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Milan, perché sono tranquillo (e ottimista) per la prossima stagione: l’editoriale di Mauro Vigna

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Milan, la stagione deve ancora volgere al termine, ma tutti speriamo lo faccia presto. Per poi ricominciare con un altro spirito. La convinzione è che vedremo un Milan diverso, vediamo il perché.

Una stagione complessa quella del Milan che si aggrappa alla triste consolazione della Coppa Italia e si bea nella giusta proporzione della Supercoppa vinta all’arrivo di Sergio Conceicao. Magra, magrissima consolazione per una squadra costruita per lo scudetto, o almeno così hanno voluto farci credere.

Da noni a primi ne passano di punti, sono piuttosto convinto che con altri tipi di allenatori non saremmo in questa posizione, ma la riprova non è possibile e quindi ci teniamo un’annata che posso definire fallimentare. Ma il cielo si sta rasserenando e il futuro non lo vedo così brutto, anzi…

Partiamo da una base, il Milan dovrà obbligatoriamente tornare in Champions la prossima stagione, pena vedere andare a scatafascio tutto il buono (dal lato economico) fatto dalla dirigenza. Un anno lontani dalla Coppa dalle grandi orecchie appare sostenibile, due no. Soprattutto se Gerry Cardinale deciderà di proseguire a camminare con le sue gambe senza l’aiuto da casa (ARAMCO?). Su questo aspetto tutto ancora può accadere.

Quello che tutti abbiamo potuto notare è un normale e graduale ritorno alla normalità abbandonando completamente la visione di Cardinale fatta di algoritmi e scelte “esotiche” per tornare a una più pragmatica programmazione all’italiana. In primis partendo dal direttore sportivo, quel Fabio Paratici 

che magari non piace per il suo passato e la squalifica di 30 mesi, ma che sa come e dove muoversi soprattutto coi giusti agganci e un certo potere politico. Cosa che è mancata in quest’ultimo Milan.

Da qui la scelta di un allenatore italiano andando a pescare uno tra Conte, De Zerbi Allegri, in ordine di preferenza dello stesso Paratici il quale ha già parlato con tutti e tre. Dialoghi conoscitivi, nessuna accelerata, ma segnale che qualcosa si sta muovendo.

Un progetto insomma, già tanta roba. Cosa che da tempo non si vedeva e che veniva lasciato a improvvisazione e incapacità da parte dei vari Ibrahimovic, Furlani e Moncada di cui tutto possiamo dire fuorché siano dirigenti capaci o esperti.

Servirà partire col nuovo DS il quale dovrà avere l’onere (e l’onore) di scegliere personalmente il tecnico col quale fare mercato. Solo così, ne sono certo, il Milan 2.0 potrà fare decisamente bene perché l’ossatura c’è eccome, i giocatori sono assolutamente di livello e non vedo stravolgimenti da fare, ma ritocchi qua e la dove serve. Ovviamente bisognerà mettere mano ad alcune necessarie cessioni quali ad esempio quella di Theo Hernandez. Ma il tutto rientra nell’ordinaria amministrazone, c’è chi va e c’è chi viene, l’importante è fare – finalmente – le cose con buonsenso.

Aggiornato al 02/04/2025 10:12

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Pubblicato da
Mauro Vigna
Tag: Milan

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