Ringraziamo: Scritti da un ex collaboratore Stefano Sconamila.
Oggi cade il 42° anniversario dalla morte di Nereo Rocco, indimenticabile personaggio della storia del calcio, soprattutto quello nostrano e in particolar modo di quello del Milan.
La Gazzetta dello Sport dell’epoca pubblicò in prima pagina il titolo a nove colonne: “È morto Rocco. Un personaggio popolare e amato”.
E amato da tutti lo era per davvero, indipendentemente dal colore della propria fede calcistica, segno che Rocco aveva dato e lasciato qualcosa a tutti.
Ai ragazzi di oggi che conoscono ahimè solo i giocatori del loro tempo e gli allenatori attuali più conosciuti, gli potrei dire che Rocco, soprannominato “el paròn” (il padrone), ha avuto e avrà per sempre un filo che lo legherà per sempre al Milan. Fatalità, per pochi mesi non vide la conquista del decimo 10°scudetto della prima squadra nata a Milano, quello della stella, quello del suo Milan, del quale è stato allenatore a più riprese dal 1961 al 1977, vincendo tutto quello che si poteva vincere.
Infatti Rocco è morto il 20 Febbraio 1979 mentre il Milan conquistava la tanto sospirata stella il 6 Maggio 1979: poco più di due mesi dopo.
Una beffa del destino se si pensa che il Milan di Rocco è stato uno dei Milan più indimenticabili di tutta la storia rossonera. Indimenticabile sia perché il calcio di quegli anni era davvero un calcio che definirei romantico: un calcio dove non c’erano i soldi di adesso, un calcio dove non c’erano le tv a pagamento, un calcio dove i signori andavano allo stadio col cappello in testa, un calcio intriso di mera passione.
Indimenticabile inoltre anche per gli attori e interpreti di quel periodo che erano davvero dei personaggi degni di questo nome e non giocatori amanti dei social e dei tatuaggi.
Allora tutto questo non c’era e la gente che seguiva il calcio, lo faceva principalmente alla radio con pochissima tv, eppure non per questo meno innamorata dei suoi beniamini e di chi li guidava a bordo campo.
Rocco è stato per chi conosce bene la storia del Milan, una pietra miliare della società rossonera del 1899. Molti dei suoi giocatori lo consideravano più un padre che un allenatore, una figura sempre pronta a dare qualche buon consiglio ai ragazzi che indossavano la gloriosa maglia rossonera di quegli anni, uno fra tutti il grande Gianni Rivera, probabilmente il giocatore che più ha rappresentato i colori rossoneri voluti da Herbert Kilpin in tutta la storia del diavolo. Ora si dice: una bandiera, quelle vere però. In questo giorno in cui voglio ricordare Nereo Rocco è il giorno della vigilia di una partita importante, il derby. Un derby che vale tanto perché ce lo giochiamo finalmente per qualcosa di importante dopo tanti anni di anonimato.
Mi piace pensare che Rocco nel Maggio del 1979 anche se non presente fisicamente, abbia guidato i suoi alla conquista del decimo titolo italiano, titolo che si aspettava da ben 11 anni, dal 1968 anno dell’ultimo scudetto del Milan guidato proprio dal paròn.
E mi piace altresì pensare che Rocco ci guidi ancora da lassù per la conquista del 19° scudetto milanista, quello che vorrebbe dire che ne manca ancora uno prima di quello della seconda stella, in un incredibile quanto affascinante parallelo con quello da lui vinto, il 9°, a fine anni 60.
Vorrei che ci guidasse come di sicuro ha guidato il Milan anche se non presente in campo, nell’ultimo derby che ha visto quando ancora era in vita giocato il 12 Novembre 1978, in casa del Milan, proprio come quello di domenica prossima.
Sarebbe bello Rocco se finisse allo stesso modo… Certo, non segnerà di testa Maldera III come era capitato quel pomeriggio, quel pomeriggio dove Liedholm non schierò nientemeno che Gianni Rivera lasciandolo addirittura in tribuna, il tuo prediletto, ma sarebbe sufficiente vincere la partita.
Scegli tu chi far segnare, con i tuoi preziosi consigli dalla panchina… Sarebbe bello se si ripetessero le stesse cose del tuo ultimo derby visto: sarebbe come se ci stessi dicendo che sei ancora lì, a guidare il tuo Milan. Ma indipendentemente da questo, non ti dimenticheremo mai, per quello che eri e per quello che hai rappresentato per i nostri colori
Ringraziamo: Scritti da un ex collaboratore Stefano Sconamila.
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