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Terrorismo: quando violenza e paura fermano il calcio

Terrorismo, due tifosi uccisi a Bruxelles da un’integralista islamico. Attentatore poi ucciso. Lo sport paga le conseguenze di queste azioni violente?

Da Monaco 1972 a Bruxelles 2023. Terrorismo e sport. Fermarsi o continuare. Il sangue della violenza sul campo da gioco o una pista di atletica. Solo una costante: la paura.

I fatti di Bruxelles

Lunedì sera un uomo a bordo di uno scooter ha sparato colpi di kalashnikov nel pieno centro cella capitale belga. Ha ucciso due persone, su un taxi. L’autista ferito ma non in modo grave. Erano due tifosi della Svezia.  

Infatti era in corso la partita Belgio-Svezia, valida per le qualificazioni a Euro24.

Il terrorista, presumibilmente identificato con Abdesalem Lassoued, ha poi dichiarato sui social di aver commesso il fatto per vendicare i fratelli musulmani.

Fa riferimento ai roghi di Corano fatti appunto in Svezialuglio e settembre. Per questa eventi la nazione scandinava aveva già subito altri attacchi.

E lo stadio era pieno

Una volta appresa la notizia, nello stadio Re Baldovino il clima si è fatto teso. La paura ha cominciato a serpeggiare tra gli spalti.

La partita è stata sospesa.

Verso mezzanotte la polizia ha scortato fuori tifosi, trattenuti all’interno dello stadio per motivi di sicurezza.

Il giorno dopo il presunto attentatore è stato individuato e ucciso in uno scontro a fuoco con le forze dell’ordine. Dapprima si pensava avesse agito con dei complici e per conto di organizzazione terroristiche. Poi sembrerebbe fosse un lupo solitario.

Non è la prima volta che Bruxelles viene colpita con attentati di questa matrice.

Lo sport che diventa vetrina del terrorismo: le olimpiadi.

Monaco, 5 settembre 1972. Il calcio e lo sport in generale hanno una risonanza mediatica mondiale senza eguali. Negli anni ’70 in particolar modo.

Infatti allora non c’erano i social a ramificare il messaggio e l’epoca di Al Qaeda e Bin Laden era ancora lontana. Dunque colpire le olimpiadi di Monaco si rivelò un’occasione unica e imperdibile. In quell’occasione morirono 11 atleti israeliani. La manifestazione andò avanti.

Atlanta, 27 luglio del 1996. Olimpiadi. Eric Rudolph, ultraconservatore, protesta contro una politica americana troppo progressista per i suoi gusti. E quindi pensa bene di piazzare una bomba al Centennial Olympic Park. Per fortuna una guardia se ne accorge e fa sgomberare l’area. Purtroppo comunque muore una donna. I giochi vanno avanti.

Does the show must go on?

Roma-Real Madrid, 11 settembre 2001. Alle 15:00 ora italiana due aerei dirottati da terroristi di Al-Qaeda si sono schiantati sulle Twin Towers di New York. Si parla di circa 3000 vittime. La Roma

di Capello alle 21:00 deve scendere in campo per la Champions League. Si gioca? Non si gioca? Quella sera la Uefa decide di sì. In un clima di tristezza, tensione e paura. Vince il Real Madrid 2-1 con gol di Figo e Guti. Per i giallorossi segna Totti su rigore. Le partite del giorno dopo vengono rimandate al mese successivo.

Coppa d’Africa del 2010 in Angola. Attacco da parte di un commando al pullman della nazionale del Togo. Il mezzo viene trivellato da proiettili. L’azione viene rivendicata dal Fronte di liberazione dell’enclave di Cabinda (dal 1975 lotta per l’indipendenza del territorio che si trova tra la Repubblica democratica del Congo e il Congo-Brazzaville). Muoiono l’autista del pullman, l’allenatore in seconda Hubert Velud e l’addetto stampa. Il torneo prosegue. Il club del Togo, ritornato a casa dopo la vicenda, vede recapitarsi una multa di 50mila dollari per essersi ritirato prima dell’inizio del campionato.

Il “dopo Charlie Hebdo

Parigi, 13 novembre 2015.  Vari attentati sconvolgono la capitale francese quella notte. Terroristi dell’Isis sparano sugli spettatori di un concerto al Bataclan, uccidendo 90 persone e seminando il panico nel teatro e dintorni. Altre 6 sparatorie si verificano in vari luoghi della città. Ci sono anche tre esplosioni nei pressi dello Stade de France. Si sta giocando un’amichevole tra Francia e Germania. La partita prosegue, nonostante l’esplosione abbia provocato la morte di un uomo e dell’attentatore stesso.

Israele – Argentina 6 giugno 2018. Sembrerebbe che i giocatori della nazionale argentina abbiano ricevuto minacce telefoniche. Fatto sta che la squadra sudamericana rinuncia a giocare un’amichevole contro la squadra israeliana. Inutile le insistenze del premier israeliano Benjamin Netanyahu verso il presidente argentino Mauricio Macri. L’incontro salta. Troppa paura di un attacco terroristico.

The day after

La partita Inghilterra – Italia a Wembley valida per le qualificazione a Euro24 si è regolarmente giocata. Con livelli di sicurezza altissimi, tanta tensione e un minuto di silenzio per le due vittime svedesi e quelle civili di Israele. E i Palestinesi? Ops. Incidente diplomatico. E allora giù fischi. Anche durante l’inno italiano.

Peccato. Quello stesso stadio nel 2015 fu il palcoscenico di una bellissima manifestazione di “contro-terrorismo”. Si giocava l’amichevole Inghilterra-Francia, quattro giorni dopo gli attentati. In quell’occasione lo stadio era tutto rosso bianco e blu. E un’unica voce cantava la Marsigliese.

fonte “Liberté, Égalité, Fraternité” by wltmauc is licensed under CC BY 2.0.

Il calcio sa e può essere una voce contro l’odio e la violenza.

 

 

 

 

Aggiornato al 18/10/2023 7:56

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Pubblicato da
Sara Cambi

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