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Not a Game – la controversa morte di Andres Escobar
![andres escobar](http://www.calciostyle.it/wp-content/uploads/2021/07/andres-escobar.jpg)
Si può arrivare ad uccidere per un’autogol? Se plasmassimo il contesto intorno ad una Colombia attanagliata dalla malavita, depredata dalla guerra tra i due principali cartelli della droga, Medellin e Cali, allora la risposta è si.
Forse basterebbe questo incipit per raccontare la tragica morte, anzi, l’efferato omicidio che ha visto coinvolto il difensore della nazionale Andres Escobar il 2 luglio 1994. Oppure, probabilmente, sarebbe più giusto trasformare questo episodio in esempio, istituendolo a caposaldo dell’imperversante follia che avvolgeva specialmente quel territorio circoscritto tra Panama, Perù, Brasile ed Ecuador.
Proprio il paese che ha come capitale Quito e che, non a caso, sfoggia gli stessi accostamenti cromatici della Colombia in termini di colori nazionali, sembra godere di un’assonanza tanto mistica quanto tangibile con questo calciatore. Andres, infatti, oltre al vantare origini ecuadoriane, sembrava incarnare sul campo, per la sua squadra e la sua nazione quell’aspetto per cui l’Ecuador è denominato in questa maniera: l’equilibrio.
Sì, perché se l’Ecuador prende il nome in conseguenza alla propria posizione sulla mappa geografica che lo definisce come paese equilibratore del mondo, in quanto occupante l’esatto punto per cui passa l’Equatore che divide il globo terrestre in due metà esatte denominate emisferi, allora Andres Escobar può tranquillamente essere definito come colui che fosse in grado di tracciare la linea di demarcazione tra la Colombia sanguinaria e quella selezione colombiana che prese parte al fatidico mondiale del 1994.
Tra equilibrio e follia
A più riprese abbiamo evidenziato come la storia in questione si riconosca e faccia perno su questi due aspetti dicotomici. Ora non resta che descriverli attingendo a quanto accaduto, attenendosi strettamente a quei fatti che hanno tinto di drammatico la vicenda.
L’anno in corso è il 1994. Siamo agli albori dell’estate e gli occhi del mondo sono puntati sugli Stati Uniti, luogo in cui si terranno i campionati mondiali di calcio. Tra le candidate alla vittoria finale, oltre alle solite note, c’è un’outsider qualificatasi alle fasi finali della competizione in qualità di prima in classifica del rispettivo girone, strappando consensi in tutto il Sud America, specie in seguito al roboante 0-5 inflitto all’Argentina al “Monumental”, tempio calcistico albiceleste per eccellenza, consapevole di poter disporre di una rosa in grado di far coesistere qualità e quantità: la Colombia.
I “Cafeteros” sono alle loro terza partecipazione mondiale della storia e vantano calciatori del calibro di Valderrama, Valencia, Asprilla ed Escobar, leader difensivo ed idolo dei tifosi dell’Atletico Nacional, squadra di Medellin. Il girone in cui sono inclusi, con Romania, Svizzera e Stati Uniti padroni di casa, non sembra essere insormontabile e le loro quotazioni iniziano a salire.
La gara d’esordio, però, non rispecchia le aspettative: la Romania di Hagi infligge un severissimo 3-1 ai colombiani che, dunque, ora si vedono costretti a vincere il secondo match. Gli avversari di turno sono i padroni di casa, il clima è rovente. E’ il 22 giugno del 1994, stadio Pasadena, lo stesso in cui quasi un mese dopo l’Italia vedrà sfumare i propri sogni di gloria. I primi 33 minuti di gara sono soporiferi, l’equilibrio regna sovrano, in campo e fuori, ma dal minuto 34 in poi nulla sarà più come prima: Harkes lascia partire un traversone teso dal versante mancino, Escobar, nel tentativo di anticipare l’attaccante avversario, effettua un intervento maldestro che trafigge il proprio portiere. Autogol. Questo è l’esatto frangente in cui ha inizio la follia.
La Colombia, da quell’istante, non si rialza più. Perde 2-1 e dice addio prematuramente alla competizione. Di fatto, quel gesto di Andres ha condannato all’eliminazione i suoi. Qualche giorno dopo i protagonisti dell’amara spedizione americana fanno ritorno in patria: Escobar torna, quindi, nella sua abitazione di Medellin dove gli è stato consigliato di restare per evitare spiacevoli accadimenti.
La sera del 1°luglio 1994, però, l’aspetto follia raggiunge la sua massima espressione: il difensore, stremato ed estenuato dal senso di colpa, cerca conforto nella compagnia di persone a lui care. Si reca in un noto locale di Medellin, denominato “Padua” dove trascorre la serata. Una volta giunte le ore 3 del mattino decide di incamminarsi verso la sua auto per tornare a casa: nel tragitto gli si affiancano due uomini, i fratelli Gallon, che iniziano ad inveire contro di lui alludendo al misfatto di Pasadena. Andres risponde loro a brutto muso e qualche istante dopo gli si palesa davanti un terzo individuo, Humberto Munoz Castro, che non ci pensa due volte e lo crivella con sei colpi di mitragliatrice.
I tre uomini, membri del cartello di Cali e facenti parte della schiera dei “Los Pepes“, avevano investito ingenti somme di denaro sulle sorti della nazionale colombiana nell’appena trascorso mondiale.
La mattina del 2 luglio 1994 Andres Escobar non c’è più, l’equilibratore è stato appena strappato alla sua nazione dalla cavalcante follia che la caratterizza.
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Baggio, venduta la sua Lancia Delta ad un prezzo clamoroso
![Roberto Baggio](http://www.calciostyle.it/wp-content/uploads/2024/03/baggio-e1715842409513.jpeg)
L’ex pallone d’oro Roberto Baggio è stato protagonista di un’asta che ha riguardato una sua vecchia auto.
Tra gli oggetti più costosi acquistati dagli italiani nel 2024 su Catawiki spicca la Lancia Delta appartenuta a Roberto Baggio, venduta per 230.000 euro, il prezzo più alto pagato da un italiano nel 2024. Un pezzo di storia del calcio e dell’automotive. Un pezzo iconico, non solo per gli appassionati di motori, ma anche per i tifosi del “Divin Codino”, simbolo del calcio italiano e tra i giocatori più amati di sempre. La Lancia Delta è una vera leggenda: conosciuta come “La Regina” per i suoi sei titoli mondiali nel rally, ha segnato un’epoca grazie a piloti del calibro di Miki Biasion.
L’esemplare venduto all’asta è ancora più speciale: si tratta di una Lancia Delta Integrale Evoluzione, nella versione Kat del 1994 “Giallo Ginestra”; esemplare costruito in uno speciale allestimento su direttive della famiglia Agnelli, per celebrare la vittoria del Pallone d’Oro del 1993 da parte di Baggio.
Baggio, un’auto unica nel suo genere
Questo modello one-off si distingue per dettagli esclusivi richiesti dalla famiglia Agnelli, come la livrea bicolore personalizzata, un abitacolo realizzato su misura con interni Recaro in pelle vulcano nera, e persino scritte e dediche nascoste all’interno dei sedili, lasciate trent’anni fa dagli artigiani che lo realizzarono, in segno di stima per Baggio.
Una vendita che conferma il crescente interesse per le aste online, dove gli italiani non si limitano più solo a vini pregiati e orologi di lusso, ma cercano sempre più pezzi unici legati alla storia e alla cultura pop e sportiva.
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Zazzaroni sentenzia: “Squalificare Lautaro Martinez sarebbe…”
![Zazzaroni su Lautaro Martinez](http://www.calciostyle.it/wp-content/uploads/2024/08/Lautaro-rammaricato.jpg)
Il direttore del Corriere dello Sport Ivan Zazzaroni ha commentato la possibile squalifica che potrebbe arrivare a Lautaro Martinez dopo Juventus-Inter.
Fa discutere nel panorama calcistico della Serie A quanto avvenuto ieri sera al termine del Derby d’Italia tra Juventus e Inter, quando il capitano nerazzurro Lautaro Martinez è stato ripreso mentre si lasciava andare ad una serie di incandescenze, e ad alcune espressioni particolarmente blasfeme, a favor di camera.
Il direttore del Corriere dello Sport Ivan Zazzaroni, intervistato da Radio Kiss Kiss Napoli, ha commentato sulla possibile squalifica per l’argentino.
Di seguito le sue dichiarazioni.
![Zazzaroni su Lautaro Martinez](http://www.calciostyle.it/wp-content/uploads/2024/10/esultanza-Lautaro.jpg)
L’ESULTANZA DI LAUTARO MARTINEZ ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Zazzaroni sulla possibile squalifica di Lautaro Martinez
“Non mi aspetto la squalifica. Questa presenza assoluta delle telecamere sia invasiva. Credo che sia oltre i limiti del lecito. Non si deve bestemmiare, non si fa, è maleducazione. Ma a volte i calciatori sfogano così la tensioni. Io eviterei di stare lì a vedere come dei guardoni ogni labiale. Dovremmo avere un minimo di tolleranza su queste cose. Le squalifiche per queste cose per me sono assurde”.
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Atalanta, Gasperini: “Sono contro il VAR a chiamata, serve uniformità. Lookman ci sarà ma non dal 1′. Sul rigore dell’andata…”
![Atalanta, Gasperini](http://www.calciostyle.it/wp-content/uploads/2024/12/Gasperini.jpg)
Gianpiero Gasperini ha parlato a Sky Sport alla vigilia di Atalanta-Club Bruges. L’allenatore ha presentato la sfida decisiva per il passaggio agli ottavi.
I nerazzurri sono chiamati alla grande prestazione per ribaltare il 2-1 dell’andata, viziato anche da un rigore molto generoso, e al Gewiss Stadium ci sarà una grande atmosfera.
Atalanta, le parole di Gasperini
Siete ancora avvelenati per il rigore dell’andata o non ci pensate più?
“Ormai è così. È stato ampiamente documentato e non possiamo più pensare all’episodio. Più complicato che pareggio, domano dovremo superare tutto”.
La buona notizia è che sono stati convocati Kolasinac e Lookman, ma Hien rischia di non esserci.
“È così. Partite ravvicinate ci portano a questo, ma ne recuperiamo due”.
Il turnover contro il Cagliari quanto è servito?
“Ci sono tanti giocatori che hanno giocato tanto nelle 38 gare che abbiamo giocato, una volta in una stagione. Dobbiamo essere anche preparati agli acciacchi e risparmiare qualcuno. I problemi veri sono gli infortuni di Kossounou, Scamacca e Scalvini”.
![Atalanta](http://www.calciostyle.it/wp-content/uploads/2025/01/carnesecchi-e-kolasinac.jpg)
SEAD KOLASINAC E MARCO CARNESECCHI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Quanta autonomia ha Lookman?
“L’intenzione è quella di portarlo in panchina e utilizzarlo a gara in corso, anche in virtù dei possibili supplementari. Non credo che ci sia problema di autonomia”.
Lookman è un giocatore più importante degli altri?
“Ci sono tanti giocatori importanti oltre a lui, lo abbiamo avuto meno e abbiamo fatto gol in meno, c’è stata carenza in fase offensiva, dietro e a centrocampo ti arrangi meglio. In attacco lui è decisivo. Ora è recuperato, speriamo faccia bene da subito. I rigori? Non siamo bravissimi, ma ti puoi anche allenare, ma dipende dallo stato mentale. Speriamo di arrivare al risultato prima”.
Tatticamente è più difficile affrontare una squadra italiana o una straniera?
“Dipende, le italiane sanno chiudersi e difendersi, in Champions affronti squadre che lottano per vincere. Il Brugge ha dato noia anche al Manchester City ed è molto duttile, hanno giocatori veloci. Domani dovremo fare molto bene anche sul piano tattico ed essere molto attenti”.
Perché oggi gli allenatori aspettano il 60′ per fare le sostituzioni anche se non sono contenti del primo tempo?
“Magari sono sempre contenti. Togliere un giocatore dopo un tempo significa dire che è andato molto in difficoltà, altrimenti si tende ad aspettare. Cambiare all’intervallo non ti toglie uno slot ma la realtà è che si tende ad aspettare il momento chiave della partita ovvero gli ultimi 20 minuti. Se entrano giocatori motivati, soprattutto in attacco, è un vantaggio nel finale.
![Atalanta](http://www.calciostyle.it/wp-content/uploads/2024/12/esultanza-Atalanta.jpg)
Esultanza Atalanta con Charles De Ketelaere ( foto KEYPRESS )
VAR a chiamata, cosa ne pensa?
“Mi sono già esposto tante volte e sono contro questa soluzione perché rallenterebbe ancora di più il gioco. Poi si costringerebbe ad avere regie in panchina, aumentando le polemiche. Ci sono tre persone al VAR e quattro arbitri: 7 persone mi sembrano tantissime, se ci mettiamo anche noi sarebbe complicatissimo. Si porterebbe il calcio a essere qualcosa che non mi piace”.
Il VAR ha tolto tanti errori, ma la sensazione è che il regolamento vada chiarito, soprattutto sui falli di mano.
“Sono d’accordo, difficilmente si può arrivare a qualcosa di uniforme ma si può fare meglio e si può essere più chiari. La cosa che va cambiata è sui contatti di gioco, le simulazioni devono essere combattute e spero che ci possa essere una crociata, perché ammazzano il calcio. Abbiamo giocato spesso di sabato e la domenica riesco a vedere alcune partite.
Questo è diventato un altro sport e spero che la tecnologia possa chiarire e dare risposte. Diventa un calcio bruttissimo da vedere se si toglie il contatto, già abbiamo tolto il contrasto. Togliere il contatto è un delitto, così il calcio diventa non bello per noi e per i tifosi”
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