La Roma sembra decisamente proiettata verso il futuro, lo stesso che a lungo ha destato paura, specie all’interno della componente più viscerale della società, i tifosi. Nonostante l’inevitabile stop causato dal Covid-19, il club capitolino ha iniziato a muovere, sin da marzo, i primi passi verso la Roma che sarà, tramutando l’iniziale timore in curiosità.
Ad avviare la tessitura della tela in grado di legare a doppio filo il presente ed il futuro è stato James Pallotta, abile nel non farsi intimorire dallo stop della trattativa con Friedkin, iniettando, peraltro, nelle casse societarie un sostanzioso aumento di capitale.
Provare a dare continuità ai risultati delle manovre svolte dal numero uno giallorosso sarà compito del ds Gianluca Petrachi, che dovrà rivelarsi un dirigente adatto a costruire una squadra competitiva, contornando Fonseca di un mix di calciatori che siano in grado di far coesistere esperienza e talento.
Nella sfera semi-onirica riguardante il futuro sono soliti stagliarsi nelle nostre menti concetti assoluti contornati dall’astratto. Non fa eccezione la Roma che nel proprio avvenire, da ormai diversi anni, ha nello stadio di proprietà il suo più grande desiderio che ora, però, appare più realizzabile.
Dopo più di tremila giorni dalla presentazione del progetto, la situazione inerente al nuovo stadio che dovrebbe avere sede a Tor di Valle sembra essersi sbrogliata. Stando a quanto trapelato nel corso della giornata odierna il piano riguardante quella che sarà la nuova casa della Roma e dei propri tifosi inizia realmente a prendere forma e sarà destinato ad evolversi indipendentemente da chi siederà sulla poltrona da presidente. Lo sblocco della vicenda è parzialmente dovuto all’allontanamento dalla trattativa, causa pandemia, da parte di Vitek, imprenditore edile ceco che avrebbe dovuto acquistare il terreno sul quale sorgerà l’impianto.
In questo modo intorno al tavolo del negoziato si siederanno solamente tre elementi: la Roma, un esponente della Sais, società di proprietà della famiglia Papalia che aveva venduto il terreno a Parnasi, arrestato nel 2018, non ricevendo in cambio dallo stesso la totalità della cifra pattuita, e la famiglia Papalia, in modo tale da abbassare notevolmente il rischio di speculazioni. Il futuro va delineandosi sempre più e la Roma sembra essere padrona del proprio.
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