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Scommessopoli: parla un Re senza Corona

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Scommesse

Scommessopoli: da non crederci, è successo di nuovo. Il Re dei paparazzi torna sotto i riflettori e Pantalone paga, 34.000 mila euro per comparsate televisive senza grandi ascolti. Ecco a voi il Re senza Corona, cos’ha detto e perché è importante, nonostante tutto.

Fabrizio Corona torna a far parlare di sé dopo i numerosi scandali e la condanna definitiva subita qualche anno fa. Questa volta si parla di scommesse ma non di scommettitori qualunque. Stiamo parlando di pezzi grossi, giocatori di calcio a cui, per legge, è vietato scommettere.

Fagioli

Fagioli scommessopoli

Chi sono? Partiamo da Fagioli, autodenunciatosi e ha patteggiato una condanna a sette mesi lontano dai campi più cinque riabilitativi a parlare nelle scuole di ludopatia, e da Tonali, che ha seguito le orme dello juventino ed è in cura presso uno psichiatra del Gemelli. E adesso? Non è mica finita …

Corona ha parlato in televisione ma è stato censurato quando ha parlato di Zaniolo e di altri tre calciatori di Serie A coinvolti nello scandalo. Mettiamo sotto i riflettori Fagioli, che la madre aveva cercato di fermare, e Tonali, un campione dentro e fuori del campo di cui tutti si sono chiesti: perché scommette?

Fagioli ha cominciato a giocare sul tennis, cifre di alcune migliaia di euro che gli hanno causato diversi debiti e pesanti minacce (“Ti spezzo le gambe”). A quel punto, per cercare di recuperare, ha cominciato a scommettere sul calcio e la madre, preoccupata, gli ha bloccato i conti. Cosa fa il buon Nicolò, si ferma? Macché!

Comincia a chiedere soldi in prestito agli amici con la scusa di dover comparare un orologio, in realtà sappiamo tutti a cosa gli servivano. Viene scoperto a seguito di un indagine partita da pesanti sospetti su scommesse tramite siti illegali, viene interrogato dalla Procura, si autodenuncia e patteggia la pena. 

Finita? No! Arriva Fabrizio Corona imbeccato da Maurizio Petra, scommettitore importante di 59 anni, ex carcerato con dodici anni di galera nel curriculum e zio di un ex interista di Mourinho, Antonio Esposito, che gli fornisce i nomi giusti.

A quel punto scoppia lo scandalo, il Re dei paparazzi torna sotto i riflettori, la Procura è costretta a correre a Coverciano, dove la Nazionale italiana era in ritiro in vista delle sfide contro Malta e Inghilterra, e interroga Zaniolo e Tonali, ai quali viene sequestrato il cellullare.

Tonali finirà per autodenunciarsi, ma perché scommette? Il suo psichiatra comincia a parlare di rito scaramantico, di un piacere giusto per provare un brivido, poi diventa un obbligo, un qualcosa di cui non si può più fare a meno, una malattia molto pericolosa, la famigerata ludopatia. Tonali è malato, gioca anche sul Milan, è un soggetto pericoloso per questo, perché questa malattia scava l’anima, rende irriconoscibili, spinge a far di tutto pur di giocare.

E Corona? Va avanti, spinge sull’acceleratore, coinvolge Zalewski – un nome che poi ammetterà di essersi inventato – El Sharawi e Casale – il cui avvocato minaccia querela per diffamazione.

Il Re dei paparazzi fa in tutto dodici nomi, ma in realtà sono una ventina i nomi coinvolti. Lo scandalo fa tremare il calcio italiano, è qualcosa di inaudito, Corona dice il vero su tutti o è guidato da simpatie e antipatie? Cosa l’ha spinto realmente a parlare?

La Procura è dovuta intervenire in tutta fretta per chiudere rapidamente il caso, giacché era diventato di pubblico dominio, ma cosa c’è dietro davvero a tutta questa storia? O meglio, chi? E perché? La telenovela continua, au revoir!

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Juventus-Inter, Conceiçao entra in un club esclusivo

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Juventus-Inter, Francisco Conceiçao

Con il gol realizzato durante la partita Juventus-Inter, il giovane attaccante Francisco Conceiçao entra in un club che vede all’attivo solo tre membri in totale.

Il figlio d’arte di Sergio Conceiçao, infatti, è diventato il terzo calciatore portoghese a riuscire a segnare una rete all’Inter indossando la maglia della Juventus.

Come evidenziato da Opta, prima del numero 7 bianconero, ci erano riusciti soltanto Cristiano Ronaldo, autore di due gol tra il 2019 e il 2021, e Rui Gil Barros, autore di un gol nel 1989.

Quello di stasera, per Francisco Conceiçao, è stato il terzo gol in maglia bianconera, dopo le reti realizzate contro il Genoa e l’Empoli, rispettivamente a settembre e a inizio febbraio.

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Parma-Roma, Ranieri: “Il Parma? Pensavo fosse una squadra più nervosa”

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Parma-Roma, Claudio Ranieri

Al termine del match Parma-Roma, ha parlato in conferenza stampa il tecnico giallorosso Claudio Ranieri: ecco cos’ha detto.

Parma-Roma, la conferenza stampa di Claudio Ranieri

Come avete gestito l’uomo in più? Andava chiusa prima?
“L’abbiamo gestita bene ma dovevamo far gol, non rischiare con un episodio di pareggiare una partita in pieno controllo. Eravamo undici contro dieci, non siamo riusciti a raddoppiare per demeriti nostri e grandi meriti del loro portiere. Sono un po’ amareggiato ma forse vedendo la classifica sarò un po’ più contento”.

Cosa ne pensa della prova di Gourna-Douath?
“L’idea era di bloccare Bernabé, doveva poi attaccare ed inserirsi e lo ha fatto abbastanza bene. Non potendolo allenare al meglio ancora non ha novanta minuti, aveva un po’ di crampi. Salah ha fatto una buona partita, dobbiamo servirlo meglio, ad Angelino vengono serviti più palloni. Ha fatto una buona gara, ci da sicurezza e tranquillità”.

Era Bernabé che la preoccupava?
“Mi preoccupavano le frecce in attacco, ma le lancia Bernabé. Per questo ho voluto impedirgli di giocare”.

Cosa temeva del Parma?
“Mi aspettavo questa partita, abbiamo il tallone d’Achille delle ripartenze avversarie. Ci stiamo allenando tantissimo, spero riusciremo a risolvere anche perché giovedì affrontiamo una squadra molto forte in questo”.

Come ha visto il Parma?
“Son sincero, pensavo fosse una squadra più nervosa. Il pubblico gli sta dietro, la aiuta e non mollano. E’ importante crederci, quando arrivai io a Parma ci credevamo. Se questi ragazzi ci credono ci arriveranno”.

Qual è la cura che le permise di salvarsi con il Parma?
“Sono arrivato che eravamo ultimi, peggio di così non si poteva fare. La cura è crederci e allenarsi bene, da quel che ho visto oggi è così, poi non li conosco. Quando perdi le partite rischi di far affiorare il nervosismo, oggi non l’ho visto, mi son sembrati bravi ragazzi. Così ce la faranno”.

Si aspettava mosse a sorpresa di Pecchia?
“Non mi aspettavo mosse a sorpresa, magari solo una mezzala più riflessiva che potesse dare una mano a Bernabé nelle nostre ripartenze. Invece ha giocato con le mezzali a tutto campo, ma la abbiamo gestita bene”.

Vi siete dati un obiettivo particolare?
“Io credo nel lavoro, da quando sono arrivato l’ho detto. Non mi piace promettere ma lavorare. Non so cosa potremo fare ma i tifosi devono esser sicuri daremo il massimo. Non ho titolari, quando giochi anche in Europa devi far così.

Mi auguro di continuare così per dare libertà a tutti di esprimersi. Facciamo del nostro meglio in ogni partita, esigo sempre la prestazione. Poi il risultati è figlio degli episodi, ma bisogna sempre dare il massimo che si ha. Quello mi soddisfa”.

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Club Bruges, frenata in campionato in vista della Champions

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Young Boys-Stella Rossa

Club Bruges, solo un pareggio con il Saint-Truiden per la prossima avversaria della Dea ai playoff di Champions League. Hayen ammette la stanchezza della squadra.

Dopo la sofferta vittoria in Champions League contro l’Atalanta, il Bruges rallenta in campionato, fermato sul 2-2 dal Saint-Truiden, terz’ultimo in classifica. La squadra di Nicky Hayen, avanti 2-0, ha subito la rimonta nel finale, evidenziando segnali di stanchezza a pochi giorni dal ritorno contro i bergamaschi.

Club Bruges, le parole di Hayen

Nonostante un turnover minimo – solo Vetlesen e Nilsson in campo al posto di Nwadike e Talbi – il tecnico ha ammesso le difficoltà fisiche e mentali dei suoi: “C’era fatica nella squadra, troppe imperfezioni e scelte sbagliate”. Tuttavia, Hayen sottolinea come anche altre squadre di Champions, inclusa l’Atalanta, abbiano perso punti nel weekend. Il Bruges dovrà ritrovare energie e concentrazione in vista del match decisivo con la Dea consapevole del fatto che il 2-1 sia un risultato che rende ancora tutto possibile.

Club Bruges

L’URLO DI GIAN PIERO GASPERINI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

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