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Zeman, Olivi: “E’ vigile, ma non so se tornerà a parlare”

Il boemo Zeman, noto per la sua disarmante franchezza, impensierisce da quando è ricoverato all’ospedale Gemelli di Roma, a seguito di un malore.
Al Corriere della Sera, il direttore dell’unità operativa complessa di neurochirurgia (oltre che direttore del dipartimento di neuro-scienze) Alessandro Olivi ha parlato della situazione legata a Zeman.
Olivi, dottore nel celebre ospedale di Roma, cerca di sanare qualche dubbio in merito al famoso paziente del suo reparto “Ho visto Zeman, fatica a parlare ma comprende la situazione e annuisce collaborando con i sanitari.”
Continua dicendo che “Non direi che è particolarmente affranto o comunque non lo dà a vedere; ma si rende conto benissimo della sua condizione e del perché si trova in ospedale.” e con queste parole il dottor Olivi lascia ben sparare che l’ex allenatore di Roma, Lazio ecc. si possa riprendere.

I TIFOSI DELLA LAZIO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Roma (e non solo) si stringe intorno a a Zeman: il “guerriero dalla lingua tagliente”
Zdenek Zeman è un volto stranoto in ambito calcistico. Basta ricordare le 358 partite da allenatore in Serie A e circa un anno fa (era il 13 febbraio 2024).
Zeman è ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma per un’ischemia celebrale ed è, attualmente, in terapia intensiva.
Anche se le sue condizioni non sono ancora fuori pericolo; va detto che Zdenek Zeman appare vigile e questo farebbe sperare in una ripresa anche se non si ha certezza di quanto e come si potrebbe realizzare.
Zeman ha ricevuto un gran numero di messaggi di incoraggiamento perché nel calcio è noto, da sempre, per la sua schiettezza. Ex allenatore del Foggia, Lazio, Roma e Pescara dalle quali squadre ha ricevuto un abbraccio (virtuale) caloroso.
Nonostante Olivi abbia detto che “non sappiamo se tornerà a parlare. Ce lo dirà il tempo. Dipende da quanto è stato in sofferenza il tessuto celebrale. Al momento ha difficoltà nel linguaggio e nei movimenti: Dal lato destro del corpo. E’ vigile, collabora con i medici ai quali risponde con cenni del capo. Annuendo. Capisce tutto; ora dovrà fare altri test.”
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Milan, caccia al nuovo ds Tare e D’Amico candidati: il confronto

La scelta del nuovo direttore sportivo per il Milan sta diventando cruciale, soprattutto dopo il cambio di rotta dovuto alla squalifica di Fabio Paratici.
Ora, la dirigenza rossonera si sta concentrando su Igli Tare e Tony D’Amico, due figure di alto profilo nel panorama calcistico italiano. Vediamo un confronto tra i due.

IL PROPRIETARIO DEL MILAN GERRY CARDINALE E L’AMMINISTRATORE DELEGATO GIORGIO FURLANI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Igli Tare
- Carriera da dirigente: Tare ha iniziato la sua carriera da direttore sportivo nel 2011 alla Lazio, dove ha costruito una squadra altamente competitiva, con un forte impatto sul mercato.
- Palmarès:
- Serie A (2013-2014)
- Coppa Italia (2013, 2019)
- Supercoppa Italiana (2017, 2019)
- I migliori colpi:
- Ciro Immobile: L’acquisto più celebrato di Tare, che ha portato Immobile a Roma, dove è diventato uno degli attaccanti più prolifici d’Europa.
- Sergej Milinković-Savić: La sua intuizione per questo talento serbo ha rivoluzionato il centrocampo laziale, facendo esplodere il valore del giocatore sul mercato internazionale.
- Luis Alberto: Altro colpo importante, che ha dato alla Lazio un centrocampista di grande classe e visione di gioco.
- Felipe Anderson: Altro nome che ha brillato sotto la gestione Tare, con il brasiliano che ha dimostrato grande qualità nelle sue stagioni a Roma.
- Stile e approccio: Tare è un direttore sportivo che ha sempre lavorato con un budget non vasto, ma ha saputo scoprire talenti e investire in giocatori con grandi potenzialità. Il suo successo si basa su scouting di qualità e su una capacità di dare continuità al progetto, come testimoniato dalle vittorie in Coppa Italia e Supercoppa.
Tony D’Amico
- Carriera da dirigente: D’Amico è il direttore sportivo della Atalanta, dove è arrivato nel 2014 e ha avuto un ruolo chiave nella crescita e nel consolidamento del club bergamasco come una delle realtà più competitive del calcio italiano.
- Palmarès:
- Serie A (4° posto – qualificazione Champions League): Ha portato l’Atalanta in Champions League per tre stagioni consecutive (dal 2019 al 2022), un traguardo storico per la squadra.
- Coppa Italia (2023): Ha conquistato il primo trofeo significativo della sua gestione, portando l’Atalanta a vincere la Coppa Italia.
- I migliori colpi:
- Duván Zapata: Un acquisto che ha avuto un impatto enorme sull’attacco dell’Atalanta, diventando uno dei centravanti più pericolosi del campionato italiano.
- Robin Gosens: La scoperta del talento tedesco che ha contribuito alla crescita di una delle squadre più spettacolari degli ultimi anni in Serie A.
- Luis Muriel: Un altro colpo importante, che ha offerto alla squadra un’alternativa letale in attacco con il suo dinamismo e il suo fiuto per il gol.
- Rafael Tolói: Il difensore brasiliano è diventato uno dei leader della difesa atalantina, dimostrando grande solidità e leadership.
- Stile e approccio: D’Amico è stato fondamentale per creare una squadra che gioca un calcio spettacolare e aggressivo, soprattutto sotto la guida di Gian Piero Gasperini. La sua capacità di scovare talenti poco conosciuti e di costruire una squadra equilibrata è un marchio di fabbrica, così come la gestione delle risorse in maniera intelligente, nonostante il budget limitato rispetto ai top club italiani.
La scelta del Milan
- Igli Tare ha più esperienza in un club di livello nazionale come la Lazio, dove ha saputo costruire una squadra solida e vincente con il giusto mix di esperienza e giovani promesse. Ha un approccio più tradizionale nella gestione della squadra, con un’attenzione particolare a colpi di mercato che possano aumentare il valore della rosa nel tempo.
- Tony D’Amico, d’altro canto, ha costruito l’Atalanta di Gasperini, che ha avuto un impatto più dinamico sul calcio italiano, portando la squadra a livelli mai visti prima e con uno stile di gioco molto offensivo. La sua abilità nel lavorare con un budget limitato e nel trovare talenti sconosciuti è una delle sue caratteristiche distintive.
Entrambi hanno dimostrato grande capacità di valorizzare i giocatori e di creare squadre competitive, ma con approcci differenti. La scelta finale del Milan dipenderà probabilmente dalle priorità che il club ha per il futuro: un profilo come Tare potrebbe essere ideale per una continuità con un progetto stabile, mentre D’Amico potrebbe portare un approccio più fresco e innovativo, con una visione più offensiva.
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Milan, Abraham recupera: ancora dubbi per Gimenez | La situazione

Milan, andiamo qui di seguito a vedere la situazione dei due attaccanti rossoneri usciti malconci durante la partita di sabato sera contro la Fiorentina.
Buone notizie in casa Milan per quanto riguarda Tammy Abraham. L’attaccante inglese ha pienamente recuperato dalla botta occorsa sabato contro la Fiorentina e potrebbe di conseguenza essere regolarmente in campo contro l’Udinese venerdì 11 aprile 2025.
Discorso diverso per Santiago Gimenez, anch’egli uscito malconcio le cui condizioni verranno nuovamente valutate nel corso dei prossimi giorni. Filtra comunque un cauto ottimismo in vista della gara contro i friulani. Il Milan può tuttavia contare su un Luka Jovic in grande spolvero.
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Carlo Ancelotti: “Martin Ødegaard era promettente a 16 anni quando era al Real Madrid, così come è eccellente ora”

Carlo Ancelotti elogia Martin Ødegaard, sottolineando il suo talento a 16 anni al Real Madrid e la sua eccellenza attuale.
Carlo Ancelotti, l’allenatore del Real Madrid, ha recentemente parlato del talento norvegese Martin Ødegaard, descrivendolo come un giovane prodigio già a 16 anni. Durante il suo periodo al Real Madrid, Ødegaard ha mostrato un potenziale straordinario, ma non ha trovato lo spazio necessario per dimostrare le sue qualità in campo. È stato allora che il giovane calciatore ha deciso di cercare fortuna altrove, scegliendo di unirsi a uno dei club di punta della Champions League.
Ancelotti ha espresso ammirazione per Ødegaard, riconoscendo la decisione di cercare più opportunità di gioco. La scelta di Ødegaard si è rivelata vincente, permettendogli di esprimere al meglio il suo talento e di affermarsi come uno dei giocatori più influenti del panorama calcistico europeo.
La crescita di Ødegaard: un esempio di determinazione e talento
Il percorso di Martin Ødegaard è un esempio di come la determinazione e il talento possano portare a raggiungere grandi traguardi. Dopo aver lasciato il Real Madrid, il calciatore norvegese ha saputo trasformare le sue esperienze in campo in un’opportunità per crescere e migliorare. L’apprezzamento di Ancelotti non solo sottolinea il potenziale che Ødegaard ha sempre avuto, ma anche la sua capacità di concretizzare quel potenziale in risultati tangibili.
Il successo di Ødegaard è un promemoria per molti giovani atleti che aspirano a farsi strada nel mondo del calcio: a volte, un cambio di scenario può essere la chiave per liberare il proprio vero potenziale.
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Fonte: l’account X di Fabrizio Romano
🎞️🇳🇴 Carlo Ancelotti: “Martin Ødegaard was talented at 16 when he was here at Real Madrid, same as he’s excellent now”.
“There was no room for him to prove his quality, he decided to go elsewhere for the chance to play. He went to one of the best clubs in the Champions League”. pic.twitter.com/v25rT22n3M
— Fabrizio Romano (@FabrizioRomano) April 7, 2025
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