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Salernitana, Martusciello: “La classifica è aperta, stiamo lavorando bene”

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Il tecnico della Salernitana ha risposto alle domande dei giornalisti nella consueta conferenza stampa pre match. Leggi con noi le parole di Martusciello.

La Salernitana sta attraversando un periodo difficile, con una sola vittoria nelle ultime cinque giornate e risultati che stentano ad arrivare. Tuttavia, nella conferenza stampa pre Salernitana-Bari, Martusciello si è detto fiducioso, convinto che la squadra possa presto invertire la rotta.

Le parole di Martusciello

Su Verde.

“Nelle ultime partite è quello che tocca più palloni ma è anche quello che viene maggiormente preso in considerazione dai calciatori avversari. Sappiamo che è un ragazzo che ha tanta qualità e che ci può dare una mano”.

verde salernitana, Martusciello

Su Tongya.

“Il medico mi ha detto che hanno escluso lesioni ossee e legamentose, poi ci sono le reazioni individuali e lui avverte dolore. Per domani non ce la fa, nonostante l’antidolorifico non si sente bene e credo che impiegarlo peggiorerebbe la situazione. Avremo la sosta e questo ci aiuterà a recuperarlo in pieno. Correre rischi sarebbe inutile”.

La partita di domani.

“Le partite sono tutte importanti, a prescindere dalla classifica. Giocare in casa porta a ricercare ossessivamente alla vittoria, ma noi dobbiamo essere sempre squadra senza andare sulle individualità. La Salernitana si allena bene, ha spirito, sta lavorando come piace a me. Abbiamo avuto delle difficoltà, in 100 minuti contro il Bari devi mettere in preventivo che i loro pregi possano darci qualche pensiero. Ma anche noi abbiamo tante qualità, i calciatori hanno amore verso questo sport e lo dimostrano giorno dopo giorno. Proveremo a limitare i nostri difetti che ci fanno perdere punti”.

Come migliorare la fase offensiva?

“Io ho sempre detto che sono alla ricerca di equilibrio. Purtroppo è vero, avendo dovuto spesso cambiare interpreti per necessità e per infortuni sono incappato in qualche problematica ma ho fiducia nel lavoro dei ragazzi. Ci tengo a ribadire che, quando si prende gol, le responsabilità non sono solamente del reparto difensivo. Stesso discorso all’inverso: se si segna è merito della partecipazione di tutti. E’ vero che a Cosenza non abbiamo offerto la nostra miglior versione, ma nelle gare precedenti si è creato tanto senza riuscire a raccogliere quello che avremmo meritato”.

Le difficoltà nell’entrare in area di rigore.

“Sinceramente io ho dati totalmente differenti, a me risulta che siamo terzi in B per presenza nella metà campo avversaria e che riusciamo ad entrare spesso nell’area di rigore. Col Pisa ricordo una Salernitana sempre nella loro area piccola, poi non sempre siamo stati bravi a concretizzare. Ribadisco, a me arrivano numeri e statistiche differenti. La squadra ha un predominio territoriale evidente, cioè che palleggiamento nell’area avversaria, La perfezione non esiste, è chiaro che in tanti partecipano alla fase offensiva e dunque dobbiamo essere più attenti quando perdiamo palla nell’occupazione degli spazi in non possesso. Vorrei dire, però, che concediamo pochissimo e che a volte ci sorprendono con una pallonata in avanti”.

Su Sepe e Torregrossa.

Sepe ha confermato di essere un grande professionista, a Cosenza è sceso in campo pur non essendo in ottime condizioni. Non avevamo Fiorillo, c’è fiducia in Corriere ma, col Cesena, è sceso in campo preso dalla spensieratezza e dall’incoscienza. Poi quando devi preparare una gara sapendo di essere il titolare ci sta che le reazioni emotive possano essere diverse, soprattutto se affronti un avversario aggressivo e che ci spinge a doverci appoggiare spesso col portiere. Non a caso Sepe è uno di quelli che ha toccato il maggior numero di palloni. E’ a disposizione, deciderò dopo la rifinitura.

Torregrossa ha avuto un infortunio, già prima di Cosenza era stato onesto e mi aveva detto che non era in condizione di scendere in campo. Non dovrebbe trattarsi di nulla di particolarmente grave e spero di poterlo avere a disposizione già durante la sosta. Stesso discorso per Adelaide che, in questi giorni, ha partecipato a qualche seduta didattica. E anche Tongya ha possibilità di rientrare a pieno regime. Più calciatori ho a disposizione, più si alza la competitività nel quotidiano. Dopo Cesena in 2-3 erano acciaccati, per fortuna recuperammo Amatucci”.

Un cambio dal punto di  vista tattico?

“Perchè dovrei? Ripeto, non sono cocciuto ma vedo le partite e so che abbiamo idee e identità. 13 punti non sono pochi, occupiamo una posizione di classifica che lascia aperto ogni scenario. In alcune situazioni c’è da migliorare per non andare incontro a difficoltà, ma abbiamo raccolto meno di quello che avremmo meritato. Vedo un gruppo che cresce e che lavora bene, ci sono tante squadre nella nostra situazione”.

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Ben Yedder condannato a 2 anni di carcere: tutti i dettagli

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ben yedder

Arriva la svolta nel caso Ben Yedder, l’attaccante ex Monaco accusato di guida in stato di ebrezza e abusi sessuali. Il tribunale ha emesso la sentenza.

Il francese aveva in precedenza ammesso di essersi messo alla guida sotto l’effetto di alcol, ma aveva negato categoricamente ogni azione contro la ragazza in questione.

Ben Yedder condannato: ecco la sentenza

Il tribunale di Nizza ha giudicato l’imputato colpevole di entrambe le accuse e di conseguenza stabilito una pena di due anni di reclusione con condizionale più una multa di 5000 euro. Contenstualmente, anche l’obbligo di assistere e risarcire la ragazza di 23 anni presumibilmente vittima dell’accaduto risalente al 7 settembre scorso.

Ben Yedder Monaco

KHARKIV, UKRAINE – AUGUST 24, 2021: Wissam Ben Yedder (captain) in attack. The UEFA Champions League, match Shakhtar vs Monaco

Inoltre è stata predisposta la sospensione della patente per 6 mesi per Ben Yedder, il quale dovrà sottoporsi ai classici esami del sangue periodici per ottenere la restituzione della licenza.

L’attaccante è svincolato da luglio scorso e a causa di questi problemi legali nessuna squadra si è fatta avanti per ingaggiarlo. Risolto questo nodo, potrebbe delinearsi finalmente il futuro del classe 1990. Tra i riconoscimenti più importanti i 3 titoli di capocannoniere della Ligue 1Coppa del Re Coupe de France.

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Infantino è american dream: “Congratulazioni Presidente”

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fifa

Infantino celebra la vittoria di Donald Trump alle elezioni e con un post sui social e promette “Avremo un grande Mondiale 2026 negli Usa.”

Il presidente della Fifa dedica un post al neoeletto presidente degli Stati Uniti, che torna alla Casa Bianca battendo Kamala Harris.

“Football Unites the World!” scrive nel messaggio.

Infantino alla Casa Bianca

Era l’agosto del 2018, primo mandato per Donald Trump.

Accompagnato dal presidente della Federazione Calcio statunitense, Carlos Cordeiro, il presidente della Fifa venne ricevuto dallo stesso Trump proprio per discutere del Mondiale 2026, assegnato a Canada, Messico e Stati Uniti.

Scambio di regali e di battute: Gianni Infantino infatti consegnò a Trump una maglia blu con il numero 26 e il nome del presidente e insieme anche a dei cartellini gialli e rossi da utilizzare in conferenza stampa. Tutti i giornalisti vennero scherzosamente sanzionati col rosso.

Infantino

Fifa…dei dem

I rapporti tra Infantino e Trump sono sempre stati amichevoli: infatti dopo l’esito delle elezioni statunitensi il presidente Fifa è stato tra i primi a pubblicare le foto risalenti a quell’incontro del 2018, prova molto chiara della buona intesa tra i due.

Invece durante l’amministrazione Biden tra i vertici apicali di Fifa e Casa Bianca non c’è stato alcun contatto.

Anche lo scorso maggio, quando si è recato a Washington DC, Infantino si è limitato a incontrare solo deputati e senatori.

Non può dunque che essere contento del cambio di schieramento alla Casa Bianca, a ridosso ormai del Mondiale 2026.

 

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Inter, Adriano: “Pensavano di mandarmi in una clinica. Volevo fuggire dal calcio”

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Adriano

L’ex attaccante dell’Inter Adriano ha parlato di alcuni brutti momenti della sua carriera e del tentativo dei nerazzurri di mandarlo in una clinica.

Considerato uno dei più grandi what if della storia del calcio, Adriano per caratteristiche sembrava potesse diventare l’erede del Fenomeno Ronaldo. Un giocatore completo dotato di potenza, tecnica, velocità, dribbling, finalizzazione. Purtroppo le cose sono andate diversamente: ne ha parlato lo stesso Adriano nella presentazione della sua autobiografia intitolata La mia più grande paura.

Adriano e la sua autobiografia: retroscena sull’Inter e non solo

Tornavo a casa e trovavo sempre un motivo per bere, perché c’erano i miei amici o perché non volevo stare in silenzio“. Così Adriano racconta nella sua autobiografia i momenti difficili della sua carriera: “Molti usano il calcio come valvola di sfogo, io invece volevo fuggirne“. 

La mia fuga dal calcio era mio padre, ma quando se n’è andato il mio compagno è diventato il bere. Arrivavo tardi agli allenamenti, il club mi multava ma non mi interessava. La mia depressione raggiunse un livello che preferisco non ricordare“.

Adriano Inter

Sul ruolo dell’Inter nella vicenda: “Un giorno Moratti mi disse che mi volevano mandare in un posto speciale. Era una clinica di riabilitazione in Svizzera. Ero depresso e non capivo di cosa stessero parlando. Iniziai a innervosirmi e gli chiesi perché stesse cercando di mandarmi in un ospedale psichiatrico. Un giocatore ricoverato in clinica psichiatrica? Non volevo crederci!

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