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Piatek e Paquetà come Sheva e Kakà?
In questo articolo andrò a fare paragoni forti, forse scomodi, avventati e scaramanticamente da evitare, ma il sentimento è che qualcosa di bello stia per accadere. La fiammella nei tifosi rossoneri e di chi, come me, ha vissuto quei periodi si sta riaccendendo e nella memoria iniziano a prendere forma le gesta eroiche dei calciatori di quei tempi, giovani forti, motivati, ben messi in campo e con la testa sulle spalle.
La strada è ancora lunga, le salite e gli ostacoli dietro l’angolo e già sabato per il Milan sarà un esame che metterà a dura prova Gattuso & Co. in quanto a Bergamo ci sarà un’assatanata Atalanta da sfidare, probabilmente la squadra più in forma del campionato. Ma se si vuole andare in Champions sono queste le partite che si devono vincere perché sanno dare morale e consapevolezza nei propri mezzi. Anche il Milan gode di ottima salute e si coccola i suoi due nuovi acquisti Piatek e Paquetà. Ebbene sì, sono proprio loro due a rievocare il glorioso tandem del passato Kakà-Shevchenko. Sicuramente un paragone che può apparire eccessivo, ma dal passato bisogna prendere spunto per tentare un futuro migliore ed il futuro sono loro, una coppia che funziona. I due sono entrati con da subito nei meccanismi di Gattuso ed il polacco è una vera e propria macchina da gol con 4 centri in altrettante gare e prestazioni da vero leader con tanta fame di gol. Il brasiliano Paquetà invece ha trovato domenica sera la prima rete dopo 7 partite da titolare e tutte convincenti sfruttando un assist al bacio di Calabria con un inserimento da vero attaccante.
Ai tifosi è quindi permesso sognare, le premesse sono buone, starà alla squadra dare continuità e dovrà essere forte nel dimostrare di non soffrire di vertigini e cercare di scalare il terzo posto al momento detenuto dall’Inter, non proprio al top della condizione fisica e mentale. Starà alla leggerezza ed all’esuberanza dei giovani, uniti alla grinta del tecnico, portare avanti questo ambizioso progetto e solo tra qualche anno ne potremo vedere i frutti, belli o brutti che siano, ma la cosa certa è che solide fondamenta sono state posate.
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Milan, contro la Juventus Fonseca cambia ancora: nuovo modulo e un’esclusione illustre
Milan, ci sono arrivate alcune conferme in merito a quanto scritto diversi giorni fa. Fonseca cambia ancora e prepara un’esclusione illustre.
Quella contro la Juventus potrebbe già essere vista come una delle ultime chiamate per non perdere le squadre antecedenti e di conseguenza per non scendere a novembre dal treno scudetto.
Sabato 23 novembre nella cornice del San Siro Paulo Fonseca è nuovamente intenzionato a cambiare le carte in tavola cercando di mettere in campo i giocatori più in forma del momento.
Ecco quindi profilarsi l’esclusione di Theo Hernandez in luogo di una difesa a tre e un centrocampo maggiormente corazzato con un presumibile attacco formato da Morata e Abraham con il probabile inserimento di Camarda come sostituto.
Una nuova proposta di gioco che non ci sorprende affatto visto che il tecnico portoghese, prima delle sfide contro Inter e Real Madrid, aveva volutamente cambiato interpreti e moduli uscendone vincitore.
Confermatissimo invece Rafael Leao il cui stato di forma sembra essere tornato ad ottimi livelli, vedasi anche la prestazione di ieri con il suo Portogallo.
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Gerard Piqué: “Nel 2007 stavo per passare alla Juventus”
Piqué è stato intervistato dal Corriere dello Sport ed ha rilasciato alcune interessanti dichiarazioni, tra cui una dedica al Barcellona: “È un club a parte”.
Il difensore centrale ormai ritirato da qualche anno Gerard Piquè ha svolto un’intervista al Corriere dello Sport in cui ha parlato del suo amore verso il Barcellona, del paragone Messi–Ronaldo e ha svelato qualche retroscena sulla sua carriera. Lo spagnolo dopo aver iniziato da professionista nel Manchester United ha giocato per ben 15 anni nella squadra blaugrana, contribuendo ai successi del club nell’ultimo decennio.
Piquè, inoltre, ha sempre dedicato tutto il suo amore alla causa Barca, partecipando attivamente anche a vicende extra campo in momenti difficili per la sua città.
L’amore di Piqué verso il Barcellona
“È un club a parte. Molto diverso da tutti gli altri club del mondo, e non solo perché la proprietà è divisa per 140mila, i soci. Milan, Inter, Juve, United, Chelsea, City, PSG o Bayern appartengono solo virtualmente ai tifosi, il Barça quasi fisicamente. L’obiettivo di tutti noi è mantenere questa unicità, nonostante in questo periodo non ce la passiamo bene finanziariamente, e trasmettere il senso di appartenenza”.
Successivamente, ha parlato del paragone Messi-Ronaldo esprimendo il suo parere: “Messi è sempre stato diverso dagli altri. Cristiano il migliore degli umani, ma Leo un alieno, non appartiene a questo pianeta. L’ho visto allenarsi ogni giorno facendo cose incredibili, non ci sarà mai più uno con la sua velocità di pensiero e la stessa determinazione. Arrivò a 13 anni, ha giocato assolutamente allo stesso modo sia con le giovanili del Barça sia con la prima squadra”.
Il retroscena del suo possibile passaggio alla Juventus
Infine, Piqué ha svelato che ad inizio carriera era ad un passo da andare alla Juventus, prima dell’inserimento della squadra blaugrana: “L’ultimo anno a Manchester, prima di andare al Barça, stavo per passare alla Juventus. Tornato a casa, non ho più avuto tentazioni. Era il 2007″.
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Radja Nainggolan: “La fine della mia carriera è vicina”
Radja Nainggolan ha annunciato pubblicamente che il suo ritiro dal calcio giocato è sempre più vicino: “Non chiedo l’elemosina per proseguire a giocare”.
Il ninja Nainggolan è attualmente svincolato ed ha dichiarato che è sempre di meno il tempo che lo separa dalla fine della sua carriera calcistica. Dopo aver un pochino girovagato negli ultimi anni facendo esperienze come la SPAL al fianco di Daniele De Rossi, l’Anversa in Belgio ed anche un periodo in Polonia nel Bhayangkara FC, attualmente è in cerca di una squadra. Il centrocampista belga però, non è in cerca di una destinazione qualsiasi solo al fine di firmare l’ennesimo contratto, ma vuole un progetto all’interno del quale possa avere un ruolo importante aiutando i ragazzi più giovani nella loro crescita.
Le immagini del ninja che domina la Serie A a suon di forza fisica, scivolate e tiri di una coordinazione e di una potenza fuori dal normale, non svaniranno facilmente dalla mente di tanti tifosi ed appassionati: ma purtroppo anche questa bella storia sta giungendo al termine e ormai da qualche anno Radja Nainggolan era uscito dai riflettori del calcio che conta.
Le parole di Nainggolan
Le sue dichiarazioni sul suo possibile ritiro, su cosa è diventato il calcio oggi e cosa gli manca di questo sport: “La fine della mia carriera è vicina. Non chiedo l’elemosina per proseguire a giocare, non sono mai stato un leccaculo e mai lo sarò. Nel caso continuerò solo in Belgio: non ho più voglia di viaggiare e nel campionato belga potrei essere protagonista per 3-4 anni.
Ormai il calcio è diventato un business: oggi i club vogliono comprare i giocatori più giovani possibile e poi rivenderli. Mentre il Milan vinceva gli scudetti con un centrocampo pieno di trentenni come Gattuso, Pirlo, Seedorf e Ambrosini.
Cosa mi manca? Entrare nello spogliatoio ogni giorno, ridere un po’. Sì, quello mi manca. Sicuramente non devo essere titolare in ogni partita. Come panchinaro posso insegnare qualcosa anche ai giovani”.
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