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Le bombe di Vlad

Arbitri e protocollo Var, quanti “orrori”

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Serie A

Il mondo del calcio continua a interrogarsi sulle anomalie del protocollo VAR, con episodi sempre più frequenti che ne mettono in luce le contraddizioni e i limiti. Gli ultimi casi, accaduti in Milan-Udinese e Inter-Fiorentina, evidenziano storture regolamentari che rischiano di compromettere la credibilità del sistema di assistenza video agli arbitri.

Il caso Tomori: un rosso evitabile

Sabato pomeriggio, Fikayo Tomori è stato espulso per somma di ammonizioni dopo un fallo su Colombo. La decisione arbitrale è stata viziata da un errore precedente: l’attaccante dell’Udinese si trovava chiaramente in posizione di fuorigioco, un aspetto evidente a chiunque avesse un monitor a disposizione, ma non al guardalinee, posizionato male.

L’azione avrebbe dovuto essere fermata in anticipo, evitando il contatto e la successiva ammonizione che ha portato all’espulsione del difensore rossonero.

A rendere il tutto ancora più paradossale è il fatto che, se il fallo fosse stato giudicato da cartellino rosso diretto, il VAR sarebbe potuto intervenire.

Trattandosi però di una seconda ammonizione, il protocollo non ne consente la revisione. Questo significa che, paradossalmente, Tomori avrebbe dovuto commettere un fallo ancora più grave per poter essere “salvato” dal VAR. Un’assurdità che dimostra l’inadeguatezza delle attuali regole di intervento.

Il gol irregolare dell’Inter: un errore evidente

Ieri sera, un altro episodio ha sollevato perplessità sull’efficacia del VAR. Durante la partita tra Inter e Fiorentina, i nerazzurri hanno sbloccato il match grazie a un autogol di Pongracic, nato da un calcio d’angolo concesso ingiustamente.

Il cross di Bastoni che ha originato l’azione era chiaramente oltre la linea di fondo, ma il guardalinee, ancora una volta mal posizionato, non ha rilevato l’irregolarità.

Il problema principale sta nel fatto che, secondo l’attuale protocollo, il VAR non può intervenire per correggere errori legati alla concessione di corner, rimesse laterali o calci di punizione, a meno che non si tratti di una situazione di gol/non gol. Inoltre, una volta che il gioco è ripreso con il calcio d’angolo, l’azione viene considerata “nuova”, impedendo qualsiasi revisione della decisione iniziale. Questo limite normativo ha permesso che un gol irregolare rimanesse convalidato, minando ulteriormente la fiducia nel sistema.

Un protocollo da riformare

Questi episodi dimostrano quanto il regolamento VAR necessiti di una revisione urgente. Il principio fondante della tecnologia è correggere errori chiari e oggettivi, eppure le attuali norme impediscono proprio di intervenire nei casi più evidenti.

È comprensibile che su un fallo di mano o un contatto in area possa esserci una componente discrezionale, ma situazioni come quelle di Tomori e dell’Inter non lasciano spazio a interpretazioni: si tratta di errori tecnici e regolamentari che il VAR dovrebbe poter correggere senza limitazioni imposte dal protocollo.

Il calcio ha accolto la tecnologia per garantire maggiore giustizia e trasparenza, ma se il sistema è ostacolato da regole che impediscono di correggere gli sbagli più evidenti, allora il rischio è che il VAR, anziché essere una risorsa, diventi un ulteriore elemento di frustrazione.

È arrivato il momento di sistemare queste distorsioni prima che la credibilità dell’intero sistema arbitrale venga compromessa irrimediabilmente.

(Foto: DepositPhotos)

Le bombe di Vlad

Napoli: É crisi di gol, Conte corre ai ripari

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Venezia-Napoli, Conte

Lo 0-0 in casa del Venezia conferma un momento difficile per il Napoli di Antonio Conte, che nelle ultime sette giornate ha raccolto appena otto punti. Oltre alla necessità di gestire il contraccolpo mentale, il tecnico deve affrontare problemi strutturali che si sono evidenziati nuovamente nell’ultima trasferta.

Tenuta fisica e difficoltà in zona gol

Ancora una volta, il Napoli ha offerto un buon primo tempo, salvo poi calare vistosamente nella ripresa. Il problema, però, è che questa volta non c’era alcun margine nel punteggio da gestire.
Il dato più preoccupante, però, riguarda la sterilità offensiva: con 45 gol segnati, il Napoli ha il peggior attacco tra le big della Serie A.

Lontanissimo da Inter (65) e Atalanta (63), il Napoli ha segnato meno anche di Lazio (50), Bologna (49) e Fiorentina (46).
La squadra di Conte ha costruito la sua classifica su una solida difesa, ma quando questa è venuta meno – come nelle ultime partite, eccezion fatta per la vittoria con la Fiorentina – sono emerse tutte le difficoltà a trovare la via del gol.
Se in alcune gare le occasioni create sono state poche, in altre – come contro Inter, Fiorentina o Venezia – la produzione offensiva è stata importante, ma senza concretizzazione.

Il ritorno di Neres e i dubbi tattici

Ora Conte è chiamato a riflettere sul futuro assetto della squadra. Il rientro di David Neres è molto atteso, ma nel frattempo il tecnico ha modificato l’atteggiamento tattico, puntando sulla coppia d’attacco Raspadori-Lukaku e accantonando il tridente largo, riproposto solo nei finali di gara.

Per inserire il brasiliano, l’opzione più probabile è l’esclusione di Raspadori, uno dei pochi a trovare gol pesanti nell’ultimo periodo.
Inoltre, il rientro di Anguissa potrebbe garantire più inserimenti rispetto alla regia di Gilmour, anche se Conte sembrava intenzionato a proseguire con il doppio play.

Le prossime settimane saranno decisive per trovare la chiave giusta: il Napoli deve ritrovare brillantezza e concretezza in zona gol per non rischiare di scivolare ulteriormente in classifica.

(Foto: Depositphotos)

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Le bombe di Vlad

ESCLUSIVA LBDV – I dettagli della clausola di recompra di Nico Paz

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Inter

Il futuro di Nico Paz resta ancora tutto da scrivere. Il Real Madrid ha la possibilità di esercitare il diritto di recompra sul giovane talento attualmente in forza al Como entro il 15 luglio.

Oltre tale data, il club lombardo sarebbe libero di cedere il giocatore ad altre squadre, con l’obbligo di corrispondere al Real Madrid il 50% del prezzo di vendita.

Al momento, non sono ancora arrivate offerte ufficiali per il centrocampista argentino. La situazione rimane dunque aperta, con il Como che potrebbe trovarsi a gestire una cessione vantaggiosa qualora qualche club dovesse farsi avanti nelle prossime settimane.

La possibilità di un ritorno al Real Madrid dipenderà dalle valutazioni della dirigenza spagnola, che dovrà decidere se puntare nuovamente su Paz o lasciarlo proseguire altrove la sua crescita. Nel frattempo, il Como resta in attesa di sviluppi, consapevole di poter essere protagonista sul mercato grazie a un giovane dal grande potenziale.

Chi è Nico Paz

La Carriera

Nicolas Paz Martínez, meglio conosciuto come Nico Paz, è un calciatore spagnolo, nato a Santa Cruz de Tenerife l’8 settembre 2004, naturalizzato argentino. Calcisticamente muove i primi passi nel CD San Juan, prima di entrare a far parte delle giovanili del Tenerife nel 2014. La permanenza nel club della sua terra natale non è lunghissima, poiché a distanza di soli due anni, in virtù delle ottime prestazioni realizzate, arriva la chiamata da parte della canteradel Real Madrid.

Con i Blancos, dall’età di 9 anni, continua il suo percorso con il settore giovanile fino all’approdo al Real Madrid Castilla, con cui colleziona 54 presenze, condite da 12 gol e 7 assist. Il cammino con la maglia dei Galacticos, però, non si ferma, entrando a far parte, nella stagione 2023/24, nel giro della prima squadra. Mister Ancelotti, pian piano, lo inizia a buttare nella mischia tra la Liga e la Champions League. Ha concluso il campionato passato totalizzando 8 presenze ed 1 gol, decisivo in Champions League, nella vittoria 3 a 2 al Santiago Bernabeu contro il Napoli.

Nico Paz è il terzo calciatore più giovane nella storia del Real Madrid ad aver realizzato una rete. L’argentino ha trovato il suo primo centro assoluto con i Blancos a 19 anni 82 giorni. Meglio di lui hanno fatto soltanto due giocatori: Raul a 18 anni e 113 giorni e Rodrygo, a 18 anni e 301 giorni.

Le caratteristiche tecniche

Nico Paz è un calciatore offensivo che sa giocare in quasi tutte le posizioni dell’attacco. Predilige svariare sulla trequarti, potendosi adattare benissimamente anche su entrambe le corsie laterali, preferendo ovviamente l’out destro, in modo da potersi accentrare e calciare con il piede forte. La sua fisicità, è alto 1.86 m., gli ha permesso di essere schiarato anche come centravanti di manovra, perdendo, però, un po’ di centralità nella manovra offensiva.

Il classe 2004 mancino, che sa abilmente giocare anche con il piede debole (trattasi di una qualità riscontrabile in pochissimi calciatori di piede sinistro), al quale piace stare sempre al centro del gioco, toccando quanti più palloni possibili.

A raccontarci meglio che tipo di calciatore è Nico Paz e quali sono le sue caratteristiche è stato Diego Nogales, ex allenatore del classe 2004 ai tempi delle giovanili. Ecco le sue dichiarazioni in un’intervista al giornale Diario AS:

Le sue caratteristiche migliori sono la qualità tecnica e la visione di gioco. Poi ha un gran tocco di palla, sia con il mancino che con il destro. È capace di vedere passaggi che nessuno vede, sia corti che a distanza. Finisce sempre le stagioni con molti gol e molti assist”. 

(Foto: DepositPhotos)

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Le bombe di Vlad

Al Maradona il Napoli batte la Fiorentina 2 a 1

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Il Napoli torna alla vittoria, risponde all’Inter che aveva battuto il Monza ed accorcia nuovamente a -1. Gli azzurri sapevano di aver un solo risultato a disposizione per continuare la corsa scudetto e lo dimostrano da subito in una partita dominata per lunghi tratti. La decidono alla fine le reti di Lukaku e Raspadori anche se il Maradona è costretto a soffrire fino all’ultimo minuto dopo il gol di Gudmundsson che aveva rimesso la Fiorentina in partita.

Le scelte

“Gioca chi merita” aveva detto Conte ed in campo allora vanno gli stessi della gara con l’Inter con il doppio play Gilmour-Lobotka e Spinazzola preferito ad Olivera. Nella Viola panchina per Gosens con Palladino che torna a schierare Gudmundsson dal primo minuto. 

Primo tempo è solo Napoli

La gara inizia con dieci minuti di dominio puro da parte del Napoli. Dieci minuti che si concludono con la clamorosa occasiona capitata sui piedi di Giacomo Raspadori. Lukaku difende palla a centrocampo e lancia Di Lorenzo. L’esterno azzurro pesca in area tutto solo il numero 81 che però colpisce male e centra De Gea.

L’occasione mancata non frena però il Napoli che continua a macinare gioco. Appare subito chiaro che determinante sarà il ruolo di Gilmour, più mezzala avanzata che doppio play. Lo scozzese è tra i migliori dei suoi, alla fine della prima frazione toccherà 51 palloni con il 100% di duelli vinti in mezzo al campo.

Il Napoli viaggia su percentuali di possesso palla che sfiorano il 60%. Ci prova prima con McTominay, poi al 18′ proteste della panchina azzurra per il contatto in area di rigore viola con Lukaku che viene abbracciato e poi tirato giù. Per Colombo però non c’è nulla. Il vantaggio è comunque nell’area ed arriva al minuto 26′. Fa tutto McTominay che dribbla, entra in area e calcia. De Gea riesce solo a respingere ma sul pallone si avventa Lukaku che sigla la rete del vantaggio.

La rete non ferma la pressione del Napoli anche perché l’1-0 sta stretto agli azzurri per quanto vista in questa prima parte di gara. Ci prova allora ancora Raspadori al 30′, poi tocca a Di Lorenzo che da fuori area centra la traversa. Il raddoppio sembra ormai questione di minuti ma De Gea è miracoloso al 38′ sulla conclusione ravvicinata di Spinazzola.

Il portiere viola è assolutamente il migliore dei suoi. In attacco nulla da registrare per gli ospiti in tutta la prima frazione se non una conclusione di Kean, alta, sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Le squadre vanno a risposo così sull’1-0 dopo un solo minuto di recupero.

Gol ed emozioni

Sembra una partita diversa quella del secondo tempo. La Fiorentina parte forte aggredendo il Napoli e provando a fare la gara. Gli azzurri ci mettono un po’ per prendere le misure ma poi la prima occasione della ripresa è comunque dei padroni di casa. E’ ancora Raspadori ad infilarsi in area ed a calciare dalla sinistra. Bravo ancora De Gea a coprire il primo palo e respingere in angolo. L’appuntamento con il gol per l’attaccante azzurro però è solo rinviato di qualche minuto. E’ il 60′ quando il Napoli costruisce l’azione del raddoppio. Un lungo fraseggio che coinvolge nell’ordine Lukaku, Raspadori, Gilmour, poi ancora Lukaku ed infine ancora Raspadori che capitalizza l’assist del belga battendo per la seconda volta De Gea.

E’ la rete che consegnerebbe al Napoli la tranquillità in una partita a lungo dominata. Gli uomini di Conte però inspiegabilmente si addormentano, lasciano il centrocampo alla Fiorentina e difendono malissimo sulla sponda di Kean che mette Gudmundsson nelle condizioni di battere da fuori area Meret con un destro preciso. Nell’azione la difesa del Napoli è tutta fuori posizione ed a 7′ dal raddoppio la partita è di nuovo riaperta.

Gli ultimi 20′ sono di confusione totale. In campo, dove le squadra si rincorrono nei cambi modulo. E sulle panchine con sostituzioni annunciate e poi rinviate. In questi minuti il Napoli ha anche una clamorosa occasione per chiuderla quando nel recupero Simeone, entrato per Raspadori, si trova a tu per tu con De Gea ma calcia malissimo.

I minuti di recupero sono prima 5′, poi diventano 6′ ma questa volta il Napoli resiste e dopo 4 pareggi ed una sconfitta ritorna il segno 1 al Maradona.

La corsa scudetto

Il Napoli sale così a 60 punti, ad un solo punto dall’Inter e domenica prossima è atteso a Venezia. La Fiorentina invece vede allontanarsi il sesto posto, quello che oggi vale la Conference League, e adesso attende in casa la Juventus.

(Foto: Depositphotos)

 

 

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