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Scarpa d’oro: Retegui sul podio, insegue Salah

Si aggiorna in continuazione la classifica della Scarpa d’oro, ovvero la competizione più amata dai bomber di tutta Europa. Retegui sul podio e Kean in top 15.
Continua ad aggiornarsi settimana dopo settimana e gol dopo gol la classifica della Scarpa d’oro, che prevede la moltiplicazione dei gol segnati da ciascun attaccante per il coefficiente di difficoltà del campionato in cui gioca. Nel caso della Serie A e dei top 5 campionati europei questo coefficiente corrisponde a 2, mentre nel caso ad esempio del campionato turco, olandese o portoghese, corrisponde ad 1,5.
A partire dalla top 30 di questa classifica, della Serie A troviamo solamente 3 giocatori, ovvero Thuram, Kean e Retegui, ma quest’ultimo si trova nelle zone d’eccellenza.
Classifica scarpa d’oro: dal 30° al 20° posto
Dal 30° al 20° posto troviamo uno dei 3 giocatori della Serie A, ovvero Marcus Thuram, con 13 gol ed un punteggio totale di 26. A pari punti con il francese, girovagando per l’Europa ci sono anche l’ex Serie A Budimir, i brasiliani Raphinha e Matheus Cunha ed il bomber del Borussia Dortmund Guirassy. Al 20° posto in solitaria si trova l’ex Milan Krzysztof Piatek.
Classifica scarpa d’oro: dal 19°all’ 11° posto
Di seguito troviamo con 28 punti in parità i due inglesi Cole Palmer e Mason Greenwood. Più avanti alla 13° posizione ecco il turno del primo italiano ovvero Kean, con 30 punti totalizzati fin ora, che fa gruppo con l’ex Roma Patrick Schik e Mbeumo del Brentford.
Top 10: Retegui insegue Salah
-10 Kylian Mbappé (Real Madrid/Spagna)= 17 gol, 34 punti
– 10 Ousmane Dembelé (PSG/Francia)= 17 gol, 34 punti
-9 Viktor Gyokeres (Sporting CP/Portogallo)= 23 gol, 34,5 punti
-7 Chris Wood (Nottingham Forest/Inghilterra)=18 gol, 36 punti
-7 Omar Marmoush ( Eintracht/Germania e Manchester City/Inghilterra)= 18 gol, 36 punti
-5 Erling Haaland (Manchester City/Inghilterra)= 19 gol, 38 punti
-5 Alexander Isak (Newcastle/Inghilterra)= 19 gol, 38 punti
-4 Robert Lewandowski (Barcellona/Spagna)= 20 gol, 40 punti
-2 Harry Kane (Bayern Monaco/Germania)= 21 gol, 42 punti
-2 Mateo Retegui (Atalanta/Italia)= 21 gol, 42 punti
-1 Mohamed Salah (Liverpool/Inghilterra)= 25 gol, 50 punti

Mohamed Salah #11 of Liverpool gives his team instructions during the Premier League match Liverpool vs Fulham at Anfield, Liverpool, United Kingdom, 3rd December 2023
(Photo by Mark Cosgrove/News Images)
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Caso Dani Alves: la procura ricorre alla Corte Suprema

Il Tribunale della Catalogna assolve l’ex calciatore Dani Alves, ma la battaglia legale continua.
Venerdì scorso, il Tribunale Superiore di Giustizia della Catalogna (TSCJ) ha assolto Dani Alves dall’accusa di aggressione sessuale, ribaltando la condanna emessa in primo grado. L’ex terzino brasiliano di Barcellona, Juventus e PSG era stato inizialmente condannato a 4 anni e 6 mesi di carcere, ma la nuova sentenza ha annullato la pena per insufficienza di prove. La decisione è stata accolta con grande soddisfazione dall’avvocato del 41enne, Irene Guardiola, che ha dichiarato: “Siamo felici, è innocente, la giustizia ha agito. È stato molto emozionante, è stata fatta giustizia”.
Le richieste della Procura e della parte civile
Mentre la difesa di Alves puntava all’assoluzione totale, la Procura della Catalogna aveva chiesto un aggravamento della pena fino a 9 anni di reclusione, mentre la parte civile aveva sollecitato un aumento a 12 anni. Tuttavia, il TSCJ ha stabilito all’unanimità che non vi erano prove sufficienti per confermare l’accusa di aggressione sessuale.
Nelle motivazioni della sentenza, il Tribunale ha sottolineato la mancanza di affidabilità della testimonianza principale e l’assenza di riscontri oggettivi che potessero confermare le accuse.
Il ricorso alla Corte Suprema e gli scenari futuri per Dani Alves
Nonostante l’assoluzione, il caso non è ancora giunto a una conclusione definitiva. Oggi, la Procura della Catalogna ha annunciato l’intenzione di presentare ricorso alla Corte Suprema spagnola contro la sentenza del TSCJ. Qualora il ricorso venisse accolto, la Corte Suprema potrebbe confermare l’assoluzione o, in alternativa, annullarla e ripristinare la condanna iniziale a quattro anni e sei mesi di carcere.
Secondo quanto riportato da Marca, il nuovo giudizio si baserà sull’eventuale rilevazione di vizi procedurali o errori di valutazione da parte del TSCJ. Se la Corte Suprema ritenesse che il Tribunale della Catalogna non abbia esaminato correttamente le prove o abbia sottovalutato elementi chiave, la condanna potrebbe essere nuovamente applicata.
Dall’altra parte, il tribunale catalano ha giustificato la propria decisione evidenziando l’inaffidabilità della testimonianza principale e la mancanza di prove che potessero dimostrare con certezza l’accusa di penetrazione non consensuale. Secondo la sentenza, molte delle affermazioni dell’accusatrice non hanno trovato riscontro nelle indagini, e il Tribunale di primo grado avrebbe trascurato di verificare a fondo tali incongruenze.
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Morte Maradona: la perizia non ha rilevato nessuna traccia tossicologica

Durante l’ultima udienza del processo che vede imputati sette operatori sanitari con l’accusa di omicidio colposo nei confronti di Diego Armando Maradona, gli esperti forensi hanno rivelato i risultati tossicologici dell’autopsia, confermando l’assenza di tracce di alcol e droghe nel corpo dell’argentino.
Nell’ultima udienza sono emersi dettagli specifici relativi alla morte di Diego Armando Maradona, morto il 25 novembre 2020 per cause ancora ignote di cui attraverso l’autopsia nessuna traccia tossicologica legata ad alcool e droghe è stata rilevata, bensì gli esperti forensi rilevano fino a 12 ore di agonia per il calciatore argentino.
Diego Armando Maradona, l’autopsia
“Non c’erano tracce di droghe o alcol nel sangue di Diego Armando Maradona al momento della morte, il 25 novembre del 2020″: ad affermarlo, nel corso dell’ultima udienza che vede imputato l’intero staff medico che aveva in cura l’ex calciatore, i medici legali che hanno eseguito l’autopsia sul corpo dell’argentino. A riportare le dichiarazioni l’Ansa che poi ha aggiunto le dichiarazioni del biochimico Ezequiel Ventosi: “Nessuno dei quattro campioni ha rivelato tracce di alcol, cocaina, marijuana, mdma, ecstasy o anfetamina.”
Ad essere presenti invece nel sangue del erano cinque sostanze corrispondenti a farmaci antidepressivi, antiepilettici, antipsicotici e antinausea. Secondo quanto riferito dalla patologa Silvana de Piero, nel fegato dell’ex calciatore c’erano segni compatibili con la cirrosi e segni di un’insufficenza renale, cardiaca e polmonare. Inoltre, l’esperto forense ha dichiarato il cuore era significativamente ingrossato, pesava 503 grammi rispetto al peso medio di 250-300 grammi. Secondo l’accusa, i sette professionisti imputati nel caso: un neurochirurgo, uno psichiatra, uno psicologo, medici e infermieri, non gli avrebbero fornito cure adeguate tali da aver contribuito alla sua morte.
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Quanto pesa il Napoli nelle finanze De Laurentiis?

Il Napoli sta aiutando le finanze del proprio patron Aurelio De Laurentiis anche grazie alle buonissime prestazioni del club.
E’ proprio vero che il patron e la squadra hanno un legame a doppia mandata dove l’uno nutre o affama l’altra e viceversa. E’ certamente il caso del Napoli – società calcistica – sotto il controllo di De Laurentiis che sta incidendo sulle casse della sua casa di produzione.
La FilmAuro (di proprietà di De Laurentiis) ha visto – per il secondo anno di fila – un incremento degli utili. Nello specifico, lo dice Calcio e Finanza, ha chiuso il bilancio al 30 giugno 2024 con un risultato positivo per 57 milioni di euro.

GIOVANNI SIMEONE, LEONARDO SPINAZZOLA E PASQUALE MAZZOCCHI RAMMARICATI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Diamo un po’ di cifre sull’incidenza del Napoli nella società del patron
A far lievitare gli utili della holding sembrerebbero essere stati soprattutto il fatturato della società calcistica partenopea che ha avuto (nella stagione 2023/24) un bilancio in positivo di 63 milioni di euro.
Va detto che, oltre al Napoli, De Laurentiis controlla anche la società del Bari.
Però, a livello consolidato, il trend cambia e si ribalta: infatti, proprio la società SSC Napoli ha inciso negativamente passando da 394,1 milioni di euro a 364,3 milioni di euro (di patrimonio consolidato) dal 2023 a questa stagione.
Questo è stato conseguenza dei mancati introiti percepiti dai ricavi provenienti dalla commercializzazione dei diritti media relativi sia alla partecipazione alle competizioni nazionali ed internazionali. Oltre che, ai minori ricavi del botteghino e minori plusvalenze dal mercato di alcuni calciatori.
Calcio e Finanza entra nel dettaglio e dice che i ricavi di De Laurentiis è stato (tra parentesi i valori al 30 giugno 2023):
- 8,4 milioni di euro per attività cinematografica (vs 9,54 milioni di euro),
- 2,2 milioni di euro per attività teatrali e performative (vs 970.000 euro),
- 335,8 milioni di euro per mondo calcio (vs 364,64 milioni),
- 150.000 euro per sfruttamento musicale ( vs 270.0000 euro),
- 17, 65 milioni di euro per altre voci (vs 18,18 milioni di euro).
E, nello specifico, la voce calcistica pesa al 92,2 % sul calo.
Questo non è, però, motivo di preoccupazione circa il futuro di Aurelio De Laurentiis nella vita del club partenopeo. Il loro rapporto sembra più solido che mai.
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