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Milan, un 2024 col botto: stadio cessione del club e Antonio Conte
Milan, l’anno che domani inizierà potrebbe essere foriero di ottime novelle per il club di Via Aldo Rossi. Le notizie che abbiamo raccolto, e che peraltro raccontiamo da tempo, sono esplosive
Il Milan guarda al 2024 con estremo ottimismo. Potrebbe infatti essere un anno nuovamente ricco di cambiamenti che potrebbero davvero riguardare tutti, dalla proprietà ai dirigenti, dall’allenatore ad alcuni nuovi giocatori. Riteniamo che non ci sarà da annoiarsi è tutto inizierà probabilmente nella seconda metà di febbraio. Ma andiamo con ordine.
Qui di seguito analizzeremo la questione societaria. Il tutto ovviamente non è certo, i cambi di proprietà sono sempre molto complessi in quanto tra le parti vengono firmati patti di riservatezza in quanto società quotate in Borsa. Tuttavia, le notizie in nostro possesso riteniamo siano piuttosto attendibili.
In primis escludiamo a priori che gli arabi, interessati al club, poi diremo i nomi, accettino una quota di minoranza. Probabilmente sarà il contrario, verrà liquidato Elliott e Cardinale potrà detenere ancora una piccola quota del club, o cedere tutto direttamente, questo non ci è ancora dato a sapere.
Ad oggi ci risultano sue cordate interessate, ci riferiamo a Pif/Aramco e Investcorp/Mubadala. I primi ad oggi ci risultano essere in vantaggio, ma il tutto è in divenire. Ovviamente, come detto da alcuni giorni, Pif non potrebbe acquisirà direttamente il Milan, essendo già proprietario del Newcastle, ecco perché ci sarebbe quindi di mezzo Aramco.
Perché abbiamo scritto che i movimenti potrebbero iniziare a metà febbraio? Perché nel frattempo ci si aspettano passi decisivi per lo stadio e con esso la quotazione del Milan raggiungerebbe una cifra intorno ai 2 miliardi di euro, ed allora sì che Cardinale avrebbe tutto l’interesse a cedere il 100% delle quote, liquidando di conseguenza Elliott.
Una mossa che di conseguenza consentirebbe a Paolo Maldini di ritornare dalla porta principale in quanto, come si diceva, la potenza è nulla senza il controllo. A poco servono i soldi se non sai gestirli nella maniera giusta, andando a prendere determinati giocatori piuttosto che altri. Non escluderemmo nemmeno il ritorno di gente di spessore quali Leonardo e Boban.
Stando ai rumors in nostro possesso, sarebbe pronta una due diligence per controllare i conti del Milan. Motivo per il quale a gennaio non sarà speso un euro per il mercato, a meno che non venga ceduto Krunic il cui ricavato verrebbe utilizzato, ad esempio come caparra per il prestito oneroso di Samuele Ricci che piace moltissimo.
Una volta terminata la due diligence, che ci aspettiamo senza sorprese essendo i conti del Milan perfettamente in ordine, partirebbero tutte le formalità burocratiche per il passaggio di proprietà. Il tutto potrebbe concludersi entro giugno, in tempo per l’inizio del mercato estivo.
E parliamo proprio di quello che potrebbe accadere sulla panchina. Il preferito è di certo Antonio Conte, allenatore il quale è già stato contattato da Giorgio Furlani prima, e da Zlatan Ibrahimovic negli scorsi giorni. Il leccese, con un progetto importante, verrebbe di buon grado, essendo anche sua volontà quella di rimanere ad allenare in Italia.
Vincere pure con il Milan, dopo che lo ha fatto con Juventus ed Inter, rappresenterebbe per lui un motivo di forte orgoglio personale. Una sfida che vuole condurre e che spera di farlo già dal prossimo anno. Ovviamente, con l’avvento degli arabi, le richieste sul mercato, nel limite del possibile, verrebbero ascoltate ed esaudite, nonostante l’importante ossatura attuale della squadra.
Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per sperare in un vero e proprio upgrade dell’AC Milan. Tutte le notizie raccolte, ed in nostro possesso, portano in questa direzione.
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Huijsen, parla il padre: “Tiago Pinto lo ha voluto fortemente al Bournemouth. La Juventus…”
Donny Huijsen, padre del difensore Dean Huijsen che ha lasciato recentemente la Juventus, ha rilasciato un’intervista a proposito del figlio.
Le parole del padre di Huijsen
Donny Huijsen, padre di Dean Huijsen, ha rilasciato un’intervista esclusiva al portale “TuttoJuve.com“ in cui parla del presente, del passato e del futuro di suo figlio. Di seguito, un estratto delle sue dichiarazioni:
“Noi come famiglia siamo molto orgogliosi dal suo approdo in Premier League, è il miglior campionato del mondo e vedere che tuo figlio giocare lì a 19 anni è fantastico.”
Obiettivi – “L’obiettivo sarà quello di giocare in più minuti possibili nel Bournemouth, per diventare un giocatore migliore e per aiutare il suo nuovo club nella conquista dei traguardi stagionali”.
Trattativa – “Siamo stati contattati da Tiago Pinto, che aveva portato Dean alla Roma. Anche altri club sono stati sentiti con noi, ma il progetto col Bournemouth è stato il migliore e da questo deriva la scelta della Premier League“.
Juventus – “Ci sono piaciute tante cose della Juventus, quel che ha risaltato di più è stato il calore del club e la cordialità delle persone che lavoravano lì che ci hanno dato la sensazione di far parte di questa grandiosa famiglia”.
Arrivederci – “Ora il sogno è di giocare in Premier League con la maglia del Bournemouth. Nel calcio mai dire mai, quindi vedremo cosa succederà. Ora penserà solo a fare bene con il suo nuovo club”.
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Juventus, scelta la data per la presentazione di Thuram
Il neo giocatore della Juventus Khepren Thuram, dopo aver svolto le visite mediche nei giorni scorsi e aver firmato il contratto, sarà presentato ufficialmente.
Juventus, il giorno della presentazione di Thuram
E’ stata scelta la data della presentazione alla stampa del nuovo centrocampista bianconero. Si svolgerà Venerdì 2 Agosto alle ore 13:30 la conferenza di presentazione del giocatore ex Nizza. Fratello di Marcus, il Thuram nerazzurro, sarà il terzo della famiglia a prendere parte ad un campionato di Serie A. Dopo papà Lilian, che ha vestito negli anni 90 e 2000 la maglia del Parma e poi proprio quella bianconera.
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Di Maria – Rosario: “L’esilio del Re”
Nella lunga intervista di Rosario3 va in onda lo sfogo di Angel Di Maria, costretto ad abbandonare il sogno di concludere la propria carriera a casa, Rosario.
Il legame tra Di Maria e la sua terra natia è stato sempre un amore platonico, non sempre ricambiato. Tuttavia, questa situazione rappresenta solo la punta dell’iceberg di una realtà molto più complessa e sociologica.
Indice
L’intervista a Di Maria
Nell’intervista rilasciata a Rosario3, emerge non solo il Di Maria calciatore, ma anche l’uomo, il padre e l’argentino che lotta contro le ingiustizie e le contraddizioni di un paese dominato dalla violenza e dalla paura. Di Maria trasmette amore per la sua città, desiderio di tornare dove tutto è iniziato, ma anche frustrazione per ciò che sarebbe potuto essere.
“Era tutto pronto perché io tornassi, ma le minacce hanno superato ogni limite. È successo a casa di mia sorella, non era emerso finora perché lei e mio cognato si sono spaventati e non hanno sporto denuncia. La decisione di non tornare al Rosario Central l’ho presa io, dopo la prima minaccia. Il mio desiderio e il mio sogno è sempre stato quello di tornare a giocare con il Central, e ritirarmi con quella maglia addosso. Ovviamente lo ripeto ogni volta che me lo chiedono, perché è quello che sento e ho sempre sperato. Questo era il momento giusto, dopo l’addio alla Nazionale, ma non è accaduto”. Ha concluso Di Maria.
La testa di maiale e un proiettile sulla fronte
“Una scatola con una testa di maiale e un proiettile sulla fronte e una frase che diceva che se fossi tornato al Central, la prossima testa sarebbe stata quella di mia figlia Pia. Si è aggiunta inoltre una minaccia alla stazione di servizio dove hanno sparato dei colpi non molto tempo fa. Lì sarebbe potuto morire chiunque.” Ribadisce Di Maria.
La sicurezza a Rosario e la risposta al governo di Santa Fe
Angel Di Maria ha anche risposto alle dichiarazioni del governo provinciale di Santa Fe, il quale aveva affermato che né l’attaccante né la sua famiglia avevano fatto richiesta di alcun programma di custodia.
El gobierno provincial reveló que nunca hubo pedido de protocolo de seguridad para Ángel Di María https://t.co/ysGEflMWQd
— Rosario3.com (@Rosariotres) July 23, 2024
“Come farò a chiedere sicurezza quando a Rosario succedono così tante cose pericolose. È irrispettoso che si parli di sicurezza e protocolli per me. Dal momento in cui la gente di Rosario non può andare a lavorare senza il rischio di essere derubata, lì si uccide per uno zaino,” ha proseguito Di Maria. “Nonostante tutto ciò che succede nella mia città, ho sempre scelto di tornare. Quando ho dichiarato di non tornare è stato a marzo, dopo le minacce personali, non per l’insicurezza di Rosario.”
La città di Di Maria: Rosario, una terra martire
Traffico di Droga e Violenza, una Città in crisi
Negli ultimi anni, Rosario, una delle città più grandi e importanti dell’Argentina, è diventata tristemente famosa per i suoi alti tassi di criminalità. Con un incremento significativo della violenza legata al narcotraffico, la città sta vivendo una crisi che sembra non avere fine. I dati sono allarmanti e dipingono un quadro di una città in difficoltà. Un posto nel quale la lotta per il controllo del territorio tra bande rivali sta avendo un impatto devastante sulla comunità.
Tassi di omicidio in crescita
Nel 2022, Rosario ha registrato un tasso di omicidi di circa 22 per 100.000 abitanti, uno dei più alti in Argentina. Questo dato, già di per sé preoccupante, è peggiorato nel 2023, con circa 120 omicidi segnalati solo nel primo semestre. La violenza dilagante è principalmente attribuita alle guerre tra bande che competono per il controllo del lucrativo traffico di droga.
Narcotraffico: Il cuore del problema
Rosario è un punto nevralgico per il traffico di droga in Argentina. La città è particolarmente colpita dalle attività delle bande criminali che operano nel traffico di cocaina e marijuana. Queste bande sono responsabili non solo degli omicidi, ma anche di numerose rapine e furti che affliggono quotidianamente la popolazione.
Tentativi di contenimento: Interventi governativi
Di fronte a questa emergenza, il governo argentino ha aumentato la presenza di forze di sicurezza a Rosario. Polizia federale e gendarmeria sono stati dispiegati in massa per cercare di arginare la violenza. Tuttavia, i risultati finora ottenuti sono stati limitati, poiché la radicata presenza delle bande criminali rende difficile un controllo efficace del territorio.
Ferite profonde: La situazione socioeconomica
Un aspetto cruciale della crisi a Rosario è la situazione socioeconomica della città. Con alti livelli di disoccupazione e povertà, molti giovani si trovano senza prospettive di lavoro e istruzione; diventando facili prede per il reclutamento da parte delle bande criminali. Gli interventi governativi non possono limitarsi solo alla sicurezza, ma devono includere anche programmi sociali che affrontino queste radici profonde della criminalità.
Di Maria e le speranze per un futuro migliore
In questo contesto, la voce di Angel Di Maria risuona come un richiamo alla resilienza e alla speranza. Il suo amore per Rosario e il desiderio di vedere la sua città rinascere sono sentimenti che possono ispirare un cambiamento. Il cammino è lungo e pieno di impervie. Ma con determinazione e unità, Rosario può aspirare a un futuro più luminoso. Un futuro dove i sogni non siano spezzati dalla paura dei colpi di una pistola, ma realizzati con orgoglio e sicurezza, potendo contare su un destino diverso.
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