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All Eyes On Me – il focus sul 19° turno di Premier League

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All Eyes On Me

Nuovo appuntamento con All Eyes On Me, la rubrica di Calcio Style dedicata alla Premier League. Di seguito il resoconto dettagliato della diciannovesima giornata del campionato più seguito al mondo.

Il fascino unico emanato, unito alla perenne scia d’entusiasmo che pervade ogni stadio, confluisce in una commistione di spettacolo, ardore e qualità che conferisce a questo torneo l’aurea di lega paradisiaca in cui solamente i migliori interpreti del gioco possono essere o diventare i protagonisti.

Diciannovesimo turno: clamoroso ribaltone dello United, il City c’è. Liverpool campione d’inverno.

All Eyes On Me

BURNLEY 0-2 LIVERPOOL (6′ Nunez, 90′ D. Jota)

Torna a vincere il Liverpool dopo i due pareggi interni con Manchester United e Arsenal, e lo fa convincendo nella trasferta di Turf Moor.

I Reds, piuttosto rimaneggiati viste le pesanti assenze tra gli altri di Tsimikas, Matip e Mac Allister, impiegano poco più di cinque minuti a sbloccare il risultato con il quinto gol in campionato di Darwin Nunez, che batte Trafford con un destro piazzato sul tocco arretrato di Gakpo. Prima e dopo lo 0-1 la gara è contraddistinta da un costante monologo degli ospiti a cui vengono annullate altre due reti, la prima a Gakpo per un fallo di Nunez e la seconda a Elliott per fuorigioco di Salah sulla conclusione, e negate le marcature di Salah ed Endo rispettivamente da traversa e Trafford.

Il Burnley batte due colpi solo nella ripresa: ci provano Gudmundsson di testa sull’iniziativa personale di Odobert e Bruun Larsen su un brutto pallone perso a metà campo da Endo, ma è troppo poco per superare Alisson, mentre Trafford ha ancora l’opportunità di mettersi in mostra sfoderando un’ottima parata di piede su Luis Diaz.

Il portiere di casa, però, non può nulla in prossimità del recupero sul tentativo mancino defilato ma chirurgico di Diogo Jota, imbeccato da Luis Diaz, che vale il definitivo 0-2 ed il cinquantesimo centro del portoghese con la maglia rossa.

Il quinto successo esterno dell’undici di Klopp in campionato coincide con il nuovo primato in solitaria ed il nono ko interno della formazione di Kompany sulle dieci gare disputate. I Clarets scinvolano, così, a -4 anche dal Luton.

ARSENAL 0-2 WEST HAM (13′ Soucek, 55′ Mavropanos)

L’Arsenal gioca e crea, il West Ham segna e vince. Questa potrebbe essere l’istantanea del match andato in scena all’Emirates. Ai Gunners non bastano il 74% di possesso palla ed i 30 tiri totali di cui 8 in porta per bucare la difesa degli Hammers.

La sfida si mette subito in salita per l’undici di Arteta dopo un’iniziale fase di studio: il cross teso di Emerson Palmieri viene letto male da Gabriel e Zinchenko che collidono lasciando la palla nella zona di Bowen che non ha problemi a servire il solissimo Soucek. Il ceco torna al gol dopo un mese e regala, così, ai suoi un vantaggio inaspettato da difendere a tutti i costi.

In effetti è quello che la formazione di Moyes fa per tutto il resto della gara, lasciando sfogare i padroni di casa, spesso pericolosi con i vari tentativi di Gabriel Jesus, Martinelli e Saka sventati da Areola nel primo tempo, ma praticamente mai glaciali sotto porta. Ad inizio ripresa si materializza la più classica legge non scritta del calcio, nonostante gli sforzi profusi l’Arsenal incassa la rete del doppio svantaggio complice il primo centro con la maglia del West Ham di Mavropanos, ex di turno che non esulta, che svetta nel cuore dell’area sul corner calciato da WardProwse.

L’assalto dei Gunners nell’ultima mezz’ora produce svariate occasioni, quasi tutte nate dal piede del sempre ispirato Odegaard, ma è una di quelle serate in cui la palla non ne vuol sapere di entrare. Nel recupero c’è gloria per Raya che respinge il rigore calciato da Benrahma, causato dal fallo dell’ex più in vetrina Rice su Emerson Palmieri.

L’Arsenal perde, dunque, partita e primato chiudendo il girone d’andata con un passivo di sette punti rispetto allo scorso anno, cadendo, per giunta, in casa per la prima volta in stagione dopo sette mesi d’imbattibilità interna.

Il West Ham, invece, incamera tre punti pesantissimi che lo portano a -3 dal quinto posto, tornando a vincere all’Emirates dopo otto anni e affermandosi come bestia nera stagionale dei Gunners considerata l’eliminazione in Coppa di Lega maturata lo scorso novembre.

MANCHESTER UNITED 3-2 ASTON VILLA (21′ McGinn, 26′ Dendoncker, 59′, 71′ Garnacho, 82′ Hojlund)

Pazzesca rimonta del Manchester United che risorge dalle proprie ceneri nella ripresa piazzando tre gol da situazione di doppio svantaggio ai danni dell’Aston Villa, proprio come accaduto nella terza giornata contro il Nottingham sempre ad Old Trafford.

Almeno per una notte il “Theatre of Dreams” torna ad essere tale per la parte rossa di Manchester grazie ad un ribaltone che potrebbe ridisegnare i confini stagionali della formazione di Ten Hag, nonostante la gara si sia messa piuttosto in salita sin dall’inizio.

In appena cinque minuti infatti, tra il 21′ e il 26′, i Villans piazzano un doppio colpo, che fa vacillare le già instabili certezze dei Red Devils, con McGinn, già match winner contro l’Arsenal, il cui cross da piazzato sorprende tutti compreso Onana, e Dendoncker, schierato dal 1′ viste le contemporanee assenze di Kamara e Tielemans, che spinge in porta la sponda aerea di Lenglet, un’altra seconda linea, sul corner di McGinn.

La reazione del Man United, reduce da quattro gare senza gol ed un solo punto conquistato nelle ultime tre partite, arriva tutta nella ripresa e viene guidata da Garnacho. L’argentino, divenuto ormai pedina insostituibile per Ten Hag, prima vede annullarsi l’1-2 per fuorigioco sul tocco di Rashford, poi, sempre su assist del 10 inglese, trova ufficialmente il gol che gli mancava da un mese, e successivamente punisce ancora Martinez, grazie anche alla deviazione di Diego Carlos, mettendo a referto la sua prima doppietta in carriera.

La rete del definitivo vantaggio matura in seguito allo straordinario salvataggio di Evans sulla linea sul tiro ravvicinato di McGinn, e porta, finalmente, la firma di Rasmus Hojlund, bravo a correggere in porta con un sinistro al volo un pallone vagante nel cuore dell’area scaturito dal corner di Bruno Fernandes. Prima gioia in campionato per il danese che scoppia praticamente in lacrime.

Grazie a questi tre punti pesantissimi, dunque, lo United, riabbracciando anche Eriksen dal 1′ dopo un mese e mezzo, scavalca il Newcastle e si prepara al meglio alla trasferta di Nottingham per chiudere il 2023.

La formazione di Emery, invece, dopo aver pareggiato all’ultimo respiro nella gara interna con lo Sheffield United perde Digne per infortunio e interrompe la propria striscia di dieci risultati utili consecutivi tra campionato e Conference.

EVERTON 1-3 MANCHESTER CITY (29′ Harrison, 53′ Foden, 64′ (rig.) Alvarez, 86′ B. Silva)

Buona la prima uscita da campioni del mondo per i ragazzi di Guardiola che espugnano Goodison Park in rimonta nonostante le assenze di Haaland e Doku e l’infortunio a gara in corso dell’ex di turno Stones.

Il Manchester City imprime la propria impronta sul match già dalle prime battute con la doppia clamorosa occasione sciupata prima da Matheus Nunes, schierato a sorpresa dal 1′, e successivamente da Julian Alvarez. Il vantaggio iniziale lo trovano, però, i padroni di casa complice un’ingenuità di Rodri che perde palla all’ingresso dell’area di rigore a favore di McNeil che pesca al centro lo smarcatissimo Harrison, al suo secondo gol in campionato.

La reazione degli ospiti non si fa attendere ed arriva puntuale con Rodri che calcia alto dal limite dell’area sugli sviluppi dell’iniziativa di Grealish, ma all’intervallo si va sull’1-0 per l’Everton. I Citizens livellano la gara all’alba della ripresa con il mancino potente e chirurgico da fuori di Foden che sorprende Pickford firmando il quinto centro in questa Premier, bissando la rete trovata nel 4-0 contro il Fluminense nella finale del Mondiale per Club.

Discorso analogo per Julian Alvarez (doppietta contro il Flu), che nove minuti dopo realizza il calcio di rigore coincidente con il vantaggio, procurato dal tocco di braccio di Onana sulla girata di Aké da corner. Gli Sky Blues continuano ad attaccare, ma si espongono ad un grande rischio poco dopo il 70′ quando CalvertLewin imbeccato da Harrison spreca il 2-2 a tu per tu con Ederson.

Passato lo spavento i blu di Manchester chiudono la sfida a quattro dal novantesimo con Bernardo Silva che sfrutta l’errato rilancio di Pickford, scavalcandolo con un dolce pallonetto.

Tre punti importanti per il Manchester City che si rimette in scia delle prime posizioni guadagnando tre punti sull’Aston Villa. I Toffees incassano la seconda sconfitta di fila e, nonostante l’ottimo cammino fin qui, si ritrovano solamente a +1 sulla zona retrocessione.

BRIGHTON 4-2 TOTTENHAM (11′ Hinshelwood, 23′ (rig.) Joao Pedro, 63′ Estupinan, 75′ (rig.) Joao Pedro, 81′ Veliz, 85′ Davies)

Partita spettacolare all’Amex Stadium tra due squadre votate all’attacco capaci di deliziare gli spettatori con uno stile di calcio fluido e spregiudicato.

Il Brighton domina la prima frazione e, dopo la super parata di Vicario su Welbeck, trova l’1-0 grazie al secondo centro in campionato del sempre più protagonista Hinshelwood che capitalizza l’ottimo assist di Joao Pedro. Proprio il brasiliano al 23′ trasforma il rigore del 2-0 causato dalla trattenuta di Kulusevski su Welbeck, spiazzando Vicario, indirizzando la sfida che prosegue con i sussulti di Milner e ancora di Joao Pedro stoppati rispettivamente dal palo e dal portiere ex Empoli, e con la rete del tris annullata a Buonanotte per fuorigioco.

Nel secondo tempo i Seagulls abbassano troppo la guardia concedendo molto campo al Tottenham che vede cancellati i due acuti di Richarlison nel primo quarto d’ora sempre causa offside. Nel momento migliore degli Spurs, però, arriva la perla di Estupinan che riceve il corner corto di Milner e scaraventa in porta un’imprendibile bordata dai 25 metri siglando il suo secondo gol in campionato dopo praticamente tre mesi di assenza. Al 75′ arriva anche il poker concretizzato ancora dagli undici metri da Joao Pedro che fa otto su otto dal dischetto in stagione scrivendo apparentemente la parola fine sulle velleità di rimonta degli ospiti.

Ospiti che, però, non mollano trovando due reti in quattro minuti con Veliz, argentino classe 2003 arrivato in estate al suo primo centro in Premier, e Davies, tornato al centro della difesa vista l’assenza di Romero, e rischiando di riaprirla definitivamente al quinto dei nove minuti di recupero assegnati con il palo colpito da Hojbjerg.

La formazione di De Zerbi arriva al giro di boa all’ottavo posto in piena corsa per la zona Europa, mentre l’undici di Postecoglu incassa la quinta sconfitta in campionato dopo tre successi di fila perdendo terreno dal quarto posto.

NEWCASTLE 1-3 NOTTINGHAM FOREST (23′ (rig.) Isak, 46’pt, 53′, 60′ Wood)

Prosegue il momento no per il Newcastle: nonostante i rientri Botman, Burn e Joelinton arriva la sesta sconfitta nelle ultime sette uscite complessive, la quarta nelle ultime cinque di Premier, per mano del Nottingham guidato da un ispiratissimo ex di turno Chris Wood.

Il match sembra mettersi bene per i Magpies che sbloccano il punteggio al 23′ con il rigore procurato e trasformato da Isak, arrivato a toccare quota otto in campionato, nonostante la grande opportunità cestinata da GibbsWhite in apertura. Proprio quell’occasione suona, a posteriori, come un campanello d’allarme per la difesa di casa che senza Pope ed un’armonia di reparto difficile da ritrovare in tempi brevi considerate le costanti defezioni, si dimostra fragile.

Il pari del Forest, infatti, arriva nel recupero del primo tempo con una transizione interna guidata da GibbsWhite, rifinita da Elanga e finalizzata a porta vuota da Wood. L’attaccante neozelandese è in giornata di grazia e lo dimostra tra il 53′ ed il 60′: per l’1-2 si inventa un contromovimento su Burn ed uno scavino su Dubravka degno del Messi versione 2015 contro il Bayern Monaco, per l’1-3 scatta sulla linea del fuorigioco sul lancio di Murillo, scarta con una facilità disarmante Dubravka e deposita la sfera in rete. Sette gol in campionato e pallone assicurato a fine partita.

La reazione della formazione di Howe è tutta nei tentativi di Miley e Isak respinti da Turner; davvero insufficiente e figlia di una sfiducia riscontrabile anche nei volti dei calciatori.

Il Newcastle torna, quindi, a perdere a St.James’ Park anche in campionato dopo quattro mesi, mentre Espirito Santo centra la prima vittoria, anche piuttosto prestigiosa, sulla panchina del Forest, ripartito dopo sei ko nelle ultime sette sfide.

CHELSEA 2-1 CRYSTAL PALACE (13′ Mudryk, 46’pt Olise, 89′ (rig.) Madueke)

Il Chelsea si prende i tre punti in extremis in uno dei tanti derby di Londra stagionali e prova a ripartire.

I Blues schierano per la prima volta dal 1′ Nkunku, tornato ormai definitivamente ad essere parte integrante della rosa, ma si ritrovano costretti a rinunciare sia a Sterling che a Palmer causa squalifica. Il primo squillo arriva dai piedi di Maatsen, ala destra per l’occasione, la cui conclusione viene salvata sulla linea da Mitchell, e il secondo, quello dell’1-0, con Mudryk che batte a rete di prima intenzione sul cross basso di Malo Gusto per il suo terzo gol in campionato.

Al tramonto di un primo tempo in modalità gestione, però, l’undici di Pochettino incassa l’1-1 complice la stoccata ravvicinata di Olise che addomestica con il petto il filtrante alto di Ayew e supera Petrovic con un sinistro secco sul primo palo. Anche il 7 delle Eagles sale a quota tre nella classifica marcatori.

La ripresa si apre con la clamorosa chance fallita da Jackson davanti a Henderson e vede ancora il senegalese protagonista ad un quarto d’ora dal termine con la sua rete annullata dal Var per un fuorigioco di partenza sul suggerimento di Thiago Silva.

Nel finale è ancora il Var a prendersi la scena richiamando l’arbitro Michael al monitor per il contatto sospetto in area tra Eze e Madueke. Il direttore di gara assegna il penalty e proprio Madueke lo trasforma mandando in visibilio Stamford Bridge.

I 25 punti ottenuti nel girone d’andata restano comunque pochi per una squadra dalle velleità del Chelsea, che spera di trovare continuità già a partire dalla trasferta di Luton del prossimo turno. Il Palace, invece, con la quinta sconfitta nelle ultime otto scivola al quindicesimo posto con soli tre punti di vantaggio sulla terzultima posizione.

BRENTFORD 1-4 WOLVERHAMPTON (13′ Lemina, 14′, 28′ Hee-Chan, 16′ Wissa, 79′ Bellegarde)

Resta agganciato al “treno delle speranze” a quota 25 punti anche il Wolverhampton che ne rifila quattro a domicilio al Brentford.

I Wolves sbloccano il punteggio al 13′ sullo stesso asse che aveva portato all’1-0 contro il Chelsea: Sarabia per Lemina. L’ex Juve incorna alle spalle di Flekken il suo quarto centro in campionato. Il raddoppio arriva un minuto dopo con lo svarione di Collins che dosa male il retropassaggio smarcando davanti alla porta Hwang HeeChan che senza difficoltà scarta il portiere e deposita in porta lo 0-2.

Le Bees provano a rientrare in partita al 16′ con l’acuto di Wissa, il quarto in questa Premier, ma al 28′ ancora il coreano sfrutta l’orrendo posizionamento della difesa avversaria sul colpo di testa dalla metà campo di Toti Gomes per riportare a due la distanza tra le squadre in termini di gol. L’11 dei Wolves taglia così il traguardo della doppia cifra.

Nella ripresa l’undici di Frank ci prova con Maupay e LewisPotter, ma ancora una volta si rende protagonista di un atto di autolesionismo. Ancora Collins sbaglia un passaggio in orizzontale regalando palla a Matheus Cunha che con un tocco smarca Bellegarde che, a sua volta, batte Flekken senza problemi.

I lupi d’oltremanica bissano, dunque, il successo della vigilia di Natale sul Chelsea e tengono il passo dei Blues e del Bournemouth. Per il Brentford, invece, arriva il quarto ko di fila, il sesto nelle ultime sette, e ora la classifica inizia a preoccupare.

BOURNEMOUTH 3-0 FULHAM (44′ Kluivert, 62′ (rig.) Solanke, 93′ Sinisterra)

Tutto troppo facile per il Bournemouth che spazza via il Fulham e si candida prepotentemente al titolo di squadra rivelazione del campionato.

Le Cherries centrano il quarto successo di fila che permette loro di insidiare concretamente la zona Europa grazie ad una prestazione dominante, impreziosita da griffe di lusso.

La prima è di Justin Kluivert, già vicino all’acuto al 30′, che capitalizza la discesa palla al piede di Scott bucando Leno sul primo palo con un potente mancino. La seconda è, ovviamente, di Solanke che arriva a dodici nella classifica marcatori trasformando il rigore causato dal maldestro intervento di Palhinha su Semenyo. La terza porta il nome di Sinisterra, a secco dallo scorso 4 novembre, che nel recupero scaglia in porta un destro imprendibile sotto la traversa.

I Cottagers non si fanno praticamente mai vivi dalle parti di Neto ripiombando nella carestia di gol che aveva contraddistinto la prima parte di stagione. L’assenza prolungata per squalifica di Raul Jimenez risulta determinante in questo senso: tre partite senza di lui, tre sconfitte senza reti all’attivo.

SHEFFIELD UNITED 2-3 LUTON (17′ Doughty, 61′ McBurnie, 69′ Ahmedhodzic, 77′ (aut.) Robinson, 81′ (aut.) Slimane)

Passa il Luton a Bramall Lane nello scontro salvezza con lo Sheffield United, a cui non resta altro che appellarsi alla sfortuna al termine di una gara in cui avrebbe meritato certamente di più.

I padroni di casa sull’onda dell’incessante tifo a favore approcciano meglio al match, producendo due opportunità importanti con McAtee e Brooks, entrambe vicini all’1-0. Il vantaggio iniziale lo trovano, invece, gli ospiti grazie all’iniziativa personale di Doughty, primo centro in carriera in Premier League, che passa con un sinistro centrale che si infila tra le gambe di Foderingham, chiamato certamente a fare di più nell’occasione.

Nella ripresa le Blades capitalizzano la mole di gioco creata e con un moto d’orgoglio la ribaltano in appena otto minuti: prima McBurnie, su assist da terra di McAtee, trova la sua terza rete in campionato con un destro in diagonale, poi Ahmedhodzic, centrale di difesa, rende vano il salvataggio sulla linea di Sambi Lokonga sul tentativo di Archer arrivando per primo sulla respinta, mettendo definitivamente fuori causa Kaminski.

Proprio quando il più sembrava fatto l’undici di Wilder, però, si fa male da solo. Robinson confeziona il primo autogol deviando nella propria porta di testa il traversone di Morris con l’intenzione di anticipare Osho, Slimane il secondo scavalcando Foderingham con un colpo di coscia atto ad intercettare un altro tentativo di cross di Morris.

Tre punti d’oro, dunque, per gli Hatters che vincono ancora dopo aver superato di misura il Newcastle nell’ultimo turno e si avvicinano sensibilmente al quartultimo posto. Grande rammarico, invece, per lo Sheffield United che con i soli nove punti raccolti nel girone d’andata difficilmente potrà sperare nella permanenza il Premier.

 

Classifica e prossimo turno

1

Liverpool

42 19 12 6 1 39:16 +23
2

Arsenal

40 19 12 4 3 36:18 +18
3

Aston Villa

39 19 12 3 4 40:25 +15
4

Manchester City*

37 18 11 4 3 43:21 +22
5

Tottenham

36 19 11 3 5 39:28 +11
6

West Ham

33 19 10 3 6 33:30 +3
7

Manchester United

31 19 10 1 8 21:25 -4
8

Brighton

30 19 8 6 5 38:33 +5
9  Newcastle 29 19 9 2 8 37:25 +12
10 Chelsea 25 19 7 4 8 31:29 +2
11 Wolverhampton 25 19 7 4 8 27:31 -4
12

Bournemouth*

25 18 7 4 7 27:32 -5
13

Fulham

21 19 6 3 10 26:34 -8
14

Brentford*

19 18 5 4 9 25:28 -3
15

Crystal Palace

18 19 4 6 9 19:28 -9
16

Nottingham Forest

17 19 4 5 10 22:34 -12
17

Everton

16 19 8 2 9 24:25 -1
18

Luton Town*

15 18 4 3 11 21:34 -13
19

Burnley

11 19 3 2 14 18:38 -20
20

Sheffield United

9 19 2 3 14 15:47 -32

– Everton 10 punti di penalizzazione

* Una partita in meno

Prossimo turno:

Sabato 30 dicembre

Luton 13:30 Chelsea

Manchester City 16:00 Sheffield United

Aston Villa 16:00 Burnley

Wolverhampton 16:00 Everton

Crystal Palace 16:00 Brentford

Nottingham Forest 18:30 Manchester United

Domenica 31 dicembre

Fulham 15:00 Arsenal

Tottenham 15:00 Bournemouth

Lunedì 1 gennaio

Liverpool 21:00 Newcastle

Martedì 2 gennaio

West Ham 20:30 Brighton

Premier League

Rodri, l’eroe anti-social di cui il calcio ha bisogno

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manchester city rodri

Nato a Madrid il 22 giugno 1996, Rodrigo Hernández Cascante, meglio noto come Rodri, è diventato uno dei protagonisti indiscussi del calcio mondiale.

A soli 28 anni, ha già vinto tutto, dalla Champions League nel 2023 all’Europeo nel 2024. Tuttavia, la sua storia non è solo una sequenza di successi, ma un viaggio di dedizione e sacrificio che merita di essere raccontato.

 

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Il gioco specchio dell’anima

Rodri è il riflesso di una personalità solida e disciplinata, mai una parola fuori posto, mai un comportamento scorretto. Il suo gol decisivo al 68° minuto nella finale di Champions League ha segnato una delle tappe più importanti della sua carriera, mentre la vittoria all’Europeo dell’estate successiva lo ha consacrato tra i grandi del calcio. Non è un caso che oggi sia tra i favoriti per il Pallone d’Oro, un riconoscimento che molti gli attribuiscono già come meritato.

In un’intervista rilasciata a ESPN, alla domanda se sentisse di meritare il Pallone d’Oro, Rodri ha risposto con la sua solita umiltà: “Quando cammino per strada, molte persone mi dicono che merito di vincere, e per me questa è già una vittoria.” Questa risposta sintetizza perfettamente la grandezza di Rodri: un uomo che ha scelto la semplicità e la dedizione al suo lavoro come stile di vita.

Tra libri e pallone, la doppia vita di Rodri

Se si dovesse paragonare la vita di Rodri a un personaggio cinematografico, sarebbe sicuramente Peter Parker in Spider-Man. Come il famoso supereroe, Rodri ha vissuto una doppia vita per anni, dividendo il suo tempo tra lo studio universitario e allenamenti calcistici. In una recente intervista al The Players’ Tribune, ha raccontato dei suoi esordi con il Villarreal e delle prime partite in Liga, che gli valsero la notorietà anche tra i suoi compagni di università.

Rodri, protagonista con la Spagna

Athens, Greece – August 16,2023: Player of Manchester City Rodrigo in action during the UEFA Super Cup Final match between Manchester City and Sevilla at Stadio Karaiskakis, Piraeus

La sua storia comincia con un accordo siglato con i propri genitori. “Per me il calcio era quasi come una droga,” ha spiegato Rodri, “così ho stretto un patto con i miei genitori; se volevo continuare a giocare a calcio, dovevo anche frequentare l’università. A 17 quindi anni mi sono trasferito e mi sono iscritto all’università. Il primo anno vivevo nelle residenze del Villarreal Academy, ma quando ho compiuto 18 anni mi sono trasferito negli alloggi per studenti.”

Rodri ha raccontato di come le sue giornate fossero scandite dagli allenamenti mattutini e dalle lezioni pomeridiane. La sera, mentre i suoi amici si divertivano e andavano in discoteca, lui si limitava a bere acqua frizzante prima di ritirarsi, pronto per l’allenamento del mattino successivo. “I miei amici non sapevano neanche che giocassi a calcio,” ha ricordato. “Alla fine qualcuno mi ha chiesto perché non uscissi mai con loro, e ho dovuto spiegare che avevo allenamenti al mattino. Quando l’hanno scoperto, non potevano crederci.”

Le prime comparse e le ricerche su Google

L’anno successivo, Rodri fece le sue prime apparizioni nella Liga. “I miei compagni di corso sono rimasti sbalorditi quando mi hanno visto in TV con il numero 6,” ha raccontato. Alcuni non potevano credere che fosse davvero lui, tanto che uno di loro arrivò persino a cercare il suo nome su Google per assicurarsi che non fosse uno scherzo.

Un giocatore che ama la normalità, sia in campo che nella vita. Nonostante gli aneddoti che circolano su di lui, come quello in cui si dice che arrivò in ritardo a una trasferta perché troppo concentrato sugli studi, lasciando il cellulare in modalità silenziosa e non accorgendosi della chiamata del proprio allenatore.

Rodri, eroe moderno anti-social

Capita spesso, che i suoi compagni lo prendano in giro appellandolo come una persona fin troppo normale. La verità è che Rodri non è un calciatore moderno, almeno non sotto il punto di vista estetico.
Un ragazzo semplice e come lui stesso si é definito, dipendente dal calcio nel vero senso della parola.  Odia i social media e le scarpe da 400 sterline. La verità, come anche lui ha affermato recentemente, è che semplicemente ha inseguito un sentimento. Come affermato a The Players Tribune. “Volevo fare il calciatore non per comprarmi una Ferrari, ho scelto di farlo perchè quello che i miei eroi facevano in campo mi faceva sentire vivo”.

 

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Premier League

All Eyes On Me – il focus sul 4° turno di Premier League 2024-25

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Premier League

Appuntamento e format rinnovati: All Eyes On Me, la rubrica di Calcio Style dedicata alla Premier League, cambia look, ma non la sostanza dando libero sfogo a quella bruciante passione che unisce tutto il popolo britannico e non solo. Di seguito il resoconto dettagliato dei principali avvenimenti della 4°giornata della nuova stagione.

Il fascino unico emanato, unito alla perenne scia d’entusiasmo che pervade ogni stadio, confluisce in una commistione di spettacolo, ardore e qualità che conferisce a questo torneo l’aurea di lega paradisiaca in cui solamente i migliori interpreti del gioco possono essere o diventare i protagonisti.

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Quarto turno: “Crumbs from your table”

All Eyes On Me

HAALAND LEAGUE

La Premier League ormai si sta sempre più trasformando in Haaland League. Dopo le due triplette consecutive contro Ipswich e West Ham il norvegese ne fa altri due (sfiorando il terzo nel secondo tempo) contro il Brentford, che bastano per ribaltare il risultato e garantire al Manchester City la tredicesima vittoria consecutiva in campionato.

Grazie a questi due centri Haaland sale a quota 9 in classifica marcatori diventando il primo calciatore nella storia della Premier League a toccare tale cifra nelle prime 4 gare (spodestato Rooney fermatosi a 8 nel 2011-12). Nel complesso il suo score arriva a contare 99 realizzazioni in 103 apparizioni con la maglia dei Citizens.

I ragazzi di Guardiola, dunque, restano da soli al comando dopo il grande spavento in apertura firmato Wissa (il suo gol dopo 22 secondi è il più rapido mai siglato contro i campioni in carica), anche grazie a Ederson che, oltre a blindare la porta in più occasioni sullo 0-1, fornisce l’assist per il 2-1, il quarto della propria carriera, portandosi così al secondo posto nella classifica degli estremi difensori con più passaggi vincenti a referto nel campionato inglese (davanti a lui solo Seaman con 5).

Le Bees, invece, restano a mani vuote in termini di punti, ma non di consapevolezza: i primi 20 minuti della gara dell’Etihad, infatti, rappresentano il manifesto del calcio verticale voluto da Frank, molto spesso coadiuvato e capitalizzato da Wissa o Mbeumo, perfettamente sincronizzati e abili nel non far rimpiangere Toney.

IL NOTTINGHAM ESPUGNA ANFIELD. L’ARSENAL SI PRENDE IL NORTH LONDON DERBY

La sorpresa di giornata arriva ad Anfield, dove il lampo di Hudson-Odoi al 72′ interrompe sia l’imbattibilità di Alisson (fermatasi dopo 342′) sia la striscia di vittorie del Liverpool, che aveva fatto en plein nelle prime tre gare.

Un po’ l’imprecisione del tridente offensivo, un po’ le parate di Sels (5) e un pizzico di sfortuna condiscono una gara nervosa in cui i Reds (imbattuti in casa dal 14 aprile) non mettono in mostra la consueta fluidità di manovra, complice anche il sempre efficace e puntuale ostruzionismo del Forest, attento in non possesso e pungente con la palla tra i piedi.

Il Nottingham, grazie alla prima rete in campionato dell’esterno scuola Chelsea dopo le 8 dello scorso anno, porta, dunque, a casa il quarto successo consecutivo in trasferta per la prima volta dal 1995, nonché la prima vittoria nella tana del Liverpool dal febbraio 1969, stanziandosi a quota 8 punti dopo i due pareggi interni con Wolverhampton e Bournemouth e lo 0-1 sul campo del Southampton.

Torna a sorridere l’Arsenal dopo il pari con corposo strascico polemico contro il Brighton, e lo fa in una delle partite più sentite: il derby con il Tottenham.

I Gunners espugnano per la terza volta consecutiva lo stadio degli acerrimi rivali (dato che non si registrava dal 1988), nonostante la contemporanea assenza di Rice e Odegaard causa squalifica e infortunio (con Arteta costretto a rinunciare ad entrambe per la prima volta in assoluto), i soli 96 passaggi completati nella prima frazione (dato più basso degli ultimi due anni) e il 36,3% di possesso palla complessivo che supera il precedente record negativo (37,8), fatto registrare proprio nell’ultimo confronto con gli Spurs di fine aprile.

La gara, equilibrata, con poche occasioni da rete nitide e con ben 7 ammoniti nella prima frazione (record), viene decisa da Gabriel che al 64′ si esibisce nella specialità della casa: il colpo di testa. Gli ultimi sei gol del difensore brasiliano, infatti, sono arrivati tutti attraverso la frustata aerea, così come tre delle ultime quattro marcature dell’Arsenal nel derby.

Prima del fischio finale che sancisce la sesta vittoria esterna consecutiva dei Gunners (miglior dato dal 2013) arriva anche l’esordio di Sterling, primo calciatore del 21esmo secolo a debuttare nel North London Derby.

I ragazzi di Arteta si portano, dunque, al secondo posto a -2 dal City, mentre il Tottenham incassa il secondo ko di fila e resta a quota 4 al tredicesimo posto.

TRIS DELLO UNITED, RIMONTA AL CARDIOPALMA PER L’ASTON VILLA. TRE PUNTI PESANTI FIRMATI NKUNKU PER IL CHELSEA.

Rialza la testa il Manchester United dopo i due pesanti ko incassati con Brighton e Liverpool. I Red Devils rischiano grosso alla mezz’ora quando concedono un calcio di rigore al Southampton, calciato da Archer e neutralizzato da Onana (è soltanto il quarto penalty parato negli ultimi 7 anni da un portiere del Manchester United), e mettono la freccia esattamente due minuti dopo con il primo centro di Matthijs De Ligt che di testa batte Ramsdale capitalizzando il piazzato di Bruno Fernandes.

Il raddoppio arriva poco dopo con Marcus Rashford, a secco in campionato dal 9 marzo, che dopo due gare senza mettere a referto alcun tiro, ne fa registrare due in appena 54 secondi, scrollandosi di dosso un bel peso. Nel recupero della ripresa ci pensa Garnacho a mettere il punto esclamativo accentuando ancor di più la differenza tra le due squadre.

I ragazzi di Ten Hag salgono a quota 6 in classifica, mentre i Saints restano ancora a secco di punti e gol.

Pazzesca rimonta al Villa Park con i padroni di casa che ribaltano lo 0-2 iniziale dell’Everton centrando una vittoria tra le mura amiche che mancava dal 21 aprile.

McNeil (9 gol e 10 assist sotto la gestione Dyche, nessun calciatore dei Toffees ha fatto meglio) e Calvert-Lewin, al secondo centro consecutivo, portano il risultato sullo 0-2 al 27′, ma a rimettere a posto le cose a posto per l’undici di Emery ci pensa Watkins, a secco davanti al proprio pubblico in casa dal 6 aprile, con una doppietta tra il 36′ e il 58′, andando vicino anche al tris.

3-2 che comunque arriva ad un quarto d’ora dal termine e porta la firma dell’ormai solito Jhon Duran che dai 30 metri butta giù la porta di Pickford, arrivando a toccare già quota 3 reti in campionato. L’attaccante colombiano ritocca, così, i suoi già ottimi dati: ottavo centro da subentrato e media di 1,04 gol ogni 90 minuti (solo Haaland con 1,14 ne ha una superiore).

L’Aston Villa sfata, dunque, il tabù che non lo vedeva vincere una gara interna terminata in svantaggio all’intervallo da quattro anni, mentre l’Everton diventa la seconda squadra nella storia ad incassare due 2-0/2-3 consecutivi (prima della pausa il carnefice era stato il Bournemouth), registrando il peggior avvio di sempre (4 sconfitte nelle prime 4 gare).

Seconda vittoria esterna consecutiva per il Chelsea che passa di misura al Vitality Stadium al termine di un match combattuto ed eccessivamente falloso (i 14 cartellini gialli estratti da Taylor rappresentano il record di ammonizioni in una singola partita di Premier League).

Robert Sanchez intercetta per la prima volta con la maglia dei Blues un calcio di rigore (l’ultimo risaliva al 26 dicembre 2022 quando era al Brighton), negando a Evanilson, arrivato in estate dal Porto per 37 milioni per sostituire Solanke, la prima gioia con la maglia del Bournemouth.

La sfida viene decisa all’86’ dal quarto gol in trasferta sui quattro realizzati con il Chelsea da Nkunku, bravissimo a capitalizzare l’imbucata dell’esordiente Sancho, battendo Travers (il secondo di Kepa) con un letale tocco di destro.

L’undici di Maresca sale, dunque, a quota 7 punti riscattando il pari interno con il Crystal Palace, e supera proprio le Cherries che restano a 5.

PASSA IL NEWCASTLE AL MOLINEUX

Vola il Newcastle che espugna in rimonta il Molineux e aggancia l’Arsenal al secondo posto bissando il 2-1 rifilato al Tottenham nell’ultimo turno.

L’ex Juve Lemina manda in vantaggio il Wolverhampton al 36′ trovando il suo primo centro in campionato nel 2024, ma nella ripresa i Magpies reagiscono e nonostante il doppio infortunio di Joelinton e Isak ribaltano il risultato in appena cinque minuti.

Al 75′ Schar torna a segnare in trasferta dopo sette mesi con un violento destro dal limite dell’area provvidenzialmente sporcato da Dawson, mentre all’80’ Harvey Barnes, subentrato proprio a Isak, si mette in proprio ed esplode un mortifero destro che si spegne all’incrocio dei pali mettendo totalmente fuori causa Johnstone per il suo secondo centro consecutivo. I Magpies tornano a siglare due reti da fuori area in una singola partita dopo ben 6 anni (aprile 2018 contro il Leicester l’ultima volta).

La formazione di Howe, come detto, centra la terza vittoria in quattro gare, mentre i Wolves restano inchiodati al terzultimo posto con un solo punto all’attivo.

BRIGHTON, CRYSTAL PALACE E WEST HAM: TUTTI SOTTO IL SEGNO X

Frena il Brighton in casa contro l’Ipswich dopo l’ottimo avvio di campionato che è valso a Hurzeler il premio di miglior allenatore del mese di agosto.

Nonostante le 21 conclusioni (dato interno più alto senza realizzazione dal febbraio 2023 nella partita contro il Fulham) i Seagulls non riescono a sfondare il muro erto da Muric, protagonista assoluto della gara.

I Tractor Boys ottengono il primo clean sheet esterno in Premier League dopo 23 anni (l’ultimo era datato novembre 2001 contro il Middlesbrough), oltre che il secondo pareggio consecutivo considerando quello contro il Fulham.

Nel prossimo turno il Brighton affronterà il Wolverhampton, mentre l’Ipswich volerà a Southampton.

Emozionante 2-2 tra Crystal Palace e Leicester che non riescono a trovare il primo sussulto stagionale.

Vardy sblocca la sfida al 21′ con il suo centro numero 192 con la maglia delle Foxes e Mavididi, alla prima gioia in carriera in Premier League, firma il raddoppio al 46′ mettendo la gara apparentemente in discesa.

La formazione di Cooper, però, non fa i conti con Mateta: il centravanti francese, ancora a secco dopo i 16 gol dello scorso anno, accorcia le distanze al 47′ e al 92′ trasforma il pesantissimo rigore del 2-2 provocato da un intervento di Coady su Ismaila Sarr.

Entrambe le squadre salgono, dunque a 2 punti in classifica, e nel prossimo turno affronteranno rispettivamente Manchester United e Everton.

1-1, invece, nell’altro derby di Londra andato in scena a Craven Cottage tra Fulham e West Ham. Raul Jimenez, a secco in casa dal 31 dicembre 2023, mette il timbro al 24′, dopodiché i Cottagers non sfruttano un paio di occasioni importanti prima con Iwobi e poi con Adama Traoré e incassano il pareggio all’ultimo respiro da Danny Ings, il cui unico gol nell’ultimo anno e mezzo complice l’infortunio era arrivato lo scorso 10 marzo.

Gli Hammers ottengono il quarto punto del loro campionato, mentre l’undici di Marco Silva sale a 5.

Top & Flop

TOP

1) Erling Haaland – Una piacevole consuetudine. Altra doppietta, altri tre punti in cascina per il Manchester City. Dei suoi dati irreali abbiamo parlato in precedenza, del suo apporto alla manovra anche. Cos’altro aggiungere?

2) Ollie Watkins – Nelle prime tre gare era il calciatore ad aver prodotto più xG (1,58) senza andare a segno. L’Aston Villa ha un disperato bisogno del suo killer instinct e il match con l’Everton ne è la prova più lampante.

3) Arijanet Muric – 6 parate, 2,45 gol evitati. Il portiere kosovaro riscatta alla grande la prestazione disastrosa fornita nella seconda giornata contro il Manchester City salvando a più riprese l’Ipswich nella trasferta di Brighton.

FLOP

1) Jack Stephens – Per la seconda giornata consecutiva il difensore del Southampton rientra nei flop. Bissa la prova negativa contro il Brentford di settimana scorsa incassando un rosso diretto al 79′ che taglia definitivamente le gambe ai suoi nel lunch match con il Manchester United.

2) Diogo Jota – Parte ancora dal primo minuto, ma questa volta non incide. In 60 minuti conclude solamente una volta in porta, perde 10 possessi e sbaglia 6 passaggi sui 13 tentati. La giornata no del Liverpool si riflette perfettamente sull’attaccante portoghese.

3) Conor Coady – Entra all’83’ al posto di Ayew per dare maggior consistenza al reparto arretrato, ma riesce a mettersi in luce solamente provocando il rigore che porta al pari del Crystal Palace nel finale. Esordio peggiore non poteva esserci.

Classifica e prossimo turno

1

Manchester City

12 4 4 0 0  11:3 +8
2 Arsenal 10 4 3 1 0  6:1 +7
3

Newcastle

10 4 3 1 0  6:3 +3
4

Liverpool

9 4 3 0 1 7:1 +6
5

Aston Villa

9 4 3 1 0 7:6 +1
6

Brighton

8 4 2 2 0 6:2 +4
7

Nottingham Forest

8 4 2 2 0 4:2 +2
8

Chelsea

7 4 2 1 1 8:5  +3
9 Brentford 6 4 2 0 2 6:6 0
10 Manchester United 6 4 2 0 2 5:5 0
11 Bournemouth 5 4 1 2 1 5:5 0
12

Fulham

5 4 1 2 1 4:4 0
13

Tottenham

4 4 1 1 2 6:4 +2
14

West Ham

4 4 1 1 2 5:6 -1
15

Leicester

2 4 0 2 2 5:7 -2
16

Crystal Palace

2 4 0 2 2 4:7 -3
17

Ipswich Town

2 4 0 2 2 2:7 -5
18

Wolverhampton

1 4 0 1 3 4:11 -7
19

Southampton

0 4 0 0 4 1:8 -7
20

Everton

0 4 0 0 4 4:13 -9

Prossimo turno:

Sabato 21 settembre

West Ham 13:30 Chelsea

Aston Villa 16:00 Wolverhampton

Fulham 16:00 Newcastle

Southampton 16:00 Ipswich Town

Tottenham 16:00 Brentford

Leicester 16:00 Everton

Liverpool 16:00 Bournemouth

Crystal Palace 18:30 Manchester United

Domenica 22 settembre

Brighton 15:00 Nottingham Forest

Manchester City 17:30 Arsenal

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Premier League

Manchester City, Haaland è inarrestabile: 9 gol in 4 partite

Pubblicato

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Manchester City, Erling Haaland

Con la doppietta contro il Brentford, l’attaccante norvegese porta il Manchester City alla vittoria segnando il suo nono gol in quattro partite di Premier.

Erling Haaland continua a dimostrare di essere un fuoriclasse. Con la sua doppietta contro il Brentford di ieri conferma il suo straordinario stato di forma e manda un segnale all’Inter: i nerazzurri sono avvisati.

Haaland, numeri da capogiro: Inter avvisata

Grazie ai suoi gol il Manchester City è riuscito a ribaltare una partita iniziata nel peggiore dei modi, con la rete degli avversari dopo appena 13 secondi, e la vittoria ha permesso alla squadra di Pep Guardiola mantenere il primo posto in classifica a punteggio pieno.

Numeri da capogiro per Haaland, che, con il gol numero 9 in sole 4 partite di Premier League, sta già riscrivendo i record del campionato inglese.

La sua impressionante media realizzativa lancia un chiaro messaggio all’Inter, prossima avversaria del Manchester City nella prima giornata di Champions League di mercoledì sera. I nerazzurri dovranno prepararsi ad affrontare un giocatore in uno stato di forma devastante, capace di decidere le partite da solo.

Manchester City, le parole di Grealish

Anche Jack Grealish, suo compagno di squadra, non ha nascosto il proprio stupore di fronte alla prestazione del norvegese. Le sue parole a fine partita: “È incredibile. Nove gol in questa stagione, penso che sia più del mio miglior risultato in Premier League, e lo ha fatto dopo appena quattro partite“.

Parole che sottolineano quanto Haaland sia sempre più determinante e decisivo per la squadra. Con prestazioni di questo livello, l’attaccante norvegese si candida nuovamente ad essere uno dei protagonisti principali della stagione: sia in Premier League che in Champions League. L’Inter, e non solo, è avvisata: fermare il norvegese sarà una vera impresa.

Giacomo Segreto

Manchester City, Haaland

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