Il 4 maggio è una triste data da ricordare per i tifosi del Torino e per l’umanità stessa, quella di oggi in particolar modo in quanto l’emergenza legata al Coronavirus ha condizionato la partecipazione del pubblico. Il ricordo del Grande Torino è comunque stato celebrato, come giusto che sia, da parte di tutto lo staff granata capitanato dal presidente Urbano Cairo che in mattinata, nel rispetto delle regole vigenti, ha depositato un omaggio floreale alla lapide commemorativa posta nel retro della Basilica.
Il presidente dichiara che è il quindicesimo anno che si reca a Superga, la ricorrenza è sempre molto sentita e fino allo socrso anno molto partecipata. La necessità ed il bisogno sono di ricordare quei grandi campioni ed onorarli al meglio, questo il messaggio che ha voluto lasciare in questa dolorosa giornata.
Il presidente ha voluto rilasciare una breve intervista dapprima valorizzando quello che è stato il Grande Torino, ossia una squadra che ha saputo incarnare i valori della forza uniti alla capacità ed alla voglia di riscossa che avevano gli italiani nel Dopoguerra. Cairo ha voluto fare un parallelo con la situazione odierna, e la stessa voglia di ricominciare, di ripartire, di rinascere con grande prudenza da parte di tutti gli italiani ed in seguito da parte del calcio giocato.
E’ un Urbano Cairo molto deciso sul fatto che il calcio debba ripartire, ovviamente adottando tutti i massimi sistemi di sicurezza, con protocolli sicuri al 100%. Il Presidente sostiene infatti che sia gli allenamenti che le partite di campionato siano da riprendere quanto prima, per poi pensare con serenità alla programmazione della prossima stagione.
Sulla condizione dei giocatori Cairo sostiene che la situazione non ha precdenti, i calciatori infatti sono fermi da due mesi, nonostante la società abbia loro fornito le attrezzature e programmi specializzati per mantenere una condizione ed un tono muscolare idoneo per la ripartenza. Sono previsti quindi tamponi e visite di idoneità già a partire da questa settimana per poi riuscire ad effettuare i primi allenamenti al Filadelfia, ma con un numero limitato di calciatori senza la possibilità di usare palestre e spogliatoi.
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