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Milan: un’altra rimonta
Il Milan lascia lo stadio San Siro tra gli applausi, con 3 punti in tasca, una buona prestazione ed il quarto posto solitario in classifica a 25 punti in piena zona Champion a seguito del mezzo passo falso della Lazio che non riesce ad andare oltre il pareggio in trasferta contro il Chievo. La squadra rossonera ribalta per l’ennesima volta una gara equilibrata nel primo tempo e giocata sicuramente con un bel altro approccio mentale rispetto a quella di giovedì scorso contro il modesto Dudelange.
La partita
Gattuso deve nuovamente fare di necessità virtù causa l’emergenza infortunati che pare non avere mai fine quest’anno e torna a schierare il modulo a lui più congeniale, ossia il 4-3-3 col tridente offensivo guidato dal bomber Cutrone supportato agli esterni da Calhanoglu e Suso. Questo modulo era stato in parte accantonato per permettere alla squadra di giocare con le due punte vista l’esplosione di Patrick Cutrone il cui stato di forma eccezionale è stato confermato anche ieri con un gol ed una gara da vero trascinatore considerata la sua giovane età.
Il primo tempo è sostanzialmente equilibrato con le due compagini ben messe in campo, il Milan un po’ timoroso non affonda più di tanto ed il Parma arrivato a San Siro per fare bene cerca nelle ripartenze di fare male, ma si arriva al 45′ sullo 0-0. Al 4′ della ripresa sono gli emigliani a trovare il vantaggio con Inglese, abile a girare in rete di testa su azione di calcio d’angolo che fulmina Donnarumma assolutamente incolpevole nell’occasione. La reazione del Milan non si fa attendere ed al 10′ Cutrone si inventa un gol da vero uomo d’area con un rasoterra al volo in mezza girata che fulmina Sepe e fa esplodere i 60.000 di San Siro. Dopo 15 minuti episodio dubbio in area di rigore con l’arbitro Calvarese che viene richiamato dal Var per valutare un fallo di mano di Bastoni. Rigore netto la decisione e Kessiè non sbaglia sèiazzando con freddezza il portiere avversario, Milan in vantaggio per 2-1. Pochi minuti dopo la squadra rossonera sbaglia due ghiotte occasioni capitate sui piedi di Kessiè e Cutrone e trema nei minuti di recupero quando Grassi, lasciato colpevolmente solo, sfiora il pareggio calciando di poco a lato davanti a Donnarumma. Triplice fischio e quarto posto raggiunto.
I meriti di Gattuso
Nei confronti del tecnico non sempre sono stato tenero specialmente ad inizio stagione quando qualche pareggio di troppo poteva essere evitato usando più cattiveria agonistica e qualche cambio magari più offensivo. Spesso l’ho criticato, e tutt’ora lo faccio, quando la squadra durante la gara segna un gol e poi si siede, entra in una fase di black out per poi reagire, come è successo in più partite, non ultima quella contro il Dudelange, partita nella quale l’approccio è stato totalmente errato.
I meriti di Gattuso però alla lunga stanno venendo tutti fuori. E’ innanzitutto doveroso ricordare che nell’ultimo anno solo un’innarrestabile Juventus ed il Napoli hanno saputo fare meglio del Milan come punti mentre squadre sicuramente più attrezzate come Inter, Lazio e Roma gli sono dietro, e questi meriti vanno senz’altro riconosciuti. In secondo luogo è assolutamente lodevole come la squadra abbia saputo fare quadrato intorno al suo allenatore nei momenti di difficoltà come ad esempio quelli degli ultimi mesi quando partita dopo partita la formazione è stata stravolta e reinventatata a seguito dei numerosi infortuni che ad oggi non sembrano ancora avere fine. La coperta è corta e le riserve sicuramente non sono all’altezza, con tutto il rispetto gente come Laxalt, Josè Mauri, Borini non è da Milan, eppure messi in campo in condizioni di emergenza sono riusciti a dare tutto ciò che avevano e questo atteggiamento è stato notato ed apprezzato dall’allenatore che l’ha più volte sottolineato in conferenza stampa. Sarebbe stato troppo facile trovare l’alibi degli infortuni, ma Gattuso – da vero combattente quale è sempre stato – nelle difficoltà viene fuori senza cercare scuse, ma soluzioni e ritengo al momento stia ottenendo il massimo con ciò che ha a disposizione.
Da gennaio, con possibili nuovi ingressi di qualità, questa squadra potrà sicuramente continuare a fare bene ed insidiare il terzo posto fin da subito sfruttando alcuni turni non proibitivi dove saranno obbligati i tre punti a differenza dell’Inter che avrà nell’immediato alcuni match delicati ad iniziare da quello contro la Juventus in trasefrta il prossimo turno.
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Lamine Yamal è il Golden Boy 2024: premiato anche Yildiz
Durante il consueto evento organizzato e presentato da Tuttosport, il ragazzo prodigio Lamine Yamal è stato premiato come Golden Boy 2024. Anche Yildiz premiato.
Nel grattacielo della Regione Piemonte l’appuntamento consueto con il Golden Boy è stato protagonista anche quest’anno. Il premio per il miglior giovane dell’anno ha visto una new entry.
Barcellona, Yamal vince il premio finale: gloria anche per Yildiz e Kayode
Tra le categorie più in vista dell’evento, oltre a quella dedicata al premio finale, troviamo anche quella che incorona il migliro giovane italiano e un’altra dove a scegliere il vincitore sono i tifosi sui social.
Partendo però dalla fine, come ci si aspettava è Lamine Yamal del Barcellona il vincitore dell’edizione 2024. La straordinaria stagione coi blaugrana e la vittoria di Euro 2024 hanno aiutato il classe 2007 a sbaragliare completamente la concorrenza.
Per l’età e quello che finora ha dimostrato sul campo, l’esterno ha pienamente meritato il riconoscimento e incarna alla perfezione il significato del titolo di Golden Boy.
Passando poi per le altre categorie troviamo Kayode, vincitore del Best Italian Golden Boy e Kenan Yildiz, incoronato dai tifosi e appassionati attraverso un sondaggio online.
Per quanto riguarda il mondo femminile la Golden Girl è Vicky Lopez, anche lei del Barcellona. Mentre per l’Italia la vincitrice è Giulia Dragoni della Roma.
Antonio Percassi ha ricevuto il riconoscimento come Best President in Italia.
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Milan, volti scuri dopo la vittoria contro lo Slovan Bratislava: Fonseca ancora in discussione
Milan, una dirigenza tutt’altro che contenta quella che si è vista ieri sera a Bratislava dopo la gara di Champions, nonostante la vittoria.
I tre punti non sono assolutamente bastati a riportare il sorriso negli ambienti rossoneri. I volti scuri di Furlani, Moncada e Ibrahimovic erano piuttosto eloquenti e nascondevano una profonda preoccupazione per un Milan che non migliora. Gli stessi errori, reiterati in maniera sistematica.
Piuttosto distoniche le parole di Paulo Fonseca il quale, nell’immediato post partita, ha dichiarato che ha visto dei miglioramenti. Tuttavia analizzando la gara con spirito critico, a parte il riusltato, si può parlare di tutto fuorché di miglioramenti, a maggior ragione trovandosi di fronte ad una squadra piuttosto deficitaria sotto diversi aspetti di campo.
Il tecnico rossonero è in discussione. A poco infatti è servita la vittoria di ieri e negli ambienti rossoneri, tramite una nostra fonte, emerge profondo malcontento e preoccupazione in merito all’operato del portoghese. La gara di sabato contro l’Empoli rappresenterà l’ennesimo crocevia, ma la situazione ad oggi sta probabilmente sfuggendo di mano.
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Caso ultras, Abodi: “Non mi aspetto sanzioni”
Il presidente della FIGC Andrea Abodi ha preso la parola sul caso ultras: ecco che cosa ha detto al margine di un evento organizzato da RCS.
Il caso ultras continua ad occupare le prime pagine della cronaca, giudiziaria e sportiva, visto che le indagini dei pm milanesi continuano a far emergere quella struttura sotterranea che legava parte del tifo organizzato di Inter e Milan alla criminalità organizzata.
Un’inchiesta che deve far riflettere il calcio italiano, partendo proprio dalle istituzioni, calcistiche e non. Proprio su questo punto è intervenuto il presidente Andrea Abodi, a margine di un evento RCS: “Da qualche giorno mi aspetto un segnale dalle istituzioni del mondo del calcio perché non venga sottovalutato il tema e che la federazione prenda una posizione, perché la giustizia sportiva non è un doppione di quella ordinaria. Ne ho parlato anche con i vertici federali”.
Conclude: “Non mi aspetto sanzioni, ma le norme federali e sportive prevedono che non ci siano rapporti, soprattutto di questo tipo, tra tesserati e delinquenti sotto forma di tifosi”.
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