Serie A
Atalanta, un solo bergamasco in rosa

Viaggio tra le squadre per scoprire chi sono i calciatori indigeni che a esse appartengono. Scopriamoli insieme: uno è dell’Atalanta.
Atalanta, Matteo l’indigeno

Matteo Ruggeri
In tutto sono ventitrè. Non moltissimi, in media poco più di uno a squadra. Sono quei calciatori che giocano nella squadra del territorio in cui sono nati.
La disamina spunta tra le righe del quotidiano orobico L’Eco di Bergamo. Che, guardando in casa propria, evidenzia subito il caso di Matteo Ruggeri, ventunenne nato a San Giovanni Bianco, comune della Bergamasca.
“La metà delle squadre – ricorda Calcio Atalanta riferendosi alle statistiche raccolte dal quotidiano – non ne sfoggia nemmeno uno”.
Tra le squadre con più “profeti in patria” figurano l’Inter che ne annovera tre: Federico Dimarco, milanese doc, Francesco Acerbi di Vizzolo Predabissi, provincia meneghina e Matteo Darmian, nativo di Legnano nell’Altomilanese.
Tre ne ha anche la Lazio ovvero Alessio Romagnoli da Anzio, Lorenzo Pellegrini e Danilo Cataldi romani doc. Lo stesso numero di indigeni fa parte della rosa del Monza: Matteo Pessina è monzese doc, Lorenzo Colombo di Vimercate e Luca Caldirola di Desio. Della Juventus è Federico Gatti, nativo di Rivoli nel Torinese.
Milan, Napoli, Fiorentina, Sassuolo, Salernitana, Udinese, Lecce, Hellas Verona e Frosinone, invece, hanno tutti giocatori d’importazione.
Serie A
Tonali: “Andremo al Mondiale. Derby? Spero vada in un modo”

Il centrocampista del Newcastle della Nazionale, Sandro Tonali, in un’intervista ha parlato della Nazionale e sul derby di Coppa Italia del “suo” Milan.
Lunghissima intervista quella concessa da Sandro Tonali a Sky Sport Insider. Il centrocampista del Newcastle ha parlato della Nazionale e di quanto Luciano Spalletti gli sia stato vicino in un periodo complicato della sua vita.

SANDRO TONALI RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Le parole di Tonali
“È tra coloro che ho sentito di più durante la squalifica. Ma era così anche prima: con me è sempre stato bravo, molto diretto, come lo è con tutti. Delle volte fa male, dà fastidio sentirsi dire delle cose in maniera così diretta, senza girarci intorno: ma quelle sono le persone oneste che alla fine ti fanno stare meglio”.
Parole decisamente al miele quelle di Sandrone verso il ct della nostra Nazionale. E sull’interrogativo dell’andare al Mondiale ha detto: “Sì, perché non abbiamo scuse. Non posso immaginarmi la Nazionale senza Mondiale”.
Il pensiero poi non poteva non spostarsi al Milan, impegnato questo mercoledì nella prima delle due sfide con l’Inter in Coppa Italia: “Il Milan sta vivendo una situazione delicata, l’Inter è molto più serena. Ma nel calcio non si sa mai: spero che vada in un modo, ma sappiamo che la solidità dei nerazzurri e la bravura dei suoi giocatori d’esperienza può fare la differenza… La guarderò sicuramente”.
E sul segnare sotto la Sud: “Da quando abbiamo saputo che avrei giocato a San Siro, ci ho pensato sempre. Non sapevo che avrei segnato, ma ci speravo: giocando più avanti ho possibilità di fare gol. È stato bello farlo lì”.
Serie A
Buffon approva Tudor: “La Juventus aveva bisogno…”

L’ex portiere della Vecchia Signora, Gigi Buffon, ha speso parole per Igor Tudor, la nuova guida bianconera succeduta a Thiago Motta.
L’estremo difensore, 685 presenze con la Juventus, oggi parte integrante dello staff della Nazionale di Luciano Spalletti si è focalizzato anche sull’andamento del campionato, ricordando le parole dette ad inizio stagione.

L’URLO DI IGOR TUDOR ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Le parole di Buffon
“Da luglio dico che il Napoli arriva primo o secondo, dando per scontato che l’Inter è la più forte e quindi arriverà prima o seconda, ma gli impegni potrebbero influire negativamente sui nerazzurri perché hanno un calendario ricco di partite importanti ogni tre giorni”.
Questo ha ribadito Gigi Buffon, dieci volte campione d’Italia con la Juventus, intervenuto sulla volata scudetto a margine di Gtalk, convegno su social, giovani e digitale organizzato dalla Gazzetta di Parma.
L’ex numero uno azzurro ha spesso belle parole per l’arrivo di Tudor sulla panchina bianconera: “Igor è uno che conosce molto bene l’ambiente, ha energia da trasmettere e in questo momento la squadra aveva bisogno di questo da parte dell’allenatore, per quel che riguarda il futuro, aspettiamo”.
Davanti al pubblico della città che lo ha lanciato ai vertici del calcio mondiale, Buffon ha parlato anche di lotta salvezza: “Il Parma se la giocherà col Lecce, vedo una squadra consapevole dell’obiettivo che deve andare a raggiungere”, continuando poi: “Propone un po’ meno, ma sembra più equilibrata rispetto a prima, sempre dentro la partita, non ci sono più momenti di grande affanno. Questa sequenza di buoni risultati alimenta le speranze di salvarsi. Credo che la strada sia faticosa, visto il calendario, ma il Parma contro le grandi ha sempre fatto ottime partite e anche punti”.
Così parlò Buffon.
Serie A
Fiorentina, solo la Champions per evitare l’esodo

Solo la massima competizione europea garantirebbe alla Fiorentina la certezza di permanenza dei suoi giocatori migliori, a partire da David De Gea e Moise Kean.
La Viola è reduce da due vittorie importantissime, contro la Juventus prima della sosta e contro l’Atalanta domenica scorsa. Risultati che hanno permesso alla squadra di Raffaele Palladino di restare agganciata al treno per la qualificazione alle prossime coppe europee, Champions compresa. La classifica ancora non sorride, visto l’ottavo posto momentaneo, ma questo finale è tutto da scrivere e può ancora succedere di tutto. In tutto ciò, l’argomento che tiene banco oltre la corsa per i posti migliori è quella relativa al futuro di alcuni giocatori. Due su tutti: Moise Kean e David De Gea.

RAFFAELE PALLADINO CARICA MOISE KEAN ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Due destini che si uniscono
Il portiere e il centravanti sono arrivati in estate tra lo scetticismo di molti. Quello che non convinceva i più da una parte era legata dall’inattività dello spagnolo, e dall’altra gli zero gol segnati nella passata stagione dell’attaccante. Con il passare del tempo però, i due giocatori si sono prese le luci della ribalta, conquistando Firenze e non solo. Il problema adesso è la possibilità di vederli andar via.
Kean ha una clausola da 52 milioni valida dal 1° al 15 luglio, che fa gola soprattutto in Premier. Mentre per De Gea arriveranno quasi certamente offerte, che lo spagnolo potrebbe anche prendere in considerazione. Il condizionale è d’obbligo però, in entrambi i casi, visto che la permanenza non è certo da escludere.
Fiorentina, finale di stagione decisivo
Difficile immaginare come andrà a finire la stagione viola. La cosa certa è che, in base ai risultati si deciderà il futuro dello spagnolo e dell’italiano. Per fare chiarezza: se la squadra di Palladino dovesse qualificarsi alla prossima Champions League vedere Kean e De Gea con la maglia viola anche il prossimo anno sarebbe quasi sicuro. Di contro, se i gigliati dovessero restare fuori dall’Europa sarebbe invece quasi impossibile. Nel mezzo tutte le altre possibilità: soltanto con il passare del tempo sarà possibile capire quale sarà la strada.
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