Premier League
All Eyes On Me – il focus sul 12° turno di Premier League

Nuovo appuntamento con All Eyes On Me, la rubrica di Calcio Style dedicata alla Premier League. Di seguito il resoconto dettagliato della dodicesima giornata del campionato più seguito al mondo.
Il fascino unico emanato, unito alla perenne scia d’entusiasmo che pervade ogni stadio, confluisce in una commistione di spettacolo, ardore e qualità che conferisce a questo torneo l’aurea di lega paradisiaca in cui solamente i migliori interpreti del gioco possono essere o diventare i protagonisti.
Dodicesimo turno: clamoroso harakiri del Tottenham, l’Arsenal mette la freccia. Pari pirotecnico tra Chelsea e City
CHELSEA 4-4 MANCHESTER CITY (25′ (rig.), 47′ Haaland, 29′ Thiago Silva, 37′ Sterling, 46’pt Akanji, 67′ Jackson, 86′ Rodri, 95′ (rig.) Palmer)
Partita thriller allo “Stamford Bridge”, tra giocate visionarie, reti memorabili e altre quantomeno rivedibili, e clamorosi ribaltoni. Alla fine l’intricata sfida tra Chelsea e Manchester City termina con un roboante pareggio che riassume in 100 minuti l’intera essenza di questo campionato.
I Citizens si fanno recuperare tre volte da situazione di vantaggio, e vengono trafitti dal doppio colpo inferto dagli illustri ex Sterling e Palmer, oltre che dall’incornata di Thiago Silva ed il tap-in di Jackson.
I ragazzi di Guardiola tornano a concedere quattro gol in un singolo match dopo tre anni (2-5 contro il Leicester del 27 settembre 2020) e vanificano la solita strabiliante prova offensiva che porta ad esultare due volte Haaland, tredici reti in tredici match, Akanji, che bissa l’acuto di settimana scorsa con il Bournemouth, e Rodri che trova nella punta del piede di Thiago Silva un amico inaspettato. I blu Manchester mantengono comunque il primato solitario in classifica, ma con il vantaggio su Arsenal e Liverpool ridotto ad un punto.
Dopo le quattro stoccate rifilate al Tottenham i Blues di Pochettino si ripetono anche contro i campioni in carica, restando in partita fino all’ultimo respiro e costringendoli al primo pari stagionale. I blu di Londra tornano, dunque, a segnare al City dopo ben sei scontri diretti e si candidano prepotentemente per un prosieguo di stagione sulla cresta dell’onda, sperando di recuperare al più presto elementi fondamentali come Chilwell e Nkunku.
LIVERPOOL 3-0 BRENTFORD (9′, 62′ Salah, 74′ D. Jota)
Sei su sei per il Liverpool ad “Anfield”. Diciassette reti nelle ultime quindici partite interne per Salah. Un’altra doppietta per il fulmineo esterno egiziano che permette ai Reds di restare in scia e di superare un eccessivamente timido Brentford, che di gol ne concederebbe cinque considerati i due annullati a Nunez per fuorigioco.
A rendere ancor più rotondo il risultato ci pensa Diogo Jota, salito già a quota otto stagionali, che entra positivamente nel tabellino al contrario di quanto accaduto giovedì nella sconfitta europea di Tolosa. Ancora una volta positivo Tsimikas nel sostituire Robertson, bene Endo nel non far rimpiangere Mac Allister. Nel finale si vede anche Luis Diaz, finalmente uscito dall’incubo che ha coinvolto la sua famiglia.
Le Bees tornano alla sconfitta dopo tre successi di fila e scivolano all’undicesimo posto. Il rientro di Toney è ancora troppo lontano, gennaio 2024, e senza un bomber di tale pedigree il possibile accesso o la concreta possibilità di competere per un posto in Europa resta una semi-utopia.
ARSENAL 3-1 BURNLEY (46’pt Trossard, 54′ Brownhill, 57′ Saliba, 74′ Zinchenko)
Tutto come da copione all’Emirates dove l’Arsenal, seppur con qualche patema di troppo, riesce ad avere la meglio sul Burnley ottenendo la quarta vittoria consecutiva in casa, la seconda a pochi giorni di distanza dopo quella europea ai danni del Siviglia.
Proprio come contro gli andalusi a sbloccare il match è Leandro Trossard, schierato nuovamente al centro dell’attacco in attesa dei rientri a pieno regime di Gabriel Jesus e Nketiah. Il belga spinge in porta con la testa, scontrandosi anche con il portiere avversario Trafford, il suo sesto gol stagionale sfruttando come meglio non poteva la sponda dell’altro eroe di Champions Saka.
I Gunners risolvono l’enigma Burnley, nel frattempo pervenuto al pareggio con la conclusione di capitan Brownhill sporcata dal centrale Gabriel e propiziata dalla fuga di Koleosho, grazie a due calci d’angolo disegnati da Trossard e trasformati in rete dall’altro baluardo difensivo Saliba e dall’ex City Zinchenko, entrambe alla prima esultanza sia in stagione che nello stadio di casa, considerate le quattro marcature complessive messe a referto lo scorso anno tutte in trasferta. L’undici di Arteta completa dunque il sorpasso in classifica ai danni del Tottenham e dopo la sosta spera di poter tornare a contare anche su Odegaard, assente di lusso nelle ultime uscite.
I Clarets proseguono, invece, nel senso di marcia opposto rispetto allo scorso anno. I sei ko di fila tra campionato e coppa ed i soli 4 punti ottenuti fin qui devono obbligatoriamente far rendere conto alla società di quanto ci sia bisogno di nuovi innesti nel mercato di riparazione e a Kompany, la cui panchina inizia a scricchiolare, che probabilmente sia arrivato il momento di cambiare qualcosa sia nella disposizione che nella mentalità del gruppo.
WOLVERHAMPTON 2-1 TOTTENHAM (3′ Johnson, 91′ Sarabia, 97′ Lemina)
Continua a mietere vittime illustri il “Molineux”. Il Wolverhampton batte il Tottenham con lo stesso risultato rifilato al Manchester City lo scorso 30 settembre. Al contrario della gara contro i Citizens, questa volta i Wolves ribaltano lo svantaggio iniziale tra il 91′ ed il 96′ distribuendo pura estasi tra i tifosi di casa.
Pablo Sarabia sale in cattedra nei minuti finali e si regala un pomeriggio da star come i vecchi tempi: prima il gol, che gli mancava dal 12 giugno 2022 con la Spagna, del momentaneo pareggio e successivamente il passaggio smarcante per la seconda gioia consecutiva tra le mura amiche di Lemina, che consente ai lupi d’oltremanica di riscattare il tonfo maturato fuori tempo massimo a Sheffield nella precedente giornata, e allo stesso tempo di scalare posizioni in classifica.
Gli Spurs vedono sfumare i tre punti proprio sulla linea del traguardo e non riescono, quindi, a portarne a casa neanche uno. Secondo stop di fila per Postecoglu, costretto ad inventarsi, di fatto, l’undici iniziale considerate le contemporanee assenze tra infortuni e squalifiche di Romero, Van de Ven, Udogie, Maddison e Richarlison a cui vanno sommate quelle di lunga data di Perisic e Sessegnon. Gli adattati Davies e Dier al centro della difesa reggono l’urto finché possono, ma la doppia imbucata subìta negli ultimi cinque minuti di gara che costa la vittoria evidenzia la scarsa profondità della rosa, principalmente per ciò che concerne il reparto arretrato.
La sosta arriva nel momento giusto per i bianchi di Londra che in vista del prossimo impegno contro l’Aston Villa sperano di recuperare qualche pedina e di continuare a contare sulla miglior versione dell’appena ristabilito Brennan Johnson, a cui spetterà il compito di arricchire il suo score dopo aver trovato il primo acuto con questa maglia.
ASTON VILLA 3-1 FULHAM (27′ (aut.) Robinson, 42′ McGinn, 64′ Watkins, 70′ Jimenez)
Il Villa Park è ormai un fortino. Tredicesimo successo consecutivo tra le mura amiche per l’Aston Villa che spazza via anche il Fulham piazzando tre gol e sfiorandone altri quattro.
Il minuto spartiacque del match è il 27′ quando Robinson beffa Leno nel tentativo di sventare il minaccioso cross teso di Douglas Luiz, mettendo a referto la sua seconda autorete in campionato. La spallata definitiva alla gara arriva al tramonto della prima frazione con il quinto gol stagionale di capitan McGinn che scarica in porta una bordata mancina imprendibile per il portiere tedesco. Il tris porta invece la firma d’autore di Ollie Watkins, sei in questa Premier, che finalizza un’azione da stropicciarsi gli occhi.
L’undici di Emery si porta ad una sola lunghezza dal quarto posto e riscatta la brutta sconfitta di Nottingham della precedente giornata, dando continuità al 2-1 inferto all’AZ in Conference.
Terzo ko nelle ultime quattro per il Fulham che retrocede al sedicesimo posto con un margine di sei punti sulla terzultima posizione. L’unica nota positiva del momento grigio tendente al nero dei Cottagers resta Raul Jimenez, tornato al gol in Premier dopo un anno e mezzo.
MANCHESTER UNITED 1-0 LUTON (59′ Lindelof)
Quarta vittoria per 1-0 del Manchester United sulle sette ottenute fin qui in campionato. Questa volta a farne le spese è il Luton, caduto sotto il colpo di un Lindelof a secco addirittura dalla gara interna con il Leeds del dicembre 2020. Il centrale svedese consegna tre punti che sanno di ossigeno puro per i Red Devils, dopo il rocambolesco 4-3 incassato a Copenaghen, con un potente destro da posizione centrale atto a risolvere una mischia in area generata da un corner.
I ragazzi di Ten Hag tornano a sorridere e a sfatare il tabù Old Trafford, ormai tramutatosi in “Theatre of Nightmares” per riprendere la citazione dei supporters danesi, dopo oltre un mese: l’ultimo successo, infatti, risaliva alla clamorosa rimonta nel finale ai danni del Brentford dello scorso 7 ottobre. I rossi di Manchester conquistano, inoltre, il sesto posto in classifica scavalcando il Newcastle caduto sul campo del Bournemouth.
Al Luton non sono bastati un super Kaminski, più volte protagonista nel negare la prima gioia in Premier a Hojlund dopo le cinque trovate in Champions, ed una prestazione intrisa di sudore e compattezza per ripetere l’impresa compiuta con il Liverpool la scorsa settimana. Il successo del Bournemouth fa scivolare gli Hatters a -3 dalla zona salvezza, ma il percorso è ancora lungo e può riservare numerose sorprese.
BOURNEMOUTH 2-0 NEWCASTLE (60′, 73′ Solanke)
Dopo sette incontri di campionato senza perdere il Newcastle torna ad assaporare il sapore amaro della sconfitta anche in patria, dopo aver incassato il 2-0 in Champions League dal Borussia Dortmund martedì scorso. Il passivo finale del “Vitality Stadium” è lo stesso del “Signal Iduna Park”, così come il livello della prestazione offerta: incolore, piatto e dai rarissimi sprazzi individuali.
Ai Magpies c’è comunque da riconoscere l’attenuante delle assenze: quelle croniche di Botman, Isak, Barnes e ovviamente Tonali a cui vanno sommate quelle di Burn, Wilson, Bruno Guimaraes (squalifica), Murphy, Targett e l’infortunio al 30′ di Miguel Almiron. Certamente anche per loro la pausa nazionali potrebbe essere un vero e proprio toccasana.
Tre punti pesanti, invece, per il Bournemouth guidato da un Solanke in stato di grazia, arrivato a toccare già quota sei nella classifica marcatori. Il successo interno che bissa quello di due settimane fa nello scontro diretto con il Burnley permette alle Cherries di uscire dalla relegation zone e restare aggrappate al gruppone della parte destra della classifica.
Dopo un avvio da incubo con zero vittorie nelle prime nove, i ragazzi di Iraola hanno iniziato ad ingranare e, specie sotto l’aspetto delle prestazioni, sembrano aver intrapreso la strada giusta per ottenere la salvezza.
BRIGHTON 1-1 SHEFFIELD UNITED (6′ Adingra, 74′ (aut.) Webster)
Terzo 1-1 di fila per il Brighton, quarto pareggio nelle ultime cinque uscite. I ragazzi di De Zerbi non riescono a ritrovare il feeling con la vittoria, che manca in campionato dal 24 settembre, neanche nel match interno dominato e gestito contro lo Sheffield United.
I Seagulls si portano subito in vantaggio con Adingra, quarta rete in stagione, al termine di un sofisticato dialogo con Buonanotte. Dopo l’1-0, al netto del riposo di un tempo concesso a Mitoma e Joao Pedro dopo il produttivo sforzo europeo con l’Ajax, la gara è a senso unico ma i padroni di casa non sfruttano l’enorme quantità di occasioni prodotte, su tutti con Ansu Fati e Lallana, e al 69′ restano in dieci per il tanto ingenuo quanto scriteriato intervento di Dahoud su Osborn.
Le Blades tornano sul livello del mare dopo appena cinque minuti grazie alla decisiva deviazione di Webster sul tiro-cross di Bogle. Gli ospiti rischiano addirittura di vincerla nel finale con la girata di Archer, ma possono comunque accontentarsi di un punto d’oro che dà morale ed irrobustisce qualche certezza dopo la vittoria all’ultimo respiro con il Wolverhampton.
WEST HAM 3-2 NOTTINGHAM FOREST (3′ Paquetà, 44′ Awoniyi, 63′ Elanga, 65′ Bowen, 88′ Soucek)
Vince in rimonta il West Ham contro un Nottingham che, come spesso accaduto in questa stagione, vende cara la pelle.
Dopo il vantaggio iniziale firmato Paquetà, primo gol su azione in questa Premier dopo i tre in Europa League tra cui quello decisivo di giovedì con l’Olympiacos, gli ospiti ribaltano l’inerzia della gara con il tap-in Awoniyi, a secco dal 26 agosto, sulla corta respinta di Areola, ed Elanga, che finalizza l’ottima iniziativa di Ola Aina. Dopo lo svantaggio gli Hammers, reduci da una striscia negativa equivalente ad un solo punto raccolto nelle ultime quattro di Premier, trovano la forza di reagire e contro ribaltare il risultato con due colpi di testa, prima di Bowen, all’ottavo gol in campionato, e successivamente di Soucek, fermato in precedenza da una traversa e da una splendida parata di Vlachodimos.
Il Forest torna a casa con zero punti, ma con la nitida consapevolezza di poter davvero impensierire qualunque avversario. La crescita sia in termini temperamentali che qualitativi della squadra appare evidente e una buona parte del merito va senza dubbio a mister Cooper.
CRYSTAL PALACE 2-3 EVERTON (1′ Mykolenko, 5′ (rig.) Eze, 49′ Doucouré, 73′ Edouard, 86′ Gueye)
L’Everton strappa la quarta vittoria nelle ultime sei uscite tra campionato e coppa al termine di un match al cardiopalma, ricco di gol e costanti alterazioni di equilibrio.
Il terzo risultato imposto agli avversari in trasferta dai Toffees matura grazie alla seconda rete consecutiva di Mykolenko, bravo a svettare su Ward dopo 52 secondi, al quarto acuto di Doucouré, il più lesto a ribadire la palla in porta dopo il palo colpito sempre dal terzino ucraino, e alla prima esultanza dal 2017 in Premier League di Gueye, smarcato al tiro dal filtrante di Doucouré. I ragazzi di Dyche allungano a +8 sul terzultimo posto e ridefiniscono il proprio status: da squadra in lotta per non retrocedere a possibile outsider per l’Europa.
Terzo ko nelle ultime quattro, invece, per le Eagles che in casa non riescono proprio ad ingranare. Il numero delle vittorie interne resta fermo ad uno nonostante il ritorno al gol di Eze, che di rigori ne guadagnerebbe due se soltanto il direttore di gara avesse assegnato anche il secondo piuttosto che ammonire il 10 per simulazione, ed Edouard, a secco dal 16 settembre. Al rientro dalla sosta Hodgson dovrà essere in grado di rimettere insieme i pezzi per restituire continuità di risultati, contando anche su un Olise in più.
Classifica e prossimo turno
1 |
Manchester City |
28 | 12 | 9 | 1 | 2 | 32:12 | +20 |
2 |
Liverpool |
27 | 12 | 8 | 3 | 1 | 27:10 | +17 |
3 |
Arsenal |
27 | 12 | 8 | 3 | 1 | 26:10 | +16 |
4 |
Tottenham |
26 | 12 | 8 | 2 | 2 | 24:15 | +9 |
5 |
Aston Villa |
25 | 12 | 8 | 1 | 3 | 29:17 | +12 |
6 |
Manchester United |
21 | 12 | 7 | 0 | 5 | 13:16 | -3 |
7 |
Newcastle |
20 | 12 | 6 | 2 | 4 | 27:13 | +14 |
8 |
Brighton |
19 | 12 | 5 | 4 | 3 | 25:21 | +4 |
9 |
West Ham |
17 | 12 | 5 | 2 | 5 | 21:22 | -1 |
10 | Chelsea | 16 | 12 | 4 | 4 | 4 | 21:16 | +5 |
11 | Brentford | 16 | 12 | 4 | 4 | 4 | 19:17 | +2 |
12 |
Wolverhampton |
15 | 12 | 4 | 3 | 5 | 16:20 | -4 |
13 |
Crystal Palace |
15 | 12 | 4 | 3 | 5 | 12:16 | -4 |
14 |
Everton |
14 | 12 | 4 | 2 | 6 | 14:17 | -3 |
15 |
Nottingham Forest |
13 | 12 | 3 | 4 | 5 | 14:18 | -4 |
16 |
Fulham |
12 | 12 | 3 | 3 | 6 | 10:20 | -10 |
17 |
Bournemouth |
9 | 12 | 2 | 3 | 7 | 11:27 | -16 |
18 |
Luton Town |
6 | 12 | 1 | 3 | 8 | 10:22 | -12 |
19 |
Sheffield United |
5 | 12 | 1 | 2 | 9 | 10:31 | -21 |
20 |
Burnley |
4 | 12 | 1 | 1 | 10 | 9:30 | -21 |
Prossimo turno:
Sabato 25 novembre
Manchester City 13:30 Liverpool
Newcastle 16:00 Chelsea
Nottingham Forest 16:00 Brighton
Burnley 16:00 West Ham
Luton 16:00 Crystal Palace
Sheffield United 16:00 Bournemouth
Brentford 18:30 Arsenal
Domenica 26 novembre
Tottenham 15:00 Aston Villa
Everton 17:30 Manchester United
Lunedì 27 novembre
Fulham 21:00 Wolverhampton
Premier League
Premier League: nelle ultime 8 stagioni solo due vincitrici

Si è conclusa la lotta per il titolo in Premier League, con il Liverpool campione d’Inghilterra. Gli ultimi 8 campionati inglesi sono stati dominati da due club.
Il 5-1 del Liverpool contro il Tottenham ieri di ha consegnato la ventesima Premier League ai Reds nella loro storia. Insomma, niente male come primo anno di Slot alla guida del club.
I Reds tornano a vincere il titolo dopo 5 stagioni (2019/2020), dopo essere stati in vetta per quasi tutto il campionato. Le ultime 8 Premier hanno avuto solo due vincitrici del titolo. Una di queste, appunto, il Liverpool.
Premier League, dominio Liverpool-Man City
Dalla Premier 2017/18 solo Liverpool e Man City sono riusciti a laurearsi campioni d’Inghilterra. I Reds hanno trionfato due volte, nel 2019/20 e in questa stagione, mentre i Citzens hanno vinto le altre 6 Premier.
Per quanto riguarda le altre top 5 della Premier, il Chelsea non trionfa dal 2016/17: dalla prima di Conte con i Blues. Il Man Utd non vince la Premier addirittura dal 2012/13, l’ultima stagione con Ferguson alla guida.
L’Arsenal invece non vince la Premier dal 2003/04, con Wenger in panchina: i Gunners all’epoca portarono a casa la Premier da imbattuti.
Premier League
Chiesa: Incredibile, potrebbe non ricevere la medaglia di campione

Chiesa-Liverpool: Incredibile: Chiesa rischia seriamente di non ricevere la medaglia di campione della Premier League. Ecco perchè:
Nella giornata di ieri, a seguito della netta vittoria per 5-1 sul Tottenham Hotspur ad Anfield, il Liverpool si è laureato campione d’Inghilterra per la 20ª volta nella sua storia. Un traguardo storico per i Reds, che hanno conquistato aritmeticamente il titolo con diverse giornate d’anticipo.
Tuttavia, tra i protagonisti assenti in campo figura Federico Chiesa. L’ex esterno di Fiorentina e Juventus, approdato al Liverpool nella sessione estiva di mercato, non è sceso in campo nella sfida contro gli Spurs. Un dettaglio che potrebbe pesare in vista della consegna delle medaglie di campione.
Infatti, il regolamento della massima competizione inglese prevede che, per essere insigniti della massima onorificenza — ovvero la medaglia da campione — è necessario aver preso parte ad almeno 5 partite durante tutta la stagione.
Chiesa, al momento, ha collezionato soltanto 4 presenze, tutte per pochi minuti, coprendo appena l’1% del totale dei minuti disputati in Premier League, per di più senza mai partire da titolare.
Tuttavia, rimane ancora una piccola speranza per l’esterno italiano: qualora dovesse scendere in campo in almeno una delle prossime quattro partite — contro Chelsea, Arsenal, Brighton e Crystal Palace — potrebbe ottenere il diritto alla medaglia da campione e concludere così la stagione con il massimo riconoscimento
Chiesa, chi come lui
Partendo dal presupposto che ogni club ha a disposizione 40 medaglie da assegnare tra giocatori e membri dello staff, solo chi ha totalizzato almeno cinque presenze in Premier League riceve automaticamente il riconoscimento. Attualmente, il Liverpool conta 21 giocatori che hanno già raggiunto questa soglia, il che significa che le restanti 19 medaglie saranno assegnate in parte allo staff e a a chi riuscirà a totalizzare il numero minimo di presenze.
La situazione di Federico Chiesa non sarebbe un unicum nella storia della Premier League. In passato, diversi giocatori non sono stati premiati con la medaglia di campione pur facendo parte della rosa del club vincitore. Tra questi, due hanno avuto giocato per un club italiano.
Micah Richards, ex difensore con un passato anche alla Fiorentina, nella stagione 2013/14 non ricevette la medaglia da campione con il Manchester City perché non raggiunse il numero minimo di presenze.
Mohamed Salah, oggi superstar mondiale, nella stagione 2014/15 — la stessa in cui si trasferì in prestito proprio alla Fiorentina — non riuscì a ottenere la medaglia con il Chelsea, rimanendo fermo a 3 presenze in campionato, insufficienti per il riconoscimento.
Infine, Wes Brown, colonna del Manchester United per anni e vincitore di 5 titoli nazionali, fu escluso dalla medaglia nella stagione 2008/09 a causa di un infortunio che lo tenne lontano dal campo per quasi tutta la stagione.
Premier League
Arsenal, Saka blindato: pronto un mega rinnovo di contratto

La stella dell’Arsenal, Bukayo Saka, è pronto a rinnovare il contratto con i Gunners. Cresciuto nelle giovanili del club, Saka diventerà il più pagato della rosa.
Alla vigilia dell’attesissima semifinale di andata di Champions League contro il Paris Saint Germain, arriva un importantissima indiscrezione in casa Arsenal. Secondo quanto riportato da addetti ai lavori inglesi e dall’esperto di mercato Ekrem Konur, i Gunners avrebbero trovato un accordo con Bukayo Saka per il rinnovo del contratto. L’esterno inglese, prodotto delle giovanili dell’Arsenal, è pronto a legarsi per molto tempo con il club di Londra.
Nonostante il contratto di Saka non scadesse prima del 2027, il rinnovo di Star Boy, l’idolo dei tifosi Gunners, è sempre stata una priorità per i proprietari del club inglese. Anche il calciatore ha sempre manifestato pubblicamente il suo amore per la squadra e la volontà di rimanere a Londra, nonostante il forte interesse di top club come Real Madrid e PSG. Vi era quindi il reciproco desiderio di arrivare presto ad un nuovo accordo. Come premio per la fedeltà e della costante crescita avuta in questi anni, il classe 2001 diventerà il calciatore più pagato della rosa dell’Arsenal.
Arsenal, Saka diventerà il più pagato in squadra
Secondo le indiscrezioni, passerà dall’attuale stipendio di 10 milioni di sterline ad un ingaggio intorno ai 15-16 milioni di pound. Con il nuovo accordo, Saka riceverà uno stipendio superiore a quelli dei tre attualmente più pagati nell’Arsenal: Gabriel Jesus, Martin Odegaard e Kai Havertz.
Il rinnovo di Saka rappresenta la prima grande operazione condotta dal nuovo direttore sportivo Andrea Berta. L’ex dirigente dell’Atletico Madrid, entrato in carica al posto di Edu nel mese di marzo, inaugura la sua avventura con i Gunners blindando la stella della squadra.
Nonostante l’infortunio al bicipite femorale che lo ha costretto ai box per oltre 3 mesi, Saka ha fatto registrare ottimi numeri: 11 gol e 14 assist in stagione per lui. Soprattutto in Champions League è stato spesso il trascinatore della squadra, grazie alle 5 reti realizzate in Europa. Prima di ufficializzare il suo rinnovo, lo Star Boy vuole condurre il suo Arsenal alla seconda finale di Champions League della sua storia.
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