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Ora la Juve “gioca” e non vince, ma agli anti-Allegri non va comunque bene
![allegri](http://www.calciostyle.it/wp-content/uploads/2023/10/Depositphotos_619432054_XL-scaled-e1715865969661.jpg)
Allegri sta cercando di plasmare una Juventus più offensiva, per la felicità dei suoi haters che comunque non sono contenti.
Allegri ora “gioca”, ma non vince
Juventus-Atalanta al microscopio.
- 1,32 di xG contro gli 0,48 degli orobici.
- 18 tiri (due cui 5 in porta) contro 7 di cui 3 in porta.
- 51% di possesso palla contro il 49% della formazione orobica.
Dati che si sommano a quelli della vittoria contro il Frosinone.
- 62% di possesso palla contro il 38% della formazione ciociara, un dato inusuale considerando che il possesso palla della squadra di Di Francesco (51,9%) è mediamente superiore al suo 48,3%.
- 2,17 di xG a fronte degli 0,38 dei laziali.
- 22 tiri totali (di cui 5 in porta) contro 6 di cui 2 in porta.
Ecco, invece, quelli della sconfitta contro l’Udinese.
- 70% di possesso palla (il dato più alto della stagione) contro il 30% dei friulani.
- 1,70 di xG contro i 0,68 della squadra di Cioffi.
- 14 tiri (di cui 6 in porta) contro 8 di cui 1 solo in porta.
Contro l’Hellas Verona.
- 56% di possesso palla contro il 44% della formazione scaligera.
- 1,87 di xG contro gli 0,57 della compagine veneta.
- 18 tiri (di cui 4 in porta) contro i 14 (di cui 9 in porta) dell’Hellas.
Gli haters eternamente insoddisfatti
Fa eccezione la partita del Maradona contro il Napoli, dove la Juventus (sebbene fosse tornata alle “origini” dal punto di vista della proposta, con un baricentro mediamente molto basso e un possesso palla del 29%) ha comunque creato tanto. Una proposta offensiva superiore a quella della formazione campana (lo stesso Allegri ha dichiarato nel post-partita che “è la prima volta che una mia squadra viene in casa del Napoli e crea così tanto“) e vanificata soltanto dall’inesperienza di Nonge e dagli errori sotto porta di Vlahovic.
Archiviata la qualificazione alla prossima Champions League, obiettivo dichiarato della società checché ne strillino i giochisti, Allegri sta (giustamente) sperimentando qualcosa di diverso. Uno schiaffo indiretto ai propri haters, che lo hanno sempre accusato (senza basi solide o argomentazioni concrete) di preferire scientemente un approccio più conservativo rispetto a uno maggiormente propositivo.
Le ultime prestazioni, non che ce ne fosse bisogno, hanno invece evidenziato come quell’atteggiamento tattico fosse l’unico in grado di tenere la Juventus aggrappata all’Inter. Se viene meno l’attenzione difensiva, l’abnegazione, la coesione e un perfezionismo tattico al limite della pervicacia, vengono simultaneamente a galla i limiti di una rosa modesta e mal assortita. La Juventus ha subito 9 gol nelle ultime 5 partite, dopo che nelle precedenti 23 uscite in campionato ne aveva concessi appena 14.
La Juventus segna, pur finalizzando meno di quanto produce. Il problema è che difensori come questo Alex Sandro a fine carriera, Gatti e Rugani, non possono sorreggere una squadra dal baricentro più alto e che porta tanti giocatori nella metà campo avversaria. Allegri ha dimostrato ai suoi haters che, almeno con questi giocatori, non si può giocare in maniera diversa da quanto fatto finora.
Eppure, nonostante ciò, i suoi detrattori ne loderanno il “coraggio” come farebbero tutte le persone intelligenti e intellettualmente oneste? Ovviamente no, altrimenti non sarebbero haters. Gli anti-Allegri non erano contenti quando il tecnico labronico vinceva, perché secondo loro “giocava male“, e ora che invece “gioca meglio” lo criticano lo stesso perché non vince. Sono passati dal “vincere così non conta” all’evergreen “vincere è l’unica cosa che conta“. Volevano le nozze con i fichi secchi, additando come motivazione il fatto che se avessero giocato diversamente avrebbero ottenuto di più del secondo posto, e adesso che la Juventus gioca come volevano loro si lamentano della mancanza di risultati dando (ovviamente) la colpa a lui.
Gli anti-Allegri vogliono lo scudetto, a prescindere dai giocatori, e vogliono il gioco. Se una di queste due cose non arriva, la colpa è automaticamente di Allegri. Qualunque cosa faccia il livornese ai suoi detrattori non fa nessuna differenza, perché la loro non è una onesta analisi ma l’aprioristica e pretestuosa esternazione di una frustrazione che viene sistematicamente sfogata nei confronti di un capro espiatorio.
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Juventus, Mavididi: “A Torino mi portò Chiellini, Ronaldo una cosa mai vista”
![Al-Nassr, Cristiano Ronaldo](http://www.calciostyle.it/wp-content/uploads/2024/07/Depositphotos_690136604_S-e1720873921271.jpg)
Stephy Mavididi, attaccante classe 1998 in forze al Leicester, ripercorre le tappe della sua carriera: incluso il passaggio alla Juventus.
Cresciuto nelle giovanili dell’Arsenal, nel 2018 Stephy Mavididi si trasferisce alla Juventus. A Torino lo portò Claudio Chiellini, fratello di Giorgio, e l’attaccante del Leicester ripercorre quella fase della sua carriera in un’intervista esclusiva concessa a TNT Sport. Fra i temi trattati Ronaldo, Wenger ma non solo.
Juventus, le parole di Mavididi
Sabato 15 Febbraio. Ore 13:30, King Power Stadium di Leicester. Mavididi ritroverà per la prima volta da avversario la squadra che lo ha lanciato nel calcio che conta, ovvero l’Arsenal. Sei anni con i Gunners, prima di trasferirsi al Charlton. Una stagione sarà sufficiente per attirare su di sé gli occhi della Juventus, che nell’estate del 2018 lo porterà a Vinovo. Decisiva la famiglia Chiellini, ma anche la presenza di Ronaldo.
“Suo fratello gemello (Claudio Chiellini, n.d.r.) si mise in contatto con i miei agenti. Credo avesse il compito di supervisionare i calciatori del settore giovanile, dalla seconda squadra a scendere. Durante il nostro primo incontro mi parlò di cosa aveva visto in me e del progetto che stava portando avanti la Juventus. Il suo amore per il calcio era pazzesco, amava tutto di questo sport.”
Nella stessa sessione di mercato, come detto, i bianconeri prelevano anche Cristiano Ronaldo dal Real Madrid per una cifra complessiva di 100 milioni di sterline, che comprendeva anche l’incombenza di accollarsi il cartellino di Joao Cancelo: in uscita dal Valencia dopo esser stato scartato dall’Inter.
“Ricordo una sessione di allenamento in cui bisognava colpire al volo un pallone messo in mezzo dalla parte opposta del campo. Eravamo divisi in gruppi di 4-5 giocatori e io dovetti aspettare 13 cross prima di poter colpire per la prima volta il pallone, dal momento che Cristiano segnava sempre al primo tentativo.
Non avevo mai visto nulla del genere prima di allora, è un qualcosa che mi è rimasto impresso. Era una sessione di allenamento aperta al pubblico e ricordo che veniva riempito di applausi ogni volta che gonfiava la rete. Dovettero fare un cambio per permetterci di calciare, altrimenti saremmo rimasti a guardare.”
Mavididi ha poi parlato di cosa abbia voluto dire per un ragazzo di 20 anni condividere lo spogliatoio non solo con l’asso portoghese, ma anche con altri fuoriclasse del calibro di Sami Khedira, Leonardo Bonucci e Gigi Buffon. Il funambolo inglese lascerà la Juventus dopo appena due anni, con una sola presenza in prima squadra. Nella stagione 2019-2020 verrà girato in prestito al Dijon, dove rimarrà per una stagione.
L’estate successiva viene ceduto al Montpellier per poco più di 6 milioni di euro, dove farà molto bene. A tal punto da meritarsi, la scorsa estate, la chiamata del Leicester. Allora allenato da un altro italiano e per di più ex-Juventus, come Enzo Maresca. Ora però il bianconero è alle spalle e il funambolo inglese dovrà contribuire a battere il suo passato, per meritarsi un’altra stagione in Premier League con le Foxes.
Per leggere l’intervista completa, clicca qui.
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Barcellona, il trio d’attacco dà spettacolo: nel mirino un record della MSN
![raphinha barcellona](http://www.calciostyle.it/wp-content/uploads/2024/11/Depositphotos_715409470_S-e1730626982224.jpg)
Grazie alle 11 vittorie con almeno 5 gol di scarto il Barcellona si avvicina al record della stagione 2014/15, quando il trio d’attacco era composto dalla MSN.
Il Barcellona aveva iniziato la stagione a spron battuto, vincendo quasi tutte le partite e segnando tantissimo. Il netto 4-0 inflitto ai rivali del Real Madrid al Bernabeu sembrava il preludio a una Liga dominata dai catalani, invece da lì in poi è iniziato un lungo periodo di crisi che ha fatto scivolare i Blaugrana al terzo posto. A un certo punto c’era parecchio distacco in classifica dal Real e dall’Atletico Madrid, mentre ora le 3 corazzate al vertice sono racchiuse in soli 2 punti.
Barcellona, 11 vittorie con almeno 5 gol segnati: vicino un record della MSN
Nell’anno nuovo la squadra allenata da Hansi Flick ha cambiato marcia. Il trionfo in Supercoppa, con altri 5 gol rifilati al Real Madrid in finale, ha dato il via a una serie di vittorie, interrotta solo dai pareggi contro il Getafe in campionato e l’Atalanta in Champions League. Sono ben 46 le reti segnate dai catalani nel 2025 tra tutte le competizioni. La rosa attuale è una macchina da gol tale da mettere nel mirino un record della stagione 2014-15.
![Barcellona](http://www.calciostyle.it/wp-content/uploads/2024/12/Depositphotos_19190963_S-e1733479474130.jpg)
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Quell’annata, che si concluse con la conquista del triplete, aveva un tridente d’attacco composto da Lionel Messi, Luis Suarez e Neymar: uno dei più forti, se non il migliore della storia, rinominato “MSN”. Nel 2014/15, la squadra all’epoca allenata da Luis Enrique vinse 13 partite con almeno 5 gol segnati. A poco più di metà stagione, il Barcellona attuale di Flick è già a quota 11, trascinata da un altro tridente offensivo molto prolifico, tenendo da parte ovviamente i paragoni.
Il miglior marcatore al momento è Robert Lewandowski, con 31 reti tra campionato e coppe. Alle sue spalle Raphinha, che sta vivendo un’annata stratosferica, con 24. Poi Yamal, che ha realizzato 11 gol ma ha saltato alcune partite per infortunio e si rivela formidabile più come assist-man. Da non sottovalutare i 10 gol di Ferran Torres, che parte quasi sempre dalla panchina. Le doti offensive del Barça non sono mai in discussione: ora che la squadra è anche in crescita come risultati, ci sarà da divertirsi.
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Bundesliga, l’antifascismo entra a gamba tesa negli stadi
![Union Berlino](http://www.calciostyle.it/wp-content/uploads/2021/04/bundesliga.jpg)
Bundesliga, proteste sia nelle strade sia negli stadi di calcio. La Germania è stata teatro di imponenti manifestazioni contro l’avvicinamento tra CDU e AfD.
La mozione anti-migranti di Friedrich Merz ha scatenato polemiche, nonostante il leader conservatore abbia escluso alleanze con l’estrema destra.
Gli ultras di squadre come il Bayern Monaco e il Friburgo hanno espresso il loro dissenso con striscioni e coreografie dal forte messaggio antifascista in vista delle elezioni del 23 febbraio.
L’avanzata della destra tedesca
Negli ultimi giorni centinaia di migliaia di persone hanno manifestato in Germania per esprimere il loro dissenso riguardo al possibile avvicinamento tra la CDU e l’AfD, in vista delle imminenti elezioni.
A queste proteste hanno partecipato anche gruppi di tifosi negli stadi.
A gettare benzina sul fuoco è stata principalmente la mozione contro i migranti proposta da Friedrich Merz.
Infatti questa mossa ha suscitato un acceso dibattito politico. Non sono bastate le dichiarazioni del leader conservatore che escludono qualsiasi alleanza elettorale con l’estrema destra.
Anche Angela Merkel ha criticato la rottura della storica esclusione dell’AfD dal dialogo politico, che ha generato non poca preoccupazione.
Sul piano politico, l’AfD continua a guadagnare consenso ed è attualmente il secondo partito nei sondaggi, superando i socialdemocratici.
L’opposizione all’estrema destra è forte negli stadi, ma non sembra altrettanto incisiva nelle urne: Merz è favorito e il suo programma anti-migranti trova consenso anche oltre la CDU e l’AfD.
La politica nel calcio: specchio della società?
Alice Weidel, leader dell’AfD, gode del sostegno di personalità internazionali come Elon Musk e Donald Trump. La recente vittoria del Tycoon ha spinto alcune squadre di calcio tedesche, come il St. Pauli e il Werder Brema, ad abbandonare il social network X, accusando Musk di alimentare l’odio online.
Con l’avvicinarsi delle elezioni, altre voci dal mondo del calcio potrebbero prendere posizione, come già accaduto in passato con giocatori come Leon Goretzka e Mats Hummels.
Tuttavia, sebbene l’opposizione all’estrema destra sia forte negli stadi e in generale nella Bundesliga, il panorama politico nazionale è diverso: Merz è in testa nei sondaggi e, se eletto, porterà avanti il suo programma contro l’immigrazione.
Il sostegno non arriva solo dall’AfD, ma anche da altri gruppi politici, come il partito di Sahra Wagenknecht.
Le posizioni nella Bundesliga
Il calcio tedesco ha spesso contrastato la crescita della destra radicale: allenatori e club hanno preso posizione contro l’AfD, specialmente dopo le proposte di deportazione dei migranti.
Infatti le manifestazioni non si sono limitate alle strade: anche negli stadi di calcio si sono levate voci di protesta.
Durante la partita del Bayern Monaco contro l’Holstein Kiel, gli ultras del gruppo Schickeria hanno esposto striscioni contro Merz, accusando la CDU e la CSU di promuovere il fascismo.
Questo atteggiamento non è sorprendente, considerando la tradizionale posizione antifascista di molte tifoserie tedesche.
In vista del voto del 23 febbraio l’atmosfera è dunque tesa, dentro e fuori lo stadio.
Recentemente, molte curve hanno commemorato il Giorno della Memoria con coreografie simboliche, come gli ultras del Friburgo che hanno esposto uno striscione con un pugno che distrugge una svastica, accompagnato dallo slogan “Mai perdonare, mai dimenticare”.
Nella Bundesliga è sempre stata forte l’opposizione all’ascesa della destra radicale.
Già un anno fa, quando l’AfD propose la deportazione di massa dei migranti.
Diverse figure del calcio, tra cui gli allenatori Christian Streich e Marco Rose, espressero pubblicamente la loro contrarietà.
Inoltre, numerosi club avevano già partecipato a manifestazioni contro l’estrema destra.
Tuttavia, nelle serie minori esistono anche tifoserie con simpatie neonaziste.
Esistono infatti tifoserie con ideologie razziste o nostalgiche, come quelle dell’Hansa Rostock o del Magdeburgo.
Inoltre, la curva dell’Eintracht Francoforte storicamente di sinistra, ha visto una crescente influenza della destra radicale. Fenomeno che alcuni collegano alla fine della presidenza di Peter Fischer, noto per il suo impegno antifascista.
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