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Milan-Udinese 0-1, seconda sconfitta in casa e prima vittoria per i friulani: le pagelle
Milan-Udinese 0-1, una serata che riporta i rossoneri ai tempi di Giampaolo con due sconfitte consecutive in casa e regala ai friulani la prima vittoria in campionato. La decide Pereyra su calcio di rigore, episodio che farà discutere a lungo
Maignan 6: incolpevole in occasione del calcio di rigore, pochi minuti dopo si tuffa alla sua destra e salva i rossoneri dal raddoppio friulano su tentativo di Success
Calabria 6: uno degli ultimi a capitolare, ci mette cuore ed energia e rimedia una sufficienza risicata
Thiaw 6: gioca pulito e non commette errori contro avversari molto veloci
Tomori 6: idem come il suo compagno di reparto, sbaglia qualche appoggio, ma porta a casa una prestazione soddisfacente
Florenzi 5,5: prima di entrare in partita regala una palla pericolosa a Pereyra. Poi prende le distanze e sfiora il gol nel finale. Da rivedere
Musah 5,5; spaesato e senza l’aiuto di Calabria che ancora una volta tende a convergere in mezzo al campo. In forte difficoltà (dall’80 Romero 5: veramente poca cosa)
Reijnders 5: un lontano parente del bellissimo giocatore di inizio stagione, litiga con la palla troppo spesso (dal 68’ Loftus-Cheek 5,5: ha l’attenuante di entrare dopo un mese di stop)
Krunic 4,5; troppi errori, piace più solo a Pioli (dal 46’ Adli 6,5: perché non gioca titolare? Mistero)
Leao 5,5: solita giocata, spesso efficace, altre volte no. Perde troppe volte lucidità
Jovic 4: praticamente non si vede, quanto tocca palla sbaglia (dal 46’ Okafor 4,5: doveva solo tirare in porta, cincischia eccessivamente e perde una ghiotta occasione per pareggiare)
Giroud 4,5: inesistente per tutta la gara, impegna Silvestri di testa, ma così è troppo poco
Pioli 3: una squadra senza alcun criterio. I giocatori entrano in campo eccessivamente molli, tanto che il primo tempo è la sagra degli errori, o degli orrori. Un po’ meglio nella ripresa, ma il Milan, dopo 10 acquisti in estate, non può essere di questa pochezza.
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FIGC, Gravina accusato di riciclaggio? Gli aggiornamenti
Rischio processo per il presidente della FIGC, Gabriele Gravina: l’accusa è quella del riciclaggio. Tra gli altri indagati risulta anche Pasquale Striano.
Rischio processo per il presidente della FIGC Gabriele Gravina. La procura di Roma, in base a quanto si apprende da Calcionews24, ha proceduto alla chiusura del procedimento che lo vede indagato per l’accusa di autoriciclaggio. Il procedimento venne avviato nel marzo del 2023 a piazzale Clodio dopo un atto di impulso della Procura nazionale Antimafia su presunti illeciti emersi dall’inchiesta di Perugia su attività di dossieraggio che coinvolge, tra gli altri, Pasquale Striano.
FIGC, Gravina: il tema del procedimento
L’oggetto del procedimento riguarda presunte irregolarità tra cui la compravendita di una collezione di libri antichi nella disponibilità del presidente della Federcalcio. Il 19 novembre il tribunale del Riesame aveva rigettato l’appello della Procura sul sequestro preventivo di 140 mila euro nei confronti del numero uno della FIGC.
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Cairo: “I contestatori si pentirebbero se lasciassi il Toro”
Il presidente del Torino Urbano Cairo ha parlato della contestazione dei tifosi granata durante il match contro il Napoli e su una possibile cessione del club.
A margine del sessantesimo anniversario del Catalogo dell’Arte Moderna, edito da Urbano Cairo, il presidente del Torino ha rilasciato alcune dichiarazioni riguardo il momento del club granata, e sulle contestazioni verso la sua presidenza.
Di seguito le sue parole
Cairo, le parole sul possibile addio al Torino e ai contestatori
“Sono il più longevo sia come editore di questo lavoro che come presidente del Torino, solo che qui siete contenti che ci sia, mentre al Torino qualche volta mi contestano. Fortunatamente mi tirate su il morale. Dico ma scusate, sono 19 anni e 3 mesi che sono al Toro, l’ho preso da un fallimento quando non c’erano nemmeno i palloni. Il primo anno mi danno la possibilità di fare la campagna acquisti in una settimana e quella stagione veniamo promossi in A. Negli ultimi anni siamo sempre stati tra le prime 10 tranne gli anni del Covid. Capisco che c’è il ricordo del “Grande Torino ma era il 1940, un mondo diverso. Da quando sono arrivati i diritti televisivi nel 93 è tutto cambiato, io devo competere fatturando 100 milioni contro chi ne fa 400-500, puntando esattamente alla stessa cosa. Non devo rimanere al Toro a vita, posso fare 20 anni ma anche di meno. Sono sicuro che in cuor loro i contestatori sanno che se dovessi lasciare se ne pentirebbero. Credo sia un rapporto padre figlio, dove ci si bastona e ci si vuole bene”.
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Fonseca su Bove: “È stato un momento difficile. Un abbraccio da parte di tutto il Milan”
Paulo Fonseca, alllenatore del Milan, ha parlato ai microfoni di Milan TV in vista della Coppa Italia, con un focus sul malore di Bove.
Alla vigilia della sfida degli ottavi di finale contro il Sassuolo, il tecnico del Milan Paulo Fonseca ha parlato ai microfoni di Milan TV del malore accorso a Bove durante Fiorentina-Inter.
Di seguito le sue parole
Fonseca, le parole sul malore di Bove
“Stavo guardando la partita, è stato un momento difficile. Ha lavorato con me a Roma, mi dispiace per quello che gli è successo. Ora sta meglio, non è importante il calcio in questo momento, ma la sua salute. Sono stati momenti difficili. Mando un abbraccio da parte di tutti noi, squadra e club. Oggi qui a Milanello si è parlato tanto di quello che è successo. Gli auguro di recuperare il prima possibile”.
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