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Tokyo 2020, Simone Biles: “soffro di twisties”

La ventiquattrenne americana rivela i suoi disturbi e sorprende con le sue dichiarazioni.

Ha fatto discutere il ritiro di Simone Biles dopo la prima prova della gara a squadre nella ginnastica artistica. L’atleta americana si era appena esibita al volteggio quando si è accasciata al suolo in lacrime ed è stata soccorsa subito dal medico di squadra. Si è parlato subito di un problema muscolare ma la verità è un altra ed è venuta fuori oggi, quando la Biles ha rotto il silenzio decidendo di parlare dei suoi disturbi psichici. Ha dichiarato: “L’amore e il sostegno che ho ricevuto mi hanno fatto capire di valere più dei miei successi, cosa che non avrei mai creduto prima“. E ha ammesso di soffrire di twisties, improvvisi sensi di vuoto che colpiscono gli atleti durante una gara sportiva.

La Biles, pochi giorni prima della gara, aveva dichiarato su Twitter di sentire il peso del mondo sulle sue spalle e che è difficile far sembrare che la pressione non la colpisca. “Dannazione – ha scritto – le Olimpiadi non sono uno scherzo“. Insomma, per la Biles, che si è ritirata anche dalla gara individuale che si terrà il 2 agosto, si profila adesso un periodo di riabilitazione psichica. Lei che ha vinto praticamente tutto, cinque mondiali e una medaglia d’oro olimpica a Rio 2016 

nella prova a squadre, oltre ad un bronzo. Lei che da ragazzina aveva subito molestie e violenze sessuali dall’ex medico della squadra Lerry Nassar, condannato poi da 40 ai 175 anni di carcere. Lei, Simone Biles, che in patria è una star, venne ricevuta da Obama ed è spesso apparsa in televisione, contesa dalle emittenti perché simbolo nazionale, eroina americana. Lei adesso sta combattendo i suoi demoni e le auguriamo di cuore che possa riprendersi presto.

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All araund, l’America vince l’oro senza Simone Biles

Sunisa Lee (foto facebook)

Nonostante il ritiro della sua eroina, gli USA hanno vinto lo stesso la prova All araund con Sunisa Lee. L’atleta ha chiuso la gara davanti alla piccola (un metro e mezzo di statura) ma potente brasiliana Andrade e alla russa Melnikova. Le italiane Martina Maggio e Alice D’Amato chiudono al 19° e 20°. Gli USA, insomma, non hanno accusato il colpo e, nell’attesa di recuperare la loro super campionessa, continuano a fare incetta di medaglie di specialità. Chapeau, una squadra solida che si piega ma non si spezza.

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Pubblicato da
Andrea Sarli

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