Luis Suarez, Ronaldo e Sandro Mazzola, il 27.07.1997 alla presentazione del "Fenomeno".
Notizia che ha del surreale in Brasile: Luis Nazario de Lima Ronaldo, per tutti il “Fenomeno”, ha ritirato la sua candidatura alla CBF annunciandolo sui social.
L’ex giocatore di Inter e Milan, aveva manifestato più volte l’intento di cambiare il calcio brasiliano. Adesso, tramite Instagram, il Fenomeno posta la sua rinuncia.
“Dopo aver dichiarato pubblicamente la mia volontà di candidarmi alla presidenza della CBF nella prossima sessione plenaria, ritiro ufficialmente la mia intenzione. Se la maggioranza con potere decisionale pensa che il calcio brasiliano sia in buone mani, la mia opinione ha poca importanza. La mia idea era quella di dare voce e spazio ai club, nonché di ascoltare le federazioni per migliorare le competizioni e lo sviluppo sportivo in tutte le regioni. Il cambiamento necessario deriverebbe da questo allineamento strategico, con la forza della visione condivisa”.
Così uno degli attaccanti più forti che il calcio abbia avuto si ritira dalla candidatura alla presidenza della federazione brasiliana.
Il proprietario del Real Valladolid ha spiegato di aver sbattuto contro una delle clausole per diventare presidente. Per candidarsi il candidato deve avere il sostegno di almeno 4 federazioni statali, 4 club, per poter effettivamente iscrivere la sua candidatura.
Ronaldo non è riuscito a saltare quest’ostacolo affermando di aver trovato un vero e proprio muro davanti a sè: “Nel mio primo contatto con i 27 membri, ho trovato 23 porte chiuse…”.
Aggiungendo poi che le stesse federazioni: “si sono rifiutate di accogliermi nelle loro case, sostenendo di essere soddisfatte dell’attuale amministrazione e di sostenerne la rielezione”.
Buio totale per il nativo di rio De Janeiro a cui non è stato concesso dialogo.
Un ultima parola la esprime sullo statuto: “Non ho potuto presentare il mio progetto nel modo che desideravo. Non c’è stata alcuna apertura al dialogo. Lo statuto dà alle federazioni la maggioranza dei voti, e quindi è chiaro che non c’è modo di raggiungere un accordo. La maggior parte dei leader statali sostiene il presidente in carica; è un loro diritto e io lo rispetto, indipendentemente dalle mie convinzioni”
Almeno il nostro, anche se ininfluente, appoggio lo hai Ronnie.
Aggiornato al 12/03/2025 17:37
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