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Un calcio aVARiato ?

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  1. Chalanoglu viene colpito in un contrasto di gioco da un avversario della Lazio e cade a terra.
  2. Orsato , arbitro dell’incontro , valuta l’intervento non falloso e lascia giocare .
  3. L’azione si sviluppa immediatamente in un contropiede concluso in goal da Correa.
  4. Il VAR richiama l’attenzione dell’arbitro sul contrato di gioco che ha innescato l’azione di contropiede della Lazio, rilevando un possibile elemento di valutazione aggiuntivo alla decisione dell’arbitro in campo.
  5. Orsato va a vedere e convalida il goal.

Ho fatto volutamente un elenco delle fasi di un momento topico della partita del 26 aprile fra Lazio e Milan perché ho voluto analizzare passo-passo ogni singola fase di un momento di gioco che potrebbe costituire un punto importantissimo sui prossimi sviluppi dell’uso del VAR.

LA QUESTIONE TECNICA

Evitiamo qualsiasi fraintendimento e dietrologia.

Orsato ha applicato la procedura VAR in modo ineccepibile.

Il VAR è una forma di assistenza all’arbitro : la sigla sta per Video Assistance Referee.

Non è quindi una struttura tecnologico organizzativa che vuole sostituirsi all’arbitro,ma un supporto in modo che la decisione dell’arbitro sia maggiormente consapevole ed oggettiva.

Fate attenzione a questi due elementi : consapevolezza ed oggettività.

Orsato ha rispettato la procedura: ha preso atto della segnalazione del VAR ed ha usufruito della visione delle immagini per prendere la decisione definitiva.

Tutto assolutamente regolare e coerente con i principi di utilizzo del VAR.

Dove sta la “magagna” ?

 

CONSAPEVOLEZZA ED OGGETTIVITA’

Nel momento in cui l’arbitro va visionare un video per una segnalazione VAR fa un azione tesa ad acquisire una maggiore consapevolezza sull’azione di gioco .

Cosa significa maggiore consapevolezza ? Vuol dire acquisire più informazioni , più dettagli, vedere l’azione  da un punto di vista ottimale e ad una velocità rallentata in grado di dare un’idea più realistica  di cosa sia accaduto realmente.

Il fine di tutto questo è che la decisione sia OGGETTIVA e non soggettiva, cioè un giudizio  nel quale la maggior parte delle persone potrebbe riconoscere , o meno, la correttezza secondo il regolamento del gioco del calcio dell’azione esaminata.

E qui Orsato ,forse, commette un errore.

Perché le immagini mostrano chiaramente che Chalanoglu tocca il pallone con la punta e viene colpito alla caviglia dell’avversario.

Non ci sono interpretazioni da valutare.

Non c’e’ una intenzionalità  , una volontarietà o una contestualizzazione particolare da poter interpretare .

E’ fallo . Punto .

Allora …perché non annullare l’azione successiva che poi ha portato al goal ?

 

WHAT IF …..

Cosa sarebbe successo se il tiro di Correa anziché infilarsi come un missile fra il palo e Donnarumma fosse andato fuori ?

Il VAR avrebbe comunque richiamato l’attenzione dell’arbitro ?

Probabilmente no perché comunque l’azione fallosa non era violenta o pericolosa o antisportiva al punto di richiedere un provvedimento disciplinare contro Leiva .

Oppure si , il VAR avrebbe comunque coinvolto l’arbitro perché il Milan aveva perso palla e quindi si era concretizzato un danno a svantaggio della squadra che era legalmente in possesso della palla.

Non lo sapremo mai.

Quello che però possiamo dedurre è che l’intervento del VAR c’e’ stato anche a fronte della conseguenza successiva, cioè un goal segnato, che rischiava di penalizzare ingiustamente la squadra che lo aveva subito….e questo ha un significato rilevante.

 

CHI C’E’ IN SALA VAR

Quando il VAR interviene è perché gli arbitri incaricati di visionare le azioni rilevano qualche episodio che ritengono non essere regolamentare.

Lo scopo del VAR dovrebbe essere quello di salvaguardare l’applicazione oggettiva di giudizio. L’unico modo per rendere oggettivo un giudizio soggettivo e aumentare il numero di valutatori. E’ una pratica applicata in quasi tutti i settori professionali , lavorativi, di marketing ….Come si fa a dire se un cioccolatino sarà buono  ? Lo si fa assaggiare a diverse persone . Come si fa a capire se un suono di allarme sarà percepito come avviso di sicurezza ? Normalmente si riuniscono diverse persone in una stanza e si osservano le reazioni del gruppo quando il suono viene emesso nella stanza.

Perché allora , di fronte al parere di altri due arbitri in sala VAR che reputano ci sia stata un’azione fallosa  il giudizio ultimo viene delegato ad un solo arbitro in campo ?

Perché si vuole delegare la responsabilità, pesantissima, di una decisione risolutiva ad una sola persona e alla sua SOGGEETIVA capacità di giudizio ?

 

IL FUTURO…NECESSARIO

Boskov ha detto una delle  più grandi verità del calcio sulla quale tutti dobbiamo riflettere : “E’ rigore quando arbitro fischia”.

Purtroppo ciò vuol dire che la decisione su elementi determinanti sull’andamento di una partita è sempre legata al giudizio soggettivo di una sola persona : l’arbitro.

Questo cozza con i principi di giustizia sportiva e di oggettività di giudizio.

E renderà il giudizio arbitrale sempre e comunque dipendente da stati emozionali, carattere, capacità di controllo di emozioni dell’uomo che indossa la giacchetta nera.

Sempre di più all’arbitro verrà appesantita la responsabilità del giudizio e quindi la “colpa” dell’errore.

Nel football americano ci sono 7 arbitri in campo , di cui uno è il coordinatore (o Head Referee) . Dalla definizione presa da Wikipedia …“Durante gli instant replay, (l’arbitro ) rivede l’azione, conferisce con gli arbitri del replay situati nelle cabine stampa ed annuncia la decisione finale.”

Questo dimostra che la decisione finale viene si’ riferirta dall’HAEAD REFEREE,ma è frutto di un breve consulto e che quindi la responsabilità della decisione è condivisa e quindi maggiormente oggettivizzata , rispetto alla decisione di uno solo .

Il futuro del VAR deve diventare un consulto fra arbitri e la decisione presa deve essere frutto di un giudizio condiviso , al limite anche per votazione di 2 su 3.

Questo andrebbe fatto solo per tutelare gli arbitri e la loro professionalità , scagionandoli da assurde accuse di simpatia, parzialità o …peggio.

Oggi , con la decisione comunque attribuita al giudizio del solo arbitro in campo , si sta mettendo a serio rischio la credibilità e la reale utilità del VAR , che è invece un passo in avanti fondamentale nel regolamento del gioco del calcio .

Le statistiche dicono che la media goal a partita nelle ultime 150 partite esaminate è di 2,98 goal .

Il che vuol dire 0,033 goal al minuto.
Si comprende subito quanto un goal irregolare assegnato come valido possa spostare l’equilibrio della partita ;  ieri il secondo goal di Correa è stato assegnato a 39 minuti e ci si rende conto che , applicando solo un criterio puramente statistico , il Milan avrebbe avuto tempo per segnare al massimo 1,2 goal ….

Fortunatamente la statistica ed il calcio non vanno sempre d’accordo sul campo e ci sono stati casi di 3 goal segnati anche in pochissimi minuti, ma sono comunque rarità.

Convalidare un goal non regolare diventa quindi una responsabilità grandissima : vuol dire premiare , ingiustamente, un comportamento non corretto ai fini di regolamento, rischiando di legittimarlo anche per il futuro e significa penalizzare una squadra in modo quasi definitivo.

Per questo il VAR deve diventare una tutela del buon gioco e può farlo solo se la decisione su casi incerti sarà una decisione condivisa fra tutti gli arbitri incaricati di visionare e valutare .

Oggi, o meglio, il 26 aprile al 51’ minuto di Lazio- Milan  è stato così ?

Non lo sappiamo e non lo sapremo mai finché la classe arbitrale e la federazione non faranno un ultimo , gigantesco e definitivo passo in avanti verso la trasparenza e la comunicazione aperta delle comunicazioni VAR –arbitro.

Questo è il vero futuro del calcio e dell’arbitraggio : non la tecnologia, ma la trasparenza e la comunicazione.

Certo oggi è più facile dire “Orsato ha sbagliato” …ma forse non è così.

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Pogba: arriva finalmente la fine dell’incubo per il francese

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Juventus, Pogba

Domani 11 marzo termina l’inferno per Paul Pogba, ex bianconero, che potrà finalmente tornare a giocare, in bilico tra Messi e Benzema.

Grande giornata quella di domani per Paul Pogba. Il francese era stato squalificato dalla procura per 4 anni, a seguito di un test antidoping nel settembre 2023. Squalifica poi ridotta dal TAS a 18 mesi, e quindi vicinissima alla scadenza ormai.

Juventus, Paul Pogba

PAUL POGBA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Il ristretto campo di opportunità

L’inferno per l’ex bianconero, dunque, termina domani. Può finalmente tornare a giocare, ma con delle restrizioni. Il Polpo cerca riscatto dopo l’interruzione di contratto con la Juventus, il 15 novembre scorso, a ormai 31 anni cerca un nuovo rilancio sportivo.

Rilancio frenato proprio dalla data di fine squalifica. A questo punto della stagione nella maggior parte dei campionati la finestra per comprare giocatori senza contratto è chiusa. Questo restringe molto le opzioni del francese, che spera con delle buone prestazioni, da domani in poi, a un posto nei convocati per il Mondiale 2026.

Dove va Pogba?

Poca scelta, dunque per Pogba. L’inattività del 31enne, unita all’influenza creata dal caso mediatico, escludono il ritorno in club in Europa. Cosa rimane allora per il polpo Paul?. Ad oggi le scelte possibili sono ridotte all’MLS e all’Arabia Saudita, con la prima in leggero vantaggio.

Il transalpino ha casa negli Stati Uniti e, circa un mese fa, è stato visto insieme a David Beckham, proprietario dell’Inter Miami dove milita di Leo Messi. Tra i due c’è stata sempre stima reciproca, come testimoniano i social. Il club americano potrebbe essere molto interessato alle sue performance.

Sponda araba di rumors ce ne sono altrettanti. Si vocifera, infatti, anche di un suo possibile approdo all’Al Ittihad, dove ritroverebbe un suo grande amico e connazionale: Karim Benzema.

La telenovela di Pogba finisce domani 11 marzo, almeno per la vicenda doping.

Bentornato Paul.

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Neymar visto al carnevale di Rio: tempesta di polemiche

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Neymar

Dopo il suo infortunio alla coscia sinistra e il viaggio al carnevale di Rio, l’ex giocatore del PSG Neymar si trova ora al centro di una tempesta di polemiche.

Nella giornata di ieri il Santos ha perso 2-1 nella semifinale del Campionato Paulista contro il Corinthians, venendo non solo eliminata dall’evento, ma vedendo anche uno dei suoi migliori giocatori, Neymar, restare dolorosamente in panchina.

Infatti, l’ex calciatore del PSG si è infortunato nelle scorse settimane alla parte posteriore della coscia sinistra, durante i quarti di finale della competizione contro il Bragantino.

Un infortunio a cui il brasiliano ha provato a rimediare in tutti i modi, ma che non ha sortito alcun effetto positivo, costringendolo infine ad arrendersi. Pertanto, l’attaccante brasiliano ha osservato la situazione, ha sofferto silenziosamente, poiché incapacitato ad intervenire.

Una sofferenza che ha confessato anche il suo allenatore Pedro Caixinha nel dopopartita:

“Neymar aveva ancora dolore”.

“Non ha potuto giocare. La mia richiesta era che fosse con il gruppo e oggi ha sofferto molto per non aver potuto partecipare alla partita. L’unica cosa a cui abbiamo pensato è che il giocatore aveva ancora qualche fastidio e non mi assumo rischi. Faremo tutto il possibile affinché Neymar non si faccia male”.

Parole importanti, rincuoranti in un certo senso, ma che non hanno affatto convinto il pubblico brasiliano.

Neymar a Rio per il carnevale…mossa azzardata

Infatti sembrerebbe che la scorsa settimana Neymar, nonostante le gravi condizioni della coscia, sia volato a Rio de Janeiro per visitare la città durante il carnevale, insieme alla sua compagna Bruna Biancardi. È stato avvistato gironzolare tra le vie della città, divertito e spensierato, sotto gli occhi di tutti, suscitando di conseguenza grande sdegno e disprezzo.

Pertanto, è scoppiata subito una tempesta di polemiche da parte dei tifosi brasiliani, che hanno definito il comportamento dell’ex calciatore del Barcellona come:

“scandaloso e indifendibile”.

Il UOL Esporte riporta:

“Tutti ricordano il viaggio del numero 10 al Carnevale di Sapucaí. Anche se non era in grado di giocare, è normale che non abbia dato priorità alle cure?”

Anche un famoso giornalista brasiliano ha sentenziato Neymar come poco serio, irrispettoso, dicendo:

“Non prende il calcio sul serio. L’infortunio non gli ha impedito di andare al carnevale. C’erano due dubbi sul ritorno di Neymar al Santos: come avrebbe reagito il suo fisico dopo un periodo così lungo senza giocare con regolarità e come sarebbe stato il suo comportamento professionale dopo un fallimento sportivo così clamoroso in Arabia Saudita. Avrebbe dovuto curarsi in questi giorni, invece…”

Insomma, dopo una mossa così azzardata, Neymar si trova nell’occhio del ciclone del mondo calcistico, e solo nelle prossime settimane sapremo quali saranno le conseguenze.

Neymar

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Inter, problemi per Lautaro e De Vrij

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Cesari sulla possibile squalifica di Lautaro

È un momento di tensione in casa Inter in vista della gara degli ottavi di finale della Champions League. I nerazzurri sono forti del 2-0 conquistato contro il feyernoord; ma per Simone Inzaghi non arrivano buone notizie dall’infermiera dato che hanno sospeso gli allenamenti Stefan de Vrij e Lautaro Martinez. 

Il difensore olandese e l’attaccante argentino, capitano dei nerazzurri, sono alle prese di alcuni problemi di salute. L’idoneità fisica sembra essere mancata momentaneamente ed è a rischio la gara di Champions.

Inter, Lautaro

LAUTARO MARTINEZ RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Gli affaticamenti

Simone Inzaghi è in preda a gestire una mini-emergenza con Lautaro e Vrij che, se confermata l’assenza, si aggiungeranno ad una lista di assenze che vede ai box anche Federico Dimarco, Matteo Darmian, Nicola Zalewski, Piotr Zielinski uscito infortunato con un problema al ginocchio.

La doppia sfida internazionale, all’orizzonte non ci sarà solo la gara importante di Champions, che porta all’accesso ai quarto di finale, ma lo scontro scudetto contro l’Atalanta in programma domenica prossima.

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