Le interviste
ESCLUSIVA – Pellissier: “Stavo per lasciare il Chievo per questo motivo”
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Sergio Pellissier, ex attaccante bandiera del Chievo Verona, é stato intervistato dalla redazione di Calciostyle.it
Una carriera straordinaria, una delle ultime bandiere del calcio italiano, Sergio Pellissier ha rappresentato la storia veronese.
Dal 2002 al 2019 in forza al club Veneto, Pellissier ha scritto pagine indelebili della storia del club, vantando 134 gol in 496 presenze con la maglia del suo Chievo Verona.
L’incommensurabile carriera di Sergio con la maglietta gialla come seconda pelle, ha lasciato il segno in maniera così impattante da far ritirare la maglia con il suo numero 31 alla società veronese, convinta che le sue gesta vadano conservate negli annali del calcio e che quel 31 appartenga e apparterrà per sempre allo storico bomber.
Face to face con Sergio Pellissier
Buongiorno Pellissier, é un onore averla qui. Le chiedo inizialmente un parere sul percorso dell’Italia fin qui.
“L’eliminazione della Francia contro la Svizzera ha mostrato come in questo Europeo tutto sia possibile. L’Italia sta facendo un grandissimo percorso e questo é sicuramente merito di mister Mancini. Gli azzurri hanno sicuramente giocatori molto validi, ma la forza preponderante di questa squadra é il gruppo, coeso e sempre unito”.
Primatista per presenza con il Chievo Verona, cosa l’ha spinto a rimanere nel club veronese nonostante le molteplici offerte arrivate negli anni?
“Vari fattori hanno fatto si che restassi così tanto tempo al Verona. Sicuramente il fatto che sono un uomo abitudinario ha contribuito. Dove mi trovo bene riesco ad esprimere il meglio di me in campo. La fiducia che mi é stata dimostrata negli anni é stata sicuramente un altro fattore importante. Ci metto poi la possibilità che avevo di stabilire record con questa maglia, motivo che mi rendeva orgoglioso di continuare a restare al Chievo”.
C’è stato un momento in cui è stato veramente vicino a lasciare Verona ?
“Ricordo il 2009. In quell’anno fui veramente vicino al passaggio nel Napoli, che mi voleva fortemente. Ci sono stati successivamente altri episodi in cui squadre anche importanti volevano prendermi, ma la società ha sempre deciso di farmi restare, considerandomi un giocatore incedibile”.
Qual è stato il momento più bello passato durante la lunga carriera al Chievo e quale invece il meno piacevole?
“Partendo dal più bello, penso sia senza dubbio l’attestato di fiducia della società, capace di incoronarmi capitano dopo una brutta retrocessione. Da lì siamo subito ritornati in Serie A e abbiamo ottenuto una salvezza straordinaria nell’anno seguente, con la chiamata della nazionale che mi ha riempito d’orgoglio. Il meno piacevole é sicuramente l’esser stato messo in disparte dalla società negli ultimi due anni, perché ritenuto troppo anziano. É stato un duro colpo e penso che giocatori che hanno rappresentato tantissimo come io ho rappresentato per il Verona debbano avere il diritto di decidere loro come e quando smettere”.
Ritiene che in futuro possano esserci nuovi calciatori bandiere dei propri club?
“Non penso. I giocatori giovani eviteranno di rimanere per sempre nei loro club, in quanto anche loro hanno subito gli effetti dei comportamenti non meritocratici che abbiamo subito noi bandiere. Pertanto ritengo che i giovani, coscienti di questo, non saranno nuove bandiere, ma tenderanno a cambiare squadra”.
Chiudo chiedendole: cosa c’è nel futuro di Sergio Pellissier?
“Voglio sicuramente fare il direttore sportivo. Ho studiato e ho preso il patentino per svolgere in regola questo lavoro. Dopo l’addio al Verona mi sto guardando attorno, con qualche interesse che é già arrivato. Certo é che avrei voluto imparare questo ruolo con qualcuno al mio fianco nella mia prima esperienza come ds del Verona, mentre invece ho dovuto prendere spunto da altri direttori di altre squadre”.
Le interviste
ESCLUSIVA CS – Rijeka, Djalovic: “Cannavaro e Gattuso grandi allenatori, ma noi puntiamo al titolo”
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La nostra redazione ha avuto l’onore e il piace di intervistare Radomir Djalovic, allenatore del Rijeka, attualmente primo in classifica in Croazia.
La redazione di Calciostyle ha avuto l’opportunità di intervistare Radomir Djalovic, ex attaccante montenegrino che, dopo due anni trascorsi da vice-allenatore, ad agosto scorso è stato scelto come guida tecnica del Rijeka.
Scelta che, almeno fino a questo momento, ha ampiamente ripagato, visto il primo posto in classifica nel campionato croato. Con lui abbiamo parlato del rendimento della squadra ma anche degli allenatori nostrani emigrati in Croazia.
Esclusiva CS – Rijeka, le parole di Djalovic
Il Rijeka occupa la posizione di leader nel campionato croato nonostante il fatto che si combattano due grandi allenatori italiani Gennaro Gattuso (Hajduk) e Fabio Cannavaro (Dinamo Zagabria). È vero che il budget annuale del Rijeka è di 15 milioni di euro, dell’Hajduk di 50 milioni e della Dinamo di 60 milioni? Come riesci a combatterli?
È vero che i budget di Dinamo e Hajduk sono 6, 7 volte più grandi dei nostri, ma a volte, anche se i soldi sono molto importanti, non sono decisivi. Cerchiamo con un grande lavoro di creare un clima familiare in cui i giocatori danno il massimo, insieme ai nostri tifosi, per lottare con loro, e per ora sta andando bene.
Chi è il tuo più grande rivale in questa stagione, Gennaro Gattuso o Fabio Cannavaro?
Sono entrambi bravissimi allenatori, come dimostrano i loro risultati, ed entrambi sono rivali nella corsa al titolo, a pari merito si potrebbe dire.
Pensi che i due allenatori italiani abbiano portato lo stile di calcio italiano nei due più grandi club croati?
Sì, entrambi hanno portato uno stile italiano riconoscibile in Croazia, e i loro risultati dimostrano che sono allenatori bravi e di grande successo.
Speri di poter ancora vincere il titolo?
Lo spero. anche se questo è il mio primo lavoro da allenatore, ma sarebbe bellissimo riuscire a superare entrambi e riuscire a festeggiare alla fine. Noi ci crediamo, anche se ci siamo indeboliti perché abbiamo venduto 3 dei nostri migliori giocatori una settimana fa. Una cosa è certa: non ci arrenderemo e lotteremo fino alla fine.
Hai mai pensato di allenare un club italiano?
Certo. Sono ancora giovane, ma sarebbe un onore e un privilegio lavorare in Italia in futuro.
Le interviste
ESCLUSIVA CS – Mauro Scarino: “Serata all’insegna del calciomercato, il Gran Galà del Calcio…”
![Mauro Scarino](http://www.calciostyle.it/wp-content/uploads/2025/02/Mauro-Scavino.jpg)
Mauro Scarino, organizzatore dell’Adicosp, ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni per l’ultimo giorno di calciomercato all’evento all’hotel Hilton di Roma.
Mauro Scarino è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni nell’ultima giornata di calciomercato direttamente dall’evento organizzato dall’Adicosp, associazione italiana direttori e collaboratori sportivi, all’hotel Hilton EUR La Lama proprio per le ultime trattative della sessione invernale.
ESCLUSIVA CS – Le parole di Mauro Scarino
“Questa è una serata all’insegna del calciomercato, che comprende tutta la Serie A e anche il calcio internazionale. Questo tipo di evento all’Hilton comincia a prendere sempre più piede, vediamo una partecipazione sempre più ampia da parte delle persone persone. Una serata importante anche per il gruppo dell’Adicosp che si sacrifica ogni anno per organizzare questi eventi in cui siamo tutti presenti.”
Cosa dobbiamo aspettarci per i prossimi eventi Adicosp?
“Con il presidente Morrone si cercherà sempre di organizzare eventi importanti. La sua presenza è molto fondamentale in quanto è una persona che per impegno e per serietà non si trova facilmente in giro. Il gruppo continuerà ad andare avanti cercando di migliorare le situazioni in questi eventi in cui l’affluenza di pubblico è enorme.
Il Gran Galà del Calcio è un evento molto bello in cui partecipano anche persone, all’interno del mondo calcistico, di spicco. Dietro c’è sempre un’organizzazione fatta ai minimi dettagli, con accuratezza per tutte le situazioni. Ogni anno comunque si spera sempre di migliorare l’esperienza e di andare sempre avanti.”
Colpo del mercato?
“Sicuramente può essere quello di Joao Felix al Milan.”
Ranieri ha dato la scossa alla Roma?
“Ranieri ha sicuramente dato una scossa importante alla squadra giallorossa, in quanto il gruppo, rispetto a prima, ha acquisito più sicurezza. Lo abbiamo visto nella partita contro il Napoli in cui la Roma ha fatto una bellissima partita e, nonostante sia andato in svantaggio, è riuscita a recuperare facendo un bellissimo secondo tempo impegnando il Napoli in diverse azioni. Credo che la Roma punterà sul rinnovo in panchina di Ranieri.”
Intervista completa sul nostro canale Youtube
Le interviste
ESCLUSIVA CS e OC – Repice: “Alla Roma Claudio Ranieri presidente o plenipotenziario”
![Roma](http://www.calciostyle.it/wp-content/uploads/2025/01/ranieri-europa-league.jpg)
In diretta su Officine Calcio abbiamo fatto una chiacchierata con Francesco Repice, uno dei radiocronisti più noti in Italia.
Con Francesco Repice abbiamo parlato della sua Roma e del valore della radiocronaca oggi.
Officine Calcio, l’intervento di Francesco Repice
Repice sull’arrivo di Claudio Ranieri e sul suo ruolo alla Roma
“Per quello che riguarda la Roma sono stati fatti degli errori che a Trigoria hanno ammesso: errori pacchiani mostruosi. La Roma ha pagato le conseguenze, il tributo, a questi errori.
Ora è arrivato Claudio Ranieri e tutti noi sappiamo quanto potesse risultare utile il suo arrivo a Trigoria in questa fase della stagione.
Il problema è che da lui ci si aspetta qualcosa di importante: non tanto da allenatore perché non ha bisogno di dimostrare niente a nessuno, ma ci si aspetta qualcosa di importante da dirigente”.
Sul futuro allenatore giallorosso
“I tifosi della Roma quando sentono parlare di certi nomi in panchina rabbrividiscono e sperano invece che si possa chiudere nel più breve breve tempo possibile o che si possa arrivare ad allenatori che garantiscono un certo tipo di stagione, anche per come costruiscono le squadre.
Ogni riferimento a Massimiliano Allegri non è puramente casuale”.
Sulle ultime dichiarazioni di Claudio Ranieri
“Secondo me ha voluto dire due cose: la prima è che la Roma in campionato, se succede un miracolo, può conquistare una posizione di Europa League. Quindi deve arrivare in Europa da un’altra porta, dalle coppe, e in questo momento io credo che la partita con il Milan sia più importante della partita con il Napoli.
La seconda cosa, forse ancora più importante, è che ha voluto dimostrare a tutti che questa è la squadra che ha a disposizione. La vera domanda è: si viaggia ancora d’amore d’accordo o perlomeno si viaggia ancora con i medesimi obiettivi, la società e Claudio Ranieri? Perché questa è la vera domanda.
Dopodiché la Roma ha una proprietà ricchissima, potrebbe comprare giocatori stratosferici e quindi ci si aspetta che non arrivino soluzioni strane.
Ecco io quando sento parlare gli allenatori che parlano del ‘mio calcio, il calcio propositivo’, ho i brividi.
Sull’evoluzione e il valore della radiocronaca oggi
“Noi credevamo che le nuove tecnologie avrebbero ucciso il mezzo radiofonico. Quando si è imposta la rete noi credevamo che la radio sarebbe finita lì.
In realtà è successo l’esatto contrario: la radio ha moltiplicato la sua capacità di diffusione proprio grazie alle nuove tecnologie. Faccio un esempio: se io sono a Newport in Nuova Zelanda e voglio ascoltare una partita del Cosenza, la squadra della città in cui sono nato, posso benissimo farlo attraverso la rete.
C’è un altro aspetto: la televisione ti costringe a star seduto a farti lobotomizzare dalle immagini e da suoni e da parole sette giorni alla settimana 24 ore al giorno 365 giorni l’anno. La radio no: la radio ti insegue, ti consente di farti una vita, di portare a cena a tua moglie, di portare a giocare i tuoi figli, di uscire con gli amici e di fare tantissime cose.
Perché la radio ti insegue. Il metodo, e quindi la tecnica, della radiocronaca è cambiato perché dobbiamo essere, non dico competitivi perché questo è assolutamente impossibile con le piattaforme televisive, ma dobbiamo affascinare chi ci ascolta.
Io ho scelto di sudamericanizzarmi, quindi di raccontare le partite in una certa maniera ben sapendo che che chi ascolta le partite di calcio vuole disegnare nella sua mente una fotografia vuole avere un’immagine ben precisa vuole dipingere addirittura un e io cerco di farlo e la radiocronaca per questo secondo me non perderà mai il suo fascino ormai la sua potenza”.
Sulla gestione della dirigenza giallorossa
“Per me già la scelta di tornare a Claudio Ranieri è una scelta importante, che significa: ‘Guardate, noi abbiamo sbagliato, adesso cerchiamo di correre di pari’. Bisogna proseguire su quella via.
Per me la posizione di presidenza dell’AS Roma ideale sarebbe quella di Claudio Ranieri come faceva la famiglia Agnelli con Boniperti, come fece Cragnotti con Zoff.
Mettere lì qualcuno che sappia di che cosa si parla, che sappia di calcio. Poi fate scegliere a Ranieri, fate scegliere a lui. La grande intelligenza di Oaktree è stata mettere Marotta alla presidenza dell’Inter e quindi far decidere a lui.
Quando i grandi uomini dell’impresa americana, tra cui i Friedkin, che quest’anno hanno fatturato solo con la loro prima attività 15 miliardi di dollari, capiranno e si convinceranno che un uomo come Claudio Ranieri deve avere tutto in mano, allora può darsi che ritornerà qualcuno.
Può darsi che si possano fare scelte, visto che si parla più di direttori sportivi, ad esempio di Pantaleo Corvino. E se salva la squadra bisogna inginocchiarsi e inchinarsi”.
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