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Roma-Milan 1-2, tutto facile fino all’espulsione di Tomori: le pagelle rossonere
Roma-Milan 1-2, i rossoneri dominano la gara per tutto il primo tempo passando meritatamente con un rigore di Giroud. Nel secondo tempo raddoppiano con Leao, ma – complice l’espulsione di Tomori – la Roma trova la rete con Spinazzola. Vediamo le pagelle dei rossoneri
Maignan 6: solita buona gestione coi piedi che rassicura l’intero reparto. Nulla può sulla rete di Spinazzola il cui tiro viene sporcato da Kalulu. Un’uscita a farfalle nel finale per poco non regalava alla Roma il 2-2
Calabria 6: posizione anomala per il capitano che spesso si trova in mezzo al campo. Spinazzola lo salta quando vuole, ma ha il merito di regalare una palla che Leao capitalizza al meglio
Thiaw 7: è lui il vero baluardo in difesa. Difficile da battere nell’uno contro uno, legge bene ogni attacco avversario
Tomori 4,5: commette un primo evidente fallo a centrocampo e ad ogni intervento protesta in maniera troppo plateale. Troppo nervoso, battibecca spesso con Belotti ed infine guadagna l’uscita anzitempo per somma di ammonizioni
Theo Hernandez 7: quando schiaccia sull’acceleratore non lo prende nessuno. Il francese capisce che può fare male e lascia spesso la difesa per spingere in avanti
Loftus-Cheek 7: un gigante a centrocampo grazie a visione di gioco e prestanza fisica, gli avversari trovano un muro difficilmente valicabile (dal 20’ st Kalulu 6: devia nella propria rete il tiro di Spinazzola, ma gioca concentrato ed attento)
Krunic 7: una quantità decisamente alta di palle giocate di cui pochissime perse, regala equilibrio a centrocampo
Reijnders 7: sembra che giochi in rossonero da anni tanta è la sicurezza palla al piede, prezioso
Pulisic 7: che upgrade sulla destra! Ora il Milan può anche spaziare sulla sua mattonella e lui difficilmente tradisce la fiducia. Sempre lucido, Rui Patricio gli nega un gol praticamente fatto (dal 30’ st Chukwueze 5,5: ancora fuori condizione)
Giroud 7: una vera e propria sentenza dal dischetto, gioca di sponda e fa a sportellate con la difesa capitolina (dal 25’ st Pobega 6: poco appariscente, ma la sua presenza si sente eccome)
Leao 7,5: quando si accende gioca un altro calcio. Sgasa di più rispetto alle prime due gare e regala il secondo gol tirando fuori dal cilindro una vera e propria perla (dal 30’ st Okafor 6,5: una quindicina di minuti, ma la gamba si vede molto frizzante)
Pioli 6: il suo Milan domina ed è ben messo in campo. Sbaglia a non togliere Tomori vistosamente nervoso già dall’inizio della gara. Una sostituzione a fine primo tempo avrebbe evitato al Milan di giocare in inferiorità numerica rischiando nel finale la frittata. Una sufficienza stiracchiata grazie alla vittoria ed ai tre punti che mantengono saldamente i rossoneri in testa alla classifica
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Stadi, l’Italia ultima in Europa: uno su tre è da rifare
Gli stadi italiani, con un’età media di 61 anni, evidenziano un netto divario infrastrutturale rispetto ai moderni impianti di altre nazioni europee, riflettendo un’urgente necessità di ammodernamento.
Con l’ultima significativa ristrutturazione risalente ai Mondiali di Italia ’90, solo pochissimi stadi, come l’Allianz Stadium di Torino (inaugurato nel 2011), soddisfano gli standard internazionali, mentre la maggior parte degli impianti soffre per mancanza di spazi commerciali, skybox e servizi moderni.
A livello europeo, l’Italia è in ritardo: negli ultimi dieci anni sono stati costruiti 153 nuovi stadi in Europa, mentre in Italia solo tre.
Tuttavia, c’è un piano per recuperare terreno: 14 nuovi progetti di costruzione o ristrutturazione, per un investimento complessivo di 3 miliardi di euro, potrebbero trasformare il panorama calcistico italiano.
Oltre a migliorare la competitività economica dei club, tali investimenti potrebbero incrementare l’affluenza di spettatori di circa 3,3 milioni e generare profitti stimati di 200 milioni di euro, contribuendo al PIL nazionale e creando circa 12mila posti di lavoro.
Il distacco con altri paesi è evidente anche nei ricavi da matchday.
Nella stagione 2022/23, i club di Serie A hanno registrato entrate medie di 20 milioni di euro per squadra, molto al di sotto dei 50 milioni della Premier League e dei 31 milioni della Liga.
Questo divario limita la competitività economica dei club italiani, che non riescono a raggiungere i ricavi delle big europee come Arsenal, Tottenham, PSG e Barcellona.
I principali ostacoli a questo rinnovamento sono la burocrazia e le rivalità politiche, che allungano notevolmente i tempi di approvazione e di completamento dei progetti.
Esemplari sono i casi del nuovo stadio della Roma a Tor di Valle, bloccato per anni, e quello di San Siro, oggetto di continui dibattiti politici.
L’assegnazione dell’Europeo 2032, che l’Italia co-organizzerà con la Turchia, rappresenta una rara opportunità per colmare questo gap.
Tuttavia, per adeguare almeno cinque stadi entro il 2026 e non perdere questa occasione, sarà necessaria una decisa accelerazione nel processo decisionale e operativo.
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Milan, Maldini all’Atalanta: ma c’è poco di che sorridere
Milan, arrivano alcune notizie in merito ad un prossimo passaggio del figlio d’arte in terra bergamasca. Vediamo in dettaglio.
La fretta, lo sappiamo, è sempre cattiva consigliera. Non si ha più voglia di aspettare i giovani. Nemmeno quelli sulla carta più promettenti e per i quali ci aveva messo la faccia il papà, Paolo Maldini.
Vedere Daniel scorrazzare, dribblare e segnare è un colpo al cuore, una sconfitta per il Milan che probabilmente se ne è liberato troppo in fretta andando ad attuare la demaldinizzazione, un neologismo coniato in seguito all’intero disfacimento dell’organico voluto dall’allora Maldini dirigente.
La cifra di 6 milioni di euro che andrebbero ad incassare i rossoneri in caso di passaggio all’Atalanta è ridicola pensando al valore del fantasista classe 2001. C’è quindi poco da sorridere, soltanto da recriminare per una situazione che poteva essere decisamente gestita meglio.
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L’Atalanta espugna il Maradona: Conte stecca
L’Atalanta si impone sul Napoli con una prestazione solida e un ritmo altissimo, imponendosi per 2-0 in una gara che ha visto come protagonista assoluto Ademola Lookman.
L’attaccante nigeriano è stato il trascinatore della “Dea” fin dall’inizio, capitalizzando al 10’ una prima disattenzione dei padroni di casa, trovando la rete con un tiro mancino al volo su assist di De Ketelaere.
Il Napoli ha subito cercato di reagire, sfiorando il pareggio con una conclusione di McTominay che però si è infranta sul palo.
Al 31′, Lookman ha colpito ancora: dopo aver evitato due avversari con una grande giocata, ha scagliato un potente tiro che ha portato il risultato sul 2-0.
Nonostante i tentativi di ripresa, i partenopei hanno faticato a creare reali opportunità, anche grazie a una difesa dell’Atalanta organizzata e compatta.
La squadra di Conte, pur provando ad attaccare, non ha trovato la lucidità necessaria per riaprire la partita.
Nella ripresa, il Napoli ha continuato a cercare il gol per rientrare in gara, ma l’Atalanta ha tenuto il controllo, sfiorando addirittura il 3-0 con Kolasinac, rete poi annullata per fuorigioco.
Lookman ha avuto l’occasione per chiudere definitivamente il match, ma il suo tiro è terminato a lato.
La vittoria dell’Atalanta rappresenta un successo cruciale, mentre per il Napoli questa sconfitta potrebbe pesare non solo sul morale, ma anche in vista del prossimo big match contro l’Inter, rendendo urgente per la squadra partenopea recuperare concentrazione e precisione.
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