promuove la mobilità sostenibile incoraggiando l’uso della bicicletta. L’ultima edizione ha coinvolto circa 3.000 partecipanti.
Questi progetti dimostrano l’impegno di Suzuki per una transizione ecologica e un futuro più sostenibile, puntando su azioni concrete e promuovendo un cambiamento culturale condiviso.
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