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Varane: “Il calcio deve cambiare, gli allenatori moderni uccidono la creatività”

L’oramai ex-Como Raphael Varane ha concesso una lunga intervista a “L’Equipe”, in cui ha spiegato le motivazioni del suo addio al calcio.

Raphael Varane, in una lunghissima intervista rilasciata a “L’Equipe, ha svelato alcuni retroscena sulla sua carriera e sulle motivazioni che lo hanno convinto ad abbandonare il calcio all’età di 31 anni. Il difensore francese ha criticato il calcio moderno, il funzionamento del suo sistema e lo sviluppo dei suoi centri di formazione.

Ex-Como, le parole di Varane

Di seguito le parole di Varane.

Calcio Malato

Non è corretto dire che mi sono sentito tradito. Il problema è che tutto il sistema è costruito affinché il giocatore non pensi e non veda che viene ingannato. Quando hai un po’ di esperienza, vedi il gioco, i fili, e allora hai la possibilità di farti ingannare, di firmare per la tranquillità. Voi fate i vostri imbrogli che io mi concentro sul gioco e sulla mia famiglia. Oppure non sei d’accordo, perché questo mondo ti porta via tante energie. Non voglio dire troppo, ma è importante sapere che il calcio è un’industria particolare”.

Problema Sistemico

Tu sei un giocatore e, oltre a questo, sei un’azienda da gestire e sei obbligato a delegare. Ho cambiato entourage più volte, ho dovuto mettere delle barriere tra me e le persone vicine e quelle che dall’esterno volevano approcciarmi. Nei centri di formazione, non ti insegnano come cambiare il tuo stato sociale, come gestire i tuoi cambiamenti di vita col tuo entourage. Ho visto moltissime carriere che non sono decollate e di famiglie implose. Da molto giovane ho dovuto fare delle scelte forti, ho avuto la fortuna di avere mio fratello vicino, ma il calcio di oggi deve cambiare ancora molto e deve migliorare. Mi piacerebbe poter dare una mano sui calendari, i problemi psicologici e il tema della salute mentale. Un altro problema è quello dei conflitti di interesse e i calciatori che sono al centro di tutto

”.

Centri di Formazione e Allenatori Moderni

Il calcio di oggi ha meno creatività, non ci sono più tanti geni in campo. C’è sempre più spazio per i calciatori dal grande fisico e meno per quelli che creano squilibri, c’è sempre più considerazione per quelli che sono sullo stesso livello a discapito di quelli che sulle fasce puntano agli uno contro uno. Tutto è robotizzato, ci sono degli schemi di gioco che rendono difficile di creare l’effetto sorpresa. C’è molta meno libertà. Ancelotti è di uno di quegli allenatori che te ne lascia, quelli della nuova generazione meno. Il calcio dovrebbe rimanere un gioco di errori e oggi ce ne sono di meno”.

Aggiornato al 16/10/2024 17:25

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Pubblicato da
Marco Palleschi Terzoli
Tag: Como

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