Plusvalenze: se non vi è dolo, come si può punire?

Le plusvalenze delle società di calcio hanno riacceso la Procura Federale. Quest’ultima ha riaperto il caso

Nel mirino della Procura, nemmeno a dirlo, la solita Juventus (sta quasi diventando un refrain noioso).

Stavolta però oltre al club di Torino, entrano in gioco anche una serie di altri club, che hanno avuto rapporti di mercato con la Juve.

Sampdoria, Empoli, Pescara, Pro Vercelli e altre ancora.

La questione plusvalenze di riapre quindi inaspettatamente in maniera clamorosa.

Era infatti appena stata chiusa, per una motivazione tanto semplice, quanto a dir poco paradossale.

Le plusvalenze infatti non sono regolamentate da nessuna normativa, che possa stabilirne la regolarità o meno delle stesse.

Ma cosa significa una cosa del genere? È molto semplice. Proveremo a spiegarlo in poche righe, cercando di essere esaustivi.

Il valore di un calciatore da cosa dipende? Possiede, ad esempio un valore nominale come l’oro, su cui basare delle valutazioni?

La risposta è no. I calciatori hanno un valore molto soggettivo. Dipende da tanti fattori. Ma questo ultimi sono e restano comunque soggettivi.

Per spiegarci ancora meglio, facciamo una domanda. Vale più Messi o CR7?

Ognuno dirà la sua, ma in realtà non esiste un valore assoluto che determini il valore di un calciatore.

A questo punto, come sancito in precedenza, le plusvalenze furono accantonate proprio per questo motivo. Non esiste una normativa che sia in grado di regolamentare questo tipo di discorso.

Per questo motivo non si comprende il motivo per il quale sia stato riaperto un caso simile. Come si potrebbero penalizzare i club, se non esiste dolo o colpevolezza?