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Salernitana, si litiga ancora sullo stadio
Alla Salernitana tiene banco la questione stadio, la società granata ne vorrebbe la proprietà ma la Regione Campania s’è detta contraria, deve partecipare anche il Comune. Ecco cosa succederà.
Un anno e mezzo, questo è il tempo che ci vuole per ristrutturare l’Arechi, portarlo a 38.000 posti, 2100 per gli ospiti spostati nei distinti, costruire un’area apposita per i distinti e realizzare punti di svago per i tifosi.
Questo è il progetto per il nuovo stadio di Salerno, ma nel frattempo serve un campo provvisorio.
Ci sono problemi per il Volpe, così il Sindaco di Napoli ha indicato nell’area di Fuorni il terreno ideale per un campo provvisorio, 15.000 posti di cui mille per gli ospiti.
Discorso diverso per la Curva Nord, che non sarà riaperta prima della fine dell’anno, ma ha senso – si domanda Iervolino – investire tanti soldi per riaprirla, dopo diciassette anni, per sei o sette partite?
Dunque sarebbe più equo aspettare i lavori di restyling dell’intero Arechi.
Coi proprietari del Mary Rosy è stato rinnovato l’accordo per il centro sportivo granata, giacché mancano gli accordi per costruirlo altrove.
Il Vestuti? Nonostante le promesse di De Luca, per motivi burocratici l’impianto ubicato in centro città non sarà disponibile per le partite interne della Salernitana durante i lavori all’Arechi, anche perché per lo storico impianto ci sono sì progetti rimasti al palo ma solo per il parcheggio esterno e non per l’impianto interno, che necessita invece di pesanti lavori di ristrutturazione.
I tifosi, dal conto loro, vorrebbero che venisse recuperata la struttura anche per una questione di decoro cittadino ma al momento è tutto fermo, spetterà alla Legge dire l’ultima parola.
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Juventus, si organizza la partenza di Arthur: il futuro
Si avvicina l’apertura ufficiale del calciomercato e la Juventus pensa a tagliare qualche ramo secco: tra questi il centrocampista Arthur Melo.
Olympiacos no grazie: il centrocampista della Juventus Arthur Melo ha declinato l’offerta del club greco, forse nella speranza di poter approdare in campionati più prestigiosi.
Per il giocatore, ex Barcellona, il campionato ideale sarebbe LaLiga. E nell’ottica possibile di un trasferimento in Spagna sta lavorando il suo procuratore Federico Pastorello, che avrebbe già individuato nel Betis Siviglia il club in pole position per garantirsi i servigi del giocatore.
È interessato anche il Girona, che vorrebbe prenderlo in prestito: la Juventus è al lavoro per inserire la clausola del diritto di riscatto nella trattativa. Una clausola che andrebbe bene al Betis. In campo c’è anche il Valencia, oggi ultimo in classifica de LaLiga, che però al momento non sarebbe in grado di soddisfare le richieste della Vecchia Signora.
La partenza di Arthur da Torino è pressoché certa: il brasiliano è fuori dai giochi per il tecnico bianconero Thiago Motta, malgrado sia sulla lista dei giocatori impegnati in Champions League.
Liberarsi dall’onere economico della sua permanenza, 5 milioni di euro lordi l’anno, sarebbe un bel sollievo.
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Champions League: le squadre italiane si qualificano se…
L’Italia quest’anno sta facendo valere la bandiera tricolore in Europa. Andando al di là dell’attuale primo posto in Europa League della Lazio, le squadre del Belpaese stanno ben figurando anche in Champions League.
Nonostante alcuni degli ultimi risultati non siano stati esaltanti, Inter, Milan, Juve e Atalanta hanno una ghiotta chance per la qualificazione diretta agli ottavi di Champions. Ed ecco cosa manca loro per qualificarsi matematicamente.
Inter
L’Inter è senza ombra di dubbio la squadra italiana più pericolosa in Europa, come sostengono anche gli esperti del settore. Non a caso, chi desidera scommettere in tempo reale sulla Champions League spesso sceglie proprio l’Inter come punto di riferimento, alla luce delle tante certezze che offre la squadra allenata da Simone Inzaghi. Una squadra capace di prendere un solo gol in sei partite, e di vincerne cinque su sei, con l’unica macchia della sconfitta contro il Leverkusen. Ma cosa serve ai nerazzurri per qualificarsi matematicamente?
Considerando che parte da 13 punti, e che mancano due partite, l’Inter può arrivare direttamente a giocarsi gli ottavi di Champions vincendo le ultime due e arrivando dunque a quota 19 punti. In teoria potrebbe ottenere la qualificazione diretta anche con 17 o 18 punti (percentuale intorno al 99%), mentre con due sconfitte rischierebbe seriamente di uscire dalle prime otto classificate. I prossimi avversari dei nerazzurri sono comunque abbordabili, dato che l’Inter affronterà lo Sparta Praga e il Monaco.
Milan
Il Milan è riuscito a riprendersi dopo un avvio molto complicato, vincendo le ultime 4 partite e portandosi a quota 12 punti, dunque 1 punto in meno rispetto all’Inter. Il calendario è dalla parte dei rossoneri, che da qui a fine girone dovranno affrontare il Girona e la Dinamo Zagabria. Sulla carta non dovrebbe essere difficile staccare il pass matematico per gli ottavi di finale: arrivando a 18 punti, con due vittorie, avrebbe una percentuale del 99,9%. Per quel che riguarda l’eventuale qualificazione agli spareggi, il Milan è già praticamente certo di ciò. La certezza matematica arriverebbe conquistando un punto in due partite.
Juventus
La Juventus si trova a quota 11 punti in classifica, e prima della chiusura del girone unico di Champions League affronterà il Brugge e il Benfica. Due partite spinose ma, ancora una volta, alla portata dei bianconeri. Partendo da un bottino di 11 punti, la Juventus dovrà vincere le due partite rimanenti per ottenere una percentuale di qualificazione diretta intorno al 96%. La matematica certezza, infatti, non la può più avere. Per qualificarsi agli spareggi, invece, ai bianconeri basterà fare un punto.
Atalanta
La situazione dell’Atalanta è quasi identica a quella della Juventus, considerando che anche gli uomini di Gasperini si trovano a quota 11 punti in classifica. In realtà le percentuali cambiano leggermente, perché tengono conto anche di altri fattori come scontri diretti, gol fatti e differenza reti. Nello specifico, l’Atalanta avrebbe il 98% di chance di qualificarsi direttamente in caso di 2 vittorie su 2, arrivando a 17 punti. La percentuale scenderebbe drasticamente nel caso dovesse vincerne una pareggiando l’altra.
Infine, da sottolineare che la quinta italiana (il Bologna) è quasi matematicamente certa dell’eliminazione.
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Huijsen: “Juve? non l’avrei mai lasciata. Sarò sempre grato ad Allegri”
Dean Huijsen è stato intervistato in esclusiva da La Gazzetta dello Sport dove ha discusso della sua nuova avventura in Premier League e del suo addio alla Juve.
Il difensore classe 2005 aveva lasciato in estate la Juventus a titolo definitivo. Il trasferimento al Bournemouth a titolo definitivo era avvenuto per 15,2 milioni pagabili in cinque esercizi, oltre a premi variabili fino a un massimo di 3 milioni. A seguire le parole di Huijsen.
Huijsen: “Della Juve mi manca Yildiz…”
DIFFERENZE PREMIER LEAGUE E SERIE A
“C’è una qualità assurda, é una magia la Premier: ogni weekend puoi vincere o perdere contro chiunque. È un campionato meno tattico della Serie A, ma più veloce, intenso. E trovi campioni ovunque”.
ADDIO ALLA JUVE
“Sinceramente, io non sarei mai voluto andare via. Non è stata una mia scelta. Durante i primi giorni di preparazione alla Continassa, la dirigenza e Thiago Motta mi hanno detto che avevano bisogno di fare cassa con la mia cessione e che avrei dovuto trovare una soluzione”.
HUIJSEN SENZA RIMORSI
“Il direttore sportivo Tiago Pinto mi aveva già ingaggiato in prestito alla Roma lo scorso gennaio e in estate mi ha convinto a raggiungerlo qui. Non mi sono pentito, anzi…Sono sempre più felice al Bournemouth”.
TORNARE IN ITALIA
“Non è stata una mia decisione, ma non ho rimpianti: ogni giorno sono più soddisfatto della mia avventura al Bournemouth. Tornare in Italia, alla Juve, alla Roma o in un altro club? In Italia sono stato bene e nel calcio… mai dire mai. Ma adesso sto bene al Bournemouth”.
YILDIZ
“Cosa mi manca della Juve? Il mio amico Yildiz. Parliamo spesso e lo sento molto contento alla Juventus, è innamorato dei tifosi bianconeri. Non faccio fatica a credergli”.
ALLEGRI
“Mi viene in mente il soprannome che mi aveva dato: mi chiamava “mangia e dormi” perché la mia vita a Torino era allenarmi, mangiare e andare a letto. Sarò sempre grato ad Allegri, mi ha fatto debuttare con la Juventus in Serie A”.
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