Le bombe di Vlad
Alain Boghossian, centrocampista totale
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2 anni fail

Alain Boghossian, “Alien” per i tifosi napoletani, nasce il 27 ottobre del 1970 in Francia, a Digne-les-Bains, località termale dell’Alta Provenza.
Di ruolo centrocampista, con ottima tecnica e grande capacità di inserimento, piede più che educato sui calci da fermo, segnava spesso e volentieri, non di rado con conclusioni di gran pregio tecnico.
Cresciuto nelle giovanili dell’Olympique Marsiglia, ha passato la gran parte della sua carriera in Italia, legandosi a filo doppio a due club in particolare, il Napoli prima ed il Parma poi.
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I primi anni in Francia
Alain Boghossian, di origini armene, sin da piccolo mostra un talento naturale che convince la famiglia a fargli tentare la via del calcio professionistico.
Il percorso non è semplice, ed ha già 19 anni quando riesce ad entrare nelle giovanili dell’Olympique Marsiglia.
Ma Alain è caparbio ed ha grande personalità, oltre ad eccellenti doti tecniche per cui, dopo due stagioni di gavetta, viene mandato in prestito all’Istres, club che allora militava in Ligue 2, diventandone subito perno con 33 presenze ed 8 reti.
Nella stagione successiva torna all’Olympique, dove inizia a trovare continuità ed a ricevere le attenzioni di diversi altri club francesi ed italiani.
Lo nota, soprattutto, il Napoli del Presidente Ellenio Gallo, nella stagione in cui, orfano di Marcello Lippi, dovette affidarsi in corsa alla direzione tecnica dell’indimenticato Vujadin Boškov.
L’esperienza napoletana
Giunto dopo cessioni pesanti, tra tutte quelle di Ciro Ferrara, Daniel Fonseca, Jonas Thern e Paolo Di Canio, divenne immediatamente pilastro della squadra e, col passare del tempo, beniamino dei tifosi.
Il coro che gli era puntualmente dedicato dalle curve, “Oooo Bogho Boghossian, Bogho Bogho Bogho Bogho Boghossian”, è rimasto impresso nelle menti di chi in quegli anni frequentava il San Paolo.
Al Napoli colleziona, in tre stagioni, 58 presenze e 5 reti, conquistandosi un posto in nazionale.
Con i Blues vincerà la Coppa del Mondo del 1998, giocando anche parte della finale allo Stade de France.
Il Napoli di quegli anni navigava in cattive acque sotto il profilo finanziario, per cui fu costretto a cedere Alain, alla vigilia della stagione 1997/98, alla Sampdoria, dove il francese si ferma un solo anno, prelevato subito nella stagione seguente dal fortissimo Parma di Calisto Tanzi.
Le vittorie in gialloblù
Con il Parma, in quattro stagioni, tocca l’apice della sua carriera, vincendo una storica Coppa Uefa, due Coppe Italia ed una Supercoppa italiana.
Avrebbe potuto partecipare anche agli Europeo del 2000, vinti dalla Francia nella quale era convocato fisso, ma purtroppo un infortunio gli negò questa gioia.
Proprio gli infortuni sono stati, purtroppo, una costante nella sua carriera, carriera che sarebbe stata probabilmente di livello ancora più alto senza tutti questi stop.
Giocatore di grande personalità, i tifosi del Parma lo ricorderanno sempre come parte fondamentale della rosa che ha fatto la storia del calcio nella cittadina emiliana.
Alain Boghossian oggi
Dopo il suo ritiro, Alain Boghossian ha prima intrapreso la carriera da allenatore, arrivando a fare il secondo di Domenech e di Blanc sulla panchina dei Blues, per poi allontanarsi definitivamente dal calcio giocato, diventando opinionista TV e contemporaneamente coltivando la sua grande passione per il golf, tanto da partecipare come caddie del connazionale Alexander Levy all’Open d’Italia del 2021.
“Adesso lavoro in tv e gioco a golf – ha raccontato qualche tempo fa a ParmaToday.it – ho incontrato molti italiani sui campi. Mauro, Panucci e tanti altri calciatori. Siamo stati invitati da Guardiola a Maiorca, c’era anche Platini, c’erano De Boer e Gullit. Il golf è la nostra passione, ma viene dopo il calcio“.
Compie oggi cinquantatre anni.
Buon compleanno Alien!
(Foto: Depositphotos)

Tornato dalle Maldive, Aurelio De Laurentiis si prepara a entrare nel vivo della programmazione del nuovo Napoli.
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Tre settimane intense lo attendono, nelle quali si delineeranno i contorni del progetto azzurro per la prossima stagione, tra scelte dirigenziali, strategie di mercato e di infrastrutture.
Il piano: centro sportivo, stadio e visione tecnica
Il presidente del Napoli, come riportato da La Gazzetta dello Sport, ha in agenda una serie di appuntamenti cruciali. In primis, i briefing operativi per pianificare l’annata 2025, che vedrà il club partenopeo impegnato nella ricostruzione tecnica dopo una stagione deludente.
Un nodo fondamentale sarà anche il centro sportivo, che De Laurentiis intende avviare concretamente entro il primo settembre, per offrire al club una struttura all’altezza delle ambizioni europee.
C’è poi il tema stadio: il dialogo con il sindaco Gaetano Manfredi resta aperto, con la volontà di migliorare – o eventualmente trasformare – l’attuale impianto, per garantire alla squadra e ai tifosi una casa più moderna e funzionale.
L’attesa per Conte: incontro dopo Napoli-Genoa
Il nome che tiene banco, però, è quello di Antonio Conte. De Laurentiis ha intenzione di incontrarlo, ma solo dopo la sfida contro il Genoa. Il patron vuole concedere all’ex ct azzurro tutto il tempo necessario per riflettere, in attesa di confrontarsi su visioni e progetti futuri.
La sensazione è che i due si stimino, ma che debbano ancora trovare un terreno comune su cui costruire un’intesa duratura.
Mercato: primi nomi e riflessioni sul futuro
Per evitare di trovarsi spiazzati dalla concorrenza, il Napoli ha iniziato a muoversi. Piace Solet, difensore dell’Udinese, che avrebbe garantito una sorta di corsia preferenziale agli azzurri.
Occhi puntati anche su Montoro del Vélez, per cui esiste una parola data che potrebbe tradursi in un affare concreto.
A centrocampo, il ballottaggio è tra due profili molto diversi ma entrambi interessanti: Lewis Ferguson, protagonista della grande stagione del Bologna, e Davide Frattesi, che potrebbe lasciare l’Inter in cerca di maggiore continuità.
Per la fascia sinistra, invece, si valutano Paixao del Feyenoord e Noa Lang del PSV, due ali tecniche e creative.
(Foto: Depositphotos)

Giacomo “Jack” Raspadori si conferma ancora una volta l’uomo dei gol pesanti. Con una punizione perfetta, forte e precisa, ha deciso la partita contro il Lecce che va ben oltre la semplice conquista dei tre punti.
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Il suo tiro, infilatosi nell’angolino sul lato del portiere, proprio tra la barriera e il palo, ha avuto il sapore di un colpo da campione, di quelli che incidono una stagione.
Non è la prima volta che l’attaccante azzurro si prende la scena nei momenti cruciali: lo aveva già fatto contro la Juventus nel 2023, con un gol passato alla storia come simbolo dello Scudetto conquistato dal Napoli. Ma se in quell’occasione fu solo la ciliegina su un titolo già avviato, questa volta il suo sigillo ha un valore inestimabile: permette agli azzurri di restare a +3 sull’Inter, ma con una partita in meno da disputare.
Un vantaggio prezioso, maturato nel turno più ostico del calendario, in trasferta contro un Lecce in piena lotta per non retrocedere.
Ora mancano tre partite – contro Genoa, Parma e Cagliari – e il sogno Scudetto diventa sempre più concreto. Ma Antonio Conte invita alla cautela. Il tecnico del Napoli, nel post-partita, ha spento subito ogni entusiasmo e ha lanciato un messaggio chiaro, in diretta televisiva e in conferenza stampa:
“Scudetto capolavoro? Lo dirò solo quando sarà realtà. Ho vinto e perso titoli all’ultima giornata. Chi vince scrive la storia, gli altri la leggono.”
Un monito figlio dell’esperienza, ribadito con forza anche nello spogliatoio:
“Sarebbe bellissimo completare tutto, ma non è fatta. Se perdi, brucia per tanto tempo. Se vinci, te lo porti dietro per sempre.”
Parole che rispecchiano la mentalità di un allenatore abituato a lottare fino all’ultimo secondo, e che sa quanto pericoloso possa essere abbassare la guardia proprio adesso. Con tre gare ancora da affrontare, Conte resta il timoniere ideale per guidare il Napoli nella fase finale di questa corsa al titolo.
Lo Scudetto è lì, a portata di mano. Ma la storia, come ha detto il tecnico, va ancora scritta.
(Foto: Depositphotos)

A Napoli si respira di nuovo aria di grande entusiasmo. La vittoria contro il Torino, arrivata grazie alla doppietta di Scott McTominay, ha rilanciato con forza le ambizioni Scudetto degli azzurri.
Il successo per 2-0, arrivato a quattro giornate dal termine del campionato, ha permesso al Napoli di staccare l’Inter in vetta alla classifica, riaccendendo la speranza di tornare sul tetto d’Italia due anni dopo l’ultima volta.
La serata del “Maradona” ha avuto un eroe chiaro: McTominay. Il centrocampista scozzese ha aperto le marcature nel primo tempo, risolvendo con un anticipo fulmineo una mischia nata da una palla vagante di Anguissa.
Il Torino ha provato a reagire con una chance importante per Adams, ma la squadra di Antonio Conteha saputo gestire il momento difficile con intelligenza, mantenendo il possesso palla e rallentando il ritmo.
Poco prima dell’intervallo è ancora McTominay a far esplodere lo stadio: su perfetto cross di Politano, il numero sette firma la sua doppietta personale, portando a undici il bottino di gol stagionali. Un rendimento straordinario per un giocatore che, all’inizio dell’anno, nessuno avrebbe immaginato potesse essere il trascinatore della corsa tricolore.
Ora il sogno Scudetto non è più un semplice miraggio: con solo 360 minuti da giocare, il Napoli ha il destino nelle proprie mani.
La città ci crede, la squadra è compatta e determinata. Il finale di stagione promette emozioni forti, con il Napoli che può essere ormai considerato il candidato numero uno alla vittoria del titolo.
(Foto: Depositphotos)
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