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Un calcio aVARiato ?
- Chalanoglu viene colpito in un contrasto di gioco da un avversario della Lazio e cade a terra.
- Orsato , arbitro dell’incontro , valuta l’intervento non falloso e lascia giocare .
- L’azione si sviluppa immediatamente in un contropiede concluso in goal da Correa.
- Il VAR richiama l’attenzione dell’arbitro sul contrato di gioco che ha innescato l’azione di contropiede della Lazio, rilevando un possibile elemento di valutazione aggiuntivo alla decisione dell’arbitro in campo.
- Orsato va a vedere e convalida il goal.
Ho fatto volutamente un elenco delle fasi di un momento topico della partita del 26 aprile fra Lazio e Milan perché ho voluto analizzare passo-passo ogni singola fase di un momento di gioco che potrebbe costituire un punto importantissimo sui prossimi sviluppi dell’uso del VAR.
LA QUESTIONE TECNICA
Evitiamo qualsiasi fraintendimento e dietrologia.
Orsato ha applicato la procedura VAR in modo ineccepibile.
Il VAR è una forma di assistenza all’arbitro : la sigla sta per Video Assistance Referee.
Non è quindi una struttura tecnologico organizzativa che vuole sostituirsi all’arbitro,ma un supporto in modo che la decisione dell’arbitro sia maggiormente consapevole ed oggettiva.
Fate attenzione a questi due elementi : consapevolezza ed oggettività.
Orsato ha rispettato la procedura: ha preso atto della segnalazione del VAR ed ha usufruito della visione delle immagini per prendere la decisione definitiva.
Tutto assolutamente regolare e coerente con i principi di utilizzo del VAR.
Dove sta la “magagna” ?
CONSAPEVOLEZZA ED OGGETTIVITA’
Nel momento in cui l’arbitro va visionare un video per una segnalazione VAR fa un azione tesa ad acquisire una maggiore consapevolezza sull’azione di gioco .
Cosa significa maggiore consapevolezza ? Vuol dire acquisire più informazioni , più dettagli, vedere l’azione da un punto di vista ottimale e ad una velocità rallentata in grado di dare un’idea più realistica di cosa sia accaduto realmente.
Il fine di tutto questo è che la decisione sia OGGETTIVA e non soggettiva, cioè un giudizio nel quale la maggior parte delle persone potrebbe riconoscere , o meno, la correttezza secondo il regolamento del gioco del calcio dell’azione esaminata.
E qui Orsato ,forse, commette un errore.
Perché le immagini mostrano chiaramente che Chalanoglu tocca il pallone con la punta e viene colpito alla caviglia dell’avversario.
Non ci sono interpretazioni da valutare.
Non c’e’ una intenzionalità , una volontarietà o una contestualizzazione particolare da poter interpretare .
E’ fallo . Punto .
Allora …perché non annullare l’azione successiva che poi ha portato al goal ?
WHAT IF …..
Cosa sarebbe successo se il tiro di Correa anziché infilarsi come un missile fra il palo e Donnarumma fosse andato fuori ?
Il VAR avrebbe comunque richiamato l’attenzione dell’arbitro ?
Probabilmente no perché comunque l’azione fallosa non era violenta o pericolosa o antisportiva al punto di richiedere un provvedimento disciplinare contro Leiva .
Oppure si , il VAR avrebbe comunque coinvolto l’arbitro perché il Milan aveva perso palla e quindi si era concretizzato un danno a svantaggio della squadra che era legalmente in possesso della palla.
Non lo sapremo mai.
Quello che però possiamo dedurre è che l’intervento del VAR c’e’ stato anche a fronte della conseguenza successiva, cioè un goal segnato, che rischiava di penalizzare ingiustamente la squadra che lo aveva subito….e questo ha un significato rilevante.
CHI C’E’ IN SALA VAR
Quando il VAR interviene è perché gli arbitri incaricati di visionare le azioni rilevano qualche episodio che ritengono non essere regolamentare.
Lo scopo del VAR dovrebbe essere quello di salvaguardare l’applicazione oggettiva di giudizio. L’unico modo per rendere oggettivo un giudizio soggettivo e aumentare il numero di valutatori. E’ una pratica applicata in quasi tutti i settori professionali , lavorativi, di marketing ….Come si fa a dire se un cioccolatino sarà buono ? Lo si fa assaggiare a diverse persone . Come si fa a capire se un suono di allarme sarà percepito come avviso di sicurezza ? Normalmente si riuniscono diverse persone in una stanza e si osservano le reazioni del gruppo quando il suono viene emesso nella stanza.
Perché allora , di fronte al parere di altri due arbitri in sala VAR che reputano ci sia stata un’azione fallosa il giudizio ultimo viene delegato ad un solo arbitro in campo ?
Perché si vuole delegare la responsabilità, pesantissima, di una decisione risolutiva ad una sola persona e alla sua SOGGEETIVA capacità di giudizio ?
IL FUTURO…NECESSARIO
Boskov ha detto una delle più grandi verità del calcio sulla quale tutti dobbiamo riflettere : “E’ rigore quando arbitro fischia”.
Purtroppo ciò vuol dire che la decisione su elementi determinanti sull’andamento di una partita è sempre legata al giudizio soggettivo di una sola persona : l’arbitro.
Questo cozza con i principi di giustizia sportiva e di oggettività di giudizio.
E renderà il giudizio arbitrale sempre e comunque dipendente da stati emozionali, carattere, capacità di controllo di emozioni dell’uomo che indossa la giacchetta nera.
Sempre di più all’arbitro verrà appesantita la responsabilità del giudizio e quindi la “colpa” dell’errore.
Nel football americano ci sono 7 arbitri in campo , di cui uno è il coordinatore (o Head Referee) . Dalla definizione presa da Wikipedia …“Durante gli instant replay, (l’arbitro ) rivede l’azione, conferisce con gli arbitri del replay situati nelle cabine stampa ed annuncia la decisione finale.”
Questo dimostra che la decisione finale viene si’ riferirta dall’HAEAD REFEREE,ma è frutto di un breve consulto e che quindi la responsabilità della decisione è condivisa e quindi maggiormente oggettivizzata , rispetto alla decisione di uno solo .
Il futuro del VAR deve diventare un consulto fra arbitri e la decisione presa deve essere frutto di un giudizio condiviso , al limite anche per votazione di 2 su 3.
Questo andrebbe fatto solo per tutelare gli arbitri e la loro professionalità , scagionandoli da assurde accuse di simpatia, parzialità o …peggio.
Oggi , con la decisione comunque attribuita al giudizio del solo arbitro in campo , si sta mettendo a serio rischio la credibilità e la reale utilità del VAR , che è invece un passo in avanti fondamentale nel regolamento del gioco del calcio .
Le statistiche dicono che la media goal a partita nelle ultime 150 partite esaminate è di 2,98 goal .
Il che vuol dire 0,033 goal al minuto.
Si comprende subito quanto un goal irregolare assegnato come valido possa spostare l’equilibrio della partita ; ieri il secondo goal di Correa è stato assegnato a 39 minuti e ci si rende conto che , applicando solo un criterio puramente statistico , il Milan avrebbe avuto tempo per segnare al massimo 1,2 goal ….
Fortunatamente la statistica ed il calcio non vanno sempre d’accordo sul campo e ci sono stati casi di 3 goal segnati anche in pochissimi minuti, ma sono comunque rarità.
Convalidare un goal non regolare diventa quindi una responsabilità grandissima : vuol dire premiare , ingiustamente, un comportamento non corretto ai fini di regolamento, rischiando di legittimarlo anche per il futuro e significa penalizzare una squadra in modo quasi definitivo.
Per questo il VAR deve diventare una tutela del buon gioco e può farlo solo se la decisione su casi incerti sarà una decisione condivisa fra tutti gli arbitri incaricati di visionare e valutare .
Oggi, o meglio, il 26 aprile al 51’ minuto di Lazio- Milan è stato così ?
Non lo sappiamo e non lo sapremo mai finché la classe arbitrale e la federazione non faranno un ultimo , gigantesco e definitivo passo in avanti verso la trasparenza e la comunicazione aperta delle comunicazioni VAR –arbitro.
Questo è il vero futuro del calcio e dell’arbitraggio : non la tecnologia, ma la trasparenza e la comunicazione.
Certo oggi è più facile dire “Orsato ha sbagliato” …ma forse non è così.
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Torino tre nomi per rinforzare l’attacco a gennaio

Il Torino sta cercando un rinforzo in attacco per sostituire Duvan Zapata, che a causa dell’infortunio al crociato ha lasciato un vuoto significativo nel reparto offensivo.

L’URLO DI PAOLO VANOLI INFURIATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
L’allenatore Vanoli ha finora potuto contare su Sanabria, Karamoh, Adams, Njie, e occasionalmente Vlasic, ma il Torino ha bisogno di un attaccante con le caratteristiche fisiche e tecniche simili a quelle di Zapata, che era il perno e il leader offensivo della squadra.
I granata sono alla ricerca di un sostituto da inserire già nei primi giorni di gennaio, per permettere al nuovo acquisto di adattarsi velocemente al gioco e alle dinamiche della squadra. Attualmente, il Torino ha avviato contatti con tre attaccanti: Giovanni Simeone, Beto, e Marko Arnautovic.
Il giocatore più difficile da raggiungere è Simeone, per il quale il Napoli ha fissato un prezzo di 15 milioni di euro.
Inoltre, l’allenatore Conte considera Simeone un’importante riserva di Lukaku e ha fiducia nelle sue capacità, il che complica ulteriormente una possibile cessione al Torino. La situazione quindi resta in evoluzione, ma il club granata continua a monitorare le opzioni disponibili sul mercato.
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Milan, Fabio Capello critica le scelte di mercato:” Emerson Royal un acquisto che non avrei fatto”

Milan, arrivano aspre critiche per il mercato condotto dalla dirigenza rossonera in estate. Leggiamo qui di seguito le parole di Fabio Capello rilasciate alla Gazzetta dello Sport.
Severo e critico Fabio Capello in merito al discorso mercato estivo. L’ex tecnico rossonero mette infatti sotto la lente di ingrandimento alcuni acquisti a suo dire sbagliati soffermandosi su chi realmente abbia fatto tali scelte.
Le sue parole:” Prima facciamoci due domande, chi ha preso le decisioni? E soprattutto, le scelte sono state fatte in accordo con Paulo Fonseca, l’allenatore? L’impressione è che su certi acquisti, ma anche su alcune cessioni, non siano state fatte valutazioni calcistiche ponderate e men che meno siano state ascoltate le esigenze del portoghese”.
Veniamo ai nomi specifici:” Emerson Royal non mi pare da Milan, è un acquisto che non avrei fatto perché non ti migliora una zona di campo dove avevi già Davide Calabria. Hai il giovane Jimenez e Pierre Kalulu che ti avrebbero fatto comodo pure da centrale. Anche io penso serviva un terzino destro, ma se lo prendi, devi salire di livello. Con il brasiliano non l’hai fatto“.
Su Pavlovic:” Perché invece non tenere Kalulu che già conosceva l’ambiente e che alla Juventus sta facendo bene?”
Sull’attacco:” Sono arrivati Alvaro Morata e Tammy Abraham, ma i tifosi rossoneri si chiedono perché il Milan non abbia preso un goleador da 20 reti. La domanda da farsi è: chi si poteva comprare con lo stesso budget? Io non vedo in giro bomber affidabili e raggiungibili”
Su Saelemaekers:” A quel punto non era meglio tenerlo visto che era la volontà dello stesso Fonseca, mi sa proprio che Paulo non sia stato ascoltato”.
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Roma, offerto un ex Juventus: ritorno in Serie A?

Alla Roma c’è subbuglio nel reparto d’attacco: in attesa di sapere cosa ne sarà di Paulo Dybala, i giallorossi ricevono una proposta.
Alla Roma è in discussione il futuro di uno dei giocatori più validi del club: la Joya Paulo Dybala, che interessa molto al Galatasaray, che pochi giorni fa ha incontrato il suo procuratore in Turchia.
In caso dovesse partire, il direttore sportivo giallorosso Florent Ghisolfi dovrà trovare un’alternativa come seconda punta o ala.
Roma, un’opportunità per il post Dybala
L’alternativa a Dybala, stando alle ultime voci, potrebbe essere un altro giocatore ex Juventus che l’estate di due anni fa si è trasferito all’estero e avrebbe piacere a tornare in Italia e in Serie A.
Stando a quanto riportato dal Corriere dello Sport, l’alternativa numero uno è l’attaccante del Toronto FC Federico Bernardeschi.
L’indizio principale è l’avvistamento del giocatore a Roma. Il contro, però, è l’età: Bernardeschi, a quasi 31 anni, è coetaneo di Dybala. È più probabile che Ghisolfi e la società puntino su un giocatore più giovane e di maggiore prospettiva.
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