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Szczesny-Allegri: l’episodio di Siviglia

In un’intervista rilasciata allo Youtuber Luca Toselli, Szczesny ha scherzato ricordando l’episodio di Siviglia avvenuto con Massimiliano Allegri.
Wojciech Szczesny e Massimiliano Allegri hanno sempre avuto un rapporto forte e duraturo: cinque anni complessivi insieme e tanti trofei messi in bacheca.
In questa sessione di mercato estiva hanno lasciato entrambi la Juventus, non senza qualche strascico polemico: da parte dell’allenatore livornese che da parte di chi non ha completamente digerito il trattamento riservato dalla società al portiere polacco.
E proprio di Allegri ha parlato Szczesny nell’intervista rilasciata al canale YouTube di Luca Toselli.
“Lo ha detto Allegri”
Il polacco ha ricordato un episodio risalente a Siviglia-Juventus, semifinale di ritorno dell’Europa League 2022/2023:
“Lo ha detto Allegri, io non parlo bene l’italiano. Cosa devo dire?”.
L’accaduto di Siviglia
Dopo la sconfitta di Siviglia, che ha portato all’eliminazione dei bianconeri dall’Europa League, Szczesny si era presentato davanti ai microfoni commentando la prestazione della Juventus: “Se faccio tante parate non è un buon segnale”.
Una volta saputo delle dichiarazioni del proprio portiere, Allegri aveva a sua volta risposto un po’ stizzito:
“Quando si gioca dopo la partita bisognerebbe stare sempre zitti. Già faccio fatica io a parlare. A caldo si possono dire cose inesatte, perché tante volte vedo le partite e la sensazione che ho dal campo può essere diversa perché c’è anche una componente emotiva forte.
La squadra a Siviglia ha fatto tutto nel migliore dei modi, siamo stati imprecisi in attacco, abbiamo concesso un goal che potevamo evitare se difendevamo meglio ma sono cose che capitano. Non c’è da spiegare niente. Io non so cos’abbia detto Szczesny, magari non conoscendo bene l’italiano ha sbagliato dei termini”.
“Una ca***ta ed è fatta”
Szczesny ricorda l’episodio in maniera molto serena
“Come l’ho vissuta? Ma no, la gente non conosce Max: lui per uscire da una domanda dice una ca***ta ed è fatta”.
Successivamente, l’ex portiere bianconero, ha spiegato il motivo di quelle dichiarazioni:
“Io non ho criticato il mister a Siviglia, ho criticato la squadra: noi abbiamo approcciato quella partita in modo pessimo. Vincere l’Europa League sarebbe stato un traguardo incredibile.
E se non hai il carattere di arrivare a una partita così importante con la gioia di giocarcela, non di difendere il risultato, fare 0-0 e magari poi passare ai rigori… Devi approcciarla con l’idea di vincerla, perché tu sei la Juventus e devi vincere il trofeo”.
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FIGC su Prandelli DT: “Assetto attuale non si tocca””

La FIGC smentisce le possibilità secondo cui Cesare Prandelli potesse entrare nell’organigramma della Nazionale come Direttore Tecnico.
Momenti concitati in Federazione: nelle ultime ore sono circolate voci che volevano l’ex allenatore della Nazionale Italiana Cesare Prandelli dentro l’assetto dell’Italia nella figura di Direttore Tecnico.

IL PRESIDENTE DELLA FIGC GABRIELE GRAVINA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Le parole della FIGC
“La Figc non ha in programma di nominare un direttore tecnico. L’assetto attuale con Luciano Spalletti Commisario Tecnico, Maurizio Viscidi Cordinatore delle Nazionali giovanili e Gianluigi Buffon sempre più coinvolto nel Club Italia offre piena garanzia per il presente e per il futuro”.
Il virgolettato, scrive l’agenzia LaPresse è da attribuire a fonti della Federazione Italiana.
La Federcalcio quindi smentisce l’ipotesi filtrata in giornata dalle colonne de La Gazzetta dello Sport, circa una possibile futura nomina di Cesare Prandelli quale direttore tecnico della Nazionale.
Poi da Via Allegri, come riporta l’agenzia, hanno proseguito dicendo: “Peraltro nel programma di Gravina è previsto un innovativo progetto che unisce le competenze di Settore Tecnico, Settore Giovanile e Scolastico e Club Italia”.
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Italia, oriundi: Jorginho oggi non avrebbe ottenuto la cittadinanza

Italia-oriundi: cambia la situazione per gli oriundi. Alcuni giocatori ad oggi non avrebbero ottenuto la cittadinanza. Ecco i dettagli:
La normativa per l’ottenimento del passaporto italiano cambia. Se in passato molti giocatori, grazie a legami più o meno stretti, sono riusciti a ottenere la cittadinanza italiana e, di conseguenza, a vestire la maglia della Nazionale, oggi non sarà più così facile. D’ora in poi, infatti, sarà strettamente necessario avere almeno un genitore o un nonno di nazionalità italiana per poter ottenere la cittadinanza.
Negli ultimi anni, giocatori come Thiago Motta, Éder e Jorginho hanno indossato la maglia della Nazionale italiana senza particolari ostacoli, nonostante alcuni di loro avessero già rappresentato altre nazionali, come nel caso di Thiago Motta con il Brasile. Tuttavia, con le nuove regole ciò non sarebbe stato più possibile. Poichè a differenza dell’attuale capocannoniere del campionato, Mateo Retegui, che può vantare un nonno nato in Sicilia, questi giocatori non avevano legami familiari diretti con origini italiane, rendendo la loro eleggibilità non conforme alle attuali restrizioni.
Gli oriundi in Italia
Da Camoranesi a Retegui, passando per Éder e Thiago Motta, è interessante immaginare come sarebbero cambiate le carriere di questi giocatori senza il passaporto italiano. Per molti di loro, ottenere la cittadinanza italiana ha rappresentato una svolta cruciale, consentendo non solo di vestire la maglia della Nazionale, ma anche di costruire una carriera fortemente legata al nostro Paese.
Se da un lato la presenza di Fàbregas sulla panchina del Como potrebbe essere facilmente paragonata a quella di Motta, in virtù del fatto che entrambi sono nati all’estero e hanno avuto una carriera di alto livello, vestendo maglie prestigiose come quelle di Barcellona, Liverpool e PSG, ciò potrebbe costituire una conferma del fatto che, anche se Motta non avesse mai indossato la maglia dell’Inter o rappresentato la Nazionale italiana – per di più con il numero 10 sulle spalle – avrebbe comunque avuto buone possibilità di ottenere una panchina in una squadra italiana.
Storia diversa invece per Camoranesi, che ad esempio ha avuto una carriera straordinaria, culminata con la vittoria del Mondiale 2006, ma senza il passaporto italiano non avrebbe potuto scrivere il suo nome nella storia del calcio azzurro. Stesso discorso anche Per Éder, il cui passaporto italiano gli ha spalancato le porte per rappresentare la nazionale italiana e vivere momenti memorabili, come il gol decisivo contro la Svezia a Euro 2016.
Infine, Mateo Retegui, grazie al nonno nato in Sicilia, si trova in una situazione diversa: il suo legame con l’Italia è diretto e gli ha permesso di emergere all’interno della nostra Serie A, proseguendo la tradizione degli “oriundi” che hanno scritto pagine importanti del nostro calcio. Tuttavia, è difficile immaginare che, senza la chiamata di Mancini – che, in piena emergenza attaccanti, decise di convocare “El Chapita” – oggi figurerebbe al primo posto della statistica dei capocannonieri del campionato.
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Monza, per Izzo è finito il calvario: “La mia reazione alla sentenza? Un urlo liberatorio”

Monza, Izzo assolto pienamente per accusa di concorso in associazione camorristica “La mia reazione alla sentenza? Un urlo liberatorio, un urlo di felicità”
Dopo essere stato indagato con l’accusa di concorso esterno in associazione camorristica e frode sportiva aggravata dal metodo mafioso, a seguito della presunta alterazione della gara di Serie B della stagione 2014/2015 Modena-Avellino, Armando Izzo difensore centrale del Monza è stato pienamente assolto. La notizia, arrivata dalla Corte d’Appello di Napoli, era attesa da ben 10 anni.
Intervistato ai microfoni del TG1 sulla Rai, Il giocatore del Monza ha espresso tutta la sua felicità e il senso di liberazione:
“ La mia reazione alla sentenza? Un urlo liberatorio, un urlo di felicità. Posso dire che adesso inizia la mia vita. È stata molto dura, molto difficile: sogni in grande, ma poi c’è stata questa vicenda. Si parlava di quattro-cinque anni di carcere”.

MATTEO PESSINA IN AZIONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Il giocatore era stato indagato da ben 10 anni per la possibile alterazione della gara di Serie B della stagione 2014/2015 Modena-Avellino, ma la Corte d’appello di Napoli ha deciso così di assolvere pienamente il giocatore specificando che “il fatto non sussiste“. Queste le sue parole. “Per me era bruttissimo, anche perché ho fatto tanti sacrifici per arrivare dove sono. Un po’ mi ha segnato, ma ora è una cosa che sta alle spalle. Voglio ringraziare mia mamma, mia moglie e i miei figli. Sono stati al mio fianco in tutti questi anni
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