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L’Italia è Mourinho-centrica: gli altri parlano, lui vince

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La retorica giochista ha il suo bel da fare per distogliere l’opinione pubblica dallo straordinario lavoro che Mourinho sta facendo a Roma.

Partiamo da un presupposto. Quando ha fatto quelle dichiarazioni, Mourinho sapeva benissimo che lo avrebbero deferito. O, peggio ancora, che lo avrebbero squalificato. Ed è giusto che sia così. Gli enti regolatori esistono proprio per garantire la tutela e la dignità di tutte le componenti della società.

Io non sono un avvocato e questo articolo non vuole essere una arringa nei confronti di Mourinho. Che si tratti di strategia comunicativa (Luca Marchegiani ha rifiutato questa versione dei fatti nell’ultima puntata de “Il Club di Sky“) o di altro non importa: non è questo il nocciolo della questione.

Mourinho poteva evitare quelle dichiarazioni? Probabilmente sì. La sua guerra, continua e costante, nei confronti dei “poteri forti” (che cambiano forma a seconda delle contingenze) è intrinseca del suo personaggio? Sicuramente.

Se Mourinho sia un genio della comunicazione, come sicuramente è anche se questo non significa che non sbagli mai le uscite in pubblico, prigioniero del suo personaggio (ormai tossico?) o talmente schiavo del suo ego da credersi al di sopra delle leggi che regolano questo mondo non ci è dato saperlo. Perché non è di questo che ho intenzione di parlarvi stamattina.

José Mourinho – Parlano Di Me

In Italia si parla troppo di Mourinho. E’ uno degli argomenti principali dell’Italia calcistica. E’ un trend-topic, come direbbero quelli bravi. Certo, lui fa di tutto affinché si parli sempre e solo delle sue spacconate e delle sue uscite da bullo. Ma quello che sta succedendo negli ultimi mesi va ben oltre il fisiologico eco (voluto e pervicacemente ricercato) delle sue parole.

Questo è un accanimento mediatico in piena regola. Qualsiasi frase da lui pronunciata. Qualsiasi atteggiamento. Qualsiasi cosa Mourinho dica o faccia fagocita l’attenzione mediatica. E allora viene spontaneo porsi un quesito. Ma non è che qualcuno preferisce che si parli di Mourinho come comunicatore e non di Mourinho come allenatore?

Spesso e volentieri si è sentito dire che è lo stesso Mourinho il primo a rendersi ridicolo in pubblico, con il chiaro obiettivo di distogliere l’attenzione da ciò che la sua squadra fa in campo. Ma Mourinho è quarto in classifica

. Se ne è forse accorto qualcuno? No, perché non ne ha parlato quasi nessuno.

“Prostituzione Intellettuale”

Perché mai, con un quarto posto appena conquistato e il girone di Europa League passato con due turni d’anticipo, Mourinho dovrebbe distogliere l’attenzione dal campo? E’ proprio il campo il punto di forza di Mou in questo momento. In un momento storico dove la sua solenne eloquenza si sta lentamente rivoltando contro di lui, arrovellandosi su sé stessa.

Eppure non ne sta parlando nessuno. Sembra quasi che la Roma non sia quarta in classifica. Sembra quasi che qualcuno voglia far finta che la Roma non sia quarta in classifica. Meglio parlare di arbitri. Di squalifiche. Di Mou che fa le conferenza stampa in portoghese. Meglio che si parli di tutto, ma non di quello. Perché quello dà fastidio a tanti. Il fatto che questo allenatore dallo stile di gioco vetusto e quasi anacronistico sia lì dà fastidio.

Per anni ci hanno raccontato la favola che “soltanto chi ricerca una filosofia alta può ottenere risultati importanti“. Max è secondo con una squadra di scappati di casa. Mou è quarto con una squadra tirata su a furia di parametri zero e preghiere all’altissimo. Eccoli lì. I due più odiati dal ginepraio giochista.

La strana coppia che continua a insegnare calcio anche nell’epoca del relativismo calcistico. E i negazionisti delle fondamenta del pallone (Sandro Sabatini ipse dixit) questa cosa non l’accettano. E allora meglio che non si parli di Mourinho come allenatore. Almeno sino alla prossima sconfitta.

Per intenderci, anche Roberto De Zerbi è stato deferito (e poi graziato) per aver attaccato pubblicamente gli arbitri inglesi. Probabilmente non lo sapevate, perché non è Mourinho e quindi in Italia non ne ha parlato nessuno. Ed ecco che il vecchio adagio prostituzione intellettuale non passa mai di moda anche a distanza di anni. E in portoghese suona pure meglio.

Aggiornato al 04/12/2023 19:23

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Pubblicato da
Marco Palleschi Terzoli

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