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Theo Hernandez, un giocatore da recuperare: tutti i segnali che qualcosa si è rotto
Theo Hernandez, sono giorni decisamente delicati per il terzino sinistro rossonero la cui permanenza sembra essere in forte dubbio per la prossima stagione. Vediamo insieme ogni dettaglio.
La scorsa estate è stato molto vicino all’addio, diversi club europei avevano infatti bussato in Via Aldo Rossi. Tuttavia l’intercessione di Zlatan Ibrahimovic e le promesse di fare un Milan migliore avevano fatto desistere Theo Hernandez dal prendere altri tipi di decisioni.
L’inizio stentato in campionato e in Champions League hanno però riacutizzato un certo mal di pancia del francese il quale, giusto sottolinearlo, proprio esente da colpe non è.
In questi mesi abbiamo infatti visto un corollario di comportamenti che di certo non si confanno a uno dei capitani di questo Milan. Partiamo dalla risposta a Ibrahimovic il quale aveva assicurato davanti ai microfoni della stampa che Theo sarebbe rimasto (cosa che poi è successa). Il giorno dopo il giocatore aveva risposto, sempre davanti alle telecamere:” Rimango? Vedremo…“.
Veniamo poi al caso cooling break contro la Lazio. Un comportamento poi cercato di mascherare con alcune imbarazzanti parole di Giorgio Furlani il quale aveva provato a dire che si trattava di un non problema. Ma si vedeva che nel momento in cui le pronunciava, non era convinto neppure lui. In seguito a quello tuttavia non è stata presa posizione, né da parte di Paulo Fonseca e né da parte della proprietà, cosa più grave.
Veniamo al gol contro il Venezia quando zittisce il pubblico reo di averlo giustamente criticato i giorni prima per un colpevole ritardo di condizione.
Col tempo arriviamo a domenica sera contro la Fiorentina quando da non rigorista calcia (male) un rigore togliendolo letteralmente dalle mani di Christian Pulisic. A fine partita, per eccessivo nervosismo, si farà poi espellere.
Tutti segnali che non devono essere sottovalutati, ma che ci fanno capire che probabilmente in cuor suo, Theo Hernandez una decisione l’ha già presa. Ma da professionista ci aspettiamo un comportamento diverso che preveda il rispetto per i colori della maglia, dei compagni e dell’allenatore, oltre di chi ovviamente gli paga lo stipendio.
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Nuovo incarico per Klopp: sarà Global Head of Soccer della Red Bull
Jürgen Klopp ha raggiunto un accordo con la proprietà Red Bull per un nuovo incarico. Scopri con noi i dettagli e la clausola.
Dopo l’addio al Liverpool avvenuto lo scorso giugno, Jürgen Klopp aveva deciso di concedersi un periodo di riposo. Tuttavia, le insistenti avances da parte del gruppo Red Bull sembrano averlo convinto a tornare in pista già a partire da gennaio, con un nuovo e ambizioso progetto.
Il nuovo ruolo di Klopp
A partire da gennaio, Jürgen Klopp assumerà il ruolo di Global Head of Soccer per il gruppo Red Bull, diventando responsabile di tutte le squadre affiliate al progetto, tra cui RB Lipsia, New York Red Bulls e Red Bull Salisburgo. Il suo compito principale sarà sviluppare ulteriormente la filosofia calcistica condivisa da queste squadre. Inoltre, l’ex allenatore di Borussia Dortmund e Liverpool avrà un ruolo attivo nello scouting e nella selezione degli allenatori.
L’accordo prevede anche una “clausola di fuga“. Klopp potrà lasciare l’incarico in caso di offerte da parte di un top club o della federazione calcistica tedesca. Quest’ultima potrebbe infatti considerarlo un potenziale successore di Julian Nagelsmann.
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Milan, Sarri aspetta: altra spaccatura nella dirigenza | Furlani caldeggia un altro nome
Milan, una dirigenza totalmente spaccata per quanto riguarda (anche) la scelta dell’allenatore. Ancora fiducia a Fonseca, oppure drastico cambio?
Dirigenza totalmente spaccata per quanto riguarda ogni tipo di decisione in merito all’avvicendamento o meno di Paulo Fonseca. La convinzione è che il tecnico abbia completamente perso il polso all’interno dello spogliatoio, l’episodio dei calci di rigore ne è un chiarissimo segnale, ma è solo l’ultimo di una lunga serie.
Tuttavia quello che probabilmente manca è il coraggio di fare il grande passo, una sorta di ammissione di aver sbagliato che nessuno vuole fare. Avanti quindi con Fonseca? Non è detto, la dirigenza infatti in questi giorni ha parlato con gli agenti di Maurizio Sarri arrivando addirittura a un accordo di massima. Il profilo sembra essere caldeggiato da Geoffrey Moncada, mentre Zlatan Ibrahimovic vedrebbe di buon occhio il suo amico Igor Tudor.
Di un altro avviso ancora è l’Amministratore Delegato Giorgio Furlani, colui che nell’organigramma dell’AC Milan viene appena dopo Gerry Cardinale, come lui stesso ha voluto far presente pochi giorni fa. La sua idea è infatti quella di assoldare Massimiliano Allegri, tecnico catalogabile alla voce usato sicuro, che conosce a menadito gli ambienti di Milanello, che sa gestire le intemperanze e i capricci dei giocatori e soprattutto che cura maniacalmente la fase difensiva.
Chi la spunterà? Noi di Calcio Style riteniamo che Fonseca possa ancora rimanere sulla panchina rossonera. La situazione sarà però traballante e sempre in bilico visto che il tecnico sembra non avere più la fiducia di nessuno. Colpevolmente lasciato spesso solo dalla dirigenza, Fonseca proverà a giocarsi ogni carta possibile, ma prima o dopo il suo destino è segnato.
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Iniesta si ritira: “Indimenticabile il Mondiale vinto. Il Barça…”
L’ex centrocampista del Barcellona Andrés Iniesta ha annunciato ufficialmente il ritiro dal calcio giocato. Nella conferenza stampa odierna ha rivissuto molti momenti della propria carriera.
Di seguito un estratto delle sue parole.
Iniesta saluta il calcio
L’arrivo a Barcellona e l’esordio in prima squadra: “Per me il viaggio della mia vita è questo. È Fuentealbilla-Barcellona. Oggi ho la fortuna di essere con quelle persone che fecero quel viaggio con me: i miei genitori. È molto bello che quasi 30 anni dopo siamo qui, in questo momento importante e speciale. Questo viaggio racchiude tutto il lavoro, il sacrificio, l’umiltà e lo sforzo che mi hanno cambiato per sempre.
Arrivare al Barça era un sogno e mi sono concentrato sul realizzarlo. Non potevo distogliere la mia attenzione da ciò che volevo. Carlos Naval chiamò La Masía e chiese di me quando avevo 16 anni perché Serra Ferrer voleva che andassi ad allenarmi con la squadra. Tremavo tutto. È qualcosa che rimarrà sempre nella mia mente: vedere il Camp Nou, avere l’opportunità di essere lì con giocatori come Xavi, Puyol, Guardiola, Rivaldo… è stato incredibile.”
Gli allenatori: “Ho sempre detto che tutti gli allenatori hanno avuto un’influenza su di me. Non potrei mettere nessuno di loro sopra gli altri. Ovviamente non voglio dimenticare Van Gaal. Alla fine mi ha dato l’opportunità e mi ha spinto avanti per iniziare a costruire. Avrò sempre gratitudine per il coraggio che mostrò”.
La Nazionale: “L’altra mia pelle. Per me è iniziato tutto quando avevo 15 anni. Tutti quei pomeriggi di allenamento, tutti quei tornei e compagni di squadra con cui sono cresciuto fino a raggiungere il livello professionistico. Il mio percorso è un grande ringraziamento a tutte le persone che ho conosciuto.
Per me la Nazionale è un altro livello: sei scelto tra migliaia di giocatori, non posso dimenticare nessuno dei miei compagni. Una menzione speciale va a Luis Aragonés, Vicente del Bosque e Lopetegui per l’amore e il rispetto che hanno dimostrato. Tutto si riassume in una foto: quel gol al Mondiale. Ma abbiamo segnato tutti quel gol. Tutte quelle persone che hanno lottato per realizzarlo, anche Dani Jarque ci ha aiutato. Colgo l’occasione per mandare un grande abbraccio a suo padre.”
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