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Ultim’ora Milan, Stefano Pioli sul banco degli imputati: la situazione

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Ultim’ora Milan, il grigio pareggio di Torino consente al Diavolo di rimanere al vertice della classifica, ma monta l’insoddisfazione dei tifosi. Scatenati sui social, divisi in “piolisti” e “pioliout”. La sospetta presenza di Paolo Maldini nell’intervallo e i problemi dell’allenatore con lo spogliatoio. Andiamo a vedere che sta succedendo dietro le quinte.

La corsa allo scudetto si complica per i rossoneri, i pareggi contro Bologna e Torino hanno permesso agli avversari di rimanere a contatto. Soprattutto i campioni in carica dell’Inter si stanno portando sotto e hanno una partita da recuperare. La difesa non prende reti dal 01/03, è reduce da sei Clean Sheet consecutivi.

I problemi sono fra centrocampo e attacco: i mediani non hanno nelle corde il senso del gol, Giroud sta tirando la carretta da solo, per via degli acciacchi di Ibrahimovic, gli esterni fanno un lavoro massacrante nelle doppie fasi e arrivano poco lucidi davanti alla porta.

Il sogno scudetto, vessillo che manca da undici anni rimane possibile. Ma è evidente che ci sono delle difficoltà e dei problemi strutturali. Ma prima di andare a sviscerarli, è eclatante la lotta sul web, fra “piolisti” e “pioliout”. Ci sono dei tifosi grati al tecnico emiliano per avere riportato la squadra a competere, ma ci sono anche coloro che osservano le magagne derivanti da una gestione talvolta poco lucida. Risulta evidente come la carriera dell’allenatore venga vista come quella di un “perdente di successo”. Arrivato in rossonero alla soglia dei sessant’anni e senza medaglie sul collo. Esonerato dall’unica squadra di livello allenata, l’Inter.

Gli esordi di Pioli, l’ombra di Rangnick e l’apporto di Ibrahimovic

Esiste un Pioli “prima di Ibrahimovic” e uno “dopo Ibrahimovic”. Dopo l’umiliante sconfitta di Bergamo del 22/12/2019, con il risultato di 5-0 a favore della scatenata Atalanta di Gasperini, il tecnico pareva di passaggio e si parlava con insistenza di Rangnick, caldeggiato dall’amministratore delegato Gazidis. Dopo la pausa natalizia, la società riuscì a riportare a Milanello lo svedese Ibrahimovic. Il fuoriclasse portò nel gruppo, oltre al talento, l’esempio, il carattere di ferro, la mentalità vincente e la professionalità.

Trascinando compagni e squadra alla conquista di un posto in Europa League. Sancendo la conferma di Pioli, a furor di popolo. Scacciando l’ombra del tedesco Rangnick. L’anno scorso la squadra rossonera è arrivata seconda con un distacco di dodici punti, staccandosi dall’Inter (poi campione) verso gennaio-febbraio, anche e soprattutto per colpa di una impressionante sequela di infortuni.

Un percorso sicuramente importante, sotto gli occhi di tutti. Tanto è vero che il contratto di Pioli e dello staff tecnico è stato rinnovato a metà novembre, questo il comunicato emesso dalla società:  “AC Milan è lieto di annunciare il rinnovo del contratto di Stefano Pioli fino al 30 giugno 2023, con opzione di prolungamento per la stagione sportiva successiva. Artefice di un brillante progetto tecnico, l’allenatore rossonero ha contribuito al ritorno del Club in Champions League”. 

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Ultim’ora Milan, è tutto oro quello che luccica?

Tuttavia al di là dell’attuale primato in classifica, della semifinale di Coppa Italia e dei sorrisi che lo immortalano con dirigenti e tifosi, la situazione non è più da “luna di miele”. Il rapporto di Pioli con il pianeta Milan è soggetto a increspature. Dietro le quinte, molto si agita. Tanto per incominciare il rinnovo contrattuale, solo annuale (con opzione): la spia di una fiducia non incondizionata da parte della società. La quale è grata al tecnico emiliano per il lavoro svolto e l’impegno profuso, ma annota sul taccuino alcune riflessioni sul suo operato.

Quali ? Tanto per incominciare la poca malleabilità sul piano tattico: la fossilizzazione su un unico modulo di gioco, il 4-2-3-1, è vista come un limite. Per le caratteristiche dei singoli e per la dispendiosità energetica: i due mediani spesso sono in inferiorità numerica e devono pensare soprattutto a proteggere la difesa (non è un caso che i centrocampisti segnano poco), gli esterni offensivi sono costretti a ripiegare in difesa e arrivano sfiancati sotto la porta avversaria, gli attaccanti sono isolati e difficilmente raggiungibili con azioni fluide. L’assenza di un vero trequartista di ruolo, peggiora le cose, visto il fallimento tecnico di Brahim Diaz.

Nelle riunioni settimanali fra staff tecnico e dirigenza, l’aspetto tattico è stato toccato più volte e la società aveva invitato l’allenatore a vagliare altri moduli, soprattutto in determinate partite, nelle quali gli avversari mettono dei camion davanti al proprio portiere (Bologna, Empoli, Spezia, Torino, Udinese per esempio). E’ stato fatto notare più volte a Pioli che ormai le squadre avversarie hanno preso le misure: raddoppiano sistematicamente il binario Hernandez-Leao, fanno densità in mezzo al campo per costringere i mediani a non alzare il baricentro del gioco, mettono i due centrali difensivi a guardia dell’unica punta di ruolo.

Paolo Maldini negli spogliatoi

Non solo: la dirigenza ha fatto notare che a libro paga ci sono ventotto giocatori, ritenuti tutti affidabili e che il turnover fra essi potrebbe essere una delle armi vincenti. Input non raccolti da Pioli, che va avanti per la sua strada. Motivo per cui la presenza di Maldini nello spogliatoio alla fine del primo tempo della gara contro il Torino è stata vista con sospettò. Fra l’altro il dirigente ha accompagnato la squadra fino all’ingresso in campo, prima di tornare in tribuna.

Ovviamente la cosa ha lasciato perplessi i vertici dirigenziali. Che imputano a Pioli il depauperamento tecnico di elementi come Gabbia, Bakayoko, Castillejo, Ballo Tourè, Krunic, Brahim Diaz, Saelemaekers, Rebic. Secondo Maldini e Massara sono giocatori che meritavano uno spazio maggiore. Così come la gestione di Daniel Maldini ha lasciato un pò così: dopo la rete allo Spezia, il giocatore è sparito dai radar.

La poca fiducia verso i giovani è stata recepita come un altro limite. Soprattutto osservando come il lancio di Kalulu è avvenuto solo a causa degli infortuni che hanno colpito la retroguardia. L’allenatore viene percepito poco coraggioso, non solo in virtù della poca malleabilità tattica e della gestione della rosa e dei giovani, ma anche a livello di comunicazione verbale: la sua prudenza in tema scudetto, viene osservata come poca fiducia nelle possibilità del gruppo.

Il tramonto di Ibrahimovic, i problemi nello spogliatoio e la preparazione atletica

Con l’imbrunire dell’era Ibrahimovic, prossimo ad appendere le scarpe al chiodo, verrebbe a mancare anche quel collante che unisce staff tecnico e gruppo giocatori. Vero che lo svedese potrebbe rimanere con un ruolo diverso e a contatto con il gruppo, ma non sarà la stessa cosa. Spifferi di corridoi, raccolti in redazione, parlano di uno spogliatoio non proprio coeso e compatto al fianco del suo condottiero. Una buona fetta della rosa, imputa allo staff tecnico dei carichi di preparazione troppo pesanti e causa primaria dell’impressionante sequela di infortuni della gestione Pioli.

Inoltre, la rigidità tattica del tecnico e quel continuo sconfessare le proprie scelte attraverso copiose sostituzioni è vissuto con fastidio da buona parte del gruppo. Da annotare una dichiarazione rilasciata da Pioli a mezzo stampa, nel mese di febbraio : “Abbiamo calciatori forti che mi stanno dando tutto negli allenamenti in preparazione alla partita. Il bene della squadra però viene prima degli interessi individuali e questo i ragazzi lo sanno. Anche se qualche giocatore mi saluta un po’ di meno, ho le spalle larghe, l’importante è la disponibilità alla squadra”.

Basta collegarsi a “Milan Channel” per seguire gli allenamenti e vedere il rapporto di fredda cordialità fra staff tecnico a alcuni giocatori, anche di spicco e che a stento salutano Pioli, primo fra tutti Rebic. Il croato è atleta caratteriale, parla in faccia e non ama il perbenismo di Pioli. Al quale imputa di averlo “abbandonato” fra un infortunio e l’altro. Altri che si limitano allo stretto indispensabile nella comunicazione verbale con il mister sono Bakayoko, Messias Jr, Bennacer, Castillejo, Saelemaekers, D. Maldini, Tomori e Leao. Tutti alle prese con la rabbia per il poco impiego, con il disaccordo con la preparazione atletica e sulla collocazione tattica. Insomma, una situazione non proprio idilliaca all’interno di Milanello, al di là di quello che appare fuori dai cancelli.

 

 

 

 

 

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Roma, primi contatti per Marmol

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La Roma ha avviato i primi contatti con il Las Palmas per acquisire il difensore centrale classe 2001, Mika Marmol.

Il club spagnolo ha fissato la clausola rescissoria a 10 milioni di euro, richiedendo il pagamento in un’unica soluzione.

Per cercare di ridurre l’importo, la Roma ha proposto di includere nell’operazione il cartellino di Samuel Dahl, terzino svedese richiesto anche dal Besiktas in prestito.

Il Las Palmas ha mantenuto la propria posizione, insistendo sul pagamento integrale della clausola.

Questa fermezza da parte del Las Palmas è stata già evidenziata in precedenti trattative, come quella con il Siviglia.

La situazione rimane in evoluzione, con la Roma che valuta le possibili alternative per rinforzare la propria difesa.

L’ESULTANZA DI CLAUDIO RANIERI DOPO IL GOL DI SHOMURODOV ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

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Atalanta-Torino, curiosità e statistiche

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Atalanta-Torino, sfida che andrà in scena sabato 1 febbraio alle 18:00 al Gewiss Stadium di Bergamo, è valida per la 23ª giornata di Serie A.

Il grande momento della dea in campionato potrebbe essere minato dall’arrivo del Toro al Gewiss Stadium, che proverà in ogni modo a continuare la striscia di risultati positivi con Parma, Juve, Fiorentina e Cagliari, anche nella sfida di sabato alle 18:00.

Atalanta-Torino: i precedenti

Per quanto riguarda la ultime tre partite giocate contro il Torino, l’Atalanta è riuscita a vincere solamente una volta, seppur non registri una doppia sconfitta contro i piemontesi dal 2019. Se invece viene allargato alle ultime 14  sfide andate in scena nella massima serie tra le formazioni, il dato riguardante le sconfitte dei bergamaschi rimane lo stesso: a fronte di 7 vittore, 5 pareggi e le due sconfitte citate in precedenza.

Per trovare l’ultima vittoria del Torino arrivata in casa dell’Atalanta bisogna tornare al primo settembre 2019 – lo stesso anno in cui lo stadio di casa della dea prese il nome di Gewiss Stadium, sostituendo il precedente nome di Stadio Atleti Azzurri d’Italia – quando i granata riuscirono ad espugnare il neo nominato Gewiss Stadium per 2-3, con  la doppietta dell’ex della sfida Zapata e il goal di Berenguer, rimontando al goal di Bonifazi.

Nelle ultime 17 sfide tra le squadre è stata registrata una media goal di 3,4 a partita: con l’acuto registrato il 27 aprile del 2019 con la sfida che fini con un pirotecnico 4 a 4.

Il miglior marcatore nella storia della sfida porta il nome di Josip Ilicic: con un totale di goal segnati che ammonta a 7, e una tripletta fenomenale messa in piedi nel 2020, in una sfida  che i tifosi granata ricorderanno a malincuore dati i 7 goal subiti in casa, proprio davanti ai loro occhi.

Atalanta-Torino

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Genoa, ufficiale arriva Ellertsson dal Venezia

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Il Genoa ha ufficializzato l’acquisto a titolo definitivo di Mikael Egill Ellertsson, centrocampista islandese classe 2002, proveniente dal Venezia.

Nonostante il trasferimento, il giocatore rimarrà in prestito al Venezia fino al termine della stagione.

Ellertsson ha già svolto le visite mediche a Genova e firmato il contratto con il Grifone.

Nella stagione in corso, ha collezionato 21 presenze tra campionato e Coppa Italia con il Venezia, segnando due reti e fornendo un assist. Inoltre, ha totalizzato quattro presenze con la nazionale islandese nella Lega B di Nations League, contribuendo con un assist nella vittoria per 2-0 contro il Montenegro.

L’operazione rappresenta un investimento per il futuro del Genoa, che potrà contare su Ellertsson a partire dalla prossima stagione.

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