Serie A
Bologna, Italiano: “Sono pronto a rinnovare: che bello far sognare questa città!” | Il rapporto con Firenze

Il tecnico del Bologna Vincenzo Italiano è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport, questi alcuni passaggi.
Sembrava una “mission impossible” quella di Vincenzo Italiano: dopo il fantastico Bologna di Thiago Motta sembrava impossibile ripetersi, viste anche le cessioni delle due stelle Zirkzee e Calafiori e con un Ferguson a lungo fuori per infortunio. L’ex tecnico della Fiorentina invece, nonostante il bello ma impegnativo impegno della Champions sta facendo addirittura meglio, con l’attuale quarto posto in classifica e una semifinale di Coppa Italia contro l’Empoli alle porte.
Una missione tanto complicata che a giugno qualcuno dava del “matto” a Italiano: «Tanti, perché negli anni situazioni come questa a Bologna spesso si sono verificate annate… insoddisfacenti. Tutti pensavano che sarebbe stata una “Missione Impossibile”: ecco, proprio questo c’era scritto sui messaggi che ricevevo. Questa era la panca più bollente dell’universo. Cosa rispondevo? Io dopo aver parlato con tutti i componenti della società mi sono tranquillizzato. Sapevo delle eventuali difficoltà come è realmente successo, ma scortato da compagni di viaggio che potevano darmi una grossa mano per non fare troppi… danni».
La scelta di Bologna è stata dettata anche dalla possibilità di partecipare alla Champions League? «Ha influito per il cinquanta-sessanta per cento. Cercare di mettermi alla prova, sfidare questa competizione dei dettagli, la più difficile».
Il rapporto con Firenze? Crede di aver avuto più in questi mesi da Bologna che nei tre anni in viola? «Non lo so: i tre anni di Firenze sono un po’ macchiati da quelle finali, ma tanti sanno quali e quante cose sono passate in quel tragitto. Chiaro che perdendole qualcosa viene offuscato, ma sono stati tre anni fantastici. Chiaro che l’allenatore è giudicato dai risultati, ma quel che mi hanno chiesto ho dato, anzi forse di più. Per me il percorso conta tanto: qua sembra che sia più bravo chi esce agli ottavi e chi invece perde le finali è una capra. No no…».
Il rimpianto per le tre finali perse, è in credito con il calcio? «Penso di sì. Certamente meritavamo di alzarne anche solo una. Quanto penso a una finale in Coppa Italia? Ci penso. Intanto bisogna vincere la semifinale e non sarà semplice: l’Empoli ha battuto tutte squadre fuori casa; io non ho mai vinto là, nè in A nè in B. Sono 180’ e vanno giocati. Detto ciò, pensare di poter portare 30-35 mila bolognesi a Roma e al primo anno qui per me sarebbe un sogno che tutti abbiamo, un qualcosa di impagabile».
Il contratto scade nel 2026. Il futuro? «Con onestà devo dire che non si è ancora discusso di niente. Ma… c’è tutta la mia disponibilità».
Quali sono stati i suoi maestri? «Prandelli, il primo a fare il 4-2-3-1, e Malesani: visionari. Ma ci metto anche Cagni, che mi fece esordire in A: nella tattica individuale e nella crescita mi ha dato tanto».
Serie A
Napoli, Anguissa rifiuta l’accordo ma ADL sa cosa fare

Scossone in casa Napoli: Anguissa, centrocampista camerunese, ha rifiutato il nuovo accordo, ma De Laurentis saprebbe come ovviare a questa situazione.
Situazione complicata in casa Napoli, con Frank Anguissa che ha detto no alla nuova offerta di rinnovo. Tuttavia il presidente dei partenopei, Aurelio De Laurentis, può far scattare automaticamente il rinnovo automatico: tutte le possibili ipotesi.

L’ESULTANZA DI ANTONIO CONTE DOPO IL GOL ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Il caso Anguissa
Il caso del mediano del Napoli non deve far allarmare i tifosi, perchè il patron De Laurentis a fatto valere la sua opzione per rinnovare unilateralmente il contratto del mediano fino al 2027. Come riportato dal Corriere dello Sport, i partenopei – a prescindere dal rinnovo automatico fino al 2027 – gli avrebbero proposto di firmare un nuovo accordo fino al 2029 o 2030. L’accordo sull’ingaggio però non è stato trovato.
Ma, cosa molto importante, il rinnovo non esclude la cessione del classe 95′. Il nativo di Yaoundè ha chiesto un aumento salariale, non ritenuto però congruo dalla società. Da qui la decisione del rinnovo automatico, con aumento graduale di stipendio fino al 2027. Le possibilità dunque di un possibile trasferimento non è da scartare. Infatti: se nelle prossime settimane l’entourage del giocatore e la dirigenza non troveranno un accordo soddisfacente per tutti, una buona offerta potrebbe portare Zambo lontano dalla Campania già nel giro di qualche mese.
A volte ritornano
La squadra di Antonio Conte però si guarda anche intorno. E il nome di Sudakov è tornato di moda in questo periodo. La prossima estate – scrive il medesimo quotidiano – potrebbe essere la volta buona per vedere il talento ucraino in maglia azzurra. Il trequartista ucraino 2002, che ieri ha affrontato il Belgio di Lukaku, era stato accostato al Napoli nei mesi di Gennaio 24′ e 25′. La trattativa si era arenata in entrambe le situazioni a causa della mancanza di slot utili per gli extracomunitari.
Quale sarà il destino di Zambo?
Serie A
Christillin: “Juventus numeri impietosi, l’allenatore che prenderei”

Evelina Christillin è stata intervistata da Radio Anch’io lo Sport, le dichiarazioni giunte riguardo la Juventus fra l’esonero di Thiago Motta e il traghettatore Igor Tudor. Si pensa ad un problema strutturale riguardo la rotazione degli allenatori.
L’intervista odierna di Christillin non lascia alcun strascico di perplessità. Secondo la dirigente e tifosa della Juventus, c’è un problema di struttura riguardo i nuovi entrati. Il progetto era basato sui giovani che dal punto di vista gestionale ed educativo danno pochi risultati.

evelina Christillin
Evelina Christillin, l’Intervista:
Christillin, tifosa della Juventus, presidente del Museo Egizio di Torino e membro aggiuntivo della UEFA nel Consiglio della FIFA: “Non mi permetto di giudicare, non conoscendo tutti i retroscena. La girandola di allenatori degli ultimi anni fa pensare che ci siano dei problemi strutturali. Giuntoli aveva un buon progetto basato sui giovani e soprattutto era stato affidato al presidente Ferrero e all’ad Scanavino il compito di aggiustare i conti, cosa che stanno facendo. Però purtroppo, da settembre a oggi, il progetto sportivo non si è realizzato. I numeri sono impietosi, la Juve è fuori da tutto. Quindi forse è anche giusto cambiare – continua – Fiducia a tempo per Tudor? È un po’ pesante, ma ci avrà pensato. Lui la Juventus la conosce bene, avrà soppesato pro e contro, è un all-in. Noi juventini gli facciamo i migliori auguri. Chi sceglierei se fossi io la presidente? Antonio Conte. Si tratterebbe l’ennesimo ritorno. Ma Antonio l’ho visto tante volte in azione, anche in Nazionale. Come motivatore non c’è nessuno meglio di lui. Ma anche altri nomi sono straordinari come Mancini e Gasperini. Tutti allenatori con qualità enormi, bisogna vedere quali siano le motivazioni per accettare una sfida del genere.”
Serie A
Inzaghi: “All’Inter mi sento apprezzato. Thuram spero domani in gruppo”

Simone Inzaghi è stato premiato con la Panchina d’Oro, entusiasta parla ai microfoni riguardo il suo status all’interno del club. Forza, perseveranza e determinazione non sono mai mancati.
Simone Inzaghi, dopo il premio ricevuto a Coverciano, parla riguardo gli ultimi tre mesi di stagione. Il ritmo oscilla da una partita ogni tre giorni, nel complessivo saranno incontabili.

SIMONE INZAGHI PUNTA IL DITO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Simone Inzaghi, l’Intervista:
Relativamente al premio meritato da Simone Inzaghi, alcune dichiarazioni lasciano intendere il vero senso di “famiglia” e unione col club. “Quando c’è un premio, vuol dire che con me sul palco va tutta la famiglia Inter. A partire dai nostri tifosi, che sono sempre con noi, passando per il mio staff, che mi segue da quando ho iniziato ad allenare: senza di loro non sarei qui. E poi la dirigenza, la proprietà, e infine i calciatori che sono la parte essenziale di tutto”.
Il suo è un ciclo che è destinato a continuare a lungo.
“Adesso ci saranno gli ultimi tre mesi della stagione. Non sto a dire quali saranno le partite che dovremo fare: saranno tante, ma saranno emozionanti. Ogni tre giorni giocheremo in Italia e in Europa, ma volevamo essere in questa situazione a fine marzo: ci possiamo giocare tutto e lo faremo con grande entusiasmo.”
C’è un po’ di dispiacere per un riconoscimento che non sempre arriva a livello mediatico?
“Ma no. Stamattina le votazioni sono state fatte dai colleghi, che ho ringraziato pubblicamente: è grazie a loro che cerco sempre di migliorarmi, sfidandosi ogni domenica sui campi. Poi la società sa il lavoro che svolgo, mi sento apprezzato e sto bene all’Inter, come la mia famiglia sta bene a Milano: bisogna continuare, sapendo che noi allenatori siamo giustamente sotto esame ogni 72 ore.”
Thuram e Lautaro?
“Stanno lavorando. Thuram si è preso una settimana di cure, perché si trascinava questo problema alla caviglia. Speriamo che domani (alla ripresa dei lavori ad Appiano Gentile, ndr) possa già lavorare in gruppo, mentre per Lautaro servirà più pazienza. Il recupero procede bene e speriamo di ritrovarlo il prima possibile.”
Ha visto ieri l’Italia?
“Partirei dal fatto che abbiamo giocato con un grandissimo avversario. La Nazionale penso che abbia sbagliato un tempo, il primo a Dortmund. Però siamo in ottime mani: Luciano (Spalletti, ndr) è un ottimo allenatore e la squadra ieri ha giocato un grande secondo tempo. La partita di San Siro poteva finire con un altro risultato: negli episodi non abbiamo avuto quel pizzico di fortuna che a volte ci vuole.”
Più pressione e fatica sull’Inter che su Atalanta e Napoli?
“Si è giocato tanto, chi più chi meno. Noi e l’Atalanta abbiamo giocato più gare, però lo sapevamo: il calendario non l’hanno fatto a stagione iniziata… Sapevamo che ci sarebbe stato qualche infortunio, che purtroppo si è verificato, però stiamo cercando di recuperare più giocatori possibili per far sì di esserci nei momenti che contano.”
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