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Totti, Pietro Castellitto: “Ecco cosa gli ho chiesto”
Ha interpretato Francesco Totti nella serie Speravo de morì prima: Pietro Castellitto parla del suo incontro con il capitano della Roma in un’intervista.
Anche Francesco Totti ha un volto di fiction: è quello di Pietro Castellitto, che da alcuni anni lavora nel cinema come interprete e regista.
Per poter interpretare il mitico capitano della Roma, ovviamente, lo ha conosciuto.
Il Corriere della Sera ha riportato un estratto delle parole di un’intervista che gli è stata fatta nel programma di Rai Play La Conferenza Stampa.
Queste le sue parole sull’incontro con Totti: “È stata una delle mie più grandi emozioni conoscerlo. Io ci sono cresciuto e l’idea un giorno di interpretarlo mi sembrava impossibile.
Mi ha dato la sensazione di essere cresciuto, perché all’improvviso dovevo interpretare quell’uomo bellissimo. Ci siamo incontrati ad un ristorante, io ero troppo curioso di vederlo mangiare.
Io gli chiesi per quale motivo smise di tirare le punizioni di interno, come il famoso gol che fece a Toldo, e iniziò a tirarle di collo pieno, di potenza. Lui mi rispose: ‘No è troppo facile'”.
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Genoa, Zangrillo: “Martinez? Il mercato non è neppure iniziato. Su Retegui e Gudmundsson…”
Il presidente del Genoa, Alberto Zangrillo, ha parlato (a margine dell’Assemblea di Lega) del mercato della squadra ligure.
Genoa, le parole di Zangrillo
Di seguito, le parole del presidente del Genoa Alberto Zangrillo:
Gudmundsson e Retegui
❝Me li hanno appena chiesti 3-4 colleghi, ma gli ho detto che io non ho questo ruolo nel Genoa e li ho messi in contatto con il nostro direttore sportivo. Mi sembra che il nostro amministratore delegato abbia detto che noi prendiamo in valutazioni delle possibilità di scambio, ma non di svendita dei nostri gioielli.
Le vicende extra campo possono influenzare le nostre decisioni su Albert? Assolutamente no. Non so bene a cosa si riferisca, ma penso di averlo capito e dico di no. Il ragazzo è sereno ed è certificato che risolverà i dubbi al riguardo. Come ho già avuto modo di dire, è solo un giovane, seppur di 26 anni, che deve sognare.❞
Josep Martinez
❝Leggo che sarebbe tutto fatto per Martinez all’Inter, però il mercato non è ancora iniziato. La prendo come un’anticipazione. Mi dispiacerebbe molto perché è uno straordinario ragazzo, che è partito quasi per caso titolare in Serie B e ha fatto un campionato straordinario in Serie A A. E’ anche abile con i piedi: merce rara di questi tempi. Faremo del nostro meglio per agire in modo coerente e non essere la boutique di nessuno.❞
Gilardino e la nuova stagione
❝Sicuramente l’allenatore è l’anima del gruppo. E’ certificato che Ronaldo in un qualsiasi ambito non fa nulla da solo: serve il gruppo. Gilardino ha plasmato questo gruppo, è arrivato dalla Primavera facendo acquisire consapevolezza ed autostima a tutti i ragazzi che sono stati straordinari.
L’idea è quella di stare con i piedi aderentissimi per terra, come l’anno scorso, e di fare tutto passo dopo passo. Vogliamo continuare con questo bel gruppo, dando a Gilardino la possibilità di fare un buon lavoro.❞
Zanoli
❝Pare che sia un paio d’anni che cerchiamo di avvicinarci a lui. Ci sono delle alternative. A destra abbiamo un giocatore che si è comportato benissimo quest’anno, Sabelli. Poi c’è Spence, che non viene svenduto dagli inglesi, che è di grande prospettiva, fisicità e corsa. Deve confermarsi in Serie A. Zanoli ha fatto tutta la gavetta. L’unica cosa è che retrocesso nelle ultime due stagioni (ride, n.d.r.).❞
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Eriksson: Beckham, Mancini e la malattia
L’ex allenatore di Lazio e Sampdoria, Eriksson racconta come sta affrontando la malattia e come i suoi ex calciatori lo stiano aiutando in questo periodo.
La grave malattia che ha colpito l’ex allenatore di Lazio e Sampdoria, Sven Goran Eriksson, ha commosso tutto il mondo del calcio.
Lo svedese, intervistato dal ‘Telegraph‘, ha raccontato come sta affrontando questa battaglia, approfittandone per ringraziare alcuni suoi ex giocatori, che gli hanno manifestato grande solidarietà e vicinanza.
Indice
La visita di Beckham
Questo il racconto di Eriksson sull’ex campione della Nazionale inglese:
“Lo scorso fine settimana ho ricevuto la visita di Beckham. David mi ha chiamato e mi ha detto che sarebbe venuto.
Questo ti mostra chi è Beckham. Non aveva bisogno di venire qui ma voleva farlo. Ha portato sei bottiglie di vino, di cui una del 1948 che è l’anno in cui sono nato. Questo è David Beckham come lo conoscevo, una persona estremamente buona.
Ho ricevuto messaggi da molti altri giocatori dell’Inghilterra, come Rooney e Gerrard“.
La vicinanza di Roberto Mancini
Eriksson ha ringraziato pubblicamente anche l’ex CT azzurro Roberto Mancini:
“La persona che ho sentito più spesso forse è stato Mancini, è stato il capitano delle mie squadre per nove anni. Mancini e Beckham erano ottimi capitani e persone fantastiche”.
La malattia
L’ex allenatore si sofferma, anche, sulla malattia che lo ha colpito:
“Se chiedi ai medici quanto mi resta da vivere non sanno rispondere. Questo mi preoccupa? Penso che sia meglio non saperlo.
Bisogna cercare di rimanere positivi in
Non voglio sedermi sentendomi dispiaciuto per me stesso. No grazie. Non risolvi nulla così.
Giorno per giorno ci sono alti e bassi. Alcune mattine mi sveglio sentendomi come se fosse tutto quasi perfetto. E poi le altre mattine è un problema. Ma i giorni belli ci sono ancora e sto bene”.
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Fair Play for Life, la sportività trionfa al Coni
Stamattina, al Salone d’Onore del Coni, si è svolto Fair Play for Life, evento che celebra e promuove la sportività messa in atto nel quotidiano.
Un valore come la sportività, intesa in tutte le sue accezioni – cultura, educazione, non-violenza – è basilare nella pratica di ogni tipo di sport.
L’evento che si è svolto stamattina al Salone d’Onore del Coni, al Foro Italico di Roma, ne è una testimonianza: Fair Play for Life, l’evento organizzato dal Comitato Fair Play in occasione del trentennale, intende premiare coloro che, nella loro pratica lavorativa di tutti i giorni, mettono in campo i valori alla base dello sport.
L’evento si è aperto con l’esibizione della Banda dell’Esercito Italiano, che ha aperto i lavori intonando l’Inno d’Italia. Ospite d’eccezione l’Ambasciatore del Congo Henry Okemba.
Indice
Fair Play for Life, l’evento
Ad aprire l’evento il presidente del Comitato Italiano Fair Play Ruggero Alcanterini, il presidente del Coni Giovanni Malagò. In conduzione la giornalista Elisa Bernardini.
Il Comitato è nato nel 1994, lo stesso anno in cui è nato il Movimento Europeo del Fair Play, che attraversa 94 Paesi. Oggi entrambi compiono 30 anni, mentre il Fair Play mondiale ha da poco9 compiuto 60 anni.
La premiazione
La premiazione è iniziata dal ciclismo, con la presidente del Giro d’Italia d’Epoca Michela Moretti Girardello, discendente del leggendario ciclista Massimo Girardello. Il Giro d’Italia d’Epoca è una realtà volta a promuovere la cultura dell’Italia, scegliendo come tappe piccoli borghi poco conosciuti del nostro Paese.
Dopo le parole di Girardello, è stato trasmesso il contributo video di Luca Ciriani, Ministro dei Rapporti con il Parlamento. Queste sue parole: “La rivoluzione più importante che possiamo insegnare è la rivoluzione etica, di come possiamo migliorarci ogni giorno”
A partecipare via video è stata anche la Ministra Roccella. Queste le sue parole: “Fair Play è qualcosa di più della correttezza: è un elemento di legittimazione reciproca, di riconoscimento reciproco. Ed è alla base della nostra vita democratica”.
Roccella ha ricordato il conflitto sociale presente in Italia negli anni Settanta, nel quale però non c’era il sentimento di totale delegittimazione dell’altro.
Oggi il clima è peggiore: “Durante la presentazione di un mio libro all’interno di una fiera del libro – luogo per eccellenza del fair play – sono stata contestata. Quello che mi ha colpita è stata l’assoluta mancanza di curiosità nei confronti dell’altro”. E ha aggiunto: “Non c’è democrazia senza dibattito”.
Poi è stata la volta della Presidente del Calcio Femminile Serie A Federica Cappelletti. Un momento di commozione è stato segnato dalla proiezione di un video che ha celebrato il marito Paolo Rossi all’epoca in cui era un giocatore della Nazionale italiana e si è laureato Campione del Mondo nel 1982.
Non poteva mancare un intervento del presidente del Fair Play Internazionale Philippe Housiaux. Che si è fatto e ci ha fatto diverse domande: “Nelle scuole si insegna già il rispetto reciproco? Il punto fondamentale sono le guerre che stiamo vivendo, come si risolveranno questi conflitti? (…) C’è nel mondo il desiderio reale della pace? La risposta è no. Queste gare olimpiche che stanno per iniziare saranno messaggi di pace? La risposta è no”.
Il cardiologo Antonio Lopizzo, che figura tra i fondatori del Comitato Fair Play, ha evidenziato: “Il Fair Play è un dovere: dello sportivo e del cittadino”.
Poi la premiazione continua con la categoria Informazione. Per la quale a ricevere un premio è Davide Di Santo, caposervizio del quotidiano Il Tempo e autore del primo podcast mai realizzato dal quotidiano su Marco Pantani.
A seguire, lo ha ricevuto anche la segretaria di Sport e Salute Rossana Ciuffetti: “Per arrivare ai vertici bisogna avere coraggio”. Ciuffetti ha poi fatto il suo appello: “Oggi dobbiamo lavorare per il diritto allo sport”.
A portare alta la bandiera del Fair Play sono anche figure poliedriche come Nicola Spadea, neo campione di windsurf freestyle e docente di Musica al liceo di Anzio: “Noi il fair play lo insegniamo a scuola come attitudine alla vita”.
Fair Play for Life, la categoria Spettacolo
Per la categoria Spettacolo è stato premiato Vittorio Storaro, professionista che rifugge la definizione Direttore della Fotografia in favore di quella di artista. Una persona che “Non possiamo mai pensare ai premi quando esercitiamo la nostra professione, ai premi Oscar: pensiamo a come migliorare noi stessi”.
E cita un esempio di fair play direttamente da Hollywood, patria del cinema che lui ben conosce: “L’Academy non dice più “The winners is”, ma “The Oscar goes to”, perché chiunque dei candidati avrebbe potuto vincerlo. Funziona così anche nello sport”. Per lui, una standing ovation con foto di rito.
Fair Play e arti marziali
Tra i premiati, anche il giovane judoka Emanuele Bruno, ex campione europeo, che ha abbandonato lo scorso anno la carriera professionistica e si è dedicato all’insegnamento. Nella sua palestra di famiglia, a Pomezia, porta avanti il valore del fair play, un valore che è intrinseco alla sua disciplina. Come ricorda lui stesso alla platea, “le arti marziali insegnano il rispetto dell’avversario, il rispetto delle persone”.
Dopo una breve video presentazione dell’azienda vinicola Talamonti ha parlato la presidente Antonella di Tonno: “Noi siamo la prima azienda che si è certificato sulla differenza di genere. L’inclusione, la diversità sono alla base del successo della nostra azienda. Tramite l’agricoltura sociale possiamo creare un altro modello di welfare. (…) Io ho avuto l’opportunità di insegnare a bambini della scuola primaria: c’è una grandissima voglia di imparare”.
Il fair play si declina anche in campo medico. In quest’ambito è stato premiato anche l’oncologo Pasquale Montilli e Anna Pasotti, che si occupa della sostenibilità d’impresa.
A chiudere in bellezza l’evento, l’esibizione della Banda che ha eseguito la Cavalcata delle Valchirie, in omaggio al Maestro Storaro e al suo Apocalypse Now.
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