Serie A
Bologna, Orsolini: “Italiano miglior allenatore in Serie A. Voglio alzare un trofeo”

Riccardo Orsolini ha rilasciato una intervista al Resto del Carlino. Tra i vari temi, l’esterno del Bologna ha elogiato quanto fatto da Vincenzo Italiano in questa stagione.
Riccardo Orsolini si è consacrato come uno dei migliori esterni in circolazione. L’ala del Bologna soprattutto dal punto di vista realizzativo sta vivendo la sua miglior stagione: in 21 partite di Serie A ha fatto registrare 10 gol e 3 assist. Durante la sosta delle Nazionali, non essendo stato convocato da Spalletti, Orsolini ha rilasciato delle dichiarazioni al Resto del Carlino.
Il numero 7 rossoblù ha parlato senza filtri della stagione del Bologna, dalle emozione dell’esordio in Champions League, dell’importanza della figura di Italiano, e sulla sua voglia di alzare presto un trofeo. Ecco le sue dichiarazioni:
Ti aspettavi risultati così in questa stagione?
“Onestamente? No. Non perché non mi fidassi delle qualità del mister o dei miei compagni, ma perché ripetersi è sempre difficilissimo. E invece oggi avere quasi gli stessi punti, la stessa classifica, ma dopo otto gare europee, ha ancora più valore. Non dimentichiamoci che all’inizio abbiamo faticato”.
Cosa ha portato Italiano?
“Il mister è riuscito a limare alcuni suoi difetti che si portava da Firenze, a livello tattico e anche a livello gestionale. Ha fatto uno step in più. E noi, con le nostre qualità, con la nostra unione, siamo riusciti a fonderci con lui: è venuto fuori un mix perfetto. Ci ha portato delle cose che non avevamo, alcune caratteristiche tattiche: la verticalizzazione, difendere venti-trenta metri più avanti, l’esaltazione degli esterni d’attacco“.
Sul rapporto con Italiano.
“Con il mister ho confidenza, per certi versi anche un po’ burbera. Mi piace molto, perché posso parlare con lui. Ho avuto allenatori che non mi capivano, e se non mi capisci, fai fatica a entrarmi dentro. Con Italiano, invece, ci capiamo. Ricorda quello che avevo con Sinisa. Ci mandavamo a quel paese e poi cinque minuti dopo ci abbracciavamo. A me piace così. Se sei una persona non costruita, io ti do tutto. Con Italiano è scattato subito, dopo una settimana ho detto ai miei compagni: “Ragazzi, io per questo qui mi butto nel fuoco”. Perché è veramente una brava persona. Ha pregi e difetti come tutti, ma con uno così possiamo crescere”.
Dove lo collochi attualmente come allenatore?
“Secondo me, in questo momento, Italiano è il migliore allenatore in Italia. Sottovalutato. Gliel’ho detto subito: mister, sei stato coraggiosissimo a venire qua. Chi ci sarebbe venuto? Poteva fare solo peggio. E invece ha stupito tutti, lo sono contentissimo, più per lui che per me”.
Sulla crescita del gruppo.
“Prendete Ndoye: è già a 7 gol, l’anno scorso ne aveva fatto uno. Odgaard sembra – non lo so – il trequartista più forte del mondo. Faccio fatica a vedere uno di noi che non sia cresciuto”.
Su Thijs Dallinga.
«Per me quello di Thijs è stato un problema ambientale. Mi ricorda un po’ il primo Dzeko: non segnava mai, poi s’è sbloccato e non ha smesso più».
Quali altre emozioni vorresti provare a Bologna ?
“Alzare un trofeo. Perché l’emozione della Champions l’ho già vissuta, ma alzare un trofeo non so cosa si provi. Non ho mai vinto un cavolo nella mia vita. L’ultimo premio collettivo è stato il torneo della parrocchia quando avevo dodici anni”.
Pare impossibile convincere Spalletti per essere convocato.
“Io non devo convincere nessuno. Io continuo solo a fare il mio. Il riconoscimento della gente ce l’ho: un motivo ci sarà? Dopo la Lazio, ho ricevuto tantissimi messaggi da persone che hanno lavorato con me, che sanno la crescita e il percorso che ho fatto. Questo dimostra che sono diventato maturo. Tutti a dire che Orsolini non difendeva. Orsolini ora si fa un mazzo così”.
Vi sentite forti?
“Certo volte mi stupisco e dico: ‘Ammazza quanto siamo bravi’. C’è un video sui social, sul 5-0 di Fabbian, con io che urlo: siamo fortissimi, siamo fortissimi”.
Prossima partita.
“Sarà una trasferta durissima, su un campo piccolo. Conosco bene Di Francesco, è bravissimo e avrà studiato ogni pelo di noi. Sarà una gara difficile, specialmente dopo la sosta, con tutte le incognite. Però, ho voglia di rifarmi. L’ultima volta che siamo andati là non andò molto bene”.
Per quanto riguarda gli obiettivi personali…
“Nessuno. Più voglio una cosa, più non la ottengo. È clamoroso. Quindi non voglio niente. Per me funziona così”.
Per l’Europa chi teme di più?
“Sono rimasto molto sorpreso dal percorso che sta facendo la Roma. Ranieri ha fatto un lavoro eccezionale. Sarà un’avversaria fastidiosissima fino alla fine”.
Juventus e l’ esonero di Thiago?
“Ha avuto un calendario difficile, paga l’eliminazione dalla Champions. Comunque è lì in lotta per il quarto posto”.
Futuro, arrivati interessi di altri club?
“So solo che Bologna è casa mia. Io faccio quello che posso cambiare io, non mi concentro su quello che va oltre il mio controllo e le mie possibilità. Se Italiano viene e mi dice ‘A Venezia non giochi’, io posso solo fargli vedere in allenamento che merito più degli altri. Ma se lui comunque decide di non farmi giocare, io non gioco“.
Serie A
Juventus, la curiosa statistica dopo il cambio di allenatore

L’arrivo di Ivan Tudor sulla panchina della Juventus al posto di Thiago Motta rimanda a una serie di esoneri degli anni ’60, in cui è coinvolto anche il Milan.
La Juventus ha esonerato Thiago Motta. Arrivato con alte aspettative e con numerosi investimenti sul mercato, l’ex tecnico del Bologna ha deluso le aspettative: quinto in Serie A con 52 punti in 29 partite, fuori ai play-off di Champions League contro il PSV e ai quarti di Coppa Italia con l’Empoli. Al suo posto arriva Igor Tudor, reduce dall’esperienza alla Lazio nel finale della scorsa stagione.
Cambi in panchina per Milan e Juventus: non accadeva dagli anni ’60
La Juventus non è l’unica big ad aver cambiato allenatore in questa stagione. A dicembre infatti è toccato al Milan, che ha esonerato Paulo Fonseca per sostituirlo con Sergio Conceicao. L’ex tecnico del Porto aveva iniziato alla grande con la vittoria della Supercoppa, battendo in finale l’Inter, ma da lì il rendimento non è stato tanto migliore del suo predecessore, anzi è arrivata l’eliminazione nel play-off di Champions per mano del Feyenoord.
Le ultime 2 vittorie in rimonta contro Lecce e Como danno ancora un po’ di speranza ai rossoneri per arrivare tra le prime 4: sono 6 i punti di distacco dalla zona Champions. I tifosi della Juventus si augurano che il cambio in panchina risulti più remunerativo rispetto a quanto accaduto al Milan. I bianconeri sono solo a -1 dal quarto posto e non hanno un calendario proibitivo da qui a fine campionato.
Ma è proprio il cambio in panchina il fattore che lega la Juventus e il Milan. E’ la seconda volta, dopo il 1963/64, in cui entrambe le squadre esonerano l’allenatore nella stessa stagione: all’epoca la Vecchia Signora sostituì Amaral con Monzeglio, che a sua volta lasciò il posto poi a Rabitti, mentre nel Diavolo Liedholm subentrò a Carniglia. Lo riporta Opta Paolo.
Serie A
Hellas Verona, doppietta in nazionale per Livramento

Uno dei nazionali dell’Hellas Verona, Dailon Livramento, è andato a segno due volte nella sfida di Capo Verde contro l’Angola per la qualificazione ai Mondiali.
L’attaccante scaligero è tornato al gol dopo tanto tempo e ha aiutato la sua nazionale ad avvicinarsi a una clamorosa qualificazione per il torneo che si svolgerà in USA, Canada e Messico.
Hellas Verona, Livramento brilla in nazionale
A secco con la maglia gialloblu dalla 1° giornata quando aprì le marcature contro il Napoli, l’attaccante capoverdiano è tornato al gol in nazionale in un match fondamentale per la corsa ai Mondiali 2026.
Dailon Livramento ha siglato una doppietta importantissima tra la fine del primo temo e metà del secondo, proiettando i suoi al primo posto del girone D con 13 punti e persino davanti a una corazzata come il Camerun del compagno di squadra Tchatchoua.

Fonte: https://x.com/mvvmaastricht/status/1789004967530889526/photo/1
Per l’attaccante ex Maastricht si tratta di una grande iniezione di fiducia in vista del finale di stagione rovente che attende l’Hellas Verona. I 29 punti non danno ancora garanzia di salvezza ma i prossimi scontri diretti saranno fondamentali e il 14 è pronto a prendersi le sue responsabilità ripagando la fiducia di Zanetti.
Col passare dei mesi il suo ruolo è diventato leggermente marginale ma ogni suo ingresso in campo ha contribuito ad accrescerne l’apprezzamento da parte del mister gialloblu e in questo finale ci sarà bisogno di tutti per raggingere l’obiettivo.
Serie A
Atalanta, il punto sulle assenze: Retegui tenta lo sprint

L’Atalanta si prepara in vista della delicata trasferta di Firenze e vede miglioramenti dal punto di vista degli infortunati. Alcuni elementi tornano in rosa.
I nerazzurri devono mantenere quantomeno il terzo posto e dopo la sosta nazionali si preparano al rush finale che li vedrà protagonisti contro diverse big del nostro campionato.
Atalanta, il punto su infortunati e nazionali: rientrano Hien e Kolasinac
Secondo il report dell’allenamento odierno, Gasperini ha potuto accogliere con entusiasmo il rientro di due pedine fondamentali per il reparto difensivo. Isak Hien e Kolasinac non hanno riportato problemi fisici durante gli impegni con Svezia e Bosnia.
A loro però non si aggiungeranno gli infortunati Cuadrado e Kossounou, che hanno svolto lavoro individuale sul campo col colombiano più vicino al rientro.
Notizie positive invece per Sulemana che ha preso parte parzialmente alla seduta odierna. Nessuna novità sul fronte Scalvini–Scamacca, che proseguono la riabilitazione e rientreranno nelle prossima stagione. Palestra ha svolto terapie in attesa degli esami così come Mateo Retegui, che dopo lo stop rimediato in ritiro con l’Italia sta cercando di velocizzare le cure e rientrare il più presto possibile.
A questa lunga lista si aggiunge anche Posch.
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