Le interviste
ESCLUSIVA – Pellissier: “Donnarumma ha fatto i suoi interessi. Totti capitano simbolo”
Sergio Pellissier, dirigente sportivo ed ex calciatore di Chievo e Torino e con qualche presenza nella Nazionale di Lippi è intervenuto ai microfoni di Calciostyle per parlare della vittoria all’Europeo, del suo Chievo Verona e del nuovo lavoro da direttore generale.
Face to face con Sergio Pellissier
Salve Sergio Pellissier, cosa ne pensa della Nazionale vittoriosa a Wembley?
“L’Italia ha fatto una grossa impresa…non me l’aspettavo come la maggior parte degli Italiani, ho tifato però sono rimasto sorpreso da quello che hanno fatto, hanno vinto e bisogna fargli solo che i complimenti”.
Secondo lei dove potrà arrivare questa Nazionale, parte favorita per il Mondiale in Qatar del 2022?
“Favorita non penso. La vittoria dell’Europeo è stata un’impresa ma ci sono state squadre più forti come Belgio e Francia, con individualità fortissime, che hanno fallito sotto ogni punto di vista. Perciò godiamoci questa impresa che è stata tanto piacevole quanto inaspettata”.
Lei che ha giocato nella Nazionale di Lippi che differenze ci sono con quella di Mancini?
“Io ho esordito una volta sola. Nel 2006 avevamo tanti campioni e eravamo tra i più forti. Avevamo la forza e la capacità di poter essere anche i più forti mentre questa volta avevamo giocatori di qualità, validi, ma non avevano quella fama del 2006. Non possono esserci paragoni se non come grande gruppo, stessa determinazione e un grande allenatore che è riuscito a portare a casa un’impresa”.
L’Italia ha mostrato un ottimo gioco, per quale motivo è mancato l’apporto di Immobile?
“Il modo di giocare dell’Italia con Chiesa, Insigne, Berardi non è il modo giusto per far giocare Immobile, che è abituato nella Lazio a giocare prima punta dove ogni volta guarda avanti, non è uno che tiene palla e fa salire la squadra come Belotti che quando entrava prendeva fallo. Gli interpreti azzurri in attacco hanno caratteristiche che provavano il tiro o la giocata e hanno anche fatto gol in questo modo e il gioco di Immobile non è adeguato”.
Parlando della serie A, cosa potrà fare Juric nel suo nuovo percorso al Torino. E Belotti rimarrà al Torino?
“Diciamo che la grinta e la determinazione di Juric sono le caratteristiche che il Torino predilige quindi potrebbe essere la squadra giusta per lui anche se non sempre riesci a dimostrare quello che vali cambiando società, non sempre arrivano gli stessi risultati e quindi sei costretto a ricominciare da capo. Belotti è amato è il capitano, sanno quanto può dare, bisogna valutare se lui avrà delle offerte e se la società vorrà mandarlo via ma come giocatore ha le caratteristiche per fare bene”.
In chi si rivede in serie A?
“Io mi rivedo in giocatori come Immobile, giocatori che vivono sul filo del fuorigioco e che gli piace attaccare la profondità, bravi coi piedi e che non sono bravi a tenere palla ma prediligono la parte esterna. Sono quei giocatori che purtroppo stanno finendo e fisicamente prediligono quelli più grossi, è un modo di giocare che sta scomparendo con questo tipo di gioco dove si vuole arrivare in porta con tutta la palla, non si calcia nemmeno più da fuori, è cambiato tutto”.
I milanisti avevano chiesto a Donnarumma di essere il loro Totti. Si aspettava questo epilogo? E chi è stato a rimetterci?
“Io credo che Donnarumma abbia fatto delle scelte, giuste o sbagliate che siano. Ha pensato al suo futuro e ha fatto questa scelta. Indubbiamente dispiace perché è un grande portiere ed avrebbe potuto diventare il Totti, Zanetti o il Maldini di turno. Credo che il Milan abbia fatto bene a lasciarlo andare. Se non ci si accontenta del contratto non puoi rischiare di mandare in rovina la tua società per mantenere un giocatore che chiede somme esorbitanti. Sicuramente sarebbe stato utile tenerlo, ma giustamente hanno fatto le scelte per mantenere la società forte, così entrambe hanno voluto quello che volevano”.
I tifosi sono sempre più nostalgici e vorrebbero nuovamente quel calcio romantico di cui Pellissier è stato parte. Cosa ha significato per lei vestire la maglia del Chievo?
“Anch’io sono romantico e darei qualsiasi cosa per capitani come Francesco Totti o Paolo Maldini. Pensando a loro, purtroppo, guardando ciò che è il calcio oggi rimani deluso. Ci sono presidenti e amministratori delegati che investono e prendono fondi di investimento solo per guadagnare, sono cambiati i tempi, il calcio romantico credo non ci sia più”.
Dopo Donnarumma il Milan ha perso anche Calhanoglu. I tifosi l’hanno chiamato tradimento. Per lei è stata una scelta giusta quella del turco di passare all’inter?
“Bisogna valutare la situazione. Calhanoglu ha fatto i suoi interessi e alla fine penso sia giusto così. Come le società fanno i loro interessi quando non vogliono rinnovare un contratto, allo stesso modo ragiona un giocatore. Lui ha scelto di andare nella squadra in cui voleva, dispiace, ma i tradimenti come Baggio e Ibrahimovic sono stati tanti ma fa parte del gioco del calcio. L’importante è che quando quel giocatore è nella squadra propria dia il massimo, poi se cambia squadra farà altrettanto, è un lavoro, ci sta si fanno delle scelte da professionisti e bisogna accettarle come sono”.
Abbiamo letto di un suo nuovo percorso intrapreso come direttore generale nel Rovigo.. cosa si aspetta da questo ruolo?
“Svolgo lo stesso ruolo di quando ero al Chievo, con la stessa passione ma in terza categoria, lo faccio per dimostrare che se uno ci tiene alle cose poi si possono ottenere risultati o no, ma l’impegno sarà sempre massimale, visto che mi piacciono le sfide. La sfida di una città che vorrebbe riavere una società calcistica importante in un calcio bello dove ci sono tifosi appassionati e dove c’è l’unica squadra che puoi andare a vedere la partita, fatti di un calcio romantico, dove non contano i soldi ma ci sono persone che danno l’anima e investono soldi per riuscire a dare soddisfazioni agli appassionati di calcio e della propria città. Io sono un romantico come detto prima e ho fatto le mie scelte, ho sempre amato il calcio per quello che mi ha dato e quello che mi sta dando, certo lo faccio per passione nel frattempo che attendo qualcosa, ma è una cosa che mi da soddisfazione visto che credono in me e perché ho voglia di dimostrare che se credi in qualcosa puoi realizzare qualcosa di bello”.
Le interviste
Esclusiva CS, Bernardo Corradi: “Bisogna insegnare ai giovani a conoscere il proprio corpo. Su Vieri ed Euro2004…”
L’ex-attaccante italiano, Bernardo Corradi, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di CS nel corso del “Soccer Football Summit 2024”.
Il 19 e il 20 di Novembre è andato in scena, allo Stadio Olimpico di Roma, l’evento “The Future of Football is Here“, presso il “Soccer Football Summit 2024“. Fra gli ospiti l’ex-attaccante (fra le altre) di Lazio e Udinese Bernardo Corradi, che ha parlato ai nostri microfoni della sua esperienza da tecnico dell’U20 italiana.
Le parole di Corradi a Calcio Style
Corradi ha parlato anzitutto dei suoi ricordi legati agli Europei del 2024, dove venne chiamato inizialmente per sostituire l’infortunato Vieri. Alla fine il centravanti prese regolarmente parte alla competizione e i due finirono per contendersi una maglia. Corradi giocò da titolare l’ultima del girone: la vittoria (2-1) contro la Bulgaria.
“Quando arrivi in pre-raduno, dove hai 24 calciatori, sai che dovrai dire a 4 di loro che non parteciperanno alla fase finale della competizione. Siccome ci sono stato dall’altra parte, mi metto nei loro panni. Ai miei tempi vivevo le cose in maniera molto serena. Ero pronto a tornare a casa dopo la partita, poi Maurizio Manzini (storico team manager della Lazio) mi ha detto che Vieri aveva avuto un problema al ginocchio e che sarei rimasto in ritiro. Eravamo tre esordienti: io, Miccoli e Camoranesi. Ero già contento di far parte della spedizione, poi il mister mi prese da una parte e mi disse: ‘Giochi dall’inizio’. Adesso, con l’età, riesci a vedere da un’altra prospettiva tutto quello che ti è successo. Mi emoziono sempre a ricordare certi momenti.”
Corradi ha poi parlato del suo percorso da allenatore, che lo ha portato a essere selezionatore di tutte le nazionali giovanili italiane. Ha poi parlato anche del suo approccio con i giovani calciatori, della disciplina che intende dare loro e soprattutto delle regole vigenti all’interno degli spogliatoi da lui presidiati.
“Sono stato assistente dell’U19. Poi ho fatto il primo allenatore nell’U16 all’U19, passando anche per l’U17 e l’U18. Sono abbastanza ferrato su questo argomento. Ho notato che chi effettua tutto il percorso generazionale, vale a dire dall’U15 sino all’U20, certi tipi di regole non c’è nemmeno più bisogno di metterle perché le fanno in automatico. I nuovi, invece, seguono la buona strada di chi dà l’esempio. Il gruppo si autoregola, poi un minimo di regole alla base ci vogliono sempre ma gli va data la libertà di sbagliare. Vanno ripresi a volte perché è giusto, l’ultima volta l’ho fatto due giorni fa, perché bisogna alzare il livello d’attenzione. In U15 sono piccoli e quindi sei ‘obbligato’ a dare delle regole rigide, come la sveglia alle 8:30 e la colazione alle 9, perché alcuni sono indisciplinati. 5 minuti prima dell’appuntamento devono essere davanti alla sala della colazione e il capitano deve assicurarsi che siano tutti presenti. Se qualcuno manca allora devono iniziare ad aiutarsi perché poi lo faranno anche in campo, magari quando qualcuno sbaglia una diagonale. In U20 è diverso perché inizi ad avere contezza del tuo fisico. Se uno è abituato a svegliarsi alle 9:30 glielo lascio fare, mentre chi è abituato a svegliarsi presto si sveglia presto. Ora non sto mettendo la sveglia, perché l’impostazione si costruisce così.”
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ESCLUSIVA – Lino Banfi sulla Roma: “Nessuno avrebbe commesso errori simili. Ranieri…”
Esclusiva Calciostyle – Il noto attore comico e grande tifoso della Roma Lino Banfi ha rilasciato delle dichiarazioni in esclusiva ai nostri microfoni.
Di seguito la sua opinione sul momento della squadra giallorossa.
Banfi sulla Roma
“Siamo tutti arrabbiati, persino i tifosi delle altre squadre. Neanche un neonato avrebbe commesso errori del genere. Una serie di “americanate” senza senso. Il presidente della Roma dovrebbe essere romano. Comprendo e condivido la frustrazione del tifo giallorosso che spesso fa dei sacrifici senza venire ripagato.”
Su Ranieri: “E’ un validissimo allenatore. Un profilo completo, diciamo. Sono sicuro che anche in questa sua terza esperienza alla Roma farà benissimo. Poi di romanisti come lui ce ne sono pochi, era l’unico da cui si poteva ripartire. Ora sarà importante partire bene nelle prime sfide, anche per placare gli animi di piazza e stampa.
Non ho mai avuto la fortuna di approfondire la conoscenza con lui, ci siamo solamente incrociati durante qualche premiazione, ma sono certo che sia una bravissima persona.”
Le interviste
Miriana Trevisan: “Il mio Napoli può vincere lo scudetto. Su Insigne…”
“Napoli può vincere lo scudetto, magari con Lorenzo Insigne in campo…”. L’evergreen Miriana Trevisan a tutto gas. Durante l’evento di ieri sera ‘Star People Award’ al Teatro delle Muse di Roma, abbiamo avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con la nota showgirl italiana e icona della tv Miriana Trevisan, napoletana doc e tifosa del Napoli. Miriana Trevisan, nel corso della sua carriera, ha partecipato a Pressing, Ruota della fortuna e altri storici programmi, sempre molto seguiti. Miriana è sicuramente una delle showgirl più conosciute del piccolo schermo. L’abbiamo intercettata a Teatro, dopo averla incontrata più volte alle Olimpiadi del Cuore di Forte dei Marmi. Ecco il suo breve commento sul Napoli di Antonio Conte che vede come principale candidato al titolo.
MIRIANA TREVISAN: “NAPOLI DA SCUDETTO”
Miriana Trevisan, al Teatro delle Muse di Roma, è apparsa molto fiduciosa sul nuovo Napoli di Antonio Conte. Non lo aveva nascosto nemmeno al Mattone del Cuore, evento benefico a cura di Paolo Brosio. “Napoli è il mio cuore, sono nata a Napoli e vivo con una famiglia completamente napoletana”, ci ha fatto sapere in queste ore la simpatica Miriana, ospite dello Star People Award 2024. ” Mi auguro con tutto il cuore che sarà scudetto! Se ho paura della Juventus di Thiago Motta? Assolutamente no, è un gradito sotto al Napoli”.
Quindi una battuta su Lorenzo Insigne: “Se rivedrei bene Insigne al Napoli? Certamente sì. A mio avviso Lorenzo Insigne sarebbe un bel portafortuna, oltre che ‘portabravura’ per così dire. Che altro aggiungere… D’altronde San Gennaro quest’anno si è espresso… Potrebbe essere a tal proposito un segno per la nostra bellissima, fantastica, affettuosa Napoli in chiave scudetto….”. Nelle foto Miriana in questi anni a Forte dei Marmi in occasione delle Olimpiadi del Cuore. Anche Amedeo Goria, ospite ieri sera al Teatro delle Muse, sulla stessa lunghezza d’onda: “Vedevo bene e vedo bene il Napoli per lo scudetto. Ma l’Inter resta secondo me la squadra qualitativamente più forte…”.
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