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Le bombe di Vlad

Piotr Zielinski, l’ultima bandiera azzurra

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Zielinski, Napoli

Il Napoli che ha dominato la scorsa stagione in lungo e largo, è lontano parente di quello deludente di questo primo scorcio di stagione. Poche luci e molte ombre nel nuovo Napoli di Rudi Garcia, ma un’unica vera incrollabile certezza, vestita d’azzurro con il numero venti sulle spalle.: Piotr Sebastian Zielinski.

Gli inizi

Nasce il 20 maggio del 1994  Ząbkowice Śląskie, in Polonia dove muove i primi passi in un campo da calcio nelle giovanili dello Zaglebie Lubin,nel 2007  nel 2011, i competenti e vigili osservatori dell’Udinese lo notano e lo portano in Italia. Il ragazzo lavora sodo, e mostra a sprazzi il suo enorme talento, che però trova luce nell’Empoli, sotto la guida di Maurizio Sarri. Con la maglia dei toscani trova continuità e comincia a stupire tutti gli addetti ai lavori, giocando 65 partite mettendo a segno 5 gol.

La sua carriera prosegue spedita verso i grandi palcoscenici anche con la maglia della nazionale polacca, dove esordisce nel 2013, diventandone perno centrale imprescindibile, nonostante in tantissimi cambi di guida tecnica.

Al Napoli grazie ad….Higuain

Nel 2015 Maurizio Sarri lascia la guida dell’Empoli per affrontare l’avventura Napoli che gli avrebbe cambiato la vita. Il tecnico toscano fa subito il nome del polacco per rinnovare un centrocampo già molto forte, che vedeva in HamsikJorginho ed Allan titolari inamovibili. Il presidente Aurelio De Laurentiis però non è d’accordo con il suo nuovo allenatore e gli concede di poter portare in maglia azzurra, almeno per il primo anno, uno solo dei suoi pupilli ovvero Mirko Valdifiori.

Il Napoli vola, e anche Zielinski sotto l’ala protettiva di Marco Giampaolo continua ad inanellare grandi prestazioni, tanto da attirare l’interesse delle big non solo del nostro calcio, pronte a sfidarsi a suon di milioni per accaparrarselo, ma il tempo è galantuomo e la voglia di Maurizio Sarri di allenarlo ancora viene premiata grazie a…Gonzalo Higuain.

Eh già, è proprio il clamoroso passaggio di Gonzalo Higuain alla Juventus, che permette al Napoli di poter avere la cifra pazzesca di novantacinque milioni di euro, per poter ringiovanire la propria rosa acquistando nuove giovani certezze, e manco a dirlo il primo nome sulla lista è quello di Piotr Zielinski.

Primi passi in maglia azzurra

Non ha bisogno di rodaggio il giovane talento polacco per entrare nei complessi schemi del suo mentore all’Empoli, Zielinski in punta di piedi ha come obbiettivo ripercorrere le orme del suo capitano Marek Hamsik, entrare nel cuore della gente attraverso il lavoro e le sue magnifiche giocate. Con la maglia azzurra alla sua prima stagione colleziona quarantasette presenza stagionali tra campionato e coppe, mettendo a segno sei reti e sei assist. Numeri che cresceranno così come la sua leadership in campo, messa spesso in discussione dall’esigente pubblico partenopeo.

Dopo due brillanti stagioni le strade di Zielinski e di Maurizio Sarri si dividono, ma la sua voglia di rimanere al Napoli e il suo grande bagaglio tecnico tattico, lo rende uno dei motivi per il quale Carlo Ancelotti accetta di sedere sulla panchina partenopea. Anche con il tecnico di Reggiolo si conferma titolare inamovibile sia in campionato che in Champions League andando a segno sette volte in quarantanove partite.

La seconda stagione sotto la gestione Ancelotti non comincia benissimo, e complice un ambiente poco sereno anche il suo rendimento ne risente. Arriva Gattuso, che manco a dirlo gli affida le chiavi del centrocampo, ma anche con Ringhio le cose non sembrano decollare.

Finalmente campione

Finita in malo modo anche l’era Gattuso, arriva tra lo scetticismo generale Luciano Spalletti con la fama di mangia capitani, viste le vicende Totti e Icardi. Zielinski non ci fa caso, a testa bassa continua a lavorare, ricevendo l’approvazione anche del tecnico di Certaldo che rimarrà folgorato dal suo professionismo e dalla sua sbulime tecnica al servizio dei suoi compagni. La seconda stagione del Napoli di Spalletti non parte sotto i migliori auspici, partono Fabian Ruiz, Mertens, Koulibaly e Insigne tutti giocatori che hanno fatto la storia recente del Napoli, ma lui no, resta al timone della nave azzurra, per riaprire un ciclo che ripartirà da lui e non solo.

I nuovi innesti portano freschezza, voglia di vincere e cominciano a stupire in Italia e in Europa, ed è proprio nella partita d’esordio della scorsa Champions League contro il Liverpool al “Maradona” che la stella di Zielu esplode definitivamente, due gol alla truppa di Jurgen Klopp da sempre grande estimatore del polacco. E il crocevia per una stagione da sogno, culminata con il raggiungimento dei quarti di Champions League persi contro il Milan, ma soprattutto del terzo Scudetto della storia del Napoli. Sette gol e undici assist, hanno fatto si che il numero venti polacco diventasse un vero e proprio simbolo della straordinaria cavalcata della banda Spalletti.

Piotr: l’ultima bandiera azzurra

Come ogni grande favola, c’è sempre qualcuno che recita la parte del cattivo. A recitare il ruolo di guastafeste ci pensa la nuova frontiera del calcio mondiale: la ricchissima Arabia Saudita.

I Campioni d’Italia pianificano il futuro, chiamando in panchina Rudi Garcia, e Zielinski finisce nel mirino di uno dei club più ricchi d’Arabia: l’Al Ahli.

L’offerta sembra irrinunciabile sia per la società sia per il calciatore che andrebbe a guadagnare ben sedici milioni di euro all’anno per due stagioni. Il “venti” non parla tutta l’estate, ma ogni giorno potrebbe essere quello buono per chiudere l’affare. Il 16 agosto però il calciatore esce allo scoperto, e pur di rimanere a Napoli accetterebbe di rinnovare il suo contratto in scadenza nel  rinunciando non solo al ricchissimo stipendio arabo, ma anche decurtandosi il suo attuale ingaggio.

Questa scelta presa per il bene della sua famiglia in primis, ha responsabilizzato ulteriormente il calciatore che non ha voluto in nessun modo lasciare la squadra che lo ha reso campione, per esercitare il sacrosanto diritto di difendere il sogno di un’intera carriera sul campo, magari chissà riuscendo a ripetersi ancora una volta.

Dopo 259 presenze, 36 gol, una Coppa Italia, uno Scudetto cucito sul petto, possiamo dire che il Napoli potrà cambiare allenatori e  direttori sportivi, ma la certezza resterà ancora una volta Piotr Sebastian Zielinski, l’utlima bandiera azzurra.

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Napoli: piace Oosterwolde del Fenerbahçe

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Calciomercato

Il Napoli è già proiettato verso il futuro e punta a rinforzare la rosa a disposizione di Antonio Conte. La dirigenza partenopea, guidata dal direttore sportivo Manna, sta esplorando nuove opzioni per accontentare il proprio tecnico, e in queste ultime ore è emerso un nome inaspettato: Jayden Oosterwolde.

Il difensore olandese del Fenerbahçe, seppur alle prese con un grave infortunio al ginocchio che potrebbe compromettere il resto della sua stagione, è comunque nel mirino del Napoli per il calciomercato estivo.

Manna aveva già valutato l’idea di puntare su Oosterwolde, ma l’infortunio ha cambiato i piani della società. Il club partenopeo non intende mollare la pista e starebbe valutando un’offerta importante, intorno ai 18 milioni di euro, per portare in squadra il versatile difensore olandese nella prossima finestra estiva di mercato.

Oosterwolde rappresenta un profilo interessante per il Napoli, grazie alla sua capacità di adattarsi a diverse posizioni in difesa, un fattore chiave per garantire a Conte maggiore flessibilità tattica. La trattativa resta complessa e dipenderà anche dalle condizioni fisiche del giocatore, ma la dirigenza partenopea è decisa a valutare con attenzione l’affare nei prossimi mesi.

L’idea di ingaggiare un difensore come Oosterwolde consentirebbe al Napoli di alzare il livello della rosa, offrendo una soluzione sia in difesa sia nelle ripartenze offensive. La dirigenza, comunque, non prenderà decisioni affrettate: nei prossimi mesi il quadro sarà più chiaro, e solo allora si capirà se Oosterwolde diventerà un rinforzo reale per i partenopei o se la società deciderà di guardare altrove.

(Foto: DepositPhotos)

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Verso Inter-Napoli: novità dalle infermerie

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L’Inter si prepara alla sfida di domenica sera contro il Napoli con una buona notizia dall’infermeria.

Il tecnico nerazzurro, Simone Inzaghi, ha confermato che sia Francesco Acerbi sia Alessandro Bastoni saranno disponibili per il confronto con gli azzurri, nonostante alcuni problemi fisici emersi durante la vittoria per 1-0 contro il Venezia.

Le condizioni di Acerbi e Bastoni

Nel post-partita, Inzaghi ha fatto il punto della situazione sugli infortunati. Acerbi sarà sicuramente disponibile per il prossimo impegno in Champions League contro l’Arsenal, mentre Bastoni, uscito anzitempo dal campo contro il Venezia per crampi, non ha riportato nulla di serio.

Inzaghi ha chiarito che il giovane difensore si è fermato a scopo precauzionale e sarà regolarmente in campo contro il Napoli. Una notizia importante per i nerazzurri, che potranno contare su due dei loro pilastri difensivi in un match cruciale per il campionato.

Inter-Napoli: Priorità Champions per Inzaghi, recuperi importanti per Conte

Simone Inzaghi ha sottolineato come l’obiettivo principale dell’Inter sia al momento la sfida contro l’Arsenal in Champions League, e ha ribadito che il confronto con il Napoli non sarà decisivo nella lotta per il vertice.

I tifosi nerazzurri, però, si aspettano una prestazione di spessore, consapevoli dell’importanza di mantenere un buon ritmo anche in campionato.

Dall’altra parte, anche il Napoli di Antonio Conte riceve segnali incoraggianti. Dopo la pesante sconfitta per 3-0 contro l’Atalanta, i partenopei sono desiderosi di riscattarsi e potranno probabilmente contare su un recupero chiave: quello di Stanislav Lobotka.

Il centrocampista slovacco è quasi pronto a tornare in campo, e il suo rientro sarà fondamentale per dare equilibrio e solidità alla mediana napoletana.

Napoli spettatore interessato della sfida Inter-Arsenal

In vista del match, il Napoli seguirà con grande attenzione anche la prestazione dell’Inter in Champions League. Conte studierà ogni dettaglio per prepararsi al meglio e cogliere eventuali punti deboli della squadra campione d’Italia.

Una sfida tra grandi ex: Conte, già allenatore dell’Inter e ora sulla panchina azzurra, affronterà Inzaghi con la voglia di dimostrare il proprio valore in un confronto di alta classifica.

(Foto: Depositphotos)

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Al Maradona l’Atalanta batte il Napoli 3 a 0

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Il Napoli incontra l’Atalanta nel lunch match delle 12.30 di domenica, sfida di alta classifica che può dire molto sugli obiettivi stagionali di entrambe le squadre.

Il Napoli incontra l’Atalanta nel lunch match delle 12.30 di domenica, sfida di alta classifica che può dire molto sugli obiettivi stagionali di entrambe le squadre.
La squadra azzurra, allenata da Antonio Conte, ha la possibilità di trovare la sesta vittoria consecutiva in Serie A: non accade dalla stagione 2022/23 (11 successi di fila in quel caso). Gli azzurri in questa stagione hanno vinto tutte le partite disputate al Maradona, con uno score di 16 gol fatti e solo 2 subiti. Si affrontano la miglior difesa del campionato, il Napoli con 5 gol subiti, e il miglior attacco del campionato, l’Atalanta con 26 reti realizzate. Kvara festeggia le 100 presenze in maglia azzurra.

Le scelte degli allenatori

Antonio Conte conferma in toto l’undici anti-Milan,compresi Olivera (preferito a Spinazzola) e Gilmour, alla luce dell’assenza di Lobotka. Davanti confermati Politano e Kvaratskhelia insieme a Lukaku.

Dall’altro lato Gian Piero Gasperini vara la sua Atalanta col solito 3-4-2-1, ma inserisce un centrocampista in più: Pasalic per Retegui, clamorosamente escluso dunque il capocannoniere del campionato. Davanti dunque spazio a De Ketelaere con Lookman, supportati dal croato.

Ecco le scelte dei due allenatori:

NAPOLI (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Buongiorno, Olivera; Anguissa, Gilmour, McTominay; Politano, Lukaku, Kvaratskhelia. A disposizione: Contini, Caprile, Juan Jesus, Neres, Marin, Simeone, Zerbin, Ngonge, Mazzocchi, Spinazzola, Raspadori. Allenatore: Conte

ATALANTA (3-4-1-2): Carnesecchi; Djimsiti, Hien, Kolasinac; Zappacosta, De Roon, Ederson, Ruggeri; Pasalic; De Ketelaere, Lookman. A disposizione: Rui Patricio, Rossi, Toloi, Kossounou, Godfrey, Sulemana, Cuadrado, Zaniolo, Bellanova, Samardzic, Palestra, Retegui, Brescianini. Allenatore: Gasperini

La partita

Pronti via e dopo 4 minuti arriva la prima occasione per il Napoli: Kvara  parte in contropiede e col mancino la mette in mezzo morbida. Lukaku per poco non trova la deviazione a rete. Passano solo altri 4 minuti e gli azzurri insistono con un’azione manovrata del Napoli: Di Lorenzo crossa dal vertice sinistro dell’area per la spizzata di Lukaku. Colpo di testa debole, blocca Carnesecchi.

Al 10′ minuto arriva, inaspettatamente, il vantaggio dell’Atalanta: su cross di Ruggeri respinge centrale Olivera, De Roon ripropone in mezzo di testa, De Ketelaere spizza e Lookman al volo col mancino infila Meret. Due minuti dopo, il Napoli recrimina per un palo (colpito in pieno) di McTominay: lo scozzese riceve al limite dell’area e col destro calcia potentissimo, colpendo il legno alla sinistra di Carnesecchi.

Il Napoli alza i ritmi e costringe l’Atalanta nella propria metà campo. Gli orobici non riescono neanche a costruire dal basso. Olivera pesca Kvara che, però, viene fermato fallosamente da Pasalic. Poi Di Lorenzo trova un’ottima imbucata per Anguissa che si inserisce coi tempi giusti. Ma Carnesecchi è bravo nell’uscita a chiudergli lo specchio della porta. Al minuto 21, Zappacosta colpisce il pallone con la mano per fermare una ripartenza del Napoli. Ma l’arbitro stranamente lascia correre.

L’Atalanta si rifà viva al 24′ minuto quando Lookmanne salta due e centra per Pasalic, che col mancino calcia di molto a lato da ottima posizione. Il Napoli si ripropone in avanti: Kvaratskhelia cerca di prima Lukaku con una palla lunga. Ma il suggerimento è troppo lungo e si spegne sul fondo.

Sul capovolgimento di fronte, al minuto 27, anche l’Atalanta prova lo stesso tipo di giocata: filtrante di De Roon alla ricerca di De Ketelaere, il passaggio si spegne sul fondo. Alla mezz’ora Politano prova ad accendersi ma guadagna solo un calcio d’angolo.

Al minuto 31 l’Atalanta raddoppia. E lo fa ancora con Ademola Lookman: sugli sviluppi di un contropiede, l’attaccante orobico punta Di Lorenzo nell’1 contro 1, poi si accentra dalla sinistra e lascia partire un potentissimo destro a giro che si infila nell’angolino. 

Passa qualche minuto, gli azzurri provano a ricompattarsi. Poi il Napoli prova a rispondere ma l’Atalanta fa muro in difesa. Al minuto 37 Buongiorno mette il pallone alle spalle di Hien, cercando Lukaku che prende vantaggio sul difensore. Ma Carnesecchi fa buona guardia e lo anticipa. Ancora il Belga e ancora Hien vanno al duello fisico: l’attaccante del Napoli cade a terra, ma l’arbitro Doveri lascia proseguire.

Al minuto 40 il Napoli non riesce ad approfittare di un errore difensivo degli orobici. De Roon rinvia addosso a Kvara, la palla arriva a Lukaku che prova a battere Carnesecchi ma ancora una volta Hien si oppone col corpo.

Dopo due minuti ancora gli azzurri che si spingono in avanti. Ancora un’ottima manovra del Napoli girando da sinistra a destra: il cross basso di Di Lorenzo per Politano viene intercettato da Kolasinac. Doveri concede due minuti di recupero, al secondo dei quali De Ketelaere con un cross preciso trova Pasalic che, di testa, da due passi, mette fuori. Poi Doveri fischia la fine della prima frazione.

Secondo tempo

In campo tornano gli stessi undici che avevano terminato il primo tempo. Gli allenatori scelgono di non effettuare sostituzioni tra i due tempi. Ci prova subito Kvara ma il suo tiro non impensierisce Carnesecchi.

L’Atalanta dimostra che è in palla ed è in partita più del Napoli: Pasalic lancia Lookman, Meret sbaglia i tempi dell’uscita e viene scavalcato dal pallonetto del nigeriano. Rrahmani salva ma c’era comunque posizione di offside del giocatore orobico.

Passano pochi giri di lancette e il Napoli risponde: al minuto 50, infatti, Olivera trova Politano in area che gira di testa ma debolmente. Viene comunque segnalato fuorigioco di partenza del numero 21 azzurro. Capovolgimento di fronte ed è ancora Atalanta: De Ketelaere cerca Lookman sul secondo palo. Ma Politano è attento e bravo a rientrare e ottenere anche rimessa dal fondo.

Il Napoli si affida a lanci su Lukaku, ma Hien fa buona guardia. Azzurri che commettono qualche leggerezza: Anguissa perde un pallone sanguinoso, Pasalic punta la porta poi apre per Zappacosta che col destro incrocia. Palla fuori ma c’è stata una deviazione di Olivera.

Sugli sviluppi del calcio d’angolo Kolasinac trova la rete del potenziale 0-3, che, di fatti, metterebbe il punto esclamativo sulla gara. Ma la rete viene annullata per fuorigioco del bosniaco.

Allo scoccare dell’ora arriva il primo squillo del Napoli nella ripresa: sugli sviluppi di corner Politano pesca il kosovaro sul secondo palo, che da pochi passi schiaccia di testa ma mette fuori.

Un minuto dopo Conte ricorre ai primi cambi per provare a dare una svolta all’inerzia della gara: entrano Raspadori e Ngonge al posto di Gilmour e Politano. Di Lorenzo prova a scambiare con Lukaku, ma il rimpallo fa tornare il pallone all’Atalanta.

Al 65′ minuto di gioco Rrahmani lancia Ngonge che dribbla secco Kolasinac: scivolata ruvida del difensore bosniaco che si prende l’ammonizione.Passa un minuto e Buongiorno con un colpo di testa, sugli sviluppi del calcio di punizione, trova la risposta di Carnesecchi che gli nega la gioia del gol. Al minuto 70 De Keteleaere spinge a due mani Buongiorno che cade e la palla finisce sul fondo. Doveri non fischia il fallo e concede il corner all’Atalanta.

Gasperini si cautela e toglie l’ammonito Kolasinac per fare spazio a Kossonou. Conte risponde inserendo David Neres al posto di Kvara.
Al minuto 75 ennesima ripartenza a tutta velocità dell’Atalanta: Kossonou tiene botta su Olivera e mette Lookman a tu per tu con Meret. Il nigeriano sbaglia il gol che chiuderebbe il match. Un minuto dopo anche Gasperini effettua una doppia sostituzione: dentro Retegui e Samardzic per Lookman e De Ketelaere. Dall’altro lato Conte si gioca le ultime carte: entrano Spinazzola e Simeone, escono Olivera e Lukaku.

Spinazzola prova a sfruttare la corsia laterale per arrivare al cross, ma guadagna solo calcio d’angolo. Poi Ngonge riceve palla in area, ma è defilato: ci prova lo stesso perché non vede arrivare Simeone a rimorchio che sarebbe meglio piazzato. Al minuto 82 Gasperini ricorre agli ultimi cambi: entrano in campo Brescianini e Bellanova, a fargli spazio sono Pasalic e Zappacosta.

Al minuto 85 è ancora Spinazzola che riesce ad arrivare al cross, ma lo stacco di Ngonge si spegne sopra la traversa. 

Doveri concede 4 minuti di recupero. Al terzo dei 4 minuti di recupero, il neo entrato Retegui mette anche il punto esclamativo alla gara. L’arbitro non fischia per l’ennesima volta una trattenuta evidente, stavolta di Kossonou ai danni di Neres. Sulla ripartenza Bellanova crossa per la volée di Retegui che batte Meret. L’attaccante ex Genoa viene ammonito per essersi tolto la maglia dopo la rete, mentre dalla panchina vengono ammoniti Djimsiti e Mazzocchi per delle scintille dopo il gol. Neanche il tempo di ripartire che Doveri fischia la fine della gara.

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