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Roberto De Zerbi, c’è il Milan nel suo futuro:” Non è un club normale per me”
Roberto De Zerbi, un allenatore accostato alla panchina rossonera. Vediamo cosa potrebbe accadere e soprattutto se i tempi sono maturi.
C’è sicuramente il Milan nel futuro di Roberto De Zerbi. Sarà nell’immediato, oppure tra qualche tempo? Questo non ci è dato sapere. Registriamo tuttavia un certo interesse da parte della dirigenza e soprattutto un forte senso di riconoscenza da parte dello stesso allenatore.
Non crediamo che De Zerbi sarà il successore di Stefano Pioli. La dirigenza rossonera ha infatti contattato allenatori diversi, ma non escludiamo che in futuro le strade potranno incontrarsi.
Ecco le parole di De Zerbi:” So che ci sono alcuni club che mi vogliono, ne sono orgoglioso. Amo l’Italia e il calcio italiano. Uno dei miei obiettivi è tornare ad allenare in Italia, ma non so quando accadrà. Incontrare il Milan? Non è un club normale per me, sono cresciuto in quella società. Per tutta la vita sarò riconoscente al Milan”.
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Monza, annunciato il nuovo direttore sportivo
Novità in casa Monza. Cambia l’organigramma del club, che annuncia il nuovo direttore sportivo. Scopriamo di chi si tratta
Monza, ecco il nuovo ds
Il Monza di Adriano Galliani annuncia il nuovo direttore sportivo. È Mauro Bianchessi, che affiancherà Michele Franco, già presente in società, insieme a François Modesto. La squadra, al lavoro in campionato per rimettere in sesto una classifica che al momento è tutt’altro che tranquilla, dimostra di tenere anche alla solidità dal punto di vista dirigenziale e societario.
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Milan, parla l’agente di Liberali:” Prima o poi ci sarà più chiarezza”
Milan, Mattia Liberali è probabilmente uno dei migliori talenti e prospetti del club. L’utilizzo in prima squadra, dopo un ottimo precampionato, è stato per ora piuttosto ridotto. A tal proposito ha parlato il suo agente.
Il Milan durante il precampionato ha visto all’opera uno dei suoi migliori prospetti: Mattia Liberali. Il classe 2007 sta infatti portando avanti un importante crescita tra il Milan Futuro, la Primavera e la prima squadra.
A tal proposito ha parlato il suo agente Stefano Antonelli. Le sue parole:” Ho diversi assistiti che vestono la maglia rossonera, D’Alessio, Magni, Mancioppi e Liberali. Si parla tanto di Mattia perché è un talento incredibile che ha già mandato segnali importanti. Sta crescendo con la giusta metodologia, la società sta capendo come è meglio gestire le energie perché questi ragazzi fanno un po’ di prima squadra, un po’ di seconda, un po’ di Youth League. Prima o poi ci sarà più chiarezza e soluzioni più importanti. I ragazzi sono stimati, soprattutto da parte di Fonseca, ma ci vuole pazienza”.
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Gomez: “Per vincere servono almeno 85 punti. Su Retegui…”
L’ex capitano nerazzurro Papu Gomez si racconta a L’Eco di Bergamo. il ricordo degli anni a Bergamo, la squalifica che lo tiene lontano dal campo e il futuro incerto.
Alejandro “Papu” Gomez torna a parlare del suo legame indissolubile con l’Atalanta, la squadra che ha rappresentato il cuore della sua carriera calcistica. In un’intervista rilasciata a L’Eco di Bergamo, l’ex capitano nerazzurro ha ricordato con emozione i suoi 7 anni a Bergamo, fatti di successi, sacrifici e momenti indimenticabili. Con 252 presenze e 59 gol, Gomez è stato uno dei protagonisti della rinascita atalantina, contribuendo a portare la squadra stabilmente ai vertici del calcio italiano e sul palcoscenico internazionale. A seguire l’intervista completa.
Gomez: “Ricordo ancora quella partita con la Juve…”
COSA SERVE PER VINCERE IL CAMPIONATO?
“Per puntare al titolo, servono almeno 85 punti, che significano pochissimi errori in una stagione. Il record della Dea è 78 punti, quindi superare quella soglia non sarà facile. Ma quest’anno la quota potrebbe essere più bassa: non vedo corazzate imbattibili. L’Atalanta ha una rosa solida e può giocarsela, ma tutto dipenderà dalla gestione delle energie tra campionato, Champions e Coppa Italia”.
AVVERSARIE
“L’Inter è ancora la più forte, ma non ha lo stesso impatto della scorsa stagione. Dopo di loro vedo l’Atalanta: è una squadra fatta e completa, più del Napoli, del Milan o della Juve, che è ancora in costruzione. Anche la Lazio sta facendo bene, ma non è a certi livelli. Questo può essere un anno speciale per la Dea”.
2020, A UN PASSO DAL SOGNO
“Quell’anno, con il lockdown, fu una stagione anomala. Ricordo una partita contro la Juve a Torino: stavamo giocando a memoria, eravamo impressionanti. Dominammo il primo tempo e passammo in vantaggio, ma finì 2-2. Se avessimo vinto, saremmo stati davvero in corsa. Dopo quel pareggio, mollammo un po’, complice il fatto che avevamo già la Champions in tasca. Oggi vedo una squadra diversa rispetto alla mia: più fisica, più completa e con una rosa più ampia”.
LOOKMAN
“Non è come me, perché lui ha fame di gol mentre io avevo più fame di assist. Ma la sua capacità di puntare l’uomo per tutta la partita è impressionante. È cresciuto molto anche nel gioco di squadra: si vede che ora parla con i compagni e si integra meglio nel sistema di Gasperini”.
DE KETELAERE COME ILICIC
“In parte, sì. È mancino, alto, fisico e segna gol simili. Non ha ancora la stessa fantasia di Ilicic, ma può migliorare. Serve tempo per adattarsi al calcio di Gasperini, ma sta dimostrando di avere grande qualità”.
ZANIOLO
“Il problema è dove farlo giocare. Non lo vedo come centravanti e nemmeno come trequartista. Ha talento e fisico, ma deve trovare il ruolo giusto”.
RETEGUI
“Non è una sorpresa per me. Lo conoscevo già dai tempi del Tigre e sapevo che aveva tutto per fare bene. Quando è arrivato a Bergamo gli ho scritto: ‘Se sei intelligente e segui Gasperini, farai almeno 20 gol’. Sta dimostrando di essere un grande attaccante. Lui il nuovo Zapata? Difficile. Duván era devastante: i difensori avevano paura di lui. Retegui è diverso, ma ha tutte le qualità per lasciare il segno”.
DOPO LA SQUALIFICA
“Voglio tornare a giocare. La squalifica scade nel 2025 e sto già lavorando per rientrare. Mi alleno ogni giorno, ho tanta voglia di tornare in campo. Vorrei farlo in Italia, magari in Serie A o B, oppure all’estero se necessario. Dopo, penserò a diventare procuratore”.
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