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Atalanta, Gasperini: “De Ketelaere e il fuoco dentro di Scamacca”

Il tecnico dell’Atalanta, Gian Piero Gasperini, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, soffermandosi su diversi temi.

Gian Piero Gasperini, allenatore dell’Atalanta, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, in cui ha trattato moltissimi temi.

Di seguito uno stralcio delle sue parole:

C’è stata una partita che l’ha convinta a scommettere su De Ketetelaere?
“No, ci sono state delle caratteristiche sulle quali ero convinto di poter lavorare. Charles era già molto considerato. Scommessa facile”.

Lei lo ha visto subito come una prima punta?
“Sì, perché è gratificato soprattutto dalle cose che fa in attacco. È l’indole che detta il ruolo. Anche se Charles lavora molto. Anzi, questa è stata la sorpresa. Non pensavo che corresse così e facesse tanto volume”.
Ha il volto di una sfinge.
“Credo sia una caratteristica di questa generazione. Sembra che non abbiano emozioni. Sono sempre sereni, nel bene e nel male. Charles è un ragazzo sveglio, intelligente, di valori. Dobbiamo aiutarlo a emozionarsi, a sentirsi la squadra addosso”.
Scamacca sarà il 9 dell’Italia al prossimo Europeo?
“Ha tutto per diventarlo: fisicità, tiro, gioco aereo. Però deve metterci agonismo, ambizione, fuoco dentro. Cuore e testa, il resto viene dopo”.
Cosa hanno detto queste prime 8 giornate della Dea?
“Sul piano del gioco siamo cresciuti. Gli errori contro Frosinone, Fiorentina e Lazio hanno penalizzato un’ottima classifica che poteva essere straordinaria. Ho una preoccupazione”.
Quale?
“Ci sono stati 7-8 giocatori straordinari per rendimento e non abbiamo avuto infortuni particolari. Dopo la sosta inizia un tour de force. A parte Kolasinac, ci siamo retti sui giocatori della vecchia guardia. I nuovi hanno bisogno di tempo. Ora sto ripensando a Palomino, Hateboer, Muriel”.
Lookman?
“Lookman mi ha fatto arrabbiare? Cammina troppo in campo. Corre solo con la palla. Si accontenta di fare solo i gol, così ne segna di meno. A Lisbona ha dimostrato che può giocare con grande continuità, se vuole”.
Ruggeri forse è stata la sorpresa più bella.
“Rugge ha cuore e testa. Non ha talento enorme, ma si sta costruendo. Mi ricorda Gosens. Era Cenerentola, ora fa gli assist migliori…”.
De Roon non ha perso un minuto di campionato.
“Meno male che ho degli highlander… Ma Koopmeiners si è infortunato. Ho provato a preservarlo con la Lazio, ma ogni volta che preservo uno e lo inserisco dopo, si spacca… Dopo Juve, Sporting e Lazio, i giocatori erano sfatti”.
Scalvini ora gioca stabilmente in difesa?
“È un universale, come dicono nella pallavolo. Contro la Lazio, alla fine, ha giocato in attacco. Ogni tanto penso che gli faccio pochi complimenti e gli chiedo sempre tanto. Poi mi dico: ma ha solo 20 anni… Ha tutto per diventare un vero leader. Ovunque”
.
Holm e Bakker stanno arrivando?
“Siamo abbastanza indietro, perché in Italia la fase difensiva, nel loro ruolo, è fondamentale”.
Palladino e Gilardino?
“Il valore di Palladino è accertato. Mi ha sorpreso il Gila che ha compiuto un’impresa in B e si sta confermando in A. Un Genoa di grande spirito ed efficacia. Io non saprei farlo giocare così…”.
Se si volta, vede il Papu Gomez a un punto.
“Sarà bellissimo incontrarlo. Ci sfideremo in aprile, ma conto di vederlo prima a Bergamo. È stato il giocatore che ho impiegato di più. Rappresenta un periodo d’oro. Ballerò la Papu Dance con Galliani”.
Infine il tecnico della Dea ha si è soffermato sulla corsa scudetto e sulle sirene arabe nei suoi confronti:
“L’Inter ha due marce in più grazie alla forza della finale di Champions. Ma il Milan a parte il derby è stato eccezionale. La Juve è forte ma ha qualche certezza in meno, il Napoli ha problemi e perderà Osimhen a gennaio. La Roma se la gioca con le prime se Dybala e Lukaku stanno bene”.
Tentazione Arabia:
“C’è stata la possibilità ma non ero pronto mentalmente e avevo già un impegno. Non è un fuoco di paglia, sanno quello che vogliono e hanno disponibilità enorme. Andrei solo con la convinzione di portare qualcosa di nuovo. Oltre i soldi, sarebbe il coronamento della mia carriera”.
Per ora cercherà di rinnovare la Dea?
“La chiusura del ciclo viene sempre rimandata. Anche quest’estate, alla fine, è partito solo Zapata. Il nucleo forte resta quello storico. Non so se farò in tempo a fondare un nuovo ciclo. Anche perché l’Atalanta ormai è una triade di quarantenni, guidata dall’a.d. Luca Percassi, con i d.s. Congerton e D’Amico. Giusto. Lavorano tanto, sono bravi e sanno camminare da soli”.
A Bergamo ora tremano…
“Potrebbe essere anche giusto che tutto finisca con questo ciclo. Vedremo più avanti. La proprietà americana garantisce futuro alla società, anche se io sono legato ai Percassi. Ora contano molto analisti e algoritmi, utili, ma nel calcio non sempre funzionano”.

Aggiornato al 13/10/2023 12:22

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Pubblicato da
Pietro Sciamplicotti
Tag: Atalanta

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