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Vialli, un evento a Genova per ricordarlo
Gianluca Vialli è stato, tra le altre cose, un giocatore fondamentale per la Sampdoria. Quale città migliore di Genova, allora, per ricordarlo?
A Genova, lunedì prossimo, si terrà un evento di commemorazione dedicato a Gianluca Vialli, scomparso il 6 gennaio dello scorso anno. Il titolo: My name is Luca, Ballata per Vialli.
Nel capoluogo ligore, il leggendario bomber ha scritto pagine indelebili della storia calcistica indossando la maglia della Sampdoria.
Vialli, le parole di Massimo Mauro
Massimo Mauro, uno degli ideatori del progetto tramite la Fondazione Vialli e Mauro, ha sottolineato l’importanza di Genova nella vita sportiva dell’ex giocatore: “A Cremona è nato, a Torino ha vinto la Coppa dei Campioni e vissuto uno splendido finale di carriera, ma Genova è realmente tutto”.
Parlando dell’epoca dello Scudetto blucerchiato, Mauro ha evidenziato l’unicità del gruppo squadra di allora: “Ho sempre detto che quell’esperienza deve essere invidiata da tutte le persone intelligenti, perché quel gruppo ha portato in trionfo l’amicizia con una vittoria sportiva.
È stata una cosa da non crederci, immaginatevi oggi un calciatore che promette al suo spogliatoio che non andrà via finché non vince lo scudetto. Poi il giorno dopo si presenta alla porta un emiro con una offerta milionaria… e se ne va.
Invece quella promessa fu mantenuta.Nonostante Berlusconi, nonostante Agnelli volessero portare via Luca, il Mancio, Vierchowod e molti altri. Un patto che ha resistito perché li legava un’amicizia non riconducibile ai soldi”.
Mauro ha parlato anche del desiderio di Vialli di diventare presidente della Sampdoria: “Non conosco i motivi per cui quella trattativa non è andata a buon fine.
La mia sensazione è che ci fosse un socio di Gianluca che evidentemente alla fine non era così convinto di prendere il club, altrimenti l’avrebbero fatto.
In quella vicenda non bastava da sola la spinta di Gianluca, l’amore verso la Sampdoria… bisogna essere onesti. C’erano da accollarsi dei debiti e i fondi non hanno tutto questo amore per il calcio”.
Infine, Mauro conferma un retroscena: quello che Vialli sarebbe morto il 5 gennaio sera ma che la notizia della sua morte sarebbe uscita solo il giorno successivo. “Sì, è così. Cosa mi manca… Stare vicino a lui ti faceva migliorare continuamente.
Però la Fondazione ci consente in qualche maniera, quotidianamente, di essere sempre alle prese con i gusti e le cose che piacevano a lui, che facevamo insieme, che dobbiamo continuare a fare.
Con Gianluca abbiamo giurato che ci saremmo fermati solamente alla vittoria… è una gioia avere a che fare con il suo ricordo. Stimolante. Strano, anche.
In questo evento che stiamo per realizzare, Gianluca non si commemora, ma si festeggia, perché lui era così, con il suo comportamento ci ha imposto di non essere tristi. Ecco, il suo lascito è stato questo, prima di tutto: quello di non essere tristi”.
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Amarcord Juventus: 28 anni fa la conquista di una Coppa illustre
Ventotto anni fa la Juventus vinceva il suo ultimo trofeo internazionale di primo piano: la Coppa Intercontinentale. Autore della vittoria un immenso Del Piero.
Il 26 novembre 1996 un gol di Alessandro Del Piero all’81’ regalò alla Juventus la Coppa Intercontinentale, l’ultimo trofeo internazionale conquistato dai bianconeri.
A Tokyo, nella gara secca contro il River Plate, fu proprio il numero 10 della Juventus a decidere una sfida che, secondo lui stesso, “avremmo dovuto vincere 5-0, non 1-0“. Quel gol, come ricordato da Del Piero nel suo libro Manualex, è uno dei momenti più belli della sua carriera: “Quando segnai il gol-vittoria non capii più niente”.
Juventus, la partita
La Juventus di Marcello Lippi scese in campo con un 4-3-1-2: Peruzzi; Torricelli, Ferrara, Montero, Porrini; Di Livio, Deschamps, Jugovic; Zidane; Del Piero, Boksic.
In panchina, tra gli altri, c’erano Tacchinardi, subentrato all’89′ per Zidane, Vieri e Padovano.
Dall’altra parte, il River Plate, guidato da Ramón Díaz, si affidava a una formazione piena di futuri campioni: Bonano; Hernán Díaz, Celso Ayala, Berizzo, Sorin; Monserrat, Astrada, Sergio Berti; Francescoli; Ortega, Cruz.
Particolarmente interessante era la sfida tra i due numeri 10: Del Piero per la Juventus e Ortega per il River.
“Due giorni prima mi avevano comunicato che la regia giapponese avrebbe dedicato telecamere speciali a noi due”, ha raccontato Del Piero, aggiungendo che la notizia lo aveva riempito di responsabilità.
A distanza di 28 anni, quella Coppa Intercontinentale rimane l’ultimo trionfo internazionale importante della Juventus. All’epoca, la Coppa si assegnava in una gara secca tra la vincitrice della Champions League e quella della Copa Libertadores, mentre oggi si disputa il Mondiale per Club, un torneo con un format completamente diverso.
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Piqué: “Oggi ci sono troppe competizioni con tante partite”
L’ex centrale del Barcellona Gerard Piqué ha parlato del problema delle troppe partite che portano poi a troppi infortuni, proponendo una sua soluzione.
Il tema delle troppe partite è ormai al centro della critica sportiva: sono tanti gli allenatori, i presidenti e gli addetti ai lavori in generale che si lamentano dei troppi incontri ravvicinati. Questi sono la principale causa dei tanti infortuni, poiché il fisico dei calciatori è sottoposto ad un forte stress circa una volta ogni 3 giorni e sono più esposti a problemi fisici.
Di questo delicato argomento ha parlato anche l’ex difensore del Barcellona Gerard Piqué, il quale ha delle idee molto chiare in merito. Lo spagnolo è sempre stato un personaggio di spicco sia dentro che fuori dal campo, dicendo sempre la sua opinione e mettendoci la faccia anche nei momenti o su argomenti più delicati.
Le parole di Piqué
La principale soluzione al problema delle tante partite secondo Piqué, è quella di ridurre i campionati a 16 squadre, in modo tale da avere meno giornate da disputare.
Le sue parole: “Credo che ridurre il numero delle partite aiuterebbe i giocatori a riposarsi di più, quindi a meno infortuni, e non arriverebbero così stanchi alle partite importanti. Dobbiamo fare in modo che questi incontri siano unici, speciali.
Oggi ci sono troppe competizioni con tante partite. Questa è una delle proposte che, dopo il dibattito, è stata adottata da dirigenti e giocatori. È complicato da organizzare perché le organizzazioni vogliono che ci siano molte partite. UEFA, FIFA… nel mondo del calcio ci sono diverse organizzazioni e ognuna guarda ai propri interessi. È complicato trovare un accordo comune“.
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Milan, esclusione di Leao: scelta tecnica o reale infortunio?
Milan, la gara di questa sera rappresenta uno snodo importante, si cercano obbligatoriamente i tre punti contro una squadra non irresistibile.
Il Milan questa sera cerca la vittoria a Bratislava contro lo Slovan. Non sono più permessi passi falsi, Paulo Fonseca per mangiare il panettone a Natale dovrà vincere e convincere durante le prossime due gare.
In queste ultime ore si è parlato di un Rafael Leao il quale partirà dalla panchina. In effetti il portoghese è uscito malconcio dalla gara contro la Juventus in evidenti difficoltà ad appoggiare a terra il piede destro.
Tuttavia, voci che ci arrivano direttamente dal campo, Leao sembra essere recuperato, ma Fonseca, forse in via precauzionale, opterà per Noah Okafor dal primo minuto inserendo magari il portoghese in un secondo momento qualora le cose non dovessero prendere la giusta piega.
Pare piuttosto curioso che Fonseca in conferenza stampa non abbia fatto menzione dell’infortunio, quindi l’esclusione di Leao può essere catalogata alla voce scelta tecnica.
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