L’ex allenatore del Milan Filippo Inzaghi si racconta sulle pagine di un libro fresco di stampa, “Il momento giusto” (Cairo Editore), nelle librerie da oggi.
Filippo Inzaghi ha sempre vissuto il calcio sul filo del fuorigioco, della passione e della vita. Il suo senso per il gol era istinto puro, un talento che balenava come un lampo.
Non aveva bisogno di guardare la porta, perché la sentiva. Inzaghi aveva un legame profondo con il Milan, sia come calciatore che come allenatore. Ha vissuto momenti di felicità intensa e momenti difficili.
Dopo la sua carriera da calciatore, Inzaghi diventò prima allenatore delle giovanili del Milan e poi ebbe l’opportunità di guidare la Prima Squadra.
Pippo Inzaghi, Il momento giusto (Cairo, 2023)
Nonostante abbia sempre avuto un forte attaccamento al club, non fu confermato come allenatore principale a causa di scelte al di là della sua volontà.
Nel libro, Inzaghi racconta così la fine della sua esperienza di allenatore al club rossonero: “Nel giugno del 2015 si era chiusa la mia avventura alla guida del Milan. I risultati non erano stati buoni ma con onestà intellettuale nessuno può sostenere che si potesse fare molto di più.
Io, però, a quel club sono così legato che avrei dato chissà cosa per regalare grandi soddisfazioni ai dirigenti e ai tifosi. Non esserci riuscito mi fece male, non solo al morale ma anche al fisico
“.All’indomani dell’addio al Milan, per Inzaghi iniziò un periodo molto buio. Che lui descrive così: “Dopo l’addio al Milan iniziò un periodo molto più difficile di quello che avrei immaginato.
Partii per le vacanze ma sull’aereo mi venne un attacco di panico: non mi era mai successo, la tensione che avevo accumulato in quell’esperienza stava venendo fuori. Fu il primo segnale di un malessere profondo (…)
Nell’autunno del 2015 per la prima volta il pallone era sgonfio: non rimbalzava più. E non riuscii ad assorbire la lontananza dal mio mondo, dal profumo dell’erba, dalla sacralità dello spogliatoio.
Mi alzavo al mattino e non sapevo come arrivare a sera. Andavo in palestra, ma senza entusiasmo, solo per far trascorrere il tempo, riempire la giornata ed evitare che la noia e lo sconforto prendessero il sopravvento”.
Tuttavia, questo profondo momento di crisi trasformò Filippo Inzaghi, che è cresciuto e si è fortificato, trasformando le energie negative in forza.
Nonostante le difficoltà affrontate, l’allenatore della Reggina è ancora convinto che il meglio, nella sua carriera, debba ancora venire.
Aggiornato al 20/06/2023 12:21
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