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Milan, tempo di primi giudizi: Abraham bocciato?

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Milan, la pausa Nazionali rappresenta sempre un momento per fare i primi giudizi, soprattutto quando si mettono un po’ di partite alle spalle. E non è di certo esente l’attaccante rossonero Tammy Abraham.

L’arrivo al Milan ha fatto storcere il naso a molti. La diffidenza generale era altissima, dubbi infatti sulla tenuta fisica di Tammy Abraham dopo il serio infortunio al ginocchio e non solo. L’attaccante inglese, dopo un primo anno ad alti livelli con la maglia della Roma, si era un po’ perso, fino ad arrivare alla cessione in prestito.

Ma quindi Abraham è da bocciare? La nostra risposta è no. Nella maniera più assoluta. L’inizio di stagione non è di certo stato entusiasmante, vero. Un solo gol su calcio di rigore contro il Venezia. E per un attaccante sappiamo quanto sia vitale buttare il pallone in rete. Tuttavia c’è dell’altro. Il classe ’97 sta dimostrando un forte attaccamento alla maglia ed un supporto notevole in fase offensiva.

Siamo dell’idea che i gol arriveranno. La condizione migliore deve ancora essere trovata e non sarebbe giusto condannare adesso un giocatore che ha sempre dimostrato forza e abnegazione nel lavoro.

 

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Intervista a Silvio Pagliari: carriera e ‘chicche’ di un agente sportivo

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Sampdoria

Silvio Pagliari a tutto gas: ecco tutti i segreti per diventare un procuratore sportivo di successo. Il celebre agente sportivo e fondatore della BSP Football Agency si è aperto, senza filtri, in un’intervista rilasciata in queste ore a Smart Club, importante rubrica sportiva marchigiana. Stiamo parlando dell’interessantissimo format in onda su YouTube sul canale IGsport47, guidato dai bravissimi Alessandro Vallese e Marta Bitti (che ha all’attivo numerose esperienze come addetto stampa, anche all’Ancona in Lega Pro). “Mi stupisco quando vedo giovani di talento, ma soprattutto quando entro in uno stadio, a qualsiasi livello. Penso sempre: questa è casa mia”, il leit motiv di Pagliari che vanta un’infinità di esperienze calcistiche.

SILVIO PAGLIARI: IL NOME UNA GARANZIA

Come non citare la sua esperienza in qualità di responsabile del settore giovanile della Sampdoria, dove ha lavorato con personaggi del calibro di Giuseppe Marotta e il presidente Riccardo Garrone. “Oggi si parla troppo di altezza e centimetri”, ha dichiarato Silvio Pagliari. “Io guardo sempre alla tecnica e alla velocità. Se un giovane non dimostra intelligenza calcistica a 14 o 15 anni, è difficile che possa migliorare significativamente in seguito”. Vogliamo ringraziare subito, ancora una volta, la collega Marta Bitti per la disponibilità nella realizzazione del presente articolo-intervista.

Silvio Pagliari agente

COME DIVENTARE UN PROCURATORE SPORTIVO DI SPESSORE: I CONSIGLI DI SILVIO PAGLIARI

Non poteva mancare un valido consiglio per i giovani che aspirano a diventare procuratori sportivi. Stando al pensiero di Silvio Pagliari, la calma e la pazienza sono ingredienti essenziali in tal senso: “I giovani di oggi sono spesso troppo impazienti. Questo è un mestiere in cui non bisogna avere fretta. Occorre vedere numerose partite, studiare e girare per i campi di periferia”. Pagliari ha inoltre evidenziato e ribadito l’importanza della figura del procuratore come guida, soprattutto in termini di gestione del calciatore: “Se gestisci bene un giocatore, lui sarà più sereno. La gestione è tutto, specie per quelli in ruoli delicati come gli attaccanti, che vivono di gol”.

IL RUOLO DEL PROCURATORE SPORTIVO E LA GESTIONE DEGLI INFORTUNI

A tal proposito il ruolo del procuratore diventa fondamentale, in particolar modo nella gestione degli infortuni. Viene citato il lampante esempio di Guido Marilungo, con cui Pagliari intrattiene un rapporto professionale da ormai 20 anni. “Guido Marilungo ha avuto due infortuni. Nel caso del secondo, contro il Cesena ai tempi dell’Atalanta, riportò la rottura del legamento crociato. In quei momenti devi essere forte caratterialmente, per te, per lui e per la sua famiglia. In quel caso il supporto dell’Atalanta e di un signore come Luca Percassi è stato molto importante. Il rapporto umano in questi casi è essenziale e ti aiuta a instaurare quella fiducia che poi ti permettere di far proseguire il rapporto. Il percorso si fa insieme. Con Marilungo c’ero in quel caso ma c’ero anche quando segnò una doppietta all’esordio in Serie A. Con suo padre scoppiammo a piangere in tribuna. Fu un’emozione fortissima”.

PROCURATORE SPORTIVO, COMUNICAZIONE E TALENTI: IL CASO CRISTIAN BUCCHI

Oltre al lavoro sul campo, Pagliari ha enfatizzato l’aspetto della rilevanza della parte mediatica per un calciatore, introducendo un ufficio stampa per i suoi assistiti già dieci anni fa, intuendo l’ascesa dei social media. Come esempio di successo, Pagliari cita quello di Cristian Bucchi, scoperto mentre giocava in Eccellenza con la maglia del Settempeda e arrivato a segnare svariati gol in Serie A. “Bucchi è nipote di Giulio Spadoni, che nel 1997 mi disse di tenerlo d’occhio perché faceva sempre gol. Presi mezza giornata per andarlo a vedere a Castelraimondo. Giocava con la Settempeda una partita in campo neutro. Fece doppietta. Riconobbi in tribuna un signore che gli assomigliava, capii che era il padre e ci andai a parlare. Da lì nasce quella che possiamo definire una favola. In due anni di Eccellenza segnò 60 gol e richiamò l’attenzione del Perugia in Serie A, che lo voleva a tutti i costi.

Andai a parlare con il compianto Ermanno Pieroni, all’epoca direttore sportivo dei grifoni, che mi chiese se, secondo me, Bucchi potesse far bene anche a livelli più alti. Io gli feci una battuta: “Per me vede la porta e se le porte sono uguali lui indipendentemente dalla categoria fa gol”.  Bucchi allora va in ritiro col Perugia e a fine allenamento mi chiamava dicendomi che aveva segnato in partitella. Segnò anche nella prima amichevole col Marsala e allora decisi di andarlo a trovare a Norcia.  C’era anche Pieroni e per lui ormai non ero più Silvio, ma ‘Silvietto’. Mi salutò calorosamente abbracciandomi e allora lì capii che era veramente forte. Sotto la guida tecnica di Ilario Castagner, debutta in Serie A alla terza giornata contro la Lazio e dopo 6 minuti, cross di Colonnello, salta fra due difensori del calibro di Sinisa Mihajlovic e Fernando Couto e di testa fa gol a Marchegiani. Ho la pelle d’oca a 25 anni di distanza. Storie come questa non si vedono più nel calcio di oggi. Lì è cambiata la sua e anche la mia storia.

INGHILTERRA VS ITALIA: LA CASE HISTORY MANOLO GABBIADINI

La gente iniziava ad avere una percezione diversa di me, perché quello che avevo detto si era avverato. Se c’è un episodio che ha cambiato la mia carriera è stato quello lì. Bucchi finì quella stagione con 5 gol in Serie A e da lì partì la sua carriera. Ne segnerà 110 fra Serie A e Serie B”. E infine: partite da dimenticare, o meglio da non dimenticare? “Non dimenticherò Perugia-Milan del 24 aprile 1983 quando mio fratello Giovanni fece doppietta e quella del 29 aprile 1979 in cui mio fratello Dino segnò in Juventus-Fiorentina. Devo dire che i miei fratelli erano veramente forti. Una che dimenticherei è quella dell’infortunio di Marilungo che dicevo prima. Aveva segnato diversi gol in Serie A ed era in orbita Nazionale. Fu un duro colpo. Inserirei anche la finale EFL Cup Manchester United-Southampton a Wembley.

Il Southampton perse 3-2 ma Gabbiadini fece doppietta. Quel giorno lì il buon Silvio qualche lacrimuccia la versò. Lì ti passa tutta la carriera davanti, tutti i sacrifici, partito da Tolentino a Wembley. Quindi rispondo dicendo che mi piacerebbe riportare un giocatore in Premier League. Da italiani ci siamo riusciti solo in 4 o 5 e quindi l’obiettivo è quello. Il mio sogno era quello di diventare un procuratore e per farlo ho seguito una scaletta. Prima le Marche, poi l’Italia centrale, poi l’Italia e poi a un certo punto, lo step successivo diventa la mediazione internazionale. È quello che ti fa fare il salto di qualità ma è lì che devi rimanere sempre più umile”. In bocca al lupo ai futuri procuratori sportivi… di successo! Fonte/Foto M.Bitti. Sotto la puntata integrale, dedicata al mondo del procuratore sportivo e a curiosità calcistiche di vario tipo, ripresa dal canale youTube dedicato.

marta bitti
Una ‘vecchia’ foto di Marta Bitti e Walid Cheddira ai tempi Sangiustese (Serie D)
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Milan, contro l’Udinese Fonseca alza la voce: due le esclusioni

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Milan

Milan, la gara contro l’Udinese fissata al San Siro per sabato 19 ottobre non sarà scevra da novità importanti. In primis due esclusioni, vediamole insieme.

Paulo Fonseca alza la voce e prova a riprendersi quella parte di leadeship che sembrava essergli sfuggita di mano.

Ovviamente ci riferiamo all’episodio dei calci di rigore contro la Fiorentina in seguito ai quali, complici gli errori di Theo Hernandez Abraham, si è creato un vero e proprio caso. Ribadiamo che il rigorista ufficiale rimane Pulisic.

La decisione del portoghese è quindi stata integerrima, esclusione punitiva a Fikayo Tomori, peraltro in uno stato di forma non ottimale, e Tammy Abraham. Questo non esclude che potranno eventualmente entrare in campo a partita in corso, ma vuole essere un chiaro segnale di chi comanda nello spogliatoio.

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Monte ingaggi, Inter nella top 10 europea

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Inter, Marotta, Wellenreuther

L’Inter è tra le squadre col monte ingaggi più alto in l’Europa. La speciale classifica stilata da Calcio e Finanza vede i nerazzurri in 10° posizione.

Il denaro nel calcio è ormai diventato di vitale importanza per vincere e portare risultati, nonché soddisfazioni ai tifosi. Il monte ingaggi di un club rispecchia le ambizioni, vediamo la top 10 europea.

Monte ingaggi, Real Madrid al comando

Al primo posto non poteva che esserci il club di Florentino Perez che dopo l’investimento da oltre 1 miliardo di euro per il restauro del Santiago Bernabeu ha piazzato il colpo Mbappé.

L’ex PSG è diventato il giocatore più pagato della Liga e il suo stipendio unito a quello degli altri genera un monte ingaggi da oltre 270 milioni di euro.

mbappé real madrid

A seguire c’è il nuovo Bayern Monaco di Kompany che registra solo 1 milione in meno rispetto ai blancos. Nonostante gli addii di De Ligt Mazraoui, i nuovi acquisti hanno compensato abbastanza.

In terza posizione ecco la vasta proprietà del Manchester City che da anni milita nell’elite del calcio europeo. Per godere delle prestazioni di Haaland De Bruyne, fra gli altri, il fondo qatariota sborserà nel 2025 circa 236 milioni.

Subito sotto, di una 20ina di milioni, troviamo il Manchester United che è nel bel mezzo di un passaggio di proprietà ma allo stesso tempo deve sostenere costi per gli ingaggi molto alti.

Haaland

Erling Haaland #9 of Manchester City congratulates Phil Foden #47 of Manchester City on scoring to make it 3-0

A metà di questa speciale classifica c’è il Paris Saint Germain di Al Khelaifi che nonostante abbia perso Mbappè può comunque vantare un’importante esborso dal punto di vista economico. Infatti, la stima si aggira attorno ai 207 milioni di euro.

Tornando però in Inghilterra, è necessario fare tappa nel nord di Londra più precisamente all’Emirates Stadium, dove l’Arsenal di Arteta ha sfiorato per ben due volte nelle ultime due stagioni il titolo di campione.

Gunners hanno alzato il tetto salariale negli anni, vista l’esplosione di alcuni talenti del vivaio e altri acquisti imporanti arrivando a toccare i 206 milioni. Qualche milione più sotto c’è il Chelsea di Boehly, con i suoi 40 giocatori in rosa. Tutti questi atleti contribuiscono a comporre una cifra che supera i 200 milioni.

Chelsea, Caicedo

Scendendo di un gradino però, ecco che si torna in Spagna dal nuovo Barcellona di Hansi Flick Laporta. La ricostruzione del club, dopo il disastro finanziario che ha portato all’addio forzato di Messi, procede spedita e oggi il club vanta un monte ingaggi pari a 195 milioni.

Chiudono la graduatoria il Liverpool di Slot, con ben 45 unità in meno rispetto ai blaugrana, e l’Inter di InzaghiOaktree non ha stravolto particolarmente la gestione dei contratti, andando anzi a spingere sui rinnovi con cospicui aumenti di ingaggio (il dato odierno parla di un totale di 140 milioni di euro.

inter monte ingaggi

SIMONE INZAGHI SUONA LA CARICA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

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