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Mondiali femminili, che scoppola per l’Italia
Si sapeva che sarebbe finita così ma fa male, soprattutto dopo 40′ giocati bene dall’Italia in questa sfida. Vediamo insieme l’analisi della partita.
L’Italia inizia bene, primi 15′ dominati, ma piano piano viene fuori la Svezia. Italia che al primo goal si sgretola, errori del portiere sui primi goal che non esce o esce in ritardo. Da lì abbiamo lasciato il gioco in mano a loro.
Svezia comunque pericolosa quasi esclusivamente da calcio d’angolo, che rimane la loro specialità, e la differenza fisica non ha certo aiutato le nostre Azzurre. Detto questo la migliore in campo Cantore, corre avanti indietro sulla sua fascia senza risparmiarsi. Una delle poche a creare pericoli.
Personalmente i cambi sarebbero dovuti arrivare già all’inizio del secondo tempo, la Bertolini avrebbe dovuto togliere subito Bonansea e Caruso per Serturini e Greggi.
Male Bonansea, entrata in campo un po’ molle e poco incisiva/lucida. Male anche caruso che sbaglia troppo sia in costruzione che in difesa.
Giocando come oggi sarà dura contro il Sud Africa … Sta mostrando di essere molto forte nonostante non sia considerata più indietro rispetto a noi. Anche contro di loro credo soffriremo.
Mondiali femminili, Svezia – Italia: la cronaca del match
Venendo alla cronaca, Musovic non trattiene due conclusioni nei primi 15′, poi la Svezia comincia a premere e al 39′ passa in vantaggio, colpo di testa di Ilstedt sul primo palo. Al 44′ ancora calcio d’angolo, Durante va a vuoto, mischia in area che Rolfo risolve buttando la palla in rete. Nel recupero Blackstenius concretizza un azione veloce, un rimpallo causato da un intervento in difesa finisce sui suoi piedi, porta vuota e 3-0.
In avvio di ripreso terzo calcio d’angolo, ancora un colpo di testa, ancora Ilestedt, ed è 4-0. A tempo scaduto contropiede svedese, Blomqvist conclude in diagonale, 5-0, passivo pesantissimo.
La Svezia accede agli ottavi, per l’Italia adesso parte la caccia al secondo posto, il Sud Africa, che affronteremo mercoledì, non sembra così insidioso, basta anche un pareggio ma, ovviamente, si gioca sempre e solo per vincere. Forza Azzurre!
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Cagliari-Milan 3-3, non basta un super Leao: altri due punti persi | Le pagelle dei rossoneri
Cagliari-Milan 3-3, i rossoneri escono dal campo con un solo punto e tante recriminazioni. Sugli scudi Rafael Leao, ma non basta.
Maignan 6: nessuna colpa sui gol del Cagliari. Fa quello che può, ma la difesa non lo aiuta
Emerson Royal 5: sembra più volenteroso, ma alla fine dei 90 minuti la pochezza è disarmante in entrambe le fasi (dal 36’ st Tomori sv)
Thiaw 5,5: un passo indietro rispetto a Madrid
Pavlovic 5: fuori posizione praticamente sempre, Fonseca lo riprende in più occasioni
Theo Hernandez 5: pecca evidente sul terzo gol del Cagliari, ma in tutta la gara si fa vedere poco
Reijnders 6,5: difficile giudicare male questo ragazzo che mette cuore e piedi, oltre che assist, in ogni gara
Fofana 5,5: errore sulla seconda rete del Cagliari, meno preciso del solito
Chukwueze 5: si innamora spesso del pallone, ma incide poco (dal 20’ st Loftus-Cheek 6,5: entra molto bene in campo e ha voglia di cambiare le sorti)
Pulisic 7: di più non poteva fare, corre e si sbatte per tutti (dal 36’ st Musah sv)
Leao 8: dopo Madrid, anche a Cagliari fa vedere il suo valore. Si è svegliato? (Dal 36’ st Okafor sv)
Camarda 5,5: discreto esordio per il 16enne. Combatte, a volte va a vuoto, ma a prescindere questa è stata la sua serata (dal 20’ st Abraham 6,5: trova subito il gol con un tap in vincente)
Fonseca 5: peccato. Il Cagliari di questa sera era battibile. Errori difensivi evidenti. Cambi sbagliati
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Arianna Mihajlovic: “Da Lotito mi aspettavo molto di più…”
La vedova dell’indimenticabile Sinisa Mihajlovic si racconta a Repubblica: dai primi anni insieme nella Capitale ai successi alla Lazio, passando per gli aneddoti più intimi della loro vita.
A quasi due anni dalla scomparsa di Sinisa Mihajlovic, Arianna Mihajlovic ha voluto aprire una finestra sul loro legame in una toccante intervista rilasciata a Repubblica . La vedova dell’ex campione e allenatore ha condiviso alcuni ricordi di una vita passata insieme, raccontando gli inizi della loro storia d’amore, sbocciata a Roma, città che ha segnato una tappa fondamentale nella carriera e nella vita del marito. Sinisa Mihajlovic, arrivato alla Lazio negli anni ’90, ha infatti lasciato un segno indelebile nella storia del club biancoceleste, vincendo ben 7 trofei in 6 stagioni.
Con la Lazio, Sinisa ha conquistato uno Scudetto, due Coppe Italia, due Supercoppe italiane, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa UEFA, portando in campo la sua grinta e la sua precisione sui calci piazzati che ne hanno fatto una leggenda per i tifosi.
Le parole di Arianna Mihajlovic
A seguire le parole di Arianna Mihajlovic.
LAZIALE PER AMORE
“I miei figli sono innamorati del pallone e vanno ancora allo stadio. Io invece faccio fatica. Per io in realtà sono una romanista diventata laziale per amore. Per i miei figli perdere il padre è stato veramente duro. Loro però sono la mia forza. A Sinisa gliel’ho promesso. ‘Ora vai — gli ho detto stringendogli la mano — ai ragazzi ci penso io’. Solo allora se ne è andato…”
FINO ALL’ULTIMO
“Quello della sua morte è stato il momento più terribile e intenso che abbia mai provato. Eravamo tutti intorno a lui; io, i figli, il suo migliore amico, mia madre, sua madre… Dopo l’ultimo respiro c’era una forza in quella stanza che non saprei descrivere. Abbiamo pianto le lacrime che non avevamo potuto versare prima, per non fargli capire che fosse finita”.
GELOSIA
“Era felicissimo quando vinse lo scudetto con la Lazio. Quegli anni con il club di Cragnotti sono stati i più belli anche per me. La squadra nel 2000 festeggiò insieme a mogli e fidanzate in una villa romana. Poi però vollero organizzare un bis, con una serata solo tra calciatori. Ho ancora il senso di colpa per non avercelo mandato. Ero gelosa! Col senno di poi, me ne pento”.
DELUSIONE
“Dai tifosi ho sentito un affetto pazzesco! Ma anche la dirigenza del Bologna è stata fantastica, ha pagato lo stipendio anche quando lui non c’era più. Da Lotito, invece, mi aspettavo di più. Non tanto per me, quanto per mio figlio. Sinisa alla Lazio ha dato veramente tanto”.
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Milan, Camarda insidia Rivera: un pomeriggio che può essere storia
Milan, per Francesco Camarda è già storia. Esordire a 16 anni è un qualcosa di unico, che rimarrà nella sua mente per sempre. Ma un altro record è lì ad attenderlo…per fare la storia.
Difficile solo immaginare cosa frulli nella testa di Francesco Camarda a meno di due ore dal match contro il Cagliari.
Il tecnico rossonero Paulo Fonseca ha infatti deciso di schierarlo titolare e per Camarda sarà già record. Batterà infatti di pochi giorni Gianluigi Donnarumma che esordì, anch’egli 16enne nel 2015.
Ma un altro record potrebbe rimanere nella storia qualora Camarda dovesse trovare la via del gol. Il classe 2008 andrebbe infatti a scalzare Gianni Rivera il quale andò a rete all’età di 17 anni e 2 mesi. Camarda può quindi diventare il più giovane marcatore con la maglia del Milan.
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