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Provedel, per i laziali è già “San Ivan”. Ma il rinnovo non arriva…
La strana settimana di Provedel. Dalla febbre al miracolo su Pavoletti, passando per un rinnovo che non arriva e la corte del Manchester United.
Provedel, per i tifosi della Lazio, è già diventato “San Ivan”. Il portiere biondo che è un finimondo, recita la canzone a lui dedicata dai supporter biancocelesti.
Con le sue parate, non ultima quella sul colpo di testa di Pavoletti che ha evitato una psicosi collettiva a Formello, sta miracolosamente tenendo una squadra malata e brutta da vedere in corsa per le zone europee della classifica.
Le motivazioni per blindare subito il proprio numero uno non mancherebbero di certo a Villa San Sebastiano, eppure il diktat di Lotito è chiaro. Dei rinnovi per ora non se ne parla. E gli altri club, nel frattempo, ringraziano. Club che di certo non staranno aspettare i comodi della dirigenza laziale.
Anche Provedel sulla lista rinnovi
Il contratto che lega Ivan Provedel alla Lazio scadrà il 30 Giugno 2027 e quindi, almeno sulla carta, non dovrebbe esserci fretta di rinnovarlo.
Anche se, in questo caso, il condizionale è d’obbligo. Il portiere, infatti, è uno dei giocatori con lo stipendio più basso dell’intera rosa. Soltanto Marusic, Sepe e Gila (due riserve fisse) guadagnano meno di lui.
Una situazione paradossale, considerando che parliamo di uno dei valori principali della squadra nonché di uno dei migliori portieri del campionato. E’ chiaro che lo stipendio da un milione netto l’anno stia stretto al nativo di Pordenone e che vada adeguato il prima possibile.
Leggi il monte ingaggi completo della Lazio su Calcio & Finanza.
Lazio, con Provedel devi evitare un Zaccagni-bis
Provedel guadagna quasi la metà di Castellanos (1,8 milioni netti a stagione) e un terzo di Kamada, che percepisce 3 milioni netti l’anno. Francamente una eresia calcistica. Non ci sono dubbi sul fatto che la Lazio riconosca il valore del giocatore, ma Lotito da questo punto di vista è stato chiaro.
Parafrasando il Professor.Oak: “Ivan, c’è tempo e luogo per ogni cosa: ma non ora“. Un atteggiamento eccessivamente attendista che in passato ha spazientito anche l’agente di Zaccagni, ma che al momento non sembra infastidire lui.
Provedel si trova bene alla Lazio e non ha nessuna intenzione di andarsene, ma è altrettanto vero che sarebbe difficile tenerlo se un grande club dovesse proporgli un ingaggio di molto superiore a quello attuale.
Il Manchester United osserva…
Le possibilità tecniche ed economiche della Lazio sono note a tutti e anche volendo riconoscere a Provedel lo status di big della rosa, come Luis Alberto e Immobile per intenderci, ci sarebbero comunque i paletti della sostenibilità da rispettare. Paletti che, invece, non avrebbe di certo il Manchester United.
Stando a quanto riporta Il Messaggero, i Red Devils sarebbero rimasti scottati dall’esperienza Onana e starebbero già vagliando la possibilità di acquistare un nuovo portiere la prossima estate.
Poco più che un sondaggio ora come ora, ma che potrebbe tramutarsi in qualcosa di decisamente più concreto qualora Erik ten Hag dovesse salutare Manchester. Prospettiva assolutamente non remota, considerando i pessimi risultati dello United e la sua panchina sempre più traballante.
L’ex-tecnico dell’Ajax è il primo (e probabilmente anche unico allo stato attuale delle cose) sponsor del portiere camerunese, ma se l’olandese dovesse essere esonerato state certi che nessuno a Manchester difenderebbe Onana. Lotito chiaramente terrebbe molto volentieri Provedel, ma il modus agendi della Lazio è risaputo: a Formello nessuno viene incatenato ai cancelli del centro sportivo. Se un giocatore vuole andare via e porta una offerta congrua (si parte da non meno di 35 milioni di euro per l’ex-Spezia) allora è libero di andare. A oggi Provedel sta bene a Roma e non ha nessuna intenzione di andare via, ma le vie del calciomercato sono infinite.
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Milan, tanti auguri al Pallone d’Oro Van Basten
A pochi giorni dalla cerimonia del Pallone d’Oro 2024 si festeggia il compleanno di uno storico Pallone d’Oro: l’olandese ex Milan Marco Van Basten.
Lui ha vinto non uno, ma tre Palloni d’Oro tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta: è Marco Van Basten, ex attaccante del Milan. Colui che nel dicembre 1999 fu eletto “attaccante milanista del secolo”, anche in virtù dei 90 gol segnati in 147 disputate in maglia rossonera.
Oggi taglia il traguardo dei 60 anni e, guardandosi alle spalle, può rivivere i fasti di una carriera inziata ufficialmente all’Ajax, dove nel 1981 conoscerà, prima nelle vesti di giocatore, poi di allenatore, Johan Cruijff. Una persona fondamentale per il suo percorso, con il quale però si interromperanno i rapporti.
Questo uno dei rimpianti maggiori di Van Basten, che in un’intervista al Corriere della Sera ha dichiarato: “Non ho potuto fare pace con Johan Cruijff. Il mio idolo, il mio maestro, il mio amico. Morì prima che gli potessi dire quanto è stato importante per me. Aveva un progetto. Un’utopia. Voleva ridare l’Ajax agli ex calciatori. Avrei dovuto fare il team manager.
Poi mi lasciò fuori. Non ho mai capito perché. Forse era un modo per proteggermi. Andai da lui, e sua moglie mi cacciò di casa. Non sono mai più riuscito a parlargli, anche se con la sua famiglia poi ho fatto pace. Johan mi manca”.
Dopo l’Ajax, al quale disputa 133 partite e segna ben 128 gol, arriva al Milan nel 1987: hanno inizio per lui 8 anni di successi, inclusa la conquista dei tre Palloni d’Oro. Ma questi anni porteranno con sé anche un altro grande rimpianto: quello del mancato scudetto del 1990.
Uno scudetto che, stando a quanto dichiarato da Van Basten, fu “rubato”. Così l’attaccante: “Se sono ancora convinto? Lo sanno tutti che fu così. Ma nessuno ha mai avuto il coraggio di dirlo. Prima la sceneggiata di Bergamo, con la moneta in testa ad Alemao e il massaggiatore del Napoli che gli dice di simulare un trauma.
Poi la nostra sconfitta a Verona. Un’imboscata, con un arbitro come Lo Bello che fece di tutto per farci perdere e fischiò in maniera scandalosa. Un lavoro fatto bene dal sistema del calcio italiano. Da chi aveva interesse a mandare due squadre in Coppa dei Campioni. Tutti sapevamo che eravamo favoriti per rivincere, aggiungere un’altra squadra conveniva a tutti. Fu una vera porcheria“.
Malgrado i molti alti e bassi, il cigno di Utrecht, arriva al ritiro nel 1995 e inizierà a lavorare da allenatore – e da vice-allenatore – nella stagione 2003-2004 allo Jong Ajax. Chiuderà la carriera da vice-CT della Nazionale dei Paesi Bassi nel 2016.
Il gol più bello della sua carriera da giocatore? Quello segnato in rovesciata al Goteborg nella stagione 1992-1993, quando il Milan era Campione d’Italia in carica.
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Milan, i dettagli dopo il confronto con la dirigenza: imposta una deadline a Fonseca
Milan, la dirigenza è stata totalmente assente nel post partita contro il Napoli, ma presente nel confronto con l’allenatore. Siamo riusciti ad avere dettagli in merito.
Il Milan è uscito molto male martedì sera dal San Siro. Due reti sul groppone, una sconfitta che lo porta a meno undici punti dallo stesso Napoli e molte consapevolezze in meno, in primis quella di avere trovato la strada giusta. E non basta il gol annullato ad Alvaro Morata per recriminare.
Nell’immediato post partita la dirigenza non si è presentata davanti alle telecamere, ma ha avuto un acceso confronto con il tecnico Paulo Fonseca. Presenti all’appuntamento Furlani, Ibrahimovic e Moncada.
Il messaggio è che non c’è più tempo. Da qui alla sosta ci si aspetta vittorie, non solo prestazioni buone. L’ordine è stato perentorio: punti per recuperare il gap e portarsi in zona Champions. Altrimenti la pausa sarà utile per inserire il nuovo allenatore già individuato e contattato (questo il link).
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Behrami si scaglia contro Leao: “Non è un campione, smettiamolo di trattare come tale”
L’ex centrocampista di Napoli e Lazio, Valon Behrami, ha parlato su Dazn sul momento della stagione di Leao, criticandolo pesantemente.
Valon Behrami non le manda a dire. L’ex centrocampista di Napoli e Lazio ha criticato duramente l’attaccante del Milan Rafael Leao durante il suo intervento su “Serie A Show” in onda su Dazn.
Behrami, le parole su Leao
“Bisogna definire anche i campioni. Per me Leao non lo è in questo momento. Ha fatto una grande stagione, dove l’abbiamo scoperto tutti, vince lo scudetto, ma da lì in poi non riesco definirlo un campione. Perché non riesco mai a vedere un giocatore che riesce a prendersi la scena per più partite di fila. In campo aperto sappiamo quanto lui sia bravo, all’Europeo male.
Adesso in Nazionale, in questa Nations League, trova squadre decisamente più aperte, sappiamo che tatticamente le Nazionali non sono pronte come magari i club, e da questo punto di vista dobbiamo forse smettere di trattare Leao come un campione. Se va in panchina va in panchina, basta”.
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