Milan: un mercato da otto

Si sono chiusi ieri sera alle 20 i battenti del mercato invernale, il triplice fischio ha posto fine alle ostilità. Un mercato assolutamente scevro da grossi nomi, impoverito dalla situazione modiale legata al Coronavirus, le pesanti perdite registrate da parte di tutte le squadre hanno fatto sì che gli acquisti fossero fatti praticamente con la formula del pagare poi, impossibile fare diversamente.

Il Milan si è saputo muovere molto bene portando a termine un mercato importante, nonostante non ci fossero molte cose da cambiare nella squadra ormai perfettamente oliada e rodata dal tecnico Stefano Pioli. Serviva un centrale difensivo, un rinforzo in mediana, un vice Ibra e possibilmente una ciliegina sulla torta per quanto riguarda il vice Theo Hernandez. Sono arrivati tutti e 4 i rinforzi, Tomori in difesa, Meité a centrocampo, Mandzukic in attacco ed il colpo last second Kerkez per il ruolo di vice terzino sinistro, al momento parcheggiato alla Primavera.

Una dose di grinta importante

Un mercato importante sia dal lato del numero di giocatori presi – ricordiamo che alcune squadre non si sono nemmeno rinforzate – ma anche sotto l’aspetto della qualità

. Paolo Maldini ha voluto portare grinta e giusta cattiveria agonistica all’interno dello spogliatoio con la speranza che questi sentimenti si possano ripercuotere sul terreno di gioco.

Il solo Ibra probabilmente sarebbe bastato, ma avere gente come Tomori e Mandzukic che fanno dell’aggressività in campo una dote, sicuramente porterà del valore aggiunto nell’immediato ed al Milan serve questo, vincere subito. Lo impone la situazione in classifica, lo impone il bilancio.

Oculato mercato in uscita

Ma andiamo adesso ad analizzare anche le partenze, i rossoneri si sono infatti liberati di Musacchio, Duarte e Conti. Una repulisti importante in difesa tra giocatori che di fatto non rientravano più nei progetti di Pioli trovando sempre meno spazio in campo. Può dispiacere per Conti, mai del tutto valutato in seguito ad importanti infortuni, ma l’esplosione di Calabria e la presenza di Kalulu e Dalot non permettevano occasioni per provare ad invertire il trend.