Milan, la questione da analizzare non è certamente semplice. I primi responsi tuttavia stanno dando contro al tecnico Pioli e sempre più clienti invocano le scuse a Maldini.
I motivi per i quali Paolo Maldini è stato sollevato dall’incarico nessuno li sa alla perfezione. Col passare dei giorni, l’estate scorsa siamo giunti a conclusioni piuttosto verosimili, anche supportati da fonti molto vicine alla proprietà rossonera.
In primis, a non piacere alla proprietà americana era il modus operandi del dirigente rossonero. Maldini infatti preferiva far da solo, sfruttando gli ampi potere e le ampie deleghe da sempre pretese, senza ascoltare troppo il parere degli altri ed assumendosi, giusto dirlo, tutte le responsabilità del suo operato.
Un comportamento che va contro le consuetudini americane che prevedono invece condivisione e dialogo.
Maldini voleva pochi rinforzi, ma di qualità ed aveva individuato Loftus-Cheek, in seguito acquistato, altri profili per la difesa e soprattutto un forte attaccante, che non è poi arrivato. E soprattutto voleva il cambio dell’allenatore.
Non a caso Andrea Pirlo aveva dichiarato che c’erano stati contatti, ma l’ex capitano rossonero stava parlando anche con altri. Chiaro ed evidente segnale che se fosse rimasto lui, Pioli se ne sarebbe andato.
Ci sono cose – aggiungiamo noi – che uomini di campo vedono ad occhio nudo, altri no. Senza mancare di rispetto a Giorgio Furlani
, manager capace, Maldini aveva probabilmente visto che all’interno dello spogliatoio il vento stava cambiando. Ed aveva agito in anticipo, prevedendo quello che oggi sta accadendo. I giocatori non seguono più il loro allenatore, e questa è la cosa più grave.La proprietà ha deciso di fare l’esatto contrario, smontando il lavoro della dirigenza precedente, stravolgendo l’organico con ben 10 acquisti, alcuni di grande qualità e soprattutto confermando Pioli donandogli più poteri e deleghe anche per la gestione del mercato.
Non dimentichiamo che gran parte dei giocatori arrivati hanno ricevuto l’ok del tecnico ed altri, sulla carta bloccati, vedasi Singo e Lukaku, erano stati bocciati proprio da Pioli. Insomma, oltre le evidenti responsabilità in campo, Pioli ha contribuito in maniera attiva anche sul mercato estivo.
Per rispondere alla domanda del titolo, aveva ragione Maldini? Ad oggi, riteniamo di sì, ma i calcoli andranno ovviamente fatti a fine stagione.
Certo è che un esonero a stagione in corso rappresenterebbe una sonora sconfitta per l’attuale proprietà che forse, ad onore del vero, ha scaricato un’icona carismatica con eccessiva frettolosità.
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